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  • Sostenete gli interessi del nuovo mondo con tutto il cuore
    La Torre di Guardia 1960 | 15 settembre
    • Sostenete gli interessi del nuovo mondo con tutto il cuore

      “Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la forza tua”. — Mar. 12:30.

      1. Che cosa desidera Geova dalle sue creature?

      GEOVA pone in risalto nella sua Parola che egli è un Dio che esige esclusiva devozione. Desidera che le sue creature abbiano zelo e lo servano con tutto il cuore. Data la contesa che implica il suo nome e la sua supremazia, egli non può tollerare l’indifferenza né la tiepidezza in quelli che parlano di lui. Egli stesso è zelante per il suo nuovo mondo che sosterrà il suo onore. Questo nuovo mondo è una delle cose che gli stanno a cuore ed egli ne sostiene gli interessi. Geova si distingue per questo suo interessamento.

      2. Perché possiamo dire che Gesù compì il suo ministero con tutto il cuore?

      2 Cristo Gesù fu un perfetto esempio di ministro, che compì le sue opere di devozione con tutto il cuore. È meraviglioso considerare la gran quantità di lavoro che compì nei suoi tre anni e mezzo di ministero. Servì una nazione di oltre due milioni di persone; di giorno in giorno le folle lo seguivano di continuo ed egli le servì con tutto il cuore, a volte rimandando i pasti o il sonno. Spesso, quando aveva finito un lungo giorno di servizio, trascorreva il tempo ammaestrando e addestrando i suoi discepoli; perfino passando tutta la notte successiva nella preghiera. Egli veramente versò la sua anima nella morte. In tutta questa attività, fece mai le cose meccanicamente? Si attardò mai nel suo lavoro? Il racconto dice in Marco 7:37 (Ti) che le moltitudini “ne stupivano oltremodo, esclamando: Egli ha fatto bene ogni cosa”. Quale eccellente esempio di servizio compiuto con tutto il cuore! Egli disse appropriatamente: “Il mio cibo è che io faccia la volontà di colui che mi ha mandato e finisca la sua opera”. Egli provò diletto nella sua opera come quando si mangia un buon pasto. La ragione? La legge di Dio era nel suo cuore. “Chiunque è perfettamente istruito sarà come il suo insegnante”, almeno nella diligenza e nell’esclusiva devozione verso gli interessi del nuovo mondo di Geova. — Giov. 4:34; Luca 6:40.

      3. (a) Può l’uomo compiere le sue opere con tutto il cuore? Perché? (b) Quale consiglio dà Paolo a quelli che desiderano con tutto il cuore divenire cristiani?

      3 L’uomo riflette la capacità di compiere le sue opere terrene con tutto il cuore. Guardate il bambino che gioca. Come vi mette tutto il cuore, ignorando perfino il pericolo, il freddo, il caldo o la stanchezza! Egli è pieno d’interesse e attenzione, per nulla ansioso di smettere, e smette solo quando vi è costretto. Come si comportano gli adulti? Quando si tratta di cose delle quali s’interessano non le compiono di mala voglia. Lo sportivo è un buon esempio: Si tratti di andare a caccia, d’andare a pescare o di fare dell’atletica, il suo cuore lo guida nell’azione. Spesso le sue forze fisiche sono gravemente tarate e a volte può difficilmente essere all’altezza dell’ardore del desiderio e dell’attività; ma con ansia, perfino affannosamente, persegue l’oggetto del suo interesse. Una volta un corridore s’impegnò completamente nella sua gara e raggiunse il traguardo della vittoria, ma poi cadde morto per l’esaurimento. Tutto il suo cuore era nella competizione, a costo della sua stessa vita. Paolo notò lo zelo e l’ardore dei contendenti nelle gare dei suoi giorni e se ne servì per illustrare la condotta cristiana. Egli disse: “Poiché dunque abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti, mentre guardiamo attentamente al capo e perfezionatore della nostra fede, Gesù”. Sì, mettete da parte ogni cosa che vