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  • Urim e Tummim
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • un sacerdote con Urim e Tummim, e in seguito la Bibbia non parla più di questi sacri oggetti. — Esd. 2:61-63; Nee. 7:63-65.

      IL PIÙ GRANDE SOMMO SACERDOTE CONSULTA GEOVA

      Nella lettera di Paolo agli ebrei Gesù Cristo è definito il grande Re-Sacerdote secondo la maniera di Melchisedec. (Ebr. 6:19, 20; 7:1-3) In lui sono uniti potere regale e sacerdozio. La sua opera sacerdotale fu prefigurata da quella del sommo sacerdote dell’antico Israele. (Ebr. 8:3-5; 9:6-12) In qualità di Sommo Sacerdote a lui è affidato tutto il giudizio dell’umanità. (Giov. 5:22) Nondimeno, quando era sulla terra Gesù dichiarò: “Le cose che vi dico non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane unito a me fa le sue opere” (Giov. 14:10), e: “Non faccio nulla di mia propria iniziativa; ma ... dico queste cose come il Padre mi ha ammaestrato”. (Giov. 8:28) Inoltre disse: “Se giudico, il mio giudizio è verace, perché non sono solo, ma il Padre che mi ha mandato è con me”. (Giov. 8:16) Certo nella sua esaltata posizione celeste, reso perfetto come Sommo Sacerdote per sempre, egli continua a essere sottomesso al Padre suo, cercando da lui ‘luce e perfezione’ nel giudizio. — Ebr. 7:28; confronta I Corinti 11:3; 15:27,28.

  • Utensili
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    • Utensili

      Il termine ebraico kelì ha significato molto ampio e può indicare oggetti (Gen. 24:53; Eso. 3:22; Lev. 13:49, 52, 57-59; 15:4, 6), arnesi (Gen. 27:3;I Re 6:7), roba (Gen. 31:37), recipienti (Gen. 42:25; 43:11), masserizie (Gen. 45:20), strumenti (Gen. 49:5; I Cron. 15:16), arredi (Eso. 25:9), utensili (Eso. 25:39; 27:3, 19; 30:27, 28; 31:7-9), vasi (Lev. 6:28; 11:32-34), abbigliamento (Deut. 22:5), armi (Giud. 9:54; 18:11, 16, 17), bagaglio (I Sam. 10:22; 17:22) borse (I Sam. 17:40, 49) e l’organismo fisico. — I Sam. 21:5.

      Spesso kelì indica i vari utensili usati nel santuario. Fra questi c’erano piatti, brocche, palette, scodelle, forchettoni, portafuoco, spegnitoi, smoccolatoi, bacini e coppe. (Eso. 25:29, 30, 39; 27:3, 19; 37:16, 23; 38:3; I Re 7:40-50; II Cron. 4:11-22) Essendo usati per uno scopo sacro, quegli utensili erano “santi”. (I Re 8:4) Perciò gli ebrei che lasciarono Babilonia nel 537 a.E.V. ed ebbero il privilegio di portare con sé i sacri utensili che il re Nabucodonosor aveva portato via da Gerusalemme dovevano rimanere religiosamente e moralmente puri. Si riferiva a loro il comando profetico: “Dipartitevi, dipartitevi, uscite [da Babilonia], non toccate nulla d’impuro; uscite di mezzo a lei, mantenetevi puri, voi che portate gli utensili di Geova”. (Isa. 52:11) Questo richiedeva più che una semplice purezza esteriore cerimoniale. Richiedeva purezza di cuore. L’apostolo Paolo scrivendo ai corinti applicò le parole di Isaia 52:11 per spiegare che i cristiani devono similmente evitare ogni contaminazione di carne e di spirito. — II Cor. 6:14-18; 7:1.

      Gesù Cristo, il fondatore del cristianesimo, diede l’esempio al riguardo rimanendo “leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori”. (Ebr. 7:26) Mentre era sulla terra manifestò zelo per la santità del tempio di Geova, scacciando due volte i commercianti. (Giov. 2:13-25; Matt. 21:12,13; Mar. 11:15-17; Luca 19:45, 46) A proposito della seconda purificazione del tempio, Marco riferisce che Gesù “non lasciava che alcuno portasse un utensile attraverso il tempio”. (Mar. 11:16) Gesù evidentemente non permetteva che qualcuno sminuisse la santità del cortile del tempio usandolo come una semplice scorciatoia per portare qualche cosa in un’altra parte di Gerusalemme.

