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  • Rinnovamento carismatico: Che cos’è?
    Svegliatevi! 1982 | 8 luglio
    • Rinnovamento carismatico: Che cos’è?

      I FEDELI radunati hanno la testa china come in preghiera. Tutto è tranquillo. Poi si ode un debole suono di voci, un mormorio di preghiere. Improvvisamente alte voci riempiono l’aria. Braccia, mani e visi sono levati in alto. L’atmosfera è carica di eccitazione!

      A questo punto i fedeli gridano slogan religiosi come “Sia lodato il Signore!” e “Alleluia!” Poi qualcuno comincia a parlare in una “lingua” che nessuno capisce. Dagli occhi sgorgano le lacrime. I partecipanti sembrano in estasi.

      Si tratta di un raduno pentecostale? Fino a pochi anni fa si sarebbe pensato di sì. Ma la scena descritta sopra avrebbe potuto essere benissimo un raduno tenuto in una chiesa episcopale, nello stadio di un’università cattolica o una riunione tenuta in qualsiasi posto da un gruppo misto di cattolici e protestanti.

      Altre generazioni hanno visto persone che asserivano di avere “carismi” o doni soprannaturali (greco: charìsmata). Pertanto il più vecchio movimento pentecostale, coi suoi “doni” di “parlare in lingue” e di “guarigione”, è detto carismatico. Si pensa che questi doni provengano dallo spirito santo di Dio.

      I ‘nuovi carismatici’

      Negli anni sessanta le chiese in generale sembravano in uno stato di paralisi spirituale. Il numero dei membri era calato. I seminaristi scarseggiavano in modo allarmante. Ma poi, all’improvviso, comparvero i ‘nuovi carismatici’. Com’era accaduto?

      Nel 1959, in una chiesa episcopale della California, vari membri cominciarono a parlare in lingue. In seguito, un sacerdote episcopale di un’altra chiesa fece la stessa cosa. Quando il sacerdote fu trasferito nello stato di Washington, anche lì si cominciò a parlare in lingue. L’idea si diffuse nei seminari, nelle università e nelle chiese protestanti da un capo all’altro degli Stati Uniti. Poi, nella seconda metà degli anni sessanta, alla Duquesne University di Pittsburgh un gruppo di cattolici cominciarono a parlare in lingue. La notizia si propagò e la scena si ripeté in altre università e parrocchie cattoliche. Ben presto alcuni di questi gruppi di religione diversa cominciarono a radunarsi insieme, parlando in lingue e compiendo guarigioni.

      Il movimento si estese ad altri paesi. La stampa riferì che decine di migliaia di persone assistevano ai congressi dei carismatici in grandi città del mondo. Nel 1980 un sondaggio indicò che circa 29 milioni di americani adulti si consideravano cristiani carismatici.

      Cosa significa?

      Molte persone sincere considerano questi avvenimenti la prova che lo spirito santo di Dio opera nel rinnovamento carismatico, contribuendo al ritorno in auge della religione. Non si può negare che è accaduto qualcosa a queste persone di diversa provenienza confessionale. Ed è evidente che desiderano avere l’approvazione di Dio.

      Pertanto si dovrebbe essere disposti a fare un’attenta analisi del movimento per vedere cos’ha prodotto veramente. Dimostra d’avere l’approvazione di Dio? È così che Dio opera nel nostro tempo?

  • Un esame attento
    Svegliatevi! 1982 | 8 luglio
    • Un esame attento

      NEL movimento carismatico opera lo spirito santo? I carismatici devono capire che ciascuno vorrebbe esserne certo, specie dal momento che ai cristiani è dato questo comando nella Parola di Dio: “Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio”. — I Giovanni 4:1, versione della CEI.

      Naturalmente, i carismatici sinceri ritengono che le loro esperienze siano la prova che lo spirito santo opera fra i credenti, ripetendo ciò che fece tra i cristiani del primo secolo. D’altra parte, coloro che sono al di fuori si aspetterebbero di vedere nel movimento carismatico anche la ripetizione di altri segni dell’operato dello spirito santo nel primo secolo.

      Vera unità?

      Per esempio, che dire dell’unità conseguita? È vera unità? Il fatto è che i carismatici continuano di solito a far parte della chiesa cui appartenevano prima dell’esperienza. Ma questo suscita serie domande negli osservatori.

