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  • Si conclude una lunga ricerca
    La Torre di Guardia 1976 | 15 maggio
    • Si conclude una lunga ricerca

      UNA volta Gesù Cristo disse: “Continuate a cercare, e troverete”. (Matt. 7:7) Quindi, chi cerca con sincerità e diligenza di stringere una relazione approvata con il Creatore ci riuscirà. Ma talora ci vorrà molta perseveranza per non rinunciare alla ricerca della verità.

      Questo è illustrato dal caso di una donna abitante in un paese prevalentemente musulmano del Medio Oriente. Da piccola, Melek (Angela) aveva imparato che Dio provvide quattro libri per insegnare al genere umano la sua volontà. Questi libri sono il Tevrat (la Legge o cinque libri di Mosè), lo Zebur (i Profeti e gli Agiografi), l’Incil (il Nuovo Testamento o Scritture Greche Cristiane) e il Corano. Quando il suo insegnante ebbe destato in lei la curiosità di conoscere il Tevrat, lo Zebur e l’Incil, Melek gli chiese perché usassero solo il Corano dal momento che Dio aveva dato anche gli altri tre libri. Egli la esortò a non occuparsene, spiegando che il Corano era stato dato per ultimo e quindi sostituiva il Tevrat, lo Zebur e l’Incil. Ma questa risposta non soddisfece Melek.

      Man mano che proseguiva gli studi, Melek fece domande sul Tevrat, sullo Zebur e sull’Incil ad altri insegnanti di religione. La risposta era sempre la stessa: ‘Questi tre libri non sono necessari’. Terminate le scuole, Melek si trasferì in una città più grande. Chiese il Tevrat, lo Zebur e l’Incil in varie librerie, ma le sue ricerche furono tutte vane.

      Benché passassero molti anni, il desiderio di Melek di trovare gli altri tre libri sacri menzionati dall’insegnante non si affievolì. Una sera, a tarda ora, avvicinò tre giovani donne che aspettavano alla fermata dell’autobus. “Che cosa fanno tre ragazze giovani come voi fuori di casa a un’ora così tarda?” chiese. “Siamo andate a studiare i libri sacri”, risposero. Piena di speranza, Melek chiese: “Quali libri sacri?” Benché avesse sessant’anni, il cuore le si riempì di gioia quando esse risposero: “Il Tevrat, lo Zebur e l’Incil”. “Questi sono i libri che cerco da quasi cinquant’anni!” esclamò.

      Ma la felicità di Melek cedette subito il posto allo sgomento. Proprio in quel momento arrivò l’autobus e le ragazze dovettero andarsene. Non ci fu il tempo per scambiarsi gli indirizzi o neppure i nomi.

      Ma dopo aver cercato tanto a lungo, Melek non si sarebbe data per vinta così facilmente. Nelle settimane che seguirono si recò la stessa sera alla stessa fermata dell’autobus, aspettando sempre con la speranza di incontrare di nuovo quelle ragazze. Ma i suoi sforzi furono infruttuosi.

      Poi, un giorno, Melek entrò in una sartoria. Chi c’era seduta davanti a lei? Una delle tre ragazze! Melek corse da lei, l’abbracciò, la baciò e dichiarò: “Tu sei quella che ha i tre libri sacri. Me li vuoi dare?” La giovane, una testimone di Geova, rispose che glieli avrebbe dati, ma non solo, li avrebbe anche studiati con lei. Conclusasi una ricerca durata tutta una vita, ora Melek aiuta altri a trarre profitto dai tre libri sacri che formano la Bibbia completa.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1976 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● Come si può concordare Atti 7:16, che attribuisce ad Abraamo l’acquisto di un luogo di sepoltura a Sichem, con Genesi 23:15-19?

      Parrebbe ci sia un contrasto, poiché Atti 7:16 dice che Abraamo comprò un luogo di sepoltura a Sichem, mentre Genesi 23:15-19 afferma che acquistò tale appezzamento a Macpela nei pressi di Ebron. Le spiegazioni possibili sono diverse. Notiamo alcuni particolari.

      Subito dopo che Abraamo era entrato nella Terra Promessa (1943 a.E.V.) risiedette per qualche tempo a Sichem, situata nella parte settentrionale dove fu in seguito costruita Samaria. (Gen. 12:6-8) Quando in seguito sua moglie Sara morì (1881 a.E.V.), Abraamo acquistò come luogo di sepoltura il campo e la caverna di Macpela, situata vicino a Ebron a sud di Gerusalemme. “Abraamo seppellì quindi Sara sua moglie nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, vale a dire Ebron, nel paese di Canaan”. (Gen. 23:15-19) A suo tempo vi furono sepolti anche Abraamo, Isacco, Rebecca e Lea. — Gen. 25:9; 49:29-32.

      Anche Giacobbe, nipote di Abraamo, dimorò per qualche tempo vicino a Sichem, vi acquistò un tratto di terra e costruì un altare. (Gen. 33:18-20) Quando stava per morire in Egitto, Giacobbe comandò ai suoi figli di seppellirlo non a Sichem, ma con i suoi padri nell’appezzamento acquistato da Abraamo vicino a Ebron. (Gen. 49:29-32; 50:12, 13) Per quanto riguarda la sepoltura a Sichem, Giosuè 24:32 dice che dopo essere entrati nella Terra Promessa, gli Israeliti seppellirono le ossa di Giuseppe “in Sichem nel tratto di campo che Giacobbe aveva acquistato”, e che venne a trovarsi nel territorio di Manasse, figlio di Giuseppe.

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