  • Uva
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    • Uva

      Vedi VINO E BEVANDE ALCOLICHE; VITE.

  • Uz
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    • Uz

      [consiglio, piano].

      Patria di Giobbe (Giob. 1:1), probabilmente popolata dal semita Uz figlio di Aram e dai suoi discendenti. (Gen. 10:22, 23) Non se ne conosce l’esatta ubicazione. Secondo Giuseppe Flavio, “Uz fondò la Traconitide e Damasco”. (Antichità giudaiche, Libro I, cap. VI, 4) Alcuni geografi vorrebbero perciò collocare Uz nell’Auranitide, ma quasi tutti propendono per una località più a S. Uz probabilmente si trovava vicino a Edom, consentendo una successiva estensione del dominio edomita a Uz, o che in seguito alcuni edomiti dimorassero “nel paese di Uz”, com’è indicato in Lamentazioni 4:21. Geremia ebbe l’incarico di far bere il calice del furore di Dio a “tutti i re del paese di Uz”, e l’immediato contesto menziona Filistea, Edom, Moab e Ammon. (Ger. 25:15, 17, 20, 21) La patria di Giobbe era soggetta ad attacchi di sabei (da S) e caldei (da E). (Giob. 1:15, 17) Tutti insieme questi aspetti indicherebbero una località a E della Terra Promessa e vicino a Edom, nella parte N dell’Arabia.

  • Uzza
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    • Uzza

      (Ùzza o Uzzà) [(Geova è) forza].

      Figlio di Abinadab, senza dubbio un levita. Uzza e suo fratello Aio guidavano il carro che trasportava l’arca del patto da casa loro quando Davide volle portarla a Gerusalemme. Allorché i tori che tiravano il carro stavano per farlo rovesciare, Uzza stese la mano e afferrò l’arca per raddrizzarla; per questa azione Geova lo uccise all’istante. Davide chiamò il luogo Perez-Uzza perché là Geova aveva agito intervenendo una “rottura contro Uzza”. — II Sam. 6:3-8; I Cron. 13:7-11.

      Nonostante le presumibili buone intenzioni di Uzza di impedire che l’arca cadesse, il suo fu giudicato un “atto irriverente”. (II Sam. 6:7) Questo perché si trattava di disubbidienza intenzionale. Geova aveva ordinato che in nessun caso l’arca doveva essere toccata da persone non autorizzate, ben noto avvertimento che comportava la pena di morte per i violatori. (Num. 4:15, 19, 20) Se i leviti cheatiti, autorizzati a farlo, l’avessero trasportata coi pali sulle spalle come Dio aveva comandato, nessuno sarebbe incorso nell’ira di Dio. — Eso. 25:13, 14; Num. 7:9.

  • Uzzia
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    • Uzzia

      (Uzzìa) [Geova è forza].

      Re di Giuda, chiamato anche Azaria. Figlio di Amazia e di sua moglie Iecolia, a Uzzia sono attribuiti cinquantadue anni di regno (829-777 a.E.V.). In quello stesso periodo nel regno settentrionale regnarono uno dopo l’altro Geroboamo (II), Zaccaria, Sallum, Menaem, Pecachia e Peca. (II Re 15:1, 2, 8, 10, 13, 14, 17, 23, 25, 27; II Cron. 26:3) I profeti Isaia (1:1; 6:1), Osea (1:1) e Amos (1:1) erano contemporanei di Uzzia. Durante il regno di questo re ci fu un terremoto insolitamente forte. — Zacc. 14:5.

      Dopo la morte del padre, il sedicenne Uzzia fu acclamato re dalla popolazione di Giuda. (II Re 14:21; II Cron. 26:1) Tuttavia in II Re 15:1 si legge che Uzzia diventò re nel ventisettesimo anno di Geroboamo (II) re di Israele. Poiché questo collocherebbe l’inizio del regno di Uzzia circa dodici anni dopo la morte di suo padre, si deve intendere che “divenne re” in senso speciale. Può darsi che nel ventisettesimo anno del re Geroboamo il regno delle due tribù di Giuda sia stato liberato dalla sottomissione al regno settentrionale, sottomissione iniziata forse quando Ioas re di Israele aveva sconfitto Amazia padre di Uzzia. (II Cron. 25:22-24) Quindi pub darsi che Uzzia sia diventato re una seconda volta nel senso di essere libero dalla dominazione di Geroboamo (II) re di Israele.

