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GedeoneAusiliario per capire la Bibbia
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trebbiava il grano in uno strettoio anziché all’aperto, quando gli apparve un angelo che gli disse: “Geova è con te, uomo potente e valoroso”. (NW) Gedeone chiese come potesse essere vero, dato che i madianiti opprimevano la nazione. Quando gli fu detto che sarebbe stato lui a liberare Israele, Gedeone disse modestamente che era il minimo della sua tribù, ma gli fu assicurato che Geova sarebbe stato con lui. Allora Gedeone chiese un segno per accertarsi che il messaggero fosse realmente un angelo di Geova. — Giud. 6:11-22.
Quella notte stessa Geova mise alla prova Gedeone ordinandogli di abbattere l’altare che suo padre aveva eretto al dio Baal. Per prudenza Gedeone lo fece di notte, con l’aiuto di dieci servitori. Quando gli uomini della città si alzarono la mattina, videro l’accaduto e seppero che era stato Gedeone, chiesero a gran voce che fosse messo a morte. Ma Joas replicò che Baal poteva difendersi da solo contro di lui. — Giud. 6:25-32.
Quando i madianiti, insieme agli amalechiti e agli orientali, invasero di nuovo Israele, lo spirito di Geova avvolse Gedeone. Per esser certo di avere il sostegno di Dio, Gedeone chiese due segni, che gli furono dati. Trentaduemila uomini di guerra si raccolsero intorno a Gedeone al suo invito a combattere contro Madian. Ma alla fine furono ridotti a soli trecento, perché fosse ben chiaro che solo Geova poteva dare la vittoria. — Giud. 6:33—8:21.
L’EFOD
Dopo la sconfitta dei madianiti grazie all’intervento divino, gli israeliti riconoscenti chiesero a Gedeone di fondare con la sua famiglia una dinastia reale. Ma egli, consapevole che Geova era il legittimo Re di Israele, non aderì alla loro richiesta. Suggerì invece che contribuissero i gioielli d’oro presi come bottino di guerra, e i soli anelli da naso ammontavano a 1.700 sicli d’oro. Quindi fece un efod e lo espose a Ofra. Ma tutto Israele cominciò ad avere “rapporti immorali” con l’efod, che diventò un laccio per Gedeone e la sua famiglia. Così, anche se fatto per un motivo giusto, l’efod distolse l’attenzione dal vero santuario di Geova, il tabernacolo. I tentativi di Gedeone fallirono, producendo un risultato contrario a quello voluto. — Giud. 8:22-27; vedi EFOD.
TESTIMONE APPROVATO
La liberazione che Geova effettuò per mezzo di Gedeone fu così completa che per i quarant’anni durante i quali fu giudice nulla turbò più la pace. Gedeone prese molte mogli da cui ebbe settanta figli. Dopo la sua morte avvenuta in tarda età, Israele cadde di nuovo vittima dell’adorazione di Baal. Inoltre Abimelec, il figlio che Gedeone ebbe dalla sua concubina, una donna di Sichem, uccise i settanta figli di Gedeone, con l’eccezione di Iotam, che si nascose. — Giud. 8:28-9:5.
La fede di Gedeone, nonostante le alterne vicende, gli meritò di essere incluso nel “così gran nuvolo di testimoni”. (Ebr. 11:32; 12:1) Inoltre fu di una modestia esemplare, unita a grande cautela. Evidentemente la sua cautela fu salutare e non si deve pensare che derivasse da mancanza di fede, poiché non fu mai rimproverato per esser stato cauto. Per di più, com’è indicato dal Salmo 83, la sconfitta di Madian ai giorni di Gedeone costituisce un modello profetico della prossima distruzione di tutti i nemici di Geova, a completa rivendicazione del suo santo nome. — Confronta Isaia 9:4; 10:26.
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GeennaAusiliario per capire la Bibbia
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Geenna
(Geènna) [forma greca dell’ebraico Geh Hinnòm, Valle di Innom].
