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  • State imparando a pensare con chiarezza?
    Svegliatevi! 1973 | 22 giugno
    • State imparando a pensare con chiarezza?

      UN IMPORTANTE fattore per aver successo nella vita è quello di pensare con chiarezza. È di immenso valore nella vita e nelle decisioni di ogni giorno, facendo risparmiare molto tempo e denaro.

      Comunque, anche più importante è il fatto che chi pensa con chiarezza è aiutato a evitare gli inganni e i pericoli che altrimenti svierebbero con facilità gli incauti. Una chiara veduta lo aiuta a risolvere problemi e situazioni della vita altrimenti spinosi.

      Perché la maggioranza non pensa con chiarezza

      Molti preferiscono lasciare passivamente che altri pensino per loro. Per la maggioranza, quindi, il modello fondamentale del pensiero è essenzialmente stabilito dalla comunità e dal mondo in cui vivono. Pensano e agiscono in modo simile a quelli che li circondano. Questo si vede anche in cose della vita relativamente poco importanti, poiché la pubblicità e i mezzi di diffusione delle notizie tra le masse determinano la loro veduta. E nei più importanti aspetti della vita, il modo in cui altri pensano in gran parte per loro si può illustrare con ciò che accade in tempo di guerra.

      Quando il loro paese fa propaganda per invitare la popolazione a sostenere la guerra, la maggior parte delle persone analizza attentamente tutte le controversie legate al conflitto? O accettano solo ciò che vien detto loro di pensare? Scrivendo in merito alla prima guerra mondiale, il defunto Winston Churchill osservò: “Ci vuole solo un segnale per trasformare queste moltitudini di pacifici contadini e operai nelle potenti schiere che si sbraneranno fra loro”. Egli rilevò ulteriormente che per la maggior parte le persone, detto loro quello che dovevano fare, risposero senza pensare. (The World Crisis, Volume VI, pagina 93) Venticinque anni dopo un’altra generazione lasciò che lo stesso tipo di pensiero la trascinasse a un conflitto assai più grande, la seconda guerra mondiale.

      Che cosa è accaduto a molti che hanno permesso ad altri di pensare per loro? Milioni sono morti o sono rimasti mutilati spesso combattendo guerre in terra straniera per controversie che non capivano. E ora vediamo che il modello del pensiero del mondo, e gli sforzi che esso ha prodotto, non hanno recato nessuna durevole pace. Anzi, il mondo è armato oggi di armi assai più distruttive che non mai.

      Ma alcuni non respingono forse il pensiero che causa tali guerre? Sì, molti della generazione giovane si ribellano contro il “pensiero” degli anziani. Tuttavia la veduta dei giovani ribelli è realmente più chiara o più soddisfacente di quella cui cercano di sottrarsi? La loro ribellione li ha portati a qualcosa di veramente migliore?

      Il “pensiero” dei capi del mondo a un’estremità e quello dei giovani ribelli all’altra mostrano unitamente che il modo di pensare dell’uomo non dà nessun risultato permanentemente desiderabile. Forse vi sentite spinti a chiedere: ‘In tal caso, dunque, com’è possibile pensare con chiarezza?’

      Per pensare con chiarezza ci vuole una precisa meta

      Per imparare a pensare con chiarezza è necessario anzitutto avere uno scopo o una meta nella vita. Perché?

      Ebbene, il corso della vita si può paragonare a un viaggio; più sicura è la vostra destinazione, più positivo può essere il vostro itinerario. Supponete di abitare a Madrid (Spagna) e di voler andare in Germania. È una meta molto vasta e vi si presenta l’alternativa di vari itinerari. Comunque, se fate il viaggio da Madrid a Berlino, in Germania, riducete notevolmente il numero di diverse strade che potete prendere; è una meta più precisa. E così, più specifica è la meta della propria vita, più stabile è probabilmente il proprio pensiero.

      Tuttavia, sapevate che pochissime persone sanno dire con semplicità e chiarezza qual è la meta della loro vita? Un commento del prof. Aaron Levenstein al City College di New York sottolinea quanto è realmente senza scopo la vita della maggioranza delle persone:

      “Le persone hanno forse una vaga comprensione della loro attuale posizione ma non sanno decidere dove vogliono andare. Vivono la loro vita senza una filosofia. Non riescono a concepire nessuna meta, perché non se ne sono mai prefisse una”.

      Benché sia vero, come dice il prof. Levenstein, che la maggioranza delle persone non ha nessuna meta nella vita, non è alquanto comprensibile? Quale durevole e soddisfacente meta offre realmente una qualsiasi parte del mondo verso cui dirigere il proprio pensiero?