      Uzzia fece “ciò che era retto agli occhi di Geova”. Questo era dovuto in gran parte al fatto che seguiva il buon insegnamento di un certo Zaccaria (non il profeta omonimo vissuto in epoca successiva). Ma i suoi sudditi continuarono impropriamente a fare sacrifici presso gli alti luoghi. — II Re 15:3, 4; II Cron. 26:4, S.

      Uzzia diventò famoso per le sue vittorie militari, conseguite con l’aiuto di Geova. Restituì Elat (Elot) al regno di Giuda e ricostruì quella città nella parte settentrionale del Golfo di ‘Agaba. Combatté con successo contro i filistei, facendo breccia nelle mura di Gat, Iabne e Asdod, quindi costruì città nel territorio di Asdod. Uzzia riportò vittorie sugli arabi e i meunim, e rese tributari di Giuda gli ammoniti. Il suo potente esercito ben armato consisteva di 307.500 uomini al comando di 2.600 capi delle case paterne. Uzzia rafforzò le fortificazioni di Gerusalemme e vi costruì macchine da guerra. — II Re 14:22; II Cron. 26:2, 6-9, 11-15.

      Sembra che le brillanti vittorie riportate abbiano fatto insuperbire Uzzia al punto di penetrare nel Santo del tempio per bruciare incenso. Il sommo sacerdote Azaria, accompagnato da ottanta sottosacerdoti, seguì immediatamente il re nel tempio e lo rimproverò per questa azione illegale, esortandolo a uscire dal santuario. Mentre aveva in mano l’incensiere per bruciare l’incenso e infieriva contro i sacerdoti, Uzzia fu miracolosamente colpito da lebbra sulla fronte, al che i sacerdoti eccitati lo fecero uscire dal tempio. Come impuro lebbroso fu escluso da ogni adorazione presso il santuario e non poteva svolgere mansioni regali. Perciò, per tutto il tempo che Uzzia rimase in una certa casa fino al giorno della sua morte, suo figlio Iotan si occupava degli affari di stato. — II Cron. 26:16-21.

      A proposito della sua morte e sepoltura, II Cronache 26:23 riferisce: “Infine Uzzia giacque con i suoi antenati; e lo seppellirono dunque con i suoi antenati, ma nel campo di sepoltura che apparteneva al re, poiché dissero: ‘Egli è lebbroso’”. Questo può significare che, a motivo della lebbra, Uzzia sia stato sepolto in un campo annesso al cimitero regale invece di essere messo in una tomba scavata nella roccia.

      Una lapide di calcare, rinvenuta a Gerusalemme e ritenuta del I secolo E.V., porta la seguente iscrizione: “Qui furono portate le ossa di Uzzia, re di Giuda. Non aprire”.

  • Vacca
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Vacca

      La vacca aveva un importante ruolo nell’economia degli israeliti. Oltre a servire come animale da tiro, era preziosa per la produzione di latte, con cui si preparavano altri generi alimentari, come formaggio, burro e siero. (Num. 19:2; Isa. 7:21, 22) Inoltre la pelle veniva usata per fare diversi oggetti di cuoio. — Vedi GIOVENCA.

      Le fraudolente, oppressive abitanti di Samaria amanti del lusso vengono chiamate “vacche di Basan”. (Amos 3:15; 4:1) Efraim fu paragonato a “una giovenca addestrata che amava trebbiare”. (Osea 10:11) Questo paragone assume maggiore significato visto che non veniva messa la museruola agli animali che trebbiavano e, perciò, potevano mangiare del grano, avendo così diretto e immediato beneficio dalla loro fatica. (Deut. 25:4) Divenuto grasso grazie alla benedizione di Dio, Israele “tirò calci”, si ribellò a Geova (Deut. 32:12-15), e perciò viene giustamente paragonato a una vacca ostinata, che non vuole portare il giogo. — Osea 4:16.

