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  • Le “chiavi” del più grande governo e il loro uso
    La Torre di Guardia 1980 | 1° aprile
    • inviarono loro Pietro e Giovanni; e questi scesero e pregarono per loro, onde ottenessero lo spirito santo. Poiché non era ancora caduto su nessuno di loro, ma erano solo stati battezzati nel nome del Signore Gesù. Quindi [Pietro e Giovanni, apostoli] posero su di loro le mani, ed essi [i samaritani battezzati] ricevevano lo spirito santo”. Questo non significò semplicemente ricevere miracolosi doni spirituali.

      26. Così i samaritani battezzati divennero qualificati per quale privilegio, e Pietro, in presenza di Giovanni, quale strumento usò?

      26 A questo punto, per la prima volta, i samaritani battezzati ‘nacquero’ di spirito, come pure d’acqua, e furono qualificati per entrare nel celeste regno di Dio. (Giov. 3:5) In questo caso l’operato dello spirito fu simile a quello successivamente narrato in Atti 10:44-46 e 11:15-17. Perciò l’apostolo Pietro usò la seconda delle “chiavi del regno dei cieli” a favore dei credenti samaritani battezzati. È vero che insieme a Pietro c’era l’apostolo Giovanni, ma anche in precedenza, il giorno di Pentecoste, con Pietro c’erano gli altri undici apostoli, tuttavia era stato lui a usare la chiave. — Vedi anche Matteo 18:1, 18.

      27. In che modo Atti 8:18-23 mostra che fu Pietro a prendere la direttiva nel trattare con l’ex mago Simone?

      27 La priorità di Pietro è mostrata dalle successive parole di Atti 8:18-23: “Or quando Simone [il mago] vide che mediante l’imposizione delle mani degli apostoli era dato lo spirito, offrì loro del denaro, dicendo: ‘Date anche a me questa autorità, affinché chiunque, sul quale io ponga le mani, riceva lo spirito santo’. Ma Pietro gli disse: ‘Il tuo argento perisca con te, perché hai pensato di ottenere per mezzo del denaro il possedimento del gratuito dono di Dio. Tu non hai parte né sorte in questa faccenda, poiché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio. Pentiti, perciò, di questa tua bassezza, e supplica Geova affinché, se possibile, lo stratagemma del tuo cuore ti sia perdonato; poiché vedo che tu sei un fiele velenoso e un laccio d’ingiustizia’”. Questo indica che Pietro in tale occasione prendeva la direttiva come principale agente di Cristo. Fu lui a parlare, essendo state affidate a lui le chiavi del Regno.

      28. A chi altri fu allora aperta l’opportunità del Regno, e i samaritani generati dallo spirito cominciarono ad adorare in quale luogo?

      28 Da allora in poi si poteva offrire la stessa opportunità ad altri nella zona di Samaria. Infatti Atti 8:25 ci dice: “Perciò, quando [Pietro e Giovanni] ebbero dato completa testimonianza ed ebbero detto la parola di Geova, essi tornarono a Gerusalemme, dichiarando la buona notizia a molti villaggi dei Samaritani”. Ora i samaritani battezzati e generati dallo spirito cominciarono ad adorare il loro Padre celeste, Geova, non più sul Monte Gherizim né a Gerusalemme, ma nel suo grande tempio spirituale. — Giov. 4:21.b

      29. Dopo la conversione di Saulo al cristianesimo, cosa accadde alla congregazione generata dallo spirito in Giudea, Galilea e Samaria, e dove si stabilì Filippo?

      29 Filippo e altri cristiani giudei erano stati costretti a fuggire in Samaria a causa della persecuzione promossa da un fariseo di nome Saulo di Tarso. Ma quando lo stesso Saulo si convertì al cristianesimo, per la congregazione in Palestina le cose cambiarono. “Quindi”, secondo Atti 9:31, “in realtà, in tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria la congregazione entrò in un periodo di pace, essendo edificata; e mentre camminava nel timore di Geova e nel conforto dello spirito santo, si moltiplicava”. Filippo si stabilì infine a Cesarea, un porto di mare, dov’era situato il quartier generale del governatore romano della provincia della Giudea e dove era di stanza una coorte di soldati detta italica. — Atti 8:40; 21:8; 10:1; 23:23-35.

