-
Si deve pagare la decima?La Torre di Guardia 1961 | 15 gennaio
-
-
of Tithes, queste decime “non erano la specie di decime menzionate nella legge mosaica. Erano solo voti e offerte arbitrarie; ma non si può concludere che fossero decime perché veniva data la decima parte. A volte i pagani offrivano di più e a volte meno di un decimo”.
La Bibbia contiene la più antica e la più fidata storia degli usi dei costumi della razza umana. Qui troviamo la prima menzione delle decime in Genesi 14:20, dove è detto che Abrahamo diede la decima ossia un decimo del bottino a Melchisedec. Non si fa accenno tuttavia che abbia mai offerto altre decime né che abbia comandato ai suoi discendenti di pagare la decima. In Genesi 28:20-22 leggiamo che Giacobbe, pronipote di Abrahamo, fece voto a Geova che se Dio gli avesse dato prosperità e assicurato un viaggio tranquillo, egli avrebbe “senza fallo dato un decimo” delle sue sostanze a Dio. Questa dichiarazione indica che il suo voto era un’offerta volontaria e non obbligatoria secondo un comandamento precedentemente dichiarato, relativo alla decima.
I figli d’Israele furono i primi che ricevettero dalla legge di Dio l’ordine di pagare le decime. Poiché l’adorazione di Geova doveva avere il primo posto nella vita degli Israeliti, era necessario che si prendesse qualche disposizione per finanziare tale adorazione. Si fece questo con la legge della decima. La tribù di Levi, che non ricevette un’eredità, era sostenuta dalle decime. Un’altra decima era messa da parte per servirsene nelle celebrazioni di Geova, e questa era sostituita dalla decima per i poveri nel terzo e settimo anno di ogni periodo di sette anni. Non leggiamo mai che la decima fosse un gravame insostenibile. Infatti quando osservava fedelmente la legge di Dio, il popolo prosperava. Tale disposizione era per il bene di tutti. — Num. 18:21-27; Deut. 14:22-24, 28, 29.
Non vi è dubbio che gli Israeliti dovevano pagare la decima, ma devono i cristiani? Il fatto che gli Israeliti pagassero la decima non significa che i cristiani siano obbligati a pagarla. Alexander Cruden nella sua concordanza afferma: “Né il nostro Salvatore, né i suoi apostoli hanno dato alcun comando relativo alle decime”. Clarke dice: “Per secoli, nell’Era Cristiana, i cristiani non pagarono decime”. Non vi è una sola parola nelle Scritture Greche Cristiane che dica che i cristiani devono pagare la decima, o che richiedessero le decime. Infatti Lord Selborne, nel suo libro, Ancient Facts and Fictions Concerning Churches and Tithes, dice: “Non vi è menzione di decime in alcuna parte dell’antica legge canonica della Chiesa Romana, raccolta verso la fine del quinto secolo da Dionisio”, monaco scita che raccolse 401 canoni orientali ed africani.
Nel sesto secolo si formò l’abitudine di considerare gli ecclesiastici come i successori e rappresentanti dei Leviti sotto l’antica legge mosaica. Ciò fece sorgere l’idea che essi avessero diritto a ricevere le decime dai laici. Lo sviluppo fu in effetti graduale. Non fu che al Concilio di Tours nel 567 d.C. che il pagamento della decima fu reso obbligatorio. Nel nono secolo Carlo Magno emanò nei suoi domini la prima legge relativa alla decima. Il popolo tuttavia rifiutò ostinatamente di pagarla. L’Encyclopedia Americana dichiara: “Le decime divennero fonte di molte difficoltà in tutte le nazioni dove venivano raccolte. . . Furono perciò abbandonate in quasi tutti i paesi”.
