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Cercate di evitare le difficoltà della crescita?Svegliatevi! 1970 | 8 aprile
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sul principio, ci aiuterà a farla indipendentemente dalle difficoltà che essa comporta. Poiché come ci dice l’apostolo Paolo: “L’amore . . . sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, soffre ogni cosa”. Sì, tale amore ci aiuterà a sopportare le difficoltà di avanzare verso la maturità, sia che si tratti di maturità intellettuale, emotiva o spirituale. — 1 Cor. 13:4-7.
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Giorno del Rendimento di Grazie: Che cosa significa?Svegliatevi! 1970 | 8 aprile
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Giorno del Rendimento di Grazie: Che cosa significa?
IL 27 novembre, in tutti gli Stati Uniti, le famiglie si riuniscono intorno a tavole riccamente imbandite con tacchino arrosto, gelatina di mirtilli, torta di zucca, e molte altre gustose pietanze. Quel giorno gli Stati Uniti osservano una festa nazionale religiosa, il Giorno del Rendimento di Grazie.
Ogni anno, dal 3 ottobre 1863, esso è stato dichiarato festa nazionale mediante proclama presidenziale. Quel giorno il presidente Lincoln fece il primo di tali proclami, dicendo: “L’anno che sta per finire e stato riccamente benedetto con campi fruttuosi e clima salubre. A questi doni, che riceviamo così costantemente che siamo inclini a dimenticare la fonte da cui provengono, se ne sono aggiunti altri, di natura così straordinaria che non possono fare a meno di penetrare e intenerire il cuore abitualmente insensibile alla sempre vigile provvidenza dell’onnipotente Dio”.
Dal tempo di Lincoln l’ultimo giovedì di quasi ogni novembre è stato dichiarato festivo per legge; dal 1941, è stato il quarto giovedì. Questo, comunque, non significa che la celebrazione del rendimento di grazie non si osservasse prima del giorno di Lincoln. Veniva osservata in alcuni Stati, in diverse date, ma non in altri. Infatti, ogni tanto c’erano stati proclami circa il rendimento di grazie per varie ragioni dal tempo dei pellegrini. Ma il proclama di Lincoln fece per la prima volta del Giorno del Rendimento di Grazie un’osservanza nazionale.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la pratica ebbe evidentemente inizio quando nell’estate del 1621 i colonizzatori di Plymouth nel Massachusetts ebbero un buon raccolto. Durante il precedente inverno a causa del cattivo tempo ne avevano perso quasi la metà. Furono dunque particolarmente grati per il buon raccolto di quell’anno. Ma la celebrazione non divenne per loro un’osservanza annuale.
Essendo persone che credevano nell’Onnipotente Dio, lo ringraziarono sinceramente per il buon raccolto. Come si può notare dal proclama del presidente Lincoln, l’osservanza nazionale di questo giorno aveva lo stesso scopo, rendere grazie a Dio delle sue benedizioni di “campi fruttuosi e clima salubre”. Ma oggi la celebrazione del Giorno del Rendimento di Grazie significa questo in America?
Mancanza di fede
Nel Times di New York del 24 novembre 1967, fu riferito che nelle funzioni religiose era espressa la preoccupazione che “Dio diveniva senza significato per grandi settori della popolazione”. Particolare preoccupazione è stata espressa per la crescente mancanza di fede dei giovani. The Southern California Clergyman del dicembre 1967 attribuì a Dumont F. Kenny, presidente dello York College, le seguenti parole: “Andiamo incontro a un’ondata di miscredenza, particolarmente fra la generazione dei giovani”. Citava pure un rabbino di New York che avrebbe detto: “Un vasto settore della popolazione americana, che mai si è interessata di Marx, è divenuto del tutto indifferente al punto di vista religioso”.
Come può il Giorno del Rendimento di Grazie aver alcun significato per questo crescente numero di Americani privi di fede in Dio? Come possono rendere grazie a qualcuno che non credono neppure esista? Come potrebbe essere per loro un giorno di rendimento di grazie secondo il suo originale proposito?
