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Risolvete i problemi dei vostri figliLa Torre di Guardia 1967 | 15 agosto
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problemi che sappiamo possono esistere nelle famiglie e nelle scuole più prudenti”.
Non c’è dubbio al riguardo; i figli hanno essenziale bisogno di genitori comprensivi e amorevoli. Il bambino viene al mondo indifeso e ignorante, con poca conoscenza oltre a poppare e piangere. Perciò l’Onnipotente Dio provvide la disposizione matrimoniale, così che il bambino potesse ricevere la necessaria guida e istruzione da persone che l’avrebbero veramente amato. E la Bibbia mette in risalto l’importanza che i genitori impartiscano regolarmente questa istruzione. — Deut. 6:4-9; Efes. 6:4.
Comunque, per far questo è necessario che dedichiate tempo ai vostri figli. Il tempo da trascorrere insieme si dovrebbe predisporre, così che edifichi e rafforzi realmente i vincoli familiari. Sia divertente, eppure istruttivo. All’ora dei pasti, per esempio, si possono condividere esperienze, idee, attività, speranze e progetti. Tenete a mente cose udite durante il giorno che sono umoristiche o di comune interesse, e narratele quando siete a tavola per i pasti. Questo scambio di idee e questo interesse possono avvicinare la famiglia, dando ai figli un senso di sicurezza, di appartenenza.
I genitori non dovrebbero mai sottovalutare l’importanza di comunicare coi loro ragazzi. “La fondamentale lamentela dei giovani Americani”, nota un famoso scrittore, è “che non possono parlare con gli adulti. . . . la stragrande maggioranza dei nostri ragazzi non hanno mai avuto un’intima amicizia con una persona adulta”. C’è poco da meravigliarsi che giornali e riviste ricevano ogni anno migliaia di lettere di ragazzi che dicono di voler qualcuno con cui parlare dei loro problemi personali.
Ma come mai i genitori e i loro figli si allontanano a tal punto, rendendo quasi impossibile la conversazione su questioni vitali? Secondo il suddetto scrittore: “I loro sforzi di comunicare con noi sono invariabilmente e completamente soffocati”. Sfortunatamente, spesso questo è vero. I genitori respingono di sovente il loro figlio che ha una domanda, dicendo: ‘Vattene; non vedi che sono occupato?’ Quanto sarebbe meglio che il genitore, se è realmente occupato, promettesse di considerare più tardi la cosa e, quando fosse libero, chiedesse al figlio che cosa aveva in mente. In questo modo il bambino sentirebbe che i suoi genitori si interessano veramente di lui e si confiderebbe più prontamente con loro.
I giovani hanno bisogno di qualcuno con cui parlare, di una persona che capisca i loro problemi e li aiuti e risolverli dando i consigli necessari. Per illustrare quante volte i genitori mancano di soddisfare questo bisogno, recentemente due medici scrissero: “Si narra la storia della madre di una ragazza tredicenne ignara che era rimasta incinta. Quando le fu chiesto se aveva spiegato alla figlia i ‘fatti della vita’, ella rispose: ‘Oh, no, pensavo che fosse troppo giovane per quello’”.
Quindi i medici osservarono: “Troppo spesso, tali genitori mandano le loro figlie di 10-12 anni coi ragazzi a trattenimenti dove non è presente nessun adulto portando calze di seta, tacchi alti, vesti da adulte e rossetto, e poi si chiedono come mai esse si trovano in difficoltà a quindici anni”. È vero che a volte i giovani possono insistere per avere la libertà di fare simili cose. Comunque, come genitori dovreste usare fermezza e far osservare le necessarie regole. È vostra responsabilità far questo! E, in realtà, i vostri figli ve ne saranno grati se lo farete.
Se mantenete sani vincoli familiari così che i vostri figli si sentano liberi di parlarvi, e se prevedete i problemi che incontreranno e li preparate a farvi fronte, il vincolo d’amore fra voi e i vostri figli si rinsalderà certamente. A volte si irriteranno per quelle che considerano indebite restrizioni. Ma alla fine esprimeranno senza dubbio i sentimenti di un adolescente: “Ora finalmente so ciò che posso e ciò che non posso fare, e questo ha tolto un terribile peso dalla mia mente”.
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Identifichiamo il Figlio di DioLa Torre di Guardia 1967 | 15 agosto
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Identifichiamo il Figlio di Dio
In che modo le Scritture Ebraiche provvedono un’identificazione che rappresenta un’indiscutibile, schiacciante prova?
Qual è il nome del Figlio di Dio? Potete identificarlo? Sapevate che egli ha un Figlio? Notate che la Sacra Bibbia suscita la questione dell’identità in Proverbi 30:4 (Na): “Chi ha fatto sussistere tutti i confini della terra? Qual è il Suo Nome e quale il Nome del figlio suo, se tu lo conosci?”
Sebbene quasi un terzo della popolazione del mondo professi di credere che Gesù di Nazaret adempì le esigenze della Bibbia per l’identificazione del Figlio di Dio, quanti lo sanno con certezza? Dei quasi 13.000.000 di Ebrei che sono nel mondo, quanti conoscono le profezie inerenti al Figlio di Dio contenute nelle Scritture Ebraiche?
CONO DI IDENTIFICAZIONE
Geova Dio descrisse un preciso ritratto di suo Figlio per permettere agli uomini di identificarlo senza fallo. Per sagge ragioni Dio preferì includere profezie inerenti a suo Figlio in molti libri delle Scritture Ebraiche, non solo in uno. Queste profezie limitano progressivamente l’identificazione del Figlio di Dio, finché non può esserci dubbio sulla sua identità. Potremmo usare un cono invertito, un cono di identificazione, per così dire.
In cima al cono rovesciato, dov’è più largo, troviamo le profezie all’inizio della Bibbia. Queste profezie non permettono la specifica identificazione di alcun individuo. Man mano che il cono si restringe verso il vertice in basso, le profezie progrediscono nel tempo e si fanno più ristrette o specifiche, limitando così il numero delle persone che avrebbero potuto adempierle tutte. Questo continua finché arriviamo alla punta stessa del cono, il punto dove il peso delle profezie bibliche ne permette l’adempimento da parte di una sola persona, il Messia, il Figlio di Dio.
Usando questo cono di identificazione, possiamo seguire quattro direzioni: (1) Stirpe; (2) luogo e maniera della nascita; (3) natura della sua opera e (4) cronologia.
STIRPE
Il libro biblico di Genesi comincia il nostro cono di identificazione nel suo punto più largo. L’Onnipotente Dio rivelò ad Abraamo l’Ebreo che per mezzo del suo seme tutte le nazioni della terra si sarebbero benedette. (Gen. 22:18) Le Sacre Scritture fanno passare questo promesso seme attraverso la linea di Abraamo, Isacco, Giacobbe, e Giuseppe, uno dei dodici figli di Giacobbe riguardo al quale la profezia diceva: “Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il baston del comando di tra i suoi piedi finché non venga Colui, al quale appartiene e verso di Lui sarà
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