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  • Visita del presidente al settentrione dell’America del sud
    La Torre di Guardia 1951 | 15 giugno
    • Le cime frastagliate erano una veduta da contemplare. Esse appariscono tutto ad un tratto e questo le rende ancor più suggestive. Le forze creative di Dio han fatto veramente la terra gloriosa! Che sarà essa mai quando Iddio istruirà l’uomo di farne la sua dimora paradisiaca?

      All’aeroporto di Barranquilla erano i quattro missionari di quella città, con altri trenta proclamatori venuti in autobus a ricevere i fratelli provenienti da Bogotà. Forse è dovuto al clima, ma i proclamatori di gruppo qui parevano più caldi ed entusiasti della visita e dell’opera di predicazione dell’evangelo rispetto ai fratelli di Bogotà. Entrando nella Sala del Regno, che è nella casa missionaria, una delle prime cose che notate è che il gruppo ha recentemente toccato un nuovo massimo di 81 proclamatori; che ciascun proclamatore ha una media di 17 ore al mese, e che il numero di studi biblici a domicilio è di 0,9, ossia quasi uno studio per ogni proclamatore di gruppo. Nessuna meraviglia che fossero entusiasti, poiché a Barranquilla i fratelli son desti! Questa impressione prevalse durante tutta la permanenza. Un’adunanza di gruppo era stata disposta per quella sera, e 94 persone ascoltarono attentamente il fratello Morgan e il fratello Knorr i quali diedero loro consigli sull’opera che dev’essere compiuta e li aiutarono pure a risolvere i loro problemi di organizzazione.

      I fratelli chiesero se potevano annunziare l’adunanza pubblica per radio e con mezzi diversi dalla distribuzione di volantini e dall’invito a quelli che avevano studi biblici. Ma il fratello Knorr disse loro che con l’entusiasmo che avevano i proclamatori di gruppo avrebbero probabilmente riempito la sala solo mediante la loro attività personale. Questo si avverò. Così non fu speso altro denaro per annunciare il discorso “Libertà ai prigionieri”. Prima che cominciasse il discorso il venerdì sera la sala era effettivamente affollata. Quando fu fatto il conto c’erano 261 presenti, esclusi i fanciulli in età troppo tenera per capire. La sala era zeppa e alcuni stavano in piedi nell’atrio. L’uditorio prestò molta attenzione e i fratelli furono certamente lieti di vedere tanti ascoltatori. Questa fu la più grande adunanza pubblica dei testimoni di Geova tenuta a Barranquilla, invero, in tutta la Colombia. Questo dimostrò a tutti che ci sono persone interessate nella città, e che è venuto il tempo di recar loro il messaggio del Regno. Si credeva che a Barranquilla il caldo sarebbe stato insopportabile, essendo situata proprio sulla costa e quasi al livello del mare, ma la continua brezza che soffiava dai Caraibi rese la visita oltremodo piacevole. Fu un meraviglioso refrigerio anche per l’adunanza pubblica, perché le persone ammucchiate nella sala non dovettero sopportare la solita temperatura soffocante.

      Presentemente ci sono solo nove missionari in Colombia. La Società potrebbe impiegarne facilmente altri 25 nelle principali città di questa nazione, che ha quasi undici milioni di abitanti. La Società ha cercato diligentemente di tenere dei missionari qui negli ultimi quattro anni, ma per una ragione o l’altra più di quindici hanno abbandonato la loro assegnazione. Per tre anni, dal 1946 a tutto il 1948, l’opera restò quasi ferma per quanto riguarda l’aiuto alle persone di buona volontà. Ma nel 1949, con solo otto missionari che lavorarono seriamente, si vide la benedizione del Signore sull’opera. Crediamo fermamente che se i fratelli che assumono privilegi missionari perseverassero nella loro opera anziché lasciarsi coinvolgere negli affari mondani, come fece un certo numero in Colombia, l’opera in quella nazione sarebbe molto più avanzata di quanto lo è attualmente e mostrerebbe un aumento maggiore in proporzione agli sforzi compiuti. Ma fu una gioia passare alcuni giorni con i fratelli che lavorano diligentemente per espandere la vera adorazione nella Colombia. Per grazia del Signore, molto altro lavoro sarà fatto nel prossimo futuro. La mattina del 12 gennaio dieci proclamatori vennero con noi all’aeroporto, e subito li salutammo e fummo in viaggio per Maracaibo, Venezuela.