Questo nome ricorre dodici volte nelle Scritture Greche Cristiane e, anche se molti traduttori si prendono la libertà di sostituirlo col termine “inferno”, diverse traduzioni moderne lo traslitterano dal greco gèenna. (Matt. 5:22, CEI, Co, Ga, NM, VR; BC e NC [spagnolo]; Mo [inglese]) La stretta e profonda valle di Innom, nota poi col nome greco, si trovava a S e SO di Gerusalemme. — Gios. 15:8; 18:16, Ger. 19:2, 6; vedi INNOM, VALLE DI.
NON È SIMBOLO DI TORMENTO ETERNO
Gesù Cristo associò il fuoco con la Geenna (Matt. 5:22; 18:9; Mar. 9:47, 48), come fece anche il discepolo Giacomo, l’unico scrittore biblico oltre a Matteo, Marco e Luca a usare questo termine. (Giac. 3:6; vedi LINGUA, I). Si noti che Dio aveva decretato profeticamente che la valle di Innom doveva servire come luogo per eliminare in massa cadaveri e non per torturare vittime ancora in vita. (Ger. 7:32, 33; 19:2, 6, 7, 10, 11) Infatti è generalmente riconosciuto che in Geremia 31:40 “il bassopiano dei cadaveri e delle ceneri grasse” indichi la valle di Innom, e la porta chiamata “Porta dei Mucchi di Cenere” si apriva verso l’estremità orientale della valle nel punto in cui si congiungeva col burrone del Chidron. (Nee. 3:13, 14) È ovvio che i termini “cadaveri” e “ceneri grasse” non si riferivano ai sacrifici umani compiutivi all’epoca di Acaz e di Manasse, poiché i corpi così immolati erano senza dubbio considerati “sacri” dagli idolatri e non sarebbero stati abbandonati nella valle. — II Cron. 28:1, 3; 33:1, 6; Ger. 7:31, 32; 32:35.
Quanto dichiara la Bibbia a proposito della Geenna concorda in genere con l’idea tradizionale di fonte rabbinica e di altre fonti: la valle di Innom serviva come luogo adibito all’eliminazione dei rifiuti di Gerusalemme, inclusi animali morti e anche cadaveri di spregevoli criminali ai quali non era data sepoltura normale perché ritenuti indegni di risurrezione. (In Matteo 5:30, The New Testament in Modern English di J. B. Phillips traduce gèenna “mucchio d’immondizie”).
SIMBOLO DI COMPLETA DISTRUZIONE
Ad ogni modo è chiaro che Gesù menzionò la Geenna per rappresentare la completa distruzione risultante dal giudizio avverso di Dio, da cui non è possibile risuscitare alla vita come anima. (Matt. 10:28; Luca 12:4, 5) Gli scribi e i farisei come classe erano malvagi e perciò ‘soggetti alla Geenna’. (Matt. 23:13-15, 33) Per evitare tale distruzione i seguaci di Gesù dovevano quindi eliminare qualunque causa d’inciampo spirituale, ‘tagliarsi mano o piede’ e ‘cavarsi un occhio’, cioè farli figurativamente morire in quanto al peccato. — Matt. 18:9; Mar. 9:43-47; Col. 3:5; confronta Matteo 5:27-30.
Gesù alludeva evidentemente a Isaia 66:24 quando descrisse la Geenna come un luogo “dove il loro baco non muore e il fuoco non si spegne”. (Mar. 9:47, 48) Che questa sia una descrizione simbolica non di tortura, ma piuttosto di completa distruzione è evidente dal fatto che il versetto di Isaia non parla di persone vive, ma di “cadaveri degli uomini che trasgredivano” alla legge di Dio. Se, come indicano le prove disponibili, la valle di Innom era un luogo destinato all’eliminazione di immondizia e cadaveri, il fuoco, di cui forse si accresceva l’intensità con l’aggiunta di zolfo (confronta Isaia 30:33), sarebbe stato l’unico mezzo idoneo a eliminare tali rifiuti. Dove non arrivava il fuoco, vermi o bachi avrebbero proliferato, divorando tutto ciò che era rimasto. In base a ciò le parole di Gesù potevano significare che il deleterio effetto dell’avverso giudizio di Dio non sarebbe cessato finché non fosse avvenuta una distruzione completa.
