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  • La tribù Ami a sud-est di Formosa
    La Torre di Guardia 1954 | 15 ottobre
    • La tribù Ami a sud-est di Formosa

      Da un missionario della Watchtower Society assegnato al Giappone

      SONO chiamati “barbari”. Il che c’induce a chiedere come dovrebbe esser descritta la “civiltà”. Invero, essi vivono di una primitiva dieta di riso misto a un po’ di carne, uova e frutta tropicale per condirlo. Grandi famiglie composte di parecchie generazioni gremiscono case con tetti di paglia. Non godono i benefici dell’istruzione e dei provvedimenti sanitari del mondo occidentale, ma sono persone molto, molto più felici di quelle dell’Occidente. Uno di loro, un ministro di Geova Dio, li descrive come segue:

      “Invece della conoscenza delle lettere, la primitiva tribù Ami ha buon discernimento e la facoltà di ponderare e ragionare. Una volta detta loro una cosa, non la dimenticano più. Son nati così. È naturale per loro. Per la profondità del loro sentimento sono un popolo speciale. Confrontati con altri popoli sono semplici e onesti. Quando sentono parlare per la prima volta del regno di Dio e della speranza della vita eterna, se ne interessano in modo particolare.

      “Non essendo civilizzati, sono diversi da questo complicato mondo moderno. Il campo della loro conoscenza mondana è limitato, ma sono un gruppo soddisfatto, calmo, che vive vicino alla natura.

      “Nel predicare la Bibbia di casa in casa, i ministri maturi e istruiti portano con loro gli analfabeti. Molti che ascoltano sono anche analfabeti di modo che le persone di buona volontà di Taiwan non acquistano l’intendimento come quelli che sanno leggere e scrivere, verificando le citazioni della Bibbia. Il metodo che si segue con quelli che non comprendono i caratteri giapponesi delle pubblicazioni consiste nel parlare loro, e nel continuare a parlare. Essi ascoltano attentamente senza interrompere, le parole scendono nei loro cuori, e le loro menti tranquillamente riflettono. Anche se non hanno udito mai il messaggio, lo capiscono bene. Dopo aver udito non cercano di opporsi, ma fanno domande su quello che hanno sentito. Allora il ministro apre la sua Bibbia e dà altre spiegazioni. Anche coloro che sanno leggere e scrivere desiderano prima ascoltare un discorso del ministro. Poi fanno le loro domande, e le risposte sono date con la Bibbia.

      “La nostra esperienza dimostra che quelli che sanno leggere e scrivere mostrano un certo apprezzamento. Ma la percentuale di quelli che accettano la verità ascoltando piuttosto che leggendo è assai maggiore.

      “La nostra opera di casa in casa promuove studi biblici a domicilio. Facendo lo studio biblico in una casa, la famiglia si divide in due gruppi, quelli che leggono e gli analfabeti. Le persone di buona volontà che sanno leggere e scrivere vengono ammaestrate mediante il solito metodo di studio. Per studiare con gli analfabeti, il ministro si serve di ‘Sia Dio riconosciuto verace’ o La Torre di Guardia giapponese. Prima il ministro legge il soggetto in giapponese. Poi lo traduce e lo spiega nel dialetto Ami. In seguito a questa spiegazione fa la domanda, e poi lascia ch’essi rispondano. In questa maniera essi studieranno attentamente per ore in una sera. Ma i risultati di questa spiegazione orale sono buoni, e si addicono alle circostanze del Taiwan. Predicando continuamente la buona notizia come facciamo noi, le persone di buona volontà continuano ad aumentare dappertutto, più di quanto possiamo constatare”.

      Barbari? Forse mondani egoisti potrebbero dire questo. Ma la tribù Ami non è composta di persone con menti confuse da ambizioni e filosofie di questo mondo corrotto e violento. Esse accolgono le semplici ed eterne verità della Parola di Dio, facendo questo con tanto zelo che il loro numero di ministri attivi salì durante il 1953 a 1205, in confronto con una media di poco più di 300 dell’anno precedente.

  • Come i veri cristiani servono Dio
    La Torre di Guardia 1954 | 15 ottobre
    • Come i veri cristiani servono Dio

      SERVIRE Dio, secondo il clero, significa istituire un edificio religioso con una croce sul campanile, suonare una campana la domenica e pronunciare un sermone sulla moralità o sulle condizioni del mondo. Secondo un gruppo molto più numeroso, il laicato, servire Dio significa semplicemente rispondere al suono delle campane della chiesa, sedere su banchi e mettere “offerte” nei piatti della colletta. Altre persone pretendono di servire Dio ritirandosi dentro le austere mura di un convento, dove si dedicano alla contemplazione. Altri ancora credono che sia sufficiente condurre una “vita pura”, per servire Dio in modo accettevole. Perché è così confusa l’idea della cristianità circa il cristianesimo?

      Questa comoda maniera di servire Dio deriva soprattutto dal fatto che pur possedendo la Bibbia la cristianità non la legge. Col suo nome la cristianità pretende di avere Cristo come modello di vita; ma le sue azioni tradiscono l’ipocrisia: “Essi dichiarano pubblicamente di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le, loro opere”. (Tito 1:16, NW) Per evitare di renderci colpevoli di un’adorazione ipocrita e per illuminare il sentiero della vera adorazione, il modello che Dio provvide dev’essere studiato, dev’essere seguito. “Cristo soffrì per voi, lasciandovi un modello affinché seguiate attentamente le sue orme”. (1 Piet. 2:21, NW) Non basta seguire le orme di Cristo in modo distratto. L’unico modo accettevole di servire Dio è quello di seguire le sue orine con attenzione.

      Ora circa il modello dei cristiani, forse il Signore Gesù si fece frate e si allontanò dal popolo? Tutt’altro! Invece di tentar di allontanarsi dalle persone egli cercò di trovarle! Come? Si stabilì forse quale pastore residente invitando il pubblico ad ascoltarlo predicare su moralità, guerre e tasse? No di certo! E Cristo neppure ebbe l’abitudine di frequentare una chiesa o di servire Dio in qualche altro modo passivo. Al giovane ricco il quale sperava che il requisito per ereditare la vita eterna fosse semplicemente quello di condurre una “vita pura”, Gesù disse: “C’è ancora una cosa che ti manca: . . . vieni e sii mio seguace”. (Luca 18:22, NW) Seguire Gesù significava impegnarsi nella medesima opera ch’egli compiva.

      Dinanzi a Pilato, Gesù descrisse l’opera che occupava la sua vita: ‘Per questo scopo io sono nato e per questo scopo son venuto nel mondo, affinché rendessi testimonianza alla verità”. (Giov. 18:37, NW) Come “testimone fedele e verace” Cristo rese testimonianza alla Fonte di ogni verità, Geova Dio. (Giov. 8:40; 17:17, 26) Dato che i cristiani devono prendere Cristo come modello, è evidente che l’opera di rendere testimonianza a Geova e ai suoi propositi non è un lavoro insignificante, facoltativo, che derivi dall’esser cristiano. No, esso costituisce il lavoro

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