      D’altra parte, il vero cristiano ha le cose essenziali per imparare a pensare con chiarezza. Perché? Perché ha uno scopo nella vita e cerca, soprattutto, di piacere a Dio. Ciò nondimeno, anche se questo permette di pensare con chiarezza, deve fare un sincero sforzo. Deve studiare la Bibbia. Da essa acquista conoscenza della ricompensa della vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio. L’amore verso Dio e il desiderio di ottenere la ricompensa offerta da Dio lo spinge a conformarsi alle alte esigenze morali stabilite da Dio e a smettere ‘di conformarsi a questo sistema di cose’. Egli fa pertanto cambiamenti morali nella sua vita e spesso questi gli sono di grande aiuto per pensare, alleggerendo la sua coscienza e la sua mente degli inutili pesi causati da una vita immorale. — Rom. 12:2.

      Comunque, chiederà qualcuno, avendo una sola meta nella vita non si finisce per essere di mente “chiusa” anziché di mente “aperta”? Vediamo.

      Di solito parlando di mente “aperta” le persone vogliono dire semplicemente che sono tolleranti verso le vedute altrui. Ma il semplice tollerare le vedute altrui non richiede in realtà che si pensi, non è vero? Infatti, una mente completamente “aperta” si può paragonare a una conduttura che fa passare quasi tutto, anche le acque di scarico. Nessuno che si rispetti vuole una mente contaminata da rifiuti. Deve dunque scegliere, deve vagliare ciò che accetta nella sua mente. In breve, deve pensare. Comunque, non vuole avere una mentalità così ristretta o preconcetta da rifiutarsi di considerare i fatti che possono migliorare il suo pensiero.

      Il suo pensiero deve perciò essere equilibrato. Come disse il prof. Levenstein: “È necessario avere sia una mentalità ristretta che una mentalità larga”. Come facciamo questo?

      Utilità di giuste norme

      Avendo una norma con cui valutare le nuove informazioni presentate si può imparare a pensare in modo equilibrato. Così si controlla quello che entra nella mente e non si è distolti dal conseguimento della propria meta, senza tuttavia escludere le nuove informazioni degne di nota.

      Anche in tal caso il cristiano ha una fonte di grande aiuto. Perché? Ha la Bibbia per guidare sicuramente il suo pensiero. Da un lato, la sua mente è “aperta”, cioè pronta a ricevere nuove informazioni da quasi ogni campo dell’attività umana, incluse le arti e le scienze. Soppesa debitamente tali nuove informazioni servendosi della sua norma biblica e le inserisce nel modello del suo pensiero. D’altro lato la sua mente è “chiusa” alle informazioni che non hanno assolutamente nessuna relazione con la sua meta basata sulla Bibbia; le può rigettare come indegne di ulteriore attenzione.

      Ogni giorno la persona che pensa con chiarezza deve vagliare o separare ciò che è errato e verso cui la sua mente è giustamente “chiusa”. Il continuo bombardamento propagandistico da parte della pubblica stampa, giornali e riviste, come pure dei libri, dei programmi televisivi e radiofonici, lo rendono ora più essenziale che mai.

      Naturalmente, molto di quello che si pubblica oggi si dimostra subito indegno di attenzione. Ciò include romanzi, commedie, o programmi televisivi, ad esempio, che esaltano la perversione sessuale, l’immoralità o la violenza. Soddisfacendo bassi desideri, di solito il loro scopo è quello di scoraggiare i pensieri eccellenti, intorbidendo in effetti la mente così che approvi la passione irrazionale.

      Ma bisogna andare cauti anche con i libri e i programmi da cui si ottengono alcune utili informazioni. Spesso essi rivelano una sottile, errata corrente di pensiero, risentendo forse dell’influenza di teorie infondate come l’evoluzione. Alcune pubblicazioni su cura dei bambini, storia, scienze naturali, archeologia, medicina, psicologia, libri di testo delle scuole elementari e anche alcune cosiddette opere di consultazione biblica, accennano pertanto all’evoluzione o presuppongono che l’evoluzione sia un “fatto” nella trattazione dei vari soggetti. Qui, particolarmente, la persona di “mente aperta” deve stare attenta alle letture se vuole evitare effetti sfavorevoli, o, come furono descritti nel primo secolo alcuni che proponevano un’errata dottrina, di divenire ‘mentalmente malata’. — 1 Tim. 6:3-11.