L’uso biblico della Geenna come simbolo corrisponde a quello del “lago di fuoco” nel libro di Rivelazione. — Riv. 20:14, 15; vedi LAGO DI FUOCO.
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Gegar-SahaduthaAusiliario per capire la Bibbia
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Gegar-Sahadutha
Vedi GALEED.
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Gelosia, gelosoAusiliario per capire la Bibbia
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Gelosia, geloso
[ebr. qinʼàh, gelosia, zelo, ardore; gr. zèlos, gelosia, zelo].
Il termine “geloso” indica uno “che esige esclusiva devozione”, “che non tollera rivalità o infedeltà; invidioso, sospettoso”. Sia nell’ebraico che nel greco può avere significato positivo o negativo e nella Bibbia è usato in entrambi i modi.
LA GELOSIA DI GEOVA
Geova stesso si definisce “un Dio che esige esclusiva devozione”. (Eso. 20:5; Deut. 4:24; 5:9; 6:15) E dice: “Geova, il cui nome è Geloso, è un Dio geloso”. (Eso. 34:14) Di che cosa è geloso e di che genere è la sua gelosia? Non è certo la gelosia invidiosa ed egoista degli esseri umani. È una gelosia, uno zelo o ardore per il suo santo nome, del quale egli stesso dice: “Mostrerò esclusiva devozione per il mio santo nome”. — Ezec. 39:25.
Per il suo nome
Se si considera tutto ciò che è implicito nel nome di Dio, si comprende la ragione della sua “insistenza sull’esclusiva devozione”. (Ezec. 5:13) Il suo nome rappresenta tutto ciò che è giusto e retto. Egli è santo, puro, integro e leale in grado superlativo. (Isa. 6:3; Riv. 4:8; 16:5) La sua sovranità è necessaria per l’esistenza stessa dell’universo, e la fedeltà alla sua sovranità e alle sue leggi è indispensabile per l’ordine e la pace di tutta la creazione. (Prov. 29:2; I Cor. 14:33) La sua è dunque una gelosia pura, irreprensibile, e completamente a beneficio delle sue creature, poiché la loro devozione non reca alcun profitto a lui, il Creatore, Provveditore e Datore di ogni cosa buona. (Giob. 41:11; Sal. 145:16; Rom. 11:35; Giac. 1:17; Riv. 4:11) Ma nella sua devozione alla giustizia il suo cuore si rallegra con amorevole apprezzamento quando i suoi servitori non transigono sulla giustizia e gli rendono esclusiva devozione. — Prov. 23:15, 16; 27:11.
Per la giustizia
Nel suo amore per la giustizia e nella sua insistenza sull’esclusiva devozione Geova è imparziale. Mosè avvertì il popolo d’Israele, che era in una relazione di patto con Dio, delle conseguenze di una eventuale trasgressione da parte di qualcuno: “L’ira di Geova e il suo ardore fumeranno contro quell’uomo, . . . e Geova davvero ne cancellerà il nome di sotto i cieli”. (Deut. 29:19-21) Dio disse all’apostata, idolatra, immorale città di Gerusalemme che l’avrebbe giudicata e le avrebbe dato “il sangue del furore e della gelosia”. (Ezec. 16:38; 23:25) Questo avvenne quando i babilonesi distrussero la città e il tempio su cui era stato invocato il nome di Geova, nome che essi avevano però gravemente vituperato. Ciò nonostante la sua gelosia non adombrò né annullò i suoi propositi e la sua misericordia, infatti Geova risparmiò un rimanente perché tornasse a riedificare il tempio.