  • “Le chiavi del regno” e la “grande folla”
    La Torre di Guardia 1980 | 1° aprile
    • “Le chiavi del regno” e la “grande folla”

      1. Dato che infine Filippo si stabilì a Cesarea, quali domande sorgono riguardo a lui in relazione al 36 E.V.?

      NELL’ANNO 36 E.V., a Cesarea, sulla costa orientale del Mar Mediterraneo, ebbe luogo un avvenimento segnato nella storia del cristianesimo. Non si sa con certezza se in quell’anno Filippo l’evangelizzatore vi si era già stabilito. In caso affermativo, come mai non fu impiegato lui per contattare un ufficiale dell’esercito della coorte italica che era di stanza lì? Filippo aveva preceduto l’apostolo Pietro nelle attività cristiane in Samaria, quindi perché non a Cesarea nel 36 E.V.? Le Scritture ispirate ci danno la risposta.

      2. Quando fu abolito il patto della legge mosaica, ma ancora per quanto fu riservato un trattamento di favore ai giudei circoncisi?

      2 Il patto della Legge di cui Mosè era stato mediatore fra Geova Dio e Israele al Monte Sinai in Arabia fu abolito sulla base della morte di Gesù Cristo, discendente di Abraamo e del re Davide, al palo. Questo avvenne tre anni e mezzo dopo il battesimo di Gesù in acqua e la sua unzione con lo spirito nel 29 E.V. Ciò nondimeno, Geova continuò a riservare un trattamento di favore ai giudei naturali e anche ai samaritani in questo periodo di altri tre anni e mezzo, per adempiere la profezia di Daniele 9:24-27a. Questa “settimana” o periodo di sette anni terminò nel settimo mese lunare (tishri) del 36 E.V. Da allora in poi i discendenti israeliti di Abraamo sarebbero stati messi allo stesso livello, in senso spirituale, delle persone delle nazioni non giudaiche, gli incirconcisi gentili. Dopo di che l’Iddio di Abraamo non avrebbe più riservato un trattamento di favore ai giudei. Come fu dimostrato questo nel 36 E.V.?

      3. (a) Dove si trovava a quel tempo l’apostolo Pietro, e perché? (b) Perché Pietro fu criticato dai circoncisi giudei cristiani di Gerusalemme per la sua azione inconsueta?

      3 Verso quel tempo, dietro urgente richiesta della congregazione cristiana della città portuale di Ioppe, Pietro era arrivato lì e aveva destato dai morti Gazzella, una brava cristiana giudea. Pietro si trattenne alcuni giorni da Simone il conciatore. (Atti 9:36-43) A quel tempo un gentile incirconciso era ritenuto una compagnia indesiderabile per un giudeo, proprio come una persona disassociata dalla congregazione del popolo di Dio. (Matt. 18:17) Quindi, fino a quel tempo, il giudeo cristiano Pietro non era mai entrato di sua spontanea volontà in casa di un gentile incirconciso. (Questo valeva indubbiamente anche per l’evangelizzatore Filippo). Di conseguenza, quando in seguito i circoncisi giudei cristiani di Gerusalemme udirono che Pietro era entrato in casa di un gentile, lo criticarono, dicendo che “era entrato nella casa di uomini incirconcisi e aveva mangiato con loro”. — Atti 11:3.

      4. In che modo l’apostolo Pietro, cristiano giudeo, spiegò i suoi sentimenti dopo essere entrato in casa di un gentile a Cesarea?

      4 Anche Pietro, sebbene fosse un apostolo cristiano già da alcuni anni, disse all’uomo di Cesarea nella cui casa aveva

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