      State imparando a pensare con chiarezza? Avete cominciato bene se vi siete prefissi una meta nella vostra vita e se avete una norma con cui giudicare le nuove informazioni che son portate alla vostra attenzione. Ma potreste dire: ‘Ho effettivamente una meta nella vita e una norma. Non sono queste cose grandi a complicarmi i pensieri. Piuttosto, la moltitudine di piccole decisioni quotidiane, queste sono ciò che mi confonde. Come posso stimolare le mie facoltà di pensare per risolvere nel modo più efficiente queste minori preoccupazioni quotidiane?’

  • Ausili mentali per un cervello restìo
    Svegliatevi! 1973 | 22 giugno
    • Ausili mentali per un cervello restìo

      VI SEMBRA che il vostro cervello sia restìo quando si tratta di pensare e di prendere decisioni ogni giorno? Forse ragionate che i “pensatori” siano sempre dotti o geni. Ma non è così. I veri pensatori sono per la maggior parte persone comuni che sanno fronteggiare l’innumerevole moltitudine di sfide cui vanno incontro ogni giorno. Che cosa vi può aiutare ad acquistare questa stessa capacità?

      Tenete presenti tutte le vostre mete?

      Come spiegava il precedente articolo, la cosa fondamentale che aiuta a pensare meglio è di tenere sempre presente lo scopo generale della vostra vita. Se perdete di vista la vostra principale meta, il pensiero diventa incerto.

      Ma per stimolare i vostri processi mentali sono pure importanti quelle che si potrebbero definire mete secondarie. Alcuni non risolvono mai certi problemi quotidiani perché pensano solo alle principali mete di lunga portata, trascurando le mete minori eppure importanti.

      Come le mete secondarie aiutino a pensare si può di nuovo illustrare con un viaggio. Chi va da Madrid, in Spagna, a Berlino, in Germania, sa qual è la sua meta principale. Comunque, potrebbe voler suddividere il viaggio in tappe più piccole, fermandosi forse a Tolosa e a Parigi, in Francia. L’intero viaggio sembrerà allora più corto, ed egli avrà un’immediata meta a cui pensare.

      È la stessa cosa con la nostra vita. La persona può sapere qual è la principale meta della sua vita. Tenendola al primo posto, dopo aver attentamente soppesato le sue circostanze, dovrebbe decidere in merito a certe mete secondarie. Operando verso di esse gli sembrerà di raggiungere la sua meta principale con più facilità e rapidità.

      Pertanto, mentre il cristiano ha la principale meta di ottenere l’approvazione di Dio e la vita eterna, saggiamente prende decisioni su mete secondarie della sua vita. Il missionario condiziona i suoi pensieri per conseguire la meta di conservare il suo privilegio di ammaestrare le persone in un paese straniero. Ma può anche prefiggersi la meta di imparare meglio la nuova lingua o conoscere meglio le usanze della gente. Oppure, un padre cristiano, benché abbia la stessa principale meta del missionario, può prefiggersi la meta di edificare spiritualmente la sua famiglia con la disposizione di un regolare studio biblico. D’altra parte, può avere la meta di equilibrare il programma di studio con la ricreazione familiare.

      In seguito se l’uno o l’altro di questi uomini considera una decisione, deve pensare non solo: ‘Come influirà questo sulla meta principale della mia vita?’ ma deve anche chiedersi: ‘Come influirà sulle altre mie mete secondarie?’ Saranno così aiutati a pensare bene, con chiarezza, ogni giorno.

      Infatti, di notevole aiuto per pensare è di prefiggersi una meta ogni giorno. Sapendo che entro la giornata desiderate fare certi lavori siete spesso incitati a considerare il modo di fare tutte le cose nella maniera più efficiente. Questo, naturalmente, significa predisporre le attività di ciascuna giornata.

      Alcuni trovano il tempo di predisporre il lavoro della giornata alzandosi un po’ prima la mattina o stando alzati un po’ di più la sera prima. Altri riscattano il tempo che altrimenti perderebbero davanti alla televisione impiegandolo in questo modo. Alcuni dedicano solo qualche minuto prima di lasciare il lavoro ogni giorno per tracciare uno schema delle attività del giorno successivo.

      Un dirigente che è padre di nove figli ed è molto impegnato predispone le sue attività soprattutto in treno nei viaggi di andata e ritorno dal lavoro. Egli dice: ‘Se non avessi ogni giorno questa solitudine, non farei mai importanti riflessioni e il programma di ogni giorno’.

      Pensate in maniera sistematica?

      Un altro modo di smuovere un cervello restio è quello di imparare a pensare in modo sistematico. Ciò richiede che si cerchi di vedere ogni lato di una faccenda. Per imparare a far questo, alcuni hanno suggerito di affrontare i problemi come se facessero il gioco “Venti domande”. In questo gioco son date a un gruppo o squadra venti possibilità di scoprire il soggetto che ha in mente chi dirige il gioco. L’idea è di eliminare il maggior numero possibile di probabilità con ogni domanda, restringendo progressivamente il campo a una risposta logica.