Che dire degli ecclesiastici i quali pensano che Dio sia morto? Come può il Giorno del Rendimento di Grazie avere alcun significato per loro? Come potrebbero riconoscere che quest’anno vengano da lui benedizioni o doni quando pensano che non faccia nulla? Un gran numero di ecclesiastici hanno adottato questa veduta. Secondo il National Observer del 31 gennaio 1966: “La tendenza che ‘Dio è morto’ pervade il pensiero del 90 per cento dei teologi protestanti al di sotto dei 40 anni”. Non contribuiscono essi a diffondere la mancanza di fede in Dio?
Altri ecclesiastici pure fanno questo esprimendo pubblicamente la loro mancanza di fiducia nell’attendibilità della scritta Parola di Dio, la Bibbia. Come potrebbero questi uomini, con la coscienza pura, predicare sermoni per il Giorno del Rendimento di Grazie in cui si ringrazia Dio delle sue benedizioni quando rigettano la veracità di una delle sue più grandi benedizioni, la sua Parola scritta?
Per molti increduli quel giorno può non significare altro che una scusa per mangiare ingordamente e ubriacarsi. Per altri può essere un’occasione di riunire la famiglia, ma potrebbero non pensare minimamente alla generosità del Creatore. Pertanto un gran numero di Americani non si rendono conto dell’originale scopo della festa dichiarato dal presidente Lincoln.
Naturalmente, vi sono alcuni che hanno fede in Dio e che sinceramente considerano questo giorno come un giorno per rendergli grazie. Ma è realmente necessario che sia proclamata ufficialmente una festa nazionale dal presidente perché esprimano a Dio rendimento di grazie? Se pensano di aver ricevuto da lui benedizioni e doni, perché ringraziarlo solo un giorno all’anno? Perché aspettare fino a quando sia proclamato quel giorno dallo stato politico? Non dovrebbero i ringraziamenti venire spontaneamente dal cuore per tutto l’anno? Non sarebbe questo più in armonia con un’attitudine devota?
Negli Stati Uniti la gente non è più nell’insieme un popolo agricolo che si senta molto legato al suolo e alle messi che produce. Questa era la situazione quando i pellegrini resero grazie per un buon raccolto, ma ora solo il 5,9 per cento della popolazione in questo paese è dedito all’agricoltura. La maggioranza del popolo americano non sente dunque il bisogno di una festa della raccolta per rendere grazie riguardo a buone messi. In questo paese industriale gran parte del significato di una celebrazione della raccolta è andato perduto.
Date le mutate circostanze, non è ora il Giorno del Rendimento di Grazie poco più che un giorno tradizionale per fare un pranzo speciale? Senza questo pranzo la maggioranza degli Americani penserebbero di non aver osservato questa festa nazionale. Perciò, alcuni enti di assistenza provvedono il pasto tradizionale per i derelitti che sono sulle strade delle città, e il governo lo provvede ai militari lontani dai familiari. Mangiando in quel giorno i cibi tradizionali pensano d’averlo celebrato.
Veduta scritturale della festa
Nelle istruzioni che la Bibbia dà ai cristiani non c’è nulla che sia contrario alle riunioni familiari o a fare un pranzo speciale finché non si cade nell’ingordigia o nell’ubriachezza. Se i cristiani vogliono dunque fare riunioni familiari e fare un pranzo speciale in un giorno in cui tutti sono a casa dal lavoro, è una cosa che spetta a loro decidere. Non c’è nulla di antiscritturale in questo. Naturalmente, fanno bene a prendere in considerazione l’impressione che con ciò danno ad altri. (Rom. 14:13-21) Ma che dire della partecipazione a una festa religiosa stabilita politicamente?
Sembra ragionevole che colui che rende all’Onnipotente Dio incontaminata adorazione come comanda la sua Parola scritta si unisca agli increduli nell’osservare una festa religiosa? Non solo gli atei, ma molti che adorano dèi di legno e di pietra fatti dall’uomo celebrano il Giorno del Rendimento di Grazie. Come può il vero cristiano avere associazione religiosa con tali persone e aspettarsi d’essere ugualmente accettevole agli occhi del vero Dio?
La Bibbia comanda ai cristiani: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale partecipazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale associazione ha la luce con le tenebre? . . . O qual parte ha il fedele con l’incredulo?” (2 Cor. 6:14, 15) Coloro che desiderano ubbidire alla scritta Parola di Dio come possono dunque unirsi ad atei, a persone che pensano Dio sia morto e a persone che adorano falsi dèi, nell’osservare una festa nazionale religiosa? Non li renderebbe questo “inegualmente aggiogati con gli increduli”?