      VENEZUELA

      Anche qui fu fatta una bella accoglienza al fratello Morgan e al fratello Knorr. Ce n’erano una cinquantina presenti all’aeroporto. I fanciulli portavano dei mazzi di fiori, e un giornalista era lì per prendere una fotografia, che apparve il giorno dopo sul giornale, con la notizia dell’arrivo dell’oratore che avrebbe parlato su “Libertà ai prigionieri”, nel Tempio Massonico. I due viaggiatori, assieme ai missionari residenti a Maracaibo, andarono a casa mentre gli altri proclamatori di gruppo andarono nel campo a distribuire i volantini annunzianti l’assemblea pubblica. La Sala del Regno era troppo piccola per la piccola assemblea che era stata convocata per i gruppi vicini a Maracaibo, ma furono poste delle sedie nel cortile dietro la casa e 75 persone ascoltarono le conferenze pronunziate quella sera dalle ore sette alle ore nove.

      Maracaibo è una città fiorente; la produzione di petrolio la rende molto laboriosa. Venerdì mattina fu necessario andare in città per le pratiche relative all’entrata di stranieri nella nazione e per avere informazioni circa il viaggio per la città successiva, e giacché erano lì i fratelli andarono al mercato, che era interessantissimo. Nella parte dei generi alimentari la carne è appesa a una sbarra proprio sopra il banco di vendita, e quando qualcuno voleva fare un acquisto doveva spingere da parte una gamba o qualche altro gran pezzo di bue o di porco per poter parlare con l’uomo che stava dietro il banco. Un missionario che lavorasse nel mercato potrebbe sentirsi avvolgere intorno al collo un coniglio o un pollo mentre darebbe testimonianza alla persona che si trova al banco. Era veramente un luogo affollato, ma ognuno sembrava gentile e amichevole. I missionari tengono un certo numero di studi biblici con persone che lavorano al mercato. Pareva che tutti sapessero dell’adunanza pubblica di quella sera; perciò i fratelli si aspettavano un buon numero di partecipanti. La stagione delle piogge pareva finita, ma il tempo cambiò e ci fu pioggia tutti i giorni sin dal principio della stagione calda. Speravamo che quel pomeriggio o quella sera non piovesse, perché quando a Maracaibo piove la gente non esce proprio fuori. Sfortunatamente vi fu un rovescio di pioggia proprio un’ora prima dell’adunanza pubblica che attenuò lo zelo di alcuni. Ciò nonostante, la sala fu piena, 132 persone occupavano i posti a sedere e alcuni erano in piedi nel corridoio.

      I fratelli erano così entusiasti per la venuta del fratello Knorr che pensarono che il discorso dovesse esser trasmesso per radio e a tal uopo presero accordi con la radiostazione Ondas del Lago (che vuol dire “Onde del Lago”). Per tenere l’adunanza pubblica si dovette ottenere un permesso speciale, e pure per parlare in inglese alla radio ci volle il permesso. Questo permesso fu concesso dal governo. Solo quindici minuti prima che avesse inizio il discorso arrivarono i radiotecnici per fare il collegamento in modo che il discorso in inglese e in ispagnolo fosse trasmesso dalla Sala Massonica alla stazione trasmittente. Qualche minuto dopo le ore 8 pomeridiane il programma ebbe inizio. Dopo quindici minuti circa che il fratello Knorr ebbe cominciato a parlare all’attentissimo uditorio tutte le luci dell’edificio si spensero. La sala fu immersa nell’oscurità e la mancanza di corrente interruppe la trasmissione. Il fratello Knorr pregò l’uditorio di rimanere tranquillo e continuò la sua dissertazione. Nessuno uscì, ad eccezione dei pochi che corsero a vedere cosa si poteva fare per riavere la luce. Ci fu un momentaneo mormorio nella sala, ma subito tutti s’acquietarono e ripresero ad ascoltare il discorso. Si seppe più tardi che si era fusa una valvola della linea principale. Il personale incaricato la sostituì prontamente; perciò l’uditorio rimase al buio appena tre minuti circa. Pochi secondi dopo che tornò la corrente, il fratello Morgan sentì di nuovo l’argomentazione inglese-spagnola alla piccola radio con la quale egli stava controllando il programma.

      La radiodiffusione fu fatta benissimo, sia in inglese che in ispagnolo, per un’ora e mezza. Il giorno dopo fu riferito ai fratelli che lavoravano di casa in casa che il discorso pubblico era stato vivamente apprezzato. Una donna traboccava d’entusiasmo per quello che aveva appreso e non fu difficile collocare un libro presso di lei e stabilire uno studio. Essa aveva sentito gli annunci della radio che ci sarebbe stato un discorso pubblico, ma i suoi vicini le consigliarono di non andare al discorso nella Sala Massonica. I preti avevano detto ai suoi vicini che i testimoni di Geova eran “diavoli bianchi degli Stati Uniti”. Ma la sua curiosità ebbe il sopravvento ed ascoltò la trasmissione. Naturalmente fu piena di gioia per quello che ascoltò, e volle saperne di più. Altri proclamatori riferirono che qualcuno ascoltò il discorso in inglese, mentre altri compresero solo lo spagnolo. Commenti favorevoli sulla radiodiffusione furono intesi dappertutto. I proclamatori furono contentissimi apprendendo che la radiodiffusione era stata buona e sperano di raccogliere buoni frutti a causa di questa assemblea.

