La verità ha trasformato la mia vita

LA FANCIULLEZZA è tempo di giochi, l’adolescenza di sogni e la vecchiaia di ricordi, scrisse qualcuno, ed è vero. Avevo appena sedici anni e quindi vivevo di tanti bei sogni: un mondo migliore in cui le persone si sarebbero amate, un mondo di libertà, un mondo di amore e di pace. Sì, quando siamo giovani, prima di essere sviati siamo anche ingenui e crediamo di poter ottenere tutto, il mondo intero.

Quindi iniziai una vita in comune con altri giovani di una comunità hippy della mia città, in Italia. Essi avevano le mie stesse mete: tanto entusiasmo all’inizio, le prime ribellioni contro il “sistema”, modi di fare e di vestire che ci distinguessero dalle comuni persone di questa odiata società. Passavo intere giornate seduta sui gradini di edifici pubblici o sdraiata su una branda a meditare e a contestare. Molto presto però sui gradini e sui marciapiedi non ci fu più niente da dire e da fare, quindi sopraggiunsero inevitabilmente l’apatia e la noia. Come poteva essere altrimenti se di giustizia si parlava soltanto, senza mai compiere concrete azioni a favore dell’umanità per il cui bene dicevamo di voler operare? In tal modo sparirono tutti i bei sogni dell’adolescenza di un mondo migliore, ed essi vennero sostituiti da una vita vuota in un ambiente squallido formato da persone deluse, drogate e, molto spesso, senza scrupoli; e io divenni come loro, naturalmente. Ma questo non fu ancora il peggio per me, non avevo ancora toccato il fondo. Quando, com’era accaduto a me, si perde il senso del bene e del male e si sostiene che tutto sia lecito purché faccia piacere, si comincia a condurre una vita ambigua e piena di errori e azioni immorali. È facile immaginare il genere di vita che si conduce in certi ambienti di giovani contestatori, dove il senso dell’amicizia e dell’amore si perdono dietro a delle illusioni. Incominciai perfino a odiare la vita, tanto mi sentivo fallita e vuota.

Mi trovavo in questo stato d’animo quando per la prima volta udii, dopo tanto tempo, riparlare di Dio, una parola questa o un concetto del tutto estraneo alla vita dei giovani contestatori di cui facevo parte. Come avvenne ciò? In casa nostra delle persone tenevano con mia madre uno studio gratuito basato sulla Sacra Bibbia. E così una volta mi intrattennero in una conversazione religiosa.

Mi parlarono di pace e di amore sotto il regno di Dio, in tutta la terra. Ecco il sogno di un’adolescenza che mi sembrava così lontana a causa delle esperienze della vita che mi avevano resa adulta troppo in fretta! Ma ero ancora talmente presa dall’ambiente così corrotto in cui vivevo, che a fatica i nuovi pensieri che mi venivano trasmessi dai testimoni di Geova entravano nella mia mente e nel mio cuore. Passò molto tempo prima che ripensassi a quando, una volta, mi ero recata al luogo di adunanza dei Testimoni. Più ancora che dalle cose che mi avevano detto, ero rimasta colpita dall’atmosfera di pace e serenità che regnava in quel luogo: proprio quello di cui avevo bisogno e che cercavo. Mi ricordai anche della definizione del concetto di amore che mi avevano letto dalla Bibbia in I Corinti 13:3-7. Che definizione stupenda! Avevo sempre creduto che bastasse dire con parole di amare le persone oppure che fosse sufficiente mostrarlo fisicamente. Com’è invece più profondo il senso biblico, come indica quella scrittura: “E se do tutti i miei averi per nutrire altri, e se consegno il mio corpo, per potermi vantare, ma non ho amore, non ne ho alcun profitto. L’amore è longanime e benigno. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto dell’ingiuria. Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, soffre ogni cosa”. Capii che in quelle parole era racchiusa la potenza dell’amore che può trasformare le persone.

Dovevo veramente uscire dall’ambiente in cui vivevo. Mi cadde come una benda dagli occhi e mi vidi come realmente ero. Era tempo che cambiassi vita. Troncai ogni legame con il mondo di prima e le sue corrotte abitudini, e come d’incanto mi sentii sollevata. Incominciai una nuova vita anche se all’inizio fu molto difficile. Per quanto tempo mi sono alzata al mattino con un peso sullo stomaco e con gli occhi già stanchi ancor prima di aprirli. Ma ora niente di tutto questo, e non riuscivo quasi a credere che si potesse essere così intimamente felici. Che gioia scoprire d’avere un Padre così grande come Geova Dio e di non sentirmi più sola. Cominciai piano piano a riprovare la gioia delle cose semplici, come un sorriso, una stretta di mano, la compagnia di gente semplice ma amorevole. Mi sentivo come un ingranaggio arrugginito che lentamente riprende a funzionare. Le verità bibliche erano per la mia persona o macchina arrugginita come un olio che ne lubrifica gli ingranaggi. In tal modo influivano sulla mia mente e sul mio cuore i giusti pensieri suscitati in me dagli amorevoli insegnamenti della Parola di Dio. Anche se non è stato facile togliermi di dosso tutta la ruggine di vecchie abitudini e di errati modi di pensare, tuttavia ho provato profonda gioia nel purificare la mia vita. Ogni miglioramento è stato per me come una vittoria, una conquista. Ancora adesso, a distanza di oltre un anno, quasi non mi sembra vera questa mia nuova esperienza, eppure è proprio una realtà, come se avessi rimesso in funzione una macchina vecchia destinata al cimitero dei rottami.

Sì, Geova ha questo grande potere di cambiare le persone mediante la sua Parola, il suo spirito e la sua organizzazione. Spero che questa mia esperienza di vita possa essere utile a qualche persona che, come me, cerca disperatamente qualche cosa, ma è oggi senza meta.

Certamente Geova cambierà questo vecchio sistema di cose corrotto e porterà pace, amore e libertà su questa terra, e tutti saremo ammaestrati nelle vie di Geova Dio. Questo che per me è stato un miraggio inseguito per lungo tempo diverrà nel prossimo futuro, mediante il regno di Dio, una realtà additata dalle solide profezie della Sacra Bibbia. Sono felice di concludere questa mia esperienza aggiungendo che ora servo Geova, l’amorevole Padre celeste, nel servizio continuo come pioniera, per aiutare altre persone ad avere una speranza sicura. — Da una collaboratrice.