Per il suo popolo
A motivo dell’amore che ha per il suo popolo, che porta il suo santo nome, Geova ne è geloso con zelo ardente. Come un marito protegge gelosamente la moglie che gli è preziosa, così Geova dice: “Chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio”. (Zacc. 2:8) Perciò, a motivo delle azioni malvage delle nazioni verso il suo popolo, Dio predisse: “Sarò geloso di Sion con grande gelosia, e con gran furore sarò geloso di lei”. E disse anche che avrebbe avuto zelo per il paese e compassione per il popolo. — Zacc. 8:2; 1:14; Gioe. 2:18.
I suoi servitori possono confidare che Dio farà trionfare la giustizia e aver fiducia nello zelo che ha per il suo nome. Egli ha dato un esempio del suo zelo col modo in cui trattava l’antico Israele, e ci parla della distruzione dei governi terreni e dell’istituzione del governo del Principe della pace con giustizia e rettitudine: “Il medesimo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. — Isa. 9:6, 7; Sof. 3:8, 9.
Incitare Geova a gelosia
Nella sua insistenza sull’esclusiva devozione Geova non si lascia beffeggiare. (Gal. 6:7) Chiunque fra i suoi servitori rifiuti di rendergli piena devozione e non lo ami con tutto il cuore, la mente, l’anima e la forza, cerca di servire due padroni. Gesù ha spiegato che il risultato di tale condotta sarebbe disastroso, poiché tale uomo amerebbe un padrone e disprezzerebbe l’altro. (Matt. 6:24) Una persona del genere ‘incita Geova a gelosia’. (Deut. 32:16; I Re 14:22) In una visione Geova mostrò a Ezechiele un “simbolo di gelosia”, evidentemente idolatrico, all’ingresso del tempio. (Ezec. 8:3, 5) La gelosia di Geova divampò contro il popolo di Giuda perché si era allontanato dall’esclusiva devozione.
L’apostolo Paolo dice ai cristiani: “Non potete partecipare alla ‘tavola di Geova’ e alla tavola dei demoni. O ‘incitiamo Geova a gelosia’? Noi non siamo più forti di lui, non vi pare?” (I Cor. 10:21, 22; Deut. 32:21) Egli mette in risalto che se un cristiano pratica volontariamente il peccato dopo aver acquistato accurata conoscenza della verità, può attendersi solo il giudizio e “un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. — Ebr. 10:26, 27.
DI GESÙ CRISTO
Il Figlio di Dio, essendo più vicino al Padre di qualsiasi altra creatura e meglio in grado di emularlo e farlo conoscere ad altri, poteva ben dire: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. (Giov. 14:9; Matt. 11:27; Giov. 1:18) Perciò nel suo zelo per la giustizia e nella sua gelosia per il nome del Padre suo superava chiunque altro. (Ebr. 1:9; Sal. 45:7) Rese sempre a Geova esclusiva devozione. (Matt. 4:10; Giov. 8:29) Quando era sulla terra il suo cuore ardeva animato da zelo e gelosia, perché il nome di Geova era diffamato nel tempio stesso dai mercanti amanti del denaro. (Giov. 2:13-17) In quell’occasione adempì la profezia del Salmo 69:9: “L’assoluto zelo per la tua casa mi ha divorato”. Perciò i suoi seguaci possono essere certi del suo zelo nello stabilire in modo completo e per sempre diritto, giustizia e rispetto per il nome e la sovranità di Geova, adempiendo la profezia del Salmo 45:3-6.
ESCLUSIVA DEVOZIONE DEGLI ADORATORI DI DIO
Tutti i veri adoratori di Dio hanno sempre mostrato zelo per il suo servizio e gelosia per il suo nome. Il profeta Elia, che compì opere potenti convertendo molti israeliti dalla falsa adorazione all’adorazione di Geova, disse: “Sono stato assolutamente geloso per Geova l’Iddio degli eserciti”. (I Re
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