      Facciamo alcuni esempi: Il pentecostale devoto crede veramente che il presbiteriano carismatico che fuma sarà salvato? Il battista carismatico crede davvero che la precedente aspersione cattolica o episcopaliana costituisca ora all’improvviso un valido battesimo cristiano solo perché l’individuo è diventato carismatico? Il carismatico luterano è ora sinceramente d’accordo con il cattolico carismatico che i sacerdoti cattolici cambino effettivamente il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo quando celebrano la messa? La lista di queste differenze potrebbe continuare ancora un bel po’.

      Queste barriere divisive dovrebbero avere alcuna importanza? Certo l’ebbero per i cristiani del primo secolo. Sotto ispirazione dello spirito santo l’apostolo Paolo scrisse: “Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni”. (I Corinti 1:10, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento [PS]) Ovviamente non doveva esserci disunione fra quei veri cristiani. Lo spirito santo non operava così a quel tempo. Piuttosto unificava i cristiani superando le precedenti differenze. La loro era una solida unione rispetto a dottrina, pratica e organizzazione, non una vaga unità basata su un’esperienza emozionale comune.

      Nell’ambito del movimento carismatico alcuni ammettono l’esistenza di questa disunione. Christianity Today riferiva: “Alcuni capi dicono che l’unità conseguita finora dai carismatici è stata un’unità a livello emozionale. Esistono gravi divergenze dottrinali, a cui si è passato sopra con troppa facilità, il che costituisce una minaccia per i futuri sforzi unitari”.

      Crisi della leadership

      Alcuni leader del movimento di rinnovamento carismatico sono diventati piuttosto famosi. Ma col tempo, la loro diversa provenienza ha fatto sorgere opinioni contrastanti sul tipo di direttiva da impartire. Non erano d’accordo sul tipo di guida e di direttiva.

      Sapendo che tali divisioni costituivano una seria minaccia per il rinnovamento carismatico, i leader preoccupati convocarono una specie di vertice. Fu tenuto a Dallas, nel Texas, nel 1980. L’oratore che aprì il convegno disse francamente: “Siamo qui per ammettere lo scandalo della nostra divisione”.

      Ma le cose si aggiustarono? No. Una fazione propose la formazione di gruppi con a capo un anziano o un insegnante per prendersi cura dei suoi discepoli. Gli oppositori accusarono quegli “anziani di dominare in modo non scritturale la vita altrui, fino al punto di usurpare l’autorità di Cristo”. Un leader ne accusò un altro di “rubare le pecore”, aggiungendo: “Non stanno convertendo i peccatori per farne discepoli di Cristo; stanno facendo discepoli di se stessi dai membri di altre chiese”. Ovviamente, le divisioni rimangono. — Christianity Today, 4 aprile 1980.

      La mancanza di unità deve avere una causa. Tale causa si può attribuire al rifiuto dell’autorità della Bibbia.

      Rifiutano il Libro che è la base dell’unità

      Se siete carismatici, forse credete sinceramente che i leaders carismatici non respingerebbero mai la Bibbia. Ma ricordate che uno dei “doni” che il movimento pretende di avere è quello della profezia. Si crede che la parola scritta “debba sempre essere subordinata all’autorità della parola vivente e ‘dinamica’” resa nota con la profezia, scrive il libro The New Charismatics. Un carismatico si è così espresso: “Lo Spirito come Dio vivente avanza attraverso e oltre i documenti delle testimonianze passate”.

      Tuttavia l’apostolo Paolo disse: “Anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualche cosa oltre [“diverso da” (CEI)] ciò che vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto”. (Galati 1:8) Ora, se un apostolo o un angelo non doveva andare oltre la buona notizia scritta nella Bibbia, un leader carismatico d’oggi è forse autorizzato a farlo?

      La scrittrice e carismatica Catherine Marshall dice che “non tutta la verità e le istruzioni che Cristo ha da darci sono contenute nel canone del Vecchio e del Nuovo Testamento”. Ma la Bibbia stessa dice: “Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori e educare a vivere in modo giusto. E così ogni uomo di Dio può essere perfettamente pronto, ben preparato a compiere ogni opera buona”. (II Timoteo 3:16, 17, PS) Dato che questo è lo scopo della Bibbia, perché sminuirne il contenuto?