I primi cristiani ai giorni degli apostoli di Gesù Cristo non partecipavano insieme con gli idolatri Romani all’osservanza di feste religiose romane. I Saturnali, per esempio, erano l’annuale celebrazione del Rendimento di Grazie tenuta una volta all’anno in dicembre dai Romani. Anch’essa includeva banchettare e bere, ma i primi cristiani non partecipavano a tale celebrazione nazionale. Per i Romani questo era un sacrilegio. Tertulliano, scrittore del secondo secolo, scrisse: “Siamo accusati di un ignobile sacrilegio, perché non celebriamo con voi le feste dei Cesari in maniera vietata sia dalla modestia che dalla decenza e dalla purezza”.
Essi si astenevano dal partecipare alle tradizionali celebrazioni del mondo romano, poiché questo li avrebbe aggiogati con gli increduli. Rifuggivano anche dalle celebrazioni dei Giudei un tempo accettevoli a Dio. Ad alcuni cristiani ebrei che volevano attenersi a queste celebrazioni di giorni e stagioni, Paolo, apostolo di Gesù Cristo, disse: “Voi osservate scrupolosamente giorni e mesi e stagioni e anni. Temo per voi, che in qualche modo io abbia lavorato penosamente senza scopo riguardo a voi”. (Gal. 4:10, 11) Egli aveva faticato per recare le liberatrici verità del cristianesimo a questi Giudei, ma temeva che i suoi sforzi fossero stati sprecati, perché volevano continuare a partecipare a osservanze religiose che Dio non autorizzava più.
Oggi i dedicati cristiani seguono l’esempio dei primi cristiani e si astengono dal partecipare a feste nazionali religiose, ma altri, che non hanno la stessa sensibile coscienza cristiana, possono volerle osservare. Questa è una decisione personale. Comunque, dato il cambiamento di attitudini religiose fra le persone in genere, moltissime persone faranno oggi fatica a trovare alcun vero significato nella celebrazione del Giorno del Rendimento di Grazie.
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Il “rock ’n’ roll” è dannoso?Svegliatevi! 1970 | 8 aprile
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Il rock ’n’ roll è dannoso?
LA POPOLARE musica di molti giovani moderni è da alcuni anni dominata da ciò che si chiama rock ’n’ roll. Questo è un termine molto vago. Include non solo grandi estremi in quanto a qualità, ma anche una grande varietà di forme e idiomi musicali. La cosa che la maggioranza delle forme di musica “rock” hanno in comune è l’enfasi data al ritmo, “l’eccitazione della dura, secca, inequivocabile battuta”.
Qual è l’origine del nome rock ’n’ roll? Secondo la rivista High Fidelity del novembre 1967: “Il termine rock and roll ha un implicito significato sessuale, poiché in origine rockin’ and rollin’ [beccheggio e rollio] significava fornicare. Ma poi la parola jazz, un tempo verbo, significava la stessa cosa”. La musica “rock” pare avesse inizio con l’unione del ritmo dei negri e della musica dei “blues”. Questo aiuta senza dubbio a spiegare perché l’influenza degli esecutori negri e della musica dei negri e stata così forte nel campo del “rock”. Un’importante fase d’essa ebbe inizio col popolare Elvis Presley e il suo erotico modo di cantare canzoni. Comunque, si potrebbe dire che il “rock” abbia ricevuto il suo massimo impulso coi “Beatles”.
Un’altra cosa che i complessi di “rock” hanno generalmente in comune è la giovane età. Come osservò Leonard Bernstein: “Questo genere di musica è completamente dei giovani, fatta dai giovani e per i giovani, e dicendo giovani intendo chiunque dagli otto ai venticinque anni”. Quanto ciò sia vero si può capire dal fatto che uno dei principali complessi di “rock” è formato di tre ragazzi, due dei quali hanno quattordici anni e l’altro dodici. In un esame degli spettatori di un popolare complesso, i ‘Monkees’, si scoprì che la loro età media era di dieci anni.
Oggi i giovani moderni vanno pazzi per
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