      Il piccolo gruppo di testimoni di Geova di Maracaibo è cresciuto da quando i missionari vi cominciarono l’opera un anno fa. Attualmente ci sono 36 proclamatori di gruppo. Cinque missionari provenienti da Galaad stanno ora aiutando i proclamatori in quella città. Un’altro particolare che rese felici i fratelli locali fu il fatto che il giornale Panorama del Diario pubblicò un’altra fotografia del fratello Knorr, assieme al suo interprete, mentre parlava nel Tempio Massonico. Quindi i testimoni di Geova sono all’opera in Maracaibo, e i missionari e i proclamatori di gruppo coglieranno i benefici della pubblicità che è stata fatta ed aiuteranno i prigionieri a liberarsi dalla loro superstizione e dai legami religiosi, tenendo diligentemente studi biblici nelle case delle persone di buona volontà. Ancora una volta la visita parve troppo breve, ma si sentì che un gran bene era stato fatto parlando ai missionari e trattando certi problemi sorti fra i proclamatori di gruppo.

      Il sabato mattina i due rappresentanti della Società dovevano essere in viaggio verso la capitale del Venezuela, Caracas. Un certo numero di fratelli era all’aeroporto di Maracaibo a vederli partire, e alle ore 11,15 antimeridiane il Pan American Clipper si levava dalla pista puntando verso il Lago di Maracaibo e poi verso il mare. I due viaggiatori, con altri passeggeri, si erano seduti nei comodi sedili posteriori, pensando che entro un’ora e mezza avrebbero incontrato altri loro conservi nella città capitale. Ad un tratto l’aeroplano sembrò che si arrestasse momentaneamente nell’aria e quindi avanzasse di nuovo. Qualche cosa non andava. La stessa cosa si ripeté una seconda volta e infine una terza. L’impressione provata è difficile a descriversi. Immaginate di tirare con forza il capo di una fune mentre l’altra estremità viene tirata con uguale forza. Improvvisamente la forza cede un momento all’altro capo della fune e voi scivolate indietro. Poi quando la spinta riprende ritornate alla vostra posizione primitiva. Ma intanto avete uno scossone. Questo accadde all’aeroplano per tre volte, e i viaggiatori si resero conto che uno dei motori non funzionava bene. Qualche minuto dopo che si era verificato questo si notò che il pilota piegò l’apparecchio a destra, dirigendolo verso l’interno e lo mantenne così sulla destra fino a che ebbe completato il giro. Allora riprese il volo piano puntando direttamente sull’aeroporto che avevamo lasciato solo quindici minuti prima.

      Nel frattempo i fratelli che avevano accompagnato i partenti eran tornati in città. Non sapendo quanto tempo l’aeroplano sarebbe restato a terra per riparazioni, tutto ciò che i due fratelli potevano fare era attendere. In meno di due ore i meccanici avevano smontato e sostituito alcune parti del motore. Quando lo provarono, il motore sembrò che fosse in ottime condizioni; quindi alle ore 2 pomeridiane il fratello Morgan e il fratello Knorr partirono ancora, facendo un buon viaggio fino all’aeroporto di La Guaira. Questa città è il porto di Caracas. I fratelli erano qui in attesa dei viaggiatori, chiedendosi che cosa fosse accaduto, e furono molto lieti di vederli arrivare. Quindi fecero l’interessante salita sul fianco della montagna, per una strada a zigzag, serpeggiante e tortuosa, prima da una parte e poi dall’altra, con molti precipizi lungo tutta la via. Però la strada era assai migliorata in confronto alle condizioni in cui si trovava quando il fratello Knorr la percorse tre anni e mezzo prima nella prima visita. Per il fratello Morgan era del tutto nuova e interessante. Finalmente giungemmo in vista della città situata a circa tremila piedi (m. 915) sul livello del mare. Grandi cambiamenti vengono fatti nella città di Caracas. Il centro è stato in buona parte demolito e un nuovo corso, in parte sotterraneo, attraversa direttamente il centro della città. Nuovi, magnifici edifici sono in costruzione, alcuni dei quali son già finiti. Caracas è una città commerciale in pieno sviluppo e i missionari assegnati qui sono felici di trovarsi in questa metropoli per predicare la Parola.

