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Provare gioia nell’addestramento dei figliLa Torre di Guardia 1974 | 15 luglio
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ai padroni si consiglia di ‘cessare dalla minaccia, poiché sapete che il Signore loro e vostro è nei cieli, e presso di lui non vi è parzialità’.
21 Il metodo migliore è quello di mostrare il vantaggio di fare le cose alla maniera di Geova e, dov’è possibile, le ragioni per cui certe cose sono cattive. Con ottimismo incoraggiate la condotta giusta, ma nello stesso tempo fate capire con amore quali saranno le conseguenze della disubbidienza. La minaccia è diversa dall’indicazione delle conseguenze che una certa condotta avrà senza dubbio. Notate la maniera invitante in cui Geova incoraggia la condotta giusta: “Figlio mio, se riceverai i miei detti e farai tesoro dei miei propri comandamenti, in modo da prestare attenzione alla sapienza col tuo orecchio, per porgere il tuo cuore al discernimento; . . . in tal caso comprenderai il timore di Geova, e troverai la medesima conoscenza di Dio”. (Prov. 2:1-5) Ma più avanti in questo capitolo, son mostrate in maniera benigna ma ferma le conseguenze: “Lo scopo è che tu cammini nella via dei buoni e osservi i sentieri dei giusti. Poiché i retti son quelli che risiederanno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi saranno lasciati. Riguardo ai malvagi, saranno stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. — Prov. 2:20-22.
COMPAGNIE
22, 23. Come i compagni influiscono su un ragazzo, e quale dovrebbe essere dunque su ciò l’attitudine dei genitori?
22 I genitori cristiani spesso riscontrano che i problemi sorgono quando i loro figli cominciano ad accompagnarsi con altri ragazzi del vicinato o con i compagni di scuola. Naturalmente, devono avere un po’ di compagnia con gli estranei. Il completo isolamento è oggi quasi impossibile ed è sconsigliabile. I compagni mondani variano per il grado di influenza non cristiana che esercitano. Ma i genitori devono sapere con chi parlano e giocano i loro figli. Mentre oggi alcune persone del mondo hanno certe caratteristiche ammirevoli, si deve ricordare che chi non adora Geova non può dirsi che sia una buona compagnia. — 1 Cor. 15:33.
23 In senso generale si può dire che ci sono in realtà solo due specie di compagni. Proverbi 13:20 dice: “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio, ma chi tratta con gli stupidi se la passerà male”. Naturalmente, qui non si indica chi siano con esattezza i saggi. Ma altrove la Bibbia mostra chiaramente quale specie di saggezza si intenda. Salmo 111:10 afferma: “Il timore di Geova è il principio della sapienza”. Quindi gli adoratori di Geova sono i sapienti con i quali i vostri figli dovrebbero accompagnarsi. Questo li aiuterà a divenire davvero sapienti. La situazione ideale è che i genitori stabiliscano per i loro figli un programma così eccellente da non rimanere che poco o nessun tempo per le compagnie di estranei. Sarà così interessante e soddisfacente essere con la famiglia o con altri cristiani che le altre compagnie non diverranno una tentazione. Ma se lo divenissero, i genitori dovrebbero quindi prendere il tempo di far capire al figlio il punto di vista biblico sulla questione. Nello stesso tempo dovrebbero esercitare con fermezza il controllo necessario.
24. Perché gli stessi figli hanno bisogno di capire ciò che la Bibbia dice delle cattive compagnie?
24 Dovrebbero i genitori cristiani essere effettivamente così franchi ed espliciti nell’ammaestrare i figli intorno alle compagnie mondane? Perché no? In genere, i figli apprezzano che su una questione si dica loro la verità onde non sia fraintesa. Almeno parecchi di loro oggi asseriscono di volere che i più anziani ‘dicano le cose come sono’. Certo, ai figli dovrebbero insegnarsi anche benignità e tatto così che possano trattare altri in modo amorevole. Ma non basta che soltanto i genitori si rendano conto dei pericoli delle compagnie sbagliate. Affinché i figli siano protetti, essi pure devono conoscere i pericoli, ed è responsabilità dei genitori chiarire l’argomento.
25. A chi i genitori dovrebbero rivolgersi per esser guidati nell’addestramento dei figli, e perché?
25 Cercando di edificare nei figli le durevoli qualità delle quali avranno bisogno al fine di sopravvivere alle prove che ancora attendono tutti i veri cristiani, i genitori dovrebbero rivolgersi a Geova per ottenere forza e guida. (1 Cor. 3:10-15) Addestrare i figli onde crescano in modo da essere una fonte di diletto per i genitori e un onore presso Dio non è facile. Richiede continua vigilanza. Ma, mentre è una responsabilità che a volte procura momenti di ansia, è anche un privilegio concessoci da un Dio amorevole che reca primariamente gioia. Nell’addestramento dei figli si possono davvero provare soddisfazione e gioia.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1974 | 15 luglio
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Domande dai lettori
● Rivelazione 20:5 dice: “Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti”. Mostra questo testo che la risurrezione avrà luogo dopo il regno millenario di Cristo? — Ecuador.
No, questo testo non deve comprendersi in tal modo.
C’è perfino qualche incertezza se queste parole comparissero in effetti in ciò che l’apostolo Giovanni scrisse in origine. Esse non si trovano di certo nel Manoscritto Sinaitico del quarto secolo. Se furono nell’originale, queste parole devono ancora considerarsi alla luce del contesto e del resto delle Scritture.
Rivelazione 20:4-6 dice: “Vidi dei troni, e vi eran quelli che sedettero su di essi, e fu data loro la potenza di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevan resa a Gesù e per aver parlato intorno a Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni. (Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti). Questa è la prima risurrezione. Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione”.
Manifestamente, quelli che hanno la “prima risurrezione” vengono alla vita prima della fine del regno di mille anni, giacché in quel periodo sono associati al governo del loro Signore. Ma di quelli che non hanno la “prima risurrezione”, la risurrezione alla vita celeste, si dice che ‘non vennero alla vita finché i mille anni non furono finiti’. Sorge la domanda: Tale ‘venuta alla vita’ si riferisce alla loro risurrezione?
No; considerato dal punto di vista del contesto, e alla luce di altre scritture, è chiaro che non si tratta di questo. Descrivendo la risurrezione, Rivelazione 20:11-13 afferma: “Vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. Dalla sua presenza fuggirono la terra e il cielo, e non fu trovato luogo per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono, e dei rotoli furono aperti. Ma fu aperto un altro rotolo; è il rotolo della vita. E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei rotoli secondo le loro opere. E il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi, e furon giudicati individualmente secondo le loro opere”. Quindi, in Rivelazione 21:1, leggiamo: “Vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati”.
Il contesto mostra così che la risurrezione generale dei morti ha luogo dopo che “il precedente cielo e la precedente terra” sono passati. Quando avviene questo? Conforme a II Pietro 3:10, i precedenti cieli e terra devono passare nel “giorno di Geova”. In questo giorno, secondo i versetti da 3 a 6, gli schernitori saranno colti di sorpresa, come il diluvio del giorno di Noè, e perciò precede il regno di mille anni di Cristo.
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