      Dapprima può sembrare una cosa abbastanza innocente mettere la propria esperienza personale al di sopra della Bibbia stessa. Ma comprendete a cosa può portare questo? Rammentate che il leader del gruppo coinvolto nella tragedia di Jonestown, nella Guyana, aveva messo da parte la Bibbia e insisteva che i suoi seguaci ascoltassero lui e le sue ‘rivelazioni da Dio’. Li aveva convinti che dovevano fare più assegnamento sulla loro “esperienza” con lui che sulla scritta Parola di Dio. Vedete quale pericolo c’è in questo, quanto si diventa vulnerabili? Senza la guida della Bibbia, quale protezione ci sarebbe contro l’isterismo collettivo e la manipolazione delle masse?

      Mentre da un lato non dobbiamo trattare con disprezzo la profezia, siamo anche invitati ad ‘accertarci di ogni cosa e ad attenerci a ciò che è eccellente’. (I Tessalonicesi 5:20, 21) Per questo in I Giovanni 4:1 ci è dato il comando di mettere “alla prova gli spiriti se sono da Dio”. (La Bibbia Concordata) Lo stesso versetto consiglia: “Non vogliate credere ad ogni spirito”. (Nardoni) Ovviamente non sono tutti da Dio. Alcuni sono da Satana il Diavolo.

      Come si fa a distinguere uno spirito dall’altro? Non basta la propria esperienza per ‘accertarlo’. E certo nessuna odierna rivelazione fatta mediante lo spirito di Dio contraddirebbe le rivelazioni fatte dallo stesso spirito a Gesù, ai suoi discepoli e agli scrittori della Bibbia.

      I carismatici sperano che le loro divergenze saranno infine appianate. Ma un pastore ha ammesso: “Il movimento carismatico nel complesso è dottrinalmente imprevedibile”. L’ovvia ragione delle divisioni che sussistono è il fatto che molti carismatici non riconoscono la Bibbia come autorità ultima in materia di insegnamento. Pertanto, sostituendovi l’esperienza personale non si conseguirà mai vera unità.

      Persone riflessive dentro e fuori del movimento chiedono ora: Il movimento carismatico indica veramente che lo spirito di Dio è all’opera su di esso? E quali sono le prospettive del movimento?

      [Testo in evidenza a pagina 5]

      Dapprima può sembrare una cosa abbastanza innocente mettere la propria esperienza personale al di sopra della Bibbia stessa. Ma comprendete a cosa può portare questo?

      [Testo in evidenza a pagina 6]

      Come si fa a distinguere uno spirito dall’altro? Non basta la propria esperienza per ‘accertarlo’

  • Quali sono le prospettive?
    Svegliatevi! 1982 | 8 luglio
    • Quali sono le prospettive?

      “VEDIAMO il movimento rallentare e frammentarsi”, ha osservato un leader del Rinnovamento Carismatico Cattolico negli Stati Uniti in una relazione a quel gruppo. La relazione aggiungeva: “Con tale frammentazione è stata diluita la Parola di Dio”.

      La suddetta relazione era citata da Vision, una rivista australiana evangelica sul rinnovamento (maggio-giugno 1980) in un articolo intitolato “Cosa sta succedendo al rinnovamento?” L’autore dell’articolo, egli stesso carismatico, menziona un discorso da lui pronunciato a un raduno carismatico dove ha parlato della “morte del rinnovamento carismatico”.

      Il presidente della Conferenza Carismatica Luterana Internazionale ha analizzato la frammentazione avvenuta e ha elencato “sette correnti” che si sono sviluppate solo negli Stati Uniti. Queste includono: gruppi accentrati intorno a leaders preminenti; gruppi protestanti e cattolici che cercano di contenere il rinnovamento entro le rispettive parrocchie; e gruppi che additano la guarigione e il successo finanziario come prova dell’approvazione divina.

      Leaders e osservatori sono dunque preoccupati perché la spinta sta diminuendo, e “non durerà”, per usare le parole di un carismatico. (U.S. Catholic, febb. 1980) Le prospettive sono che ci sarà una perdita di entusiasmo o che saranno stabilite nuove sette di pentecostali carismatici attorno a diversi leaders.

