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Lo scopo della mia vitaLa Torre di Guardia 1961 | 15 luglio
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l’opportunità di lavorare in altri stati. Una di queste assegnazioni mi condusse al Kentucky, dove lavorai dal 1933 al 1936. La maggioranza degli abitanti del territorio rurale vivevano in condizioni piuttosto primitive e una grande percentuale d’essi erano analfabeti. Questo mi fece pregustare ciò che sarebbe stata in seguito l’opera missionaria in un paese straniero.
Per andare in alcune case di questa assegnazione del Kentucky viaggiavamo in automobile fin dove potevamo giungere e poi continuavamo a piedi. A volte ci dovevamo togliere le scarpe e attraversare fiumi a guado per giungere ad una casa. Mentre lavoravamo in questa zona rurale, appresi che dove vi sono ostacoli maggiori, le gioie del servizio di Dio possono essere più ineffabili.
Ripresa nel 1941 l’opera di pioniere, lavorai per cinque anni in Chicago e dintorni. Mentre ero in questa città fui felice di ricevere l’invito di frequentare la nona classe di Galaad. Mi era sempre piaciuto andare a scuola, ed ora provai la gioia di mettermi a sedere di nuovo in un’aula scolastica. Ma quest’aula scolastica era diversa. Vi imparai le verità bibliche e ad essere un buon missionario.
Le lezioni e i consigli che ricevetti a Galaad mi sostennero nei momenti difficili che incontrai in seguito. Furono in un certo senso come una riserva spirituale alla quale ho potuto attingere di tanto in tanto. Nella sua bontà Geova mi provvide per mezzo di Galaad la forza di cui ebbi bisogno nei numerosi anni dopo il conseguimento del diploma.
Preso il diploma, feci per un anno il pioniere a Brooklyn, in cui ricevetti insieme ad altri cinque diplomati l’assegnazione di andare a Maracaibo, nel Venezuela. Fu un giorno felice quello in cui salpammo da New York sulla bella nave Santa Sofia. Dopo otto gioiosi giorni arrivammo alla nostra assegnazione. Era la prima volta che mettevamo piede in un paese al di fuori degli Stati Uniti. Nella nostra mente sorgevano molte domande. Ci chiedevamo come avremmo reagito verso la gente straniera e verso le loro strane abitudini. Saremmo stati capaci di rimanere nella nostra assegnazione missionaria? Io pensai che l’anno seguente avrebbe risposto a queste domande, e così fu.
In questo paese straniero imparai per la prima volta il vero significato della parola “pioniere”. In questo paese straniero preparavo la via alle altre pecore del Signore, perché acquistassero conoscenza della verità e trovassero la via della vita eterna. Maracaibo era una città di oltre 200.000 abitanti che aveva udito pochissimo il messaggio del Regno. Non dimenticherò mai la prima sera che trovammo alcune persone di buona volontà.
Una delle ragioni per cui sono stato in grado d’esser felice in questo paese tanto diverso dal luogo della mia nascita è che presi la decisione di amarne fin dall’inizio gli abitanti. Geova li ama abbastanza da inviarci ad aiutarli a imparare i suoi stupendi propositi, e noi dovremmo fare altrettanto.
Un po’ alla volta cominciammo a trovare le altre pecore del Signore, predicando di casa in casa. Come eravamo felici di vedere ogni settimana alle nostre adunanze sempre nuove persone! Provavamo grande gioia vedendo crescere la congregazione dall’infanzia alla maturità di testimoni di Geova.
Come c’era da aspettarsi, abbiamo dovuto superare degli ostacoli. Uno di questi è stata la grande percentuale di analfabeti fra il popolo. Esercitando molta pazienza, abbiamo potuto aiutare molte persone di buona volontà ad imparare sia la verità che a leggere. Sia che lavorassimo fra gente che non sapeva leggere o che fossimo tra persone che sapevano leggere, trovavamo una grande ignoranza biblica. Provammo perciò molta soddisfazione vedendo che le persone di buona volontà, dopo aver studiato per un breve periodo di tempo, trovavano i versetti nelle Scritture. Udendo uno d’essi dire: “Pensa; se tu non fossi venuto nel Venezuela, noi non conosceremmo questa preziosa verità”, compresi che i sacrifici fatti per venire qui erano valsi a qualche cosa. Quando ci trasferimmo dopo tre anni e mezzo in un’altra città, fummo felici di vedere una grande congregazione di attivi proclamatori che manifestavano i frutti della nostra amorevole opera.
La nostra nuova assegnazione fu Barquisimeto, la terza delle più grandi città del Venezuela. Siccome questa città ha un clima ideale, lasciare il caldo clima di Maracaibo fu per noi un piacevole cambiamento. Trovammo una piccola congregazione di sei proclamatori oltre ai missionari che già vi si trovavano. Ancora una volta fummo lieti di veder crescere la congregazione, lavorando fra il popolo. Si formò un gruppo di sessanta proclamatori e poi ci trasferimmo in un’altra città. L’ultimo giorno che trascorremmo con loro fu quello in cui inaugurarono una nuova e bella Sala del Regno, appagando un sogno di cinque anni. Ci fu molto difficile lasciare gli amici ai quali volevamo tanto bene, ma l’opera del Signore si deve espandere, e perciò andammo alla nostra terza assegnazione. Questa fu una città più piccola dell’estrema parte orientale del Venezuela, Cumaná.
Anche qui abbiamo trovato molte persone di buona volontà, come si vede dall’incremento che abbiamo già avuto nella nostra congregazione. Due nuovi proclamatori della buona notizia di questa città assisterono nel 1958 alla grande Assemblea Internazionale “Volontà Divina” dei Testimoni di Geova nella città di New York e vi furono immersi.
Come sono stati ricchi per me gli anni! Nonostante che abbiano portato le loro prove e le loro afflizioni, le gioie che ho provate nel servizio continuo reso al nostro Padre celeste le hanno più che compensate. Mettersi a dormire la notte sapendo d’aver trascorso il giorno lodando il nome di Geova è una gioia e una fonte di contentezza che è difficile a esprimersi. Spesso mi domando perché molti che non hanno obblighi continuano a esitar d’intraprendere l’opera di pioniere. Come Geova mantenne pieno il recipiente dell’olio della vedova ai giorni di Elia, così egli provvede ai bisogni di quelli che mettono i suoi interessi al primo posto. Questo è ciò che noi missionari abbiamo riscontrato nei nostri numerosi anni di servizio continuo.
Le esperienze che ho avute nella mia assegnazione estera hanno arricchito la mia vita e rafforzato la mia fede, permettendomi di confidare sempre in Geova. Io sono molto lieto di non aver atteso per intraprendere il servizio di pioniere, ma d’essermi dedicato ad esso confidando pienamente che Geova m’avrebbe aiutato a perseguire lo scopo della mia vita.
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Uno psicologo si fa beffe del peccatoLa Torre di Guardia 1961 | 15 luglio
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Uno psicologo si fa beffe del peccato
● “Non v’è nessun posto nella psicoterapia per il concetto del peccato e introdurvi questo concetto è pernicioso”. Questo disse un noto psicoterapista di New York. Ciò nondimeno rimane la verità: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. — Rom. 3:23.
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