  • Valle
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Valle

      La formazione degli aspetti topografici della terra, incluse le sue molte valli, è giustamente attribuita a Geova Dio. (Sal. 104:8) Nella stessa Terra Promessa c’erano molte depressioni fra picchi, colli o montagne. Nelle Scritture alcune erano chiamate semplicemente valli. (Gios. 8:11; I Sam. 13:18) Altre erano “valli pianeggianti” (o “pianure delle valli”), zone basse pianeggianti fra monti e colline. (Deut. 11:11) C’erano anche ‘valli di torrenti’, a volte con corsi d’acqua perenni ma spesso solo stagionali all’epoca delle piogge. (Deut. 8:7, vedi VALLE DEL TORRENTE) Alcune traduzioni usano il termine “valle” quando si tratta di “bassopiani” (Gen. 14:3; I Cron. 12:15), e “bassopiano” per la “Sefela”, bassopiano collinoso fra la pianura costiera della Filistea e la zona montuosa della Palestina centrale. — Deut. 1:7; I Re 10:27.

      Alcune delle valli più notevoli menzionate nelle Scritture sono la valle di Moab “di fronte a Bet-Peor” (Deut. 3:29; 34:6) e la Valle del Sale (II Sam. 8:13), come pure le valli di Innom (Nee. 11:30), Iftael (Gios. 19:14), Zeboim (I Sam. 13:18) e Zefata (II Cron. 14:10). Fra le ‘valli pianeggianti’ menzionate nelle Scritture vi sono quelle di Sinar (Gen. 11:2), di Gerico (Deut. 34:3), di Mizpe (Gios. 11:8), del Libano (Gios. 12:7), di Ono (Nee. 6:2) e di Meghiddo. — II Cron. 35:22; Zacc. 12:11.

      USO FIGURATIVO E PROFETICO

      Una valle oscura o gola piena di buche e bestie feroci sarebbe stata pericolosa per un gregge, specie di notte, se non fosse per la vigile cura di un buon pastore. Di fronte a simile minaccia di varie calamità, Davide si sentiva al sicuro sapendo che Geova era il suo Pastore. Perciò poté affermare: “Benché io cammini nella valle della profonda ombra, non temo nulla di male”. — Sal. 23:1, 4

      “La dichiarazione sulla valle della visione” evidentemente si riferisce all’antica Gerusalemme. Nonostante la sua considerevole altitudine, la città è come una “valle” circondata da monti più alti. — Isa. 22:1, 5.

      Eliminando ogni ostacolo che si frapponeva al ritorno del suo popolo dall’esilio in Babilonia, Geova in effetti ‘elevò ogni valle’, ‘abbassò colli e monti’ e rese per loro “il terreno accidentato [come] la pianura d’una valle”. (Isa. 40:4) Anche se a quanto pare li fece tornare direttamente attraverso il deserto, il rimanente ebraico non soffrì la sete. Si adempirono le parole pronunciate da Geova per mezzo di Isaia: “Su nudi colli aprirò fiumi, e in mezzo alle pianure della valle, fontane”. — Isa. 41:18; confronta Isaia 35:6, 7, 10; 43:19-21; 48:20, 21.

  • Valle del torrente
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Valle del torrente

      Il termine ebraico nàhhal può indicare sia la valle in cui scorre un corso d’acqua (Gen. 26:19; II Re 3:16; Giob. 30:6; Cant. 6:11) sia il corso d’acqua stesso. (I Re 17:4; Sal. 110:7) A proposito di nàhhal è stato osservato: “Nessuna parola ... è esattamente l’equivalente, ma forse l’espressione ‘letto del torrente’ è quella che si avvicina di più”. (A. P. Stanley, Sinai and Palestine, ed. 1885, p. 590) E il lessico ebraico e aramaico di Koehler e Baumgartner elenca fra le sue definizioni “valle del torrente”. Anche il termine (arabo) wadi è usato per indicare la valle di un torrente.

      La Terra Promessa è stata definita “un paese di valli del torrente d’acqua, di sorgenti e d’acque dell’abisso che scaturiscono nella pianura della valle e nella regione montagnosa”. (Deut. 8:7) Alcuni corsi d’acqua sono alimentati da sorgenti e sono perciò perenni, mentre altri scorrono solo durante la stagione delle piogge ma si

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