      Non è senza motivo che si prevedono le suddette conseguenze. Dei pentecostali apparsi sulla scena religiosa in altre generazioni l’Encyclopædia Britannica dice: “Inizialmente non avevano nessuna intenzione di separarsi dalle rispettive chiese per formare un’altra religione. Volevano semplicemente essere strumenti di riforma e di risveglio, aiutando a liberare le chiese dal formalismo nel culto, dal modernismo nelle credenze, dalla mondanità nella pratica e cercando di trasformarle in comunità attive e piene di spirito, simili a quelle descritte nel libro di Atti, nel Nuovo Testamento”. Ma col tempo si formò una confessione pentecostale separata. In seguito ci furono numerose fratture. Oggi vi sono più di 30 tipi di pentecostali.

      La recente storia dei ‘nuovi carismatici’ è molto simile. Ma questo non sorprende se si analizza qual è stata la scintilla che ha dato inizio al movimento moderno.

      Cos’è realmente accaduto

      I numerosi episodi narrati farebbero pensare che il parlare in lingue e il rinnovamento siano qualcosa che ha avuto luogo da sé, tutt’a un tratto, un’opera spontanea dello spirito santo. Ma è interessante che, nell’originale sviluppo fra i protestanti in California, nel 1959 due episcopaliani “ricevettero il battesimo dello Spirito Santo attraverso la testimonianza di amici pentecostali”. Da loro l’“esperienza” fu trasmessa a una dozzina circa di altri membri. Il loro pastore contattò altri ancora, diffondendo l’“esperienza” in molte chiese protestanti.

      Analogamente, neppure fra i cattolici il movimento si sviluppò in modo spontaneo. Anche prima dell’ ‘esperienza della Duquesne University’ “alcuni cattolici avevano fatto singolarmente l’esperienza pentecostale, spesso sotto l’influenza di amici pentecostali”, dice The New Charismatics.

      Che dire delle persone coinvolte nell’esperienza alla Duquesne University, dato che apparentemente quello fu l’inizio del rapido diffondersi di questa esperienza tra i cattolici? Nell’agosto del 1966 alcuni membri della facoltà all’università avevano ricevuto varie pubblicazioni da amici che diffondevano l’ideologia pentecostale. “Alla fine il gruppo decise di incontrare personalmente alcuni cristiani locali che facevano l’esperienza pentecostale”, dice uno scrittore. Questo incontro portò agli avvenimenti di quel fine settimana alla Duquesne.

      In effetti, dunque, precedenti idee ed esperienze pentecostali si introdussero in alcune delle chiese principali. La maggioranza dei fedeli ricettivi o cercavano un tipo di culto più “dinamico”, più eccitante e più gioioso o furono influenzati da coloro che avevano fatto l’esperienza.

      I risultati ottenuti finora in seguito a questi sforzi non lasciano intravedere un rinnovamento autentico e spontaneo ad opera dello spirito santo. Ciò che si vede, invece, è l’introduzione di idee e metodi di un gruppo in alcuni altri gruppi, senza che nessuno ne guidi i risultati o li incanali verso obiettivi utili.

      “Che dire della nostra esperienza?”

      Malgrado le crescenti prove del contrario, alcuni ritengono di non potere in coscienza negare l’esperienza che hanno fatto. Non hanno sentito la potenza dentro di sé? Non hanno visto o sentito la guarigione? Non hanno pronunciato parole in lingue che non conoscevano?

      Anche se questo è vero, bisogna ricordare che la Bibbia mette in guardia contro ingannevoli spiriti demonici. (I Giovanni 4:1) Di loro è detto che “fanno prodigi”, sviando persino potenti governanti. (Rivelazione [Apocalisse] 16:14, Nardoni) Possono servirsi di creature umane per compiere opere potenti, ma gli effetti visibili non dimostrano che provengano da Dio. ‘Anche se è stato fatto nel nome del Signore Gesù?’ chiederà qualcuno. Gesù stesso disse: “Molti mi diranno: ‘Signore, Signore! Tu sai che noi abbiamo parlato a tuo nome, e invocando il tuo nome abbiamo scacciato demoni e abbiamo fatto molti miracoli’. Ma allora io dirò: ‘Non vi ho mai conosciuto’”. — Matteo 7:22, 23, Parola del Signore, Il Nuovo Testamento.