      Il gioco include il modello del pensiero produttivo, in effetti i princìpi della ricerca scientifica, cioè passare in rassegna un elenco di domande per eliminare le probabilità finché si possa scegliere la risposta. L’ingegnere esamina mentalmente se un dato problema si può risolvere con mezzi elettrici, idraulici, chimici, meccanici o di altro genere. Il medico fa la diagnosi passando mentalmente in rassegna un elenco di malattie con sintomi simili, sforzandosi di arrivare per eliminazione alla conclusione giusta.

      Questo processo di pensiero ordinato si può illustrare con una famiglia che, avendo deciso di trasferirsi in un’altra località fa un elenco di cose necessarie in relazione alla nuova casa che devono trovare: Ad esempio: (1) Vogliamo una casa o un appartamento? (2) Nuova o vecchia? (3) A uno o due piani? (4) Prezzo non superiore a quale somma fissa? (5) In città o nei sobborghi? (6) Distanza massima dal lavoro? (7) Dalle scuole? (8) Dai negozi e da altri servizi, ecc.?

      Finché non sia radicata in voi l’abitudine di affrontare sistematicamente tutti i problemi, non vi sentite imbarazzati usando un elenco scritto di questo genere. Naturalmente, potete imparare a pensare in questo modo esercitandovi in ogni vostro lavoro quotidiano, non solo nelle cose importanti della vita.

      Per esempio, sei una massaia che pensa? Invece di invidiare segretamente le cosiddette donne “dotate”, perché non segui gli stessi processi mentali che esse devono seguire per fare il loro lavoro? Nel suo libro Your Key to Creative Thinking (1962) Samm S. Baker mostra vari modi di farlo:

      “Un eminente professore di psicologia ha dichiarato: ‘La capacità di creare . . . non è limitata alla persona altamente dotata, ma è il diritto di primogenitura di ogni persona di medio talento’. . . . Se siete una massaia, siete circondata da molte sfide creative, che attendono d’essere sostenute per la comodità e il godimento della vostra famiglia. Considerate una cosa semplice come un guardaroba. Potete permettere che sia tutto sottosopra, come avviene in molte case . . . Oppure potete disporre in modo creativo che ogni cosa abbia un posto lindo e ordinato nell’armadio, risparmiando tempo e arrabbiature a tutti i familiari e guadagnandovi lode”. — Pagine 1, 17.

      Può dirsi la stessa cosa della cucina. Un noto psicologo disse: “Preparare una minestra di prima qualità è più creativo che imbrattare una tela di seconda qualità”.

      Oppure, se sei un genitore che intende portare la famiglia in vacanza, ti soffermi realmente a pensare a tutti gli aspetti del viaggio? Consideri tutti i possibili problemi che potrebbero sorgere riguardo all’automobile? Agli abiti in un diverso clima? A come fare svagare i bambini mentre guidi, ecc.?

      O vi è difficile andare d’accordo con certe persone? Avete pensato a quali passi precisi fare per risolvere la situazione?

      In ogni campo della vita, pensando in maniera sistematica a qualsiasi cosa vi si presenti, essendo coerenti con le mete della vostra vita, sarete immensamente aiutati a scuotere un cervello soddisfatto di sé.

      Siete restii a prendere decisioni?

      Un altro modo per spronare a pensare quando si esita è quello di ricordare che i problemi non “se ne vanno” rimandandoli o rifiutando di prendere una decisione. Il non prendere affatto una decisione equivale in effetti a prendere una decisione. Molti che sono restii a prendere decisioni si accorgono che in seguito è più difficile prenderle. Perché molti hanno tale tendenza?

      Alcuni temono immaginarie conseguenze. Altri ricordano passate decisioni, e, rammaricandosi per il modo in cui sono andate le cose, esitano a prenderne altre. Ma supponete che in quelle passate occasioni avessero deciso diversamente, chi può dire in realtà che le cose sarebbero andate molto meglio?

      D’altra parte, forse in passato avete preso decisioni errate. Dovrebbe ora l’orgoglio impedirvi di prenderne in futuro? Nientemeno che un pensatore come Albert Einstein disse riguardo alle proprie conclusioni tratte dallo studio: “Penso e ripenso, per mesi, per anni, novantanove volte la conclusione è sbagliata. La centesima ho ragione”. Fortunatamente, nelle decisioni personali la media è spesso molto più alta.

