“Roulette russa psicologica”

Alcuni obiettano che la maggioranza non ha tali insolite esperienze con la tavoletta oui-ja. Ma dovrebbe questo fare alcuna differenza? Dovreste esplorare qualche cosa che secondo la Bibbia e gli episodi realmente accaduti può avere relazione con “malvage forze spirituali”? (Efes. 6:12) Le Scritture sono sicuramente ragionevoli quando chiedono: “Può un uomo raccoglier fuoco nel suo seno eppure non bruciare le sue medesime vesti?” — Prov. 6:27.

Molti si sono davvero ‘bruciati’, subendo conseguenze sfavorevoli, negli esperimenti con la tavoletta oui-ja o cercando in altri modi di acquisire facoltà psichiche. Il dott. Harmon H. Bro, esperto di scienze sociali e specialista in psicologia, dice: “L’acquisizione di facoltà psichiche somiglia al gioco della roulette russa psicologica, all’essere ipnotizzati da un estraneo di cui non si conoscono l’addestramento e le intenzioni”.

La relazione fra la tavoletta oui-ja e la divinazione, lo spiritismo e il “potere magico”, tutte cose che Dio disapprova, insieme alle spaventose esperienze fatte da molti, rende chiaro che gli esperimenti con la tavoletta oui-ja potrebbero avere su di voi solo un effetto nocivo. — Deut. 18:10-12.

Le lingue della morte

● Certe sette considerano il parlare in lingue una prova dello spirito di Dio. Secondo la Bibbia, un tempo fu così, e con uno scopo. Ma oggi è la stessa cosa? In un recente famoso caso di omicidio, un Inglese avrebbe brutalmente ucciso la moglie. Le testimonianze presentate alla corte durante il processo hanno rivelato che lo scorso autunno l’uomo aveva cominciato a frequentare un gruppo che praticava il parlare in lingue. Dopo avere cominciato egli stesso a parlare in lingue, “nel giro di alcuni giorni cambiò completamente” le sue precedenti maniere miti, riferisce il Daily Express di Londra. La Bibbia mostra che lo spirito omicida viene non da Dio, ma dal Diavolo. — Giov. 8:44; 1 Giov. 3:10-12.

Istruzione inadeguata

● F. L. Redefer, professore emerito che insegna presso l’Università di New York, non crede che le università preparino realmente per la vita. Perché? Perché fanno avere una veduta troppo ristretta della vita. “Quello che c’è di nuovo negli odierni critici problemi”, scrive, “è che nessuno di essi si può risolvere a livello nazionale. . . . L’individuo, prima di diventare avvocato, medico, dirigente o insegnante, dev’essere un uomo, che conosce se stesso e gli altri, che si considera un uomo prima di considerarsi un cittadino di un qualsiasi particolare paese . . . Dev’essere un uomo pronto a vivere e a dividere con altri il pianeta terra”.