      Perfino i pentecostali di un tempo si preoccupavano per l’influenza demonica. W. J. Seymour, noto pentecostale degli inizi del XX secolo, esortò una volta il suo insegnante ad andare a Los Angeles per aiutarlo perché alle sue adunanze si erano manifestate “forze ipnotiche e casi di convulsione”. Riteneva di aver bisogno di aiuto per “discernere tra ciò che era vero e ciò che era falso, e per eliminare ciò che non era da Dio”.

      Sul fatto che Satana si maschera da angelo di luce per ingannare (II Corinti 11:14), un gesuita che ha il “dono” delle lingue dice: “Le lingue potrebbero essere un accesso di isterismo, o, secondo alcuni, una manifestazione diabolica”. E un rettore episcopale che pure parla in lingue ha detto: “Il diavolo opera su di noi in molti modi. Quando riceviamo il battesimo dello Spirito Santo egli attacca veramente”.

      Considerate un altro particolare: Se i doni speciali come lingue, guarigioni e profezia sono così importanti oggi, perché l’apostolo Paolo scrisse: “Se si tratta di profezie, esse svaniranno; se del dono delle lingue, cesserà”? (I Corinti 13:8, Garofalo) I fatti mostrano che con la morte degli apostoli e di quelli su cui essi avevano ‘posto le mani’, i miracolosi doni dello spirito santo cessarono. — Atti 8:17; 14:3.

      Oggi c’è qualcosa di molto più importante che i cristiani devono manifestare come indicazione che Dio opera per mezzo di loro. È qualcosa che tutti i servitori di Dio devono avere. La Bibbia dice: “Soltanto queste tre cose perdurano, fede, speranza, e carità [“amore” (PS)], ma la più grande di tutte è la carità”. (I Corinti 13:13, La Sacra Bibbia a cura di B. Mariani) Quindi per avere valide prove dell’operato dello spirito santo nel nostro giorno bisogna cercare qualcosa che vada oltre il parlare in lingue.

      Quali sono dunque i modi per identificare i veri cristiani che manifestano sul serio questo amore, la cosa più importante? Si possono vedere in loro i frutti dello spirito di Dio all’opera, come indicazione che sono simili ai cristiani del primo secolo? Esaminiamo le prove in tal senso.

      [Testo in evidenza a pagina 8]

      I risultati ottenuti finora non lasciano intravedere un rinnovamento autentico e spontaneo ad opera dello spirito santo

  • Uno spirito diverso
    Svegliatevi! 1982 | 8 luglio
    • Uno spirito diverso

      NON può esserci dubbio che nel primo secolo lo spirito santo di Dio era all’opera. Un modo in cui si manifestava era quello di dare ad alcuni servitori di Dio facoltà che altri non possedevano. Una di queste fu la capacità di ‘parlare in lingue’.

      Ma mentre l’individuo riceveva la facoltà di parlare in una lingua che prima non conosceva, altri di quel gruppo linguistico potevano capire quello che diceva. Per esempio, coloro che udirono parlare in lingue alla Pentecoste dissero: “Come mai udiamo ciascuno la nostra propria lingua nella quale siam nati? . . . Li udiamo parlare nelle nostre lingue delle magnifiche cose di Dio”. — Atti 2:5-11.

      L’apostolo Paolo disse riguardo alle riunioni dei cristiani: “Se qualcuno parla in lingua, ve ne siano due o al massimo tre, e a turno; e qualcuno interpreti. Ma se non vi è nessun interprete, taccia nella congregazione”. (I Corinti 14:27, 28) Che differenza dai carismatici d’oggi che parlano tutti contemporaneamente, e producendo suoni che nessuno può capire o interpretare!

      La capacità di parlare in lingue fu uno dei “doni” dello spirito santo dati ai cristiani del primo secolo per identificare l’organizzazione che Dio impiegava. E questo particolare “dono” servì anche al pratico scopo di aiutare a predicare la “buona notizia” ad altri gruppi linguistici.

      Inoltre, alcuni di coloro che a quel tempo avevano lo spirito santo avevano anche il potere di destare i morti. (Atti 9:36-41; 20:7-12) Se è lo stesso spirito che oggi è all’opera, i carismatici dovrebbero essere in grado di fare anche quello. Ma non ne sono in grado. È chiaro dunque che lo “spirito” a cui si devono le manifestazioni apparentemente miracolose fra i carismatici non è lo stesso spirito di Dio operante tra i cristiani del primo secolo.

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