      Comunque, un ausilio per prendere giuste e pronte decisioni è quello di chiedervi: ‘Sono disposto a considerare le vedute altrui, specialmente se hanno in qualche modo relazione con la mia decisione?’ Il saggio soprintendente o capofamiglia comprende di non essere il solo a saper pensare. Sì, anche nella famiglia, ciascun suo componente può avere qualche cosa da dire. Rudolph Flesch osserva:

      “Se volete conoscere in fretta i punti di vista di persone di età e sesso diversi, restate proprio lì a casa. La base del pensare chiaramente . . . è la comprensione che pensiamo con la nostra esperienza. La famiglia . . . è il luogo dove imparare una volta per tutte. . . . La cooperazione familiare nel pensare è comune quando veniamo a grandi decisioni come l’acquisto di una nuova casa. È qui che mariti, mogli e figli maggiori si riuniscono insieme per discutere il problema, soppesando i pro e i contro delle possibili soluzioni, facendo progetti con carta e matita, ed esaminando le effettive informazioni disponibili”. — The Art of Clear Thinking (1951), pagine 160, 163.

      Naturalmente, non solo nelle cose più importanti, ma anche in quelle minori è una buona idea consultare altri. Verace è il principio biblico secondo cui “nella moltitudine dei consiglieri è la riuscita”. (Prov. 15:22) Tenendo in considerazione il consiglio altrui si evitano anche le decisioni affrettate o “impulsive”. Come ci rammenta un altro proverbio, “chi si affretta va sicuramente verso l’indigenza”. — Prov. 21:5.

      Un’altra fonte di informazioni basata sull’esperienza è il materiale di lettura. Qui si può trarre profitto dall’esperienza dello scrittore, una persona che forse ha dedicato anni al campo trattato dal suo libro o articolo. Ciò nondimeno, se leggete per ottenere informazioni prima di prendere una decisione, scegliete. Spesso solo una piccola parte di tutto quello che è pubblicato su un dato soggetto ha vero valore per voi. Tenete ben presente il tipo di informazioni che volete. Evitate le informazioni non attinenti. In altre parole, anziché imparare a “leggere rapidamente” imparate a “pensare rapidamente”, ricordando il vostro scopo.

      Dopo avere raccolto una ragionevole quantità di fatti dalla lettura e dalla conversazione e dedicato tempo alla meditazione, prendete quindi la vostra decisione. Infine, se non si presentano in seguito schiaccianti evidenze contrarie, attenetevi alla vostra decisione. — Giac. 1:5-8.

      Riassumendo, per imparare a pensare con chiarezza dovete concentrare la mente sulla principale meta della vostra vita, oltre a stabilire altre mete secondarie nella vita. Quindi, risolvendo i problemi quotidiani, predisponete il vostro lavoro, pensate in maniera sistematica e prendete decisioni tali che siano coerenti con le vostre mete.

  • La mia vita di zingaro
    Svegliatevi! 1973 | 22 giugno
    • La mia vita di zingaro

      Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” nel Canada

      “QUANDO Dio dipinge i suoi quadri fai meglio a stare zitto. Guarda coi tuoi occhi, ma trattieni la tua stolta lingua!” Mia zia Lila mi diede questo consiglio quando ero ancora un ragazzo, mentre guardavamo con riverenza un’alba di particolare bellezza. Questo era il tipico pensiero gitano riguardo a Dio e alle sue meravigliose opere creative.

      Credevamo in un Creatore e avevamo sincero rispetto per lui, anche se in modo piuttosto semplice e fanciullesco. La filosofia della nostra vita era che dipendevamo sempre da un Creatore, Dio, per soddisfare le nostre quotidiane necessità. Per cui non avremmo mai pensato di maltrattare le belle creature che abitano le foreste, i fiumi, i laghi e i mari. Erano sue creazioni ed eravamo contenti di riconoscere questo fatto.

      Un’altra parte della nostra filosofia e del nostro modo di vivere si poteva riassumere con un vecchio proverbio: “Il domani baderà sempre a se stesso!” Per questa ragione la nostra vita era spensierata e generalmente pacifica. Facevamo uno sforzo solo per provvedere alle presenti necessità. Soddisfatte queste necessità, ci riposavamo e godevamo la vita con la nostra famiglia e nella società della nostra gente intimamente legata. Ci servivamo del mondo per procurarci da vivere, ma oltre ciò non ce ne interessavamo. Le sue lotte politiche non ci riguardavano.

      La mia vita di ragazzo fra gli zingari

      Dalla parte orientale dell’Inghilterra dove nacqui, viaggiai con mia zia in un gruppo di zingari per tutte le Isole Britanniche.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
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