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  • Libro biblico numero 50: Filippesi
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • per Paolo sarebbe un guadagno morire ora, nondimeno egli sa che per amore del loro progresso e della loro gioia è più necessario che egli rimanga. Consiglia loro di comportarsi in maniera degna della buona notizia, poiché, sia che vada da loro o no, vuole udire che continuano a combattere unitamente e che ‘non sono per nulla spaventati dai loro oppositori’. — 1:12, 28.

      9. In che modo i filippesi possono mantenere l’attitudine mentale di Cristo?

      9 Mantenere la stessa attitudine mentale di Cristo (2:1-30). Paolo incoraggia i filippesi ad avere modestia di mente, ‘guardando con interesse personale non solo alle cose loro, ma anche con interesse personale a quelle degli altri’. Dovrebbero avere la stessa attitudine mentale di Cristo Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, vuotò se stesso per divenire uomo e si umiliò ubbidendo fino alla morte, così che Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome. Paolo li esorta: “Continuate a operare la vostra salvezza con timore e tremore”. “Continuate a fare ogni cosa senza mormorii e discussioni” e ‘mantenete una salda presa sulla parola della vita’. (2:4, 12, 14, 16) Spera di mandare loro Timoteo e confida che presto vi andrà anche lui. Per il momento, affinché si rallegrino di nuovo, manda loro Epafrodito, che si è rimesso dalla malattia.

      10. In che modo Paolo ha proseguito verso la meta, e cosa esorta a fare?

      10 ‘Proseguire verso la meta’ (3:1–4:23). ‘Noi della vera circoncisione’, dice Paolo, ‘dobbiamo guardarci dai cani, da quelli che mutilano la carne’. Se qualcuno ha motivo di nutrire fiducia nella carne, Paolo ne ha molto di più, e il suo passato di giudeo circonciso e di fariseo lo dimostra. Ma egli ha considerato tutto questo una perdita ‘a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù suo Signore’. Mediante la giustizia che è per mezzo della fede, Paolo spera di “conseguire la risurrezione dai morti che ha luogo più presto”. (3:2, 3, 8, 11) Perciò dice: “Dimenticando le cose che sono dietro e protendendomi verso quelle che sono davanti, proseguo verso la meta per il premio della superna chiamata di Dio mediante Cristo Gesù”. Quanti sono maturi abbiano la stessa attitudine mentale. Ci sono quelli il cui dio è il ventre, che hanno la mente rivolta alle cose della terra e la cui fine è la distruzione, ma “in quanto a noi”, afferma Paolo, “la nostra cittadinanza esiste nei cieli”. — 3:13, 14, 20.

      11. (a) Quali sono le cose da considerare e praticare? (b) Cosa dice Paolo riguardo alla generosità dei filippesi?

      11 ‘Rallegratevi nel Signore’, esorta Paolo, ‘e la vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini. Continuate a considerare le cose vere e di seria considerazione, le cose giuste, caste, amabili, delle quali si parla bene, virtuose e degne di lode. Praticate ciò che avete imparato e accettato e udito e visto riguardo a me, e l’Iddio della pace sarà con voi’. (4:4-9) Paolo si rallegra grandemente dei generosi pensieri dei filippesi per lui, sebbene per ogni cosa abbia forza ‘in virtù di colui che impartisce potenza’. Li ringrazia sentitamente per il loro dono. Da quando egli iniziò a dichiarare la buona notizia in Macedonia, essi si sono distinti nel dare. A sua volta Dio soddisferà ogni loro “necessità secondo la sua ricchezza in gloria mediante Cristo Gesù”. (4:13, 19) Paolo invia saluti da parte di tutti i santi, compresi quelli della casa di Cesare.

      PERCHÉ È UTILE

      12. Come i fratelli di Filippi, in che modo oggi possiamo ottenere l’approvazione di Dio e divenire fonte di gioia per i nostri fratelli?

      12 Com’è utile per noi il libro di Filippesi! Di sicuro desideriamo ottenere l’approvazione di Geova e ricevere dai nostri sorveglianti cristiani la stessa specie di lode che la congregazione di Filippi ricevette da Paolo. Possiamo avere entrambe se seguiamo l’eccellente esempio dei filippesi e gli amorevoli consigli di Paolo. Come i filippesi, dovremmo manifestare generosità, interessarci di aiutare i nostri fratelli quando sono in difficoltà e contribuire a difendere e a stabilire legalmente la buona notizia. (1:3-7) Dovremmo continuare a star “fermi in un solo spirito, combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia”, risplendendo come “illuminatori” in mezzo a una generazione perversa e storta. Mentre facciamo queste cose e continuiamo a rivolgere la mente alle cose di seria considerazione, possiamo essere fonte di gioia per i nostri fratelli così come i filippesi divennero una corona di gioia per l’apostolo Paolo. — 1:27; 2:15; 4:1, 8.

      13. In quali modi possiamo imitare unitamente Paolo?

      13 “Divenite unitamente miei imitatori”, dice Paolo. Imitarlo in che modo? Un modo è quello di essere autosufficienti in ogni circostanza. Sia che avesse abbondanza o che fosse nel bisogno, Paolo imparò ad adattarsi alle circostanze senza lamentarsi, in modo da perseverare con zelo e con allegrezza nel ministero di Dio. Tutti dovrebbero essere come Paolo anche nel dimostrare tenero affetto ai fratelli fedeli. Con che gioia e con che affetto egli parlò del ministero di Timoteo e di Epafrodito! E quanto si sentiva vicino ai suoi fratelli filippesi, che chiamò“diletti e grandemente desiderati, mia gioia e corona”! — 3:17; 4:1, 11, 12; 2:19-30.