Nei tempi apostolici i ministri cristiani venivano sostenuti secondo un principio puramente volontario e il popolo offriva volontariamente le proprie contribuzioni. Quelli che proclamavano la buona notizia dovevano vivere della buona notizia. Tuttavia molte organizzazioni religiose della cristianità ignorano oggi questo principio cristiano e l’altro che dice: “Avete ricevuto gratuitamente, gratuitamente date”, esigendo la decima dai loro membri. “L’importanza della decima cristiana si sviluppa rapidamente come tema principale delle chiese”, disse un portavoce del Concilio Nazionale delle Chiese di Cristo. Vi furono in passato occasioni in cui uomini furono imprigionati, i loro beni requisiti e alcuni persino condannati a morte, per essersi rifiutati di pagare la decima. Oggi alcune religioni esigono che ogni convertito dia un decimo della sua proprietà alla conversione, e un decimo delle sue entrate in seguito. Coloro che avanzano simili pretese lo fanno senza alcuna autorità scritturale. Dio pose fine alla legge di Mosè quando la inchiodò al palo. Questo significa che pose fine anche alla legge della decima. Paolo disse che i cristiani non sono “sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”. — Matt. 10:8; Rom. 6:14; 1 Cor. 9:14; Col. 2:14; Ebr. 7:12.
Quando i cristiani furono unti con lo spirito di Dio alla Pentecoste del 33 d.C., il loro obbligo di pagare la decima al tempio di Erode ebbe immediatamente fine. Dio aveva rigettato quel tempio materiale e più tardi permise ai Romani di distruggerlo. Come avrebbero dunque potuto sostenere quello che Dio aveva rigettato? La decima era per quegli Ebrei cristiani “un’ombra delle buone cose avvenire”, il nuovo sistema di cose attuato mediante Gesù Cristo. Ciò prefigurava la decima spirituale, il nostro denaro o altre contribuzioni, siano piccole o grandi, date per sostenere il servizio di Dio, e tutto insieme rappresenta o simboleggia il fatto che abbiamo dedicato tutto ciò che abbiamo a Geova nostro Dio; è una prova della nostra dedicazione. — Ebr. 10:1.
Allora, si deve pagare la decima? La risposta è No. Paolo disse: “Faccia ciascuno come ha determinato nel suo cuore, non di mala voglia nè per forza, poiché Dio ama il donatore allegro”. Perciò noi diamo con gioia, liberamente, generosamente, ma qualsiasi legge che “obblighi” a dare è estranea alle Scritture. — 2 Cor. 9:7; 1 Cor. 4:6.
-
-
“Leggi della natura”La Torre di Guardia 1961 | 15 gennaio
-
-
“Leggi della natura”
“VI SONO leggi della natura”, dice Hal Borland in This Hill, This Valley, “che io dubito che capiremo mai. Prendete una cosa semplice come le spire di una vite che s’arrampica attorcigliando i viticci intorno ad un sostegno più forte, come pure i fagioli s’arrampicano lungo i pali posti di sostegno. In quest’emisfero settentrionale, s’avvolgono, con poche eccezioni, in senso inverso al movimento dell’orologio. Perché mai? . . . I temporali ciclonici, come gli uragani, si muovono nella stessa direzione mentre risalgono turbinando la costa dalla Florida e dal mar dei Caraibi. E l’acqua che esce dal tubo di scarico della cucina o dallo sbocco di un bacino compie di solito lo stesso movimento inverso a quello dell’orologio.
“Si può benissimo dire che è il risultato della rotazione terrestre, e trovare altri paralleli; giungendo fino a dire con una cert’aria ragionevole che nell’emisfero meridionale il movimento avviene di solito in direzione opposta. Queste sono constatazioni, non risposte definitive. È il modo in cui avvengono le cose, non il perché avvengano. Una splendida aurora mattutina è forse consapevole della rotazione della terra? La pianta del fagiolo è dotata di questa conoscenza tanto che non posso costringerla ad avvolgersi dall’altra parte? Tale conoscenza è insita nel seme stesso? Posso capire i venti e la loro inevitabile direzione. Ma le viti sono un’altra cosa. Le viti sono vive, non sono vento spinto qua o la da forze esterne. No, vi è celata una legge, una norma di vita, una necessità della natura che posso riconoscere, ma non posso interamente capire”.
-