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Ricompense dell’addestrare i figli come vuole DioLa Torre di Guardia 1981 | 1° maggio
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Ricompense dell’addestrare i figli come vuole Dio
“VOI, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. (Efes. 6:4) Queste parole mostrano che Geova Dio ha affidato al padre, al capofamiglia, la responsabilità principale di educare i figli come vuole Dio. Quando il padre assolve questa responsabilità datagli da Dio, l’intera famiglia diviene più unita e forte. Ma cosa può fare una moglie cristiana che ha il marito incredulo?
Dovrebbe fare tutto il possibile per educare i figli. Pur facendo attenzione a non allontanarli dal padre, dovrebbe cercare di fare buon uso delle opportunità di parlare loro del Creatore e delle Sue qualità. Anche se il marito non è d’accordo, lei ha ugualmente l’obbligo davanti a Geova Dio di educare i figli fin dove può. La Bibbia dice: “Non abbandonare la legge di tua madre” e “il figlio stupido è il dolore di sua madre”. (Prov. 6:20; 10:1) Per evitare la vergogna derivante da azioni stupide che i figli potrebbero commettere, la madre fa bene a esercitare una buona influenza su di loro nelle cose spirituali.
UN ANTICO ESEMPIO
È degno di nota che donne credenti dell’antichità diedero ai figli un’educazione scritturale. Timoteo, per esempio, conobbe gli “scritti sacri” dall’infanzia grazie agli sforzi della madre Eunice e probabilmente anche della nonna Loide. La Bibbia non dice se il padre di Timoteo, un greco non credente, fosse d’accordo che Eunice educasse in tal modo il figlio o se si opponesse. Indipendentemente da ciò, Eunice assolse lodevolmente la sua responsabilità. I suoi sforzi portarono buoni risultati. Di Timoteo “parlavano bene i fratelli di Listra e di Iconio”. (Atti 16:1, 2; II Tim. 1:5; 3:15) Riferendosi a Timoteo, l’apostolo Paolo scrisse: “Non ho nessun altro dalla disposizione simile alla sua che abbia genuinamente cura delle cose che vi riguardano. Poiché tutti gli altri cercano i propri interessi, non quelli di Cristo Gesù. Ma voi conoscete la prova che egli diede di se stesso, che come un figlio col padre ha fatto lo schiavo con me per promuovere la buona notizia”. (Filip. 2:20-22) Eunice dovette provare una grande felicità vedendo il figlio impiegato da Dio per servire le congregazioni del suo popolo. Che eccellente ricompensa per il suo duro lavoro di madre!
SUCCESSO NELL’EDUCARE I FIGLI OGGI
Anche nei tempi moderni donne cristiane hanno avuto simili benedizioni. Una donna africana, il cui marito si opponeva ai suoi sforzi di insegnare la Parola di Dio ai figli, narra: “Continuai a studiare la Bibbia con i miei figli. Andavamo a studiare nella boscaglia. Quando dovevamo farlo in casa uno dei ragazzi si metteva a sedere all’ingresso per fare la guardia. La cosa andò avanti così per molti anni. Pregavo quotidianamente Geova per i miei figli”. Quale fu il risultato?
La donna continua: “Geova ha veramente esaudito le mie preghiere. Mia figlia è sposata e il marito presta servizio come anziano nella loro congregazione”. Anche i figli maschi cercano di vivere in armonia con le Scritture. La donna conclude: “Il mio studio familiare è stato certamente benedetto. Vorrei esprimere a Geova la mia gratitudine per il modo in cui ha esaudito le mie preghiere”.
Un’altra donna cristiana afferma: “Dopo le ore di scuola e prima che tornasse a casa mio marito, che non è credente, trovavo il tempo di studiare con le mie due figlie. In altre occasioni parlavo loro della giusta condotta cristiana e delle cose che udivo alle adunanze. Ora sono felice dei risultati ottenuti. Una delle ragazze è sposata con un servitore di ministero. L’altra va avanti bene. Geova ha davvero esaudito le mie preghiere”.
Chiaramente la preghiera è molto importante perché Geova benedica i nostri sforzi. I cristiani devono sforzarsi vigorosamente e non scoraggiarsi per il tempo e l’impegno necessari per educare i figli in circostanze sfavorevoli. Con l’aiuto dello spirito di Dio ci si può riuscire. — Luca 13:24; Filip. 4:13.
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Un proverbio saggioLa Torre di Guardia 1981 | 1° maggio
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Un proverbio saggio
“La persona stolta fa conoscere la sua vessazione nello stesso giorno, ma l’accorta copre il disonore”. — Prov. 12:16.
Come reagite quando qualcuno vi critica ingiustamente o parla contro di voi? Come afferma Proverbi 12:16, una reazione comunissima fra gli uomini imperfetti è quella di adirarsi. Molte persone si abbandonano immediatamente, “nello stesso giorno”, alla vessazione, e reagiscono accesamente. Che dire però della persona “accorta”? Parlando di persona “accorta”, Proverbi non intende qui la persona astuta che medita la vendetta. È invece messo in risalto l’aspetto positivo dell’accortezza. In Proverbi è collegata con la conoscenza e la sapienza, con la persona prudente che riflette bene sulle cose, anziché reagire sotto la spinta delle emozioni. (Prov. 13:16; 14:8; 22:3) Davanti a una critica ingiusta o a un insulto meschino che sembra recare disonore, la persona accorta trattiene la lingua. Si sa dominare, anziché lasciarsi condizionare dall’altra persona o dalla situazione. E trae certamente beneficio da tale prudenza nel senso che in questo modo evita le dispute in cui viene spesso a trovarsi la persona che reagisce avventatamente non appena è offesa.
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