      Il sabato sera fu il secondo giorno dell’assemblea di circoscrizione, e dovevano parlare il fratello Knorr e il fratello Morgan. Essi fecero questo davanti a un uditorio di 110 persone. Questo è stato un grande contrasto con la piccola adunanza tenuta pochi anni prima nella piccola casa d’una persona interessata. Ora nell’ampia Sala del Regno, che era una rimessa d’automobili rimodernata, fu interessante vedere alcuni dei fratelli conosciuti in precedenza dal fratello Knorr e godere appieno lo splendido incremento dell’opera. La mattina seguente dodici fratelli simbolizzarono la loro consacrazione col battesimo in acqua. Il pomeriggio era riservato a un’adunanza pubblica, ma poiché non era stato ottenuto il permesso scritto per il discorso del fratello Knorr all’assemblea pubblica, un ministro nativo dei testimoni di Geova pronunziò il discorso pubblico su “La sola luce”. Egli parlò egregiamente, e quelli che sfidarono la pioggia, dei quali ce n’erano 90, ascoltarono con molto piacere il discorso. Durante il giorno il tempo si rischiarò e le persone di buona volontà si sentirono più libere di venire all’adunanza serale per ascoltare ancora una volta i fratelli Knorr e Morgan. Questa fu la più grande adunanza dell’assemblea, cioè 143 persone.

      Tutti i proclamatori di gruppo chiedevano notizie del loro fratello pioniere che era stato invitato di andare a Galaad e che avrebbe frequentato la classe che cominciava la fine di febbraio. Fu loro detto che stava bene e studiava diligentemente l’inglese, e anche che stava cambiando dalla lenta andatura latina a quella più svelta dei nostri fratelli americani nella stamperia. Per parecchi anni i missionari a Caracas dovettero adattarsi in una casa assai modesta in un quartiere povero della città, perché non riuscivano a trovar di meglio. Circa un anno fa il servitore della Filiale, fratello Baxter, riuscì finalmente ad affittare una graziosissima casa nel miglior quartiere cittadino. I fratelli sono molto soddisfatti di vivere in un ambiente decente, e di avere la loro bella Sala del Regno, che è ora troppo piccola, unita alla casa. Infatti, all’adunanza della domenica sera metà dell’uditorio dovette stare sulla strada e davanti al cortile dove vennero serviti con altoparlanti. Probabilmente non passerà molto tempo prima che sia formato un nuovo gruppo per soddisfare il crescente interessamento. La nuova casa missionaria, che è assai spaziosa, è ora piena di missionari, essendone appena giunti altri cinque. Ce ne sono dieci ora in Caracas. Tutti son molto entusiasti della loro assegnazione, ed amano la popolazione e le sue usanze. L’unica cosa che non amano sono le enormi spese, il costo del vitto e dell’abbigliamento. Il Venezuela è attualmente uno fra i paesi di tutta l’America del Sud dove la vita costa molto caro. Ma per questo ostacolo si occupa la Società mediante la casa missionaria.

      Sin dal 1946 quando il fratello Knorr fece la sua prima visita e i primi due missionari iniziarono il lavoro qui vi erano soltanto uno o due buoni proclamatori, ma alla fine di quell’anno tredici riportavano il proprio lavoro. Al termine dell’anno di servizio 1949 vi erano 91 proclamatori regolari nel campo, e un massimo di 132 era stato raggiunto. C’era la probabilità che prima che finisse l’anno di servizio 1950 avrebbero avuto 100 proclamatori solo nella città di Caracas, con buoni aumenti negli altri sei gruppi organizzati in tutta la nazione. Possibilmente la Società avrebbe inviato nel Venezuela altri missionari al termine di quest’anno di servizio e avrebbe aperto case missionarie in alcune delle città più grandi. C’è molto lavoro da fare tra i tre milioni e mezzo di Venezuelani.

  • Lettera
    La Torre di Guardia 1951 | 15 giugno
    • Lettera

      “SUL MANDATO DIVINO”

      9 ottobre 1949

      Caro fratello,

      Rispondiamo alla tua lettera relativa alla nascita dei figli della classe delle “altre pecore” i quali sopravvivranno ad Harmaghedon.

      La Torre di Guardia ha fatto rilevare più volte che Cristo Gesù non genera ancora figliuoli terrestri e per questo motivo gli attuali membri della classe delle “altre pecore” non sono giustificati per la vita eterna sulla terra. Il rimanente degli unti membri del corpo di Cristo inoltre non sono la madre della classe delle “altre pecore” d’oggi, e non sarebbe giusto che le “altre pecore” si rivolgessero al rimanente come a padre o madre in senso spirituale. Durante il regno di mille anni di Cristo coloro che escono dai sepolcri e ottengono la vita eterna non sono considerati come figli dei principi terrestri ma sono considerati “simili agli angeli e son figliuoli di Dio, essendo figliuoli della risurrezione”. (Luca 20:35, 36) Siccome la loro vita sulla terra è ottenuta mediante il sacrificio della perfetta umanità di Cristo, di lui si parla anche come del loro “Padre eterno”. La vita che questi avranno non sarà una vita spirituale ma puramente

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