      14. Quali eccellenti consigli dà la lettera ai Filippesi riguardo alla meta della vita e al Regno, e a chi è indirizzata in particolare?

      14 In quale altro modo si può imitare Paolo? ‘Proseguendo verso la meta’! Tutti quelli la cui mente è rivolta alle “cose di seria considerazione” si interessano profondamente della meravigliosa disposizione di Geova in cielo e sulla terra, in cui ‘ogni lingua confesserà apertamente che Gesù Cristo è Signore alla gloria di Dio Padre’. Gli eccellenti consigli contenuti in Filippesi incoraggiano tutti quelli che sperano nella vita eterna in relazione al Regno di Dio a perseguire questa meta. La lettera ai Filippesi è comunque indirizzata primariamente a quelli la cui “cittadinanza esiste nei cieli” e che attendono ansiosamente di essere resi ‘conformi al corpo glorioso di Cristo’. ‘Dimenticando le cose che sono dietro e protendendosi verso quelle che sono davanti’, tutti questi imitino l’apostolo Paolo ‘proseguendo verso la meta per il premio della superna chiamata’, la loro gloriosa eredità nel Regno dei cieli! — 4:8; 2:10, 11; 3:13, 14, 20, 21.

  • Libro biblico numero 51: Colossesi
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
    • Libro biblico numero 51: Colossesi

      Scrittore: Paolo

      Dove fu scritto: Roma

      Quando fu completato: ca. 60–61 E.V.

      1. Dov’era situata la città di Colosse?

      LASCIATASI Efeso alle spalle, due uomini erano in viaggio verso est attraverso l’Asia Minore lungo il fiume Meandro (Menderes). Giunti all’affluente chiamato Lico, in Frigia, piegarono a sudest per risalire il fiume attraverso la valle circondata dai monti. Si presentava loro una bella veduta: fertili e verdi pascoli con grandi greggi di pecore. (La lana era una delle principali risorse della regione).a Proseguendo su per la valle, i viaggiatori oltrepassarono, sulla destra, la ricca città di Laodicea, centro dell’amministrazione romana in quella regione. Alla loro sinistra, di là dal fiume, potevano vedere Ierapoli, famosa per i suoi templi e le sue fonti termali. In entrambe queste città c’erano congregazioni cristiane, come pure nella piccola città di Colosse, circa 16 chilometri più avanti nella valle.

      2. (a) Chi erano i due uomini inviati da Paolo a Colosse? (b) Che cosa si sa della congregazione di Colosse?

      2 Colosse era la destinazione dei viaggiatori. Erano tutt’e due cristiani. Almeno uno di loro conosceva bene la regione, perché era di Colosse. Il suo nome era Onesimo, ed era uno schiavo che tornava dal suo padrone, il quale era membro della congregazione locale. Il compagno di Onesimo era Tichico, uomo libero, ed entrambi erano stati inviati dall’apostolo Paolo e portavano una lettera da lui indirizzata ai “fedeli fratelli uniti a Cristo che sono a Colosse”. Per quel che sappiamo, Paolo non visitò mai Colosse. La congregazione, che consisteva per lo più di non giudei, era stata probabilmente fondata da Epafra, che aveva faticato fra loro e che ora si trovava con Paolo a Roma. — Col. 1:2, 7; 4:12.

      3. Cosa rivela la lettera ai Colossesi in quanto allo scrittore e al tempo e al luogo in cui fu scritta?

      3 Lo scrittore di questa lettera fu l’apostolo Paolo, come dichiara nelle parole iniziali e in quelle conclusive. (1:1; 4:18) Nella conclusione dice inoltre che scriveva dalla prigione. Dovrebbe trattarsi della sua prima detenzione a Roma, nel 59-61 E.V., quando scrisse parecchie lettere di incoraggiamento fra cui la lettera ai Colossesi, che inviò insieme a quella indirizzata a Filemone. (Col. 4:7-9; Filem. 10, 23) Pare sia stata scritta più o meno nello stesso periodo della lettera agli Efesini, poiché molte idee e frasi sono uguali.

      4. Cosa attesta che la lettera ai Colossesi è autentica?

      4 Non c’è motivo di dubitare dell’autenticità della lettera ai Colossesi. La sua presenza con altre epistole paoline nel papiro Chester Beatty II (P46), del 200 E.V. circa, mostra che era accettata dai primi cristiani come una delle lettere di Paolo. Che sia autentica è attestato dalle stesse fonti antiche che attestano l’autenticità delle altre lettere di Paolo.

      5. (a) Quali motivi spinsero Paolo a scrivere ai colossesi? (b) A che cosa dà risalto la lettera?

      5 Quali motivi spinsero Paolo a scrivere ai colossesi? Uno fu che Onesimo stava per tornare a Colosse. Epafra era di recente venuto a trovare Paolo e senza dubbio ciò che gli aveva riferito sulla situazione a Colosse fornì un’ulteriore ragione per inviare la lettera. (Col. 1:7, 8; 4:12) C’era un pericolo che minacciava quella congregazione cristiana. Le religioni dell’epoca erano in disfacimento e nuove religioni si formavano di continuo con la fusione di elementi di quelle vecchie. C’erano filosofie pagane che implicavano ascetismo, spiritismo e superstizioni idolatriche, e queste, insieme all’astinenza da certi cibi e all’osservanza di certi giorni da parte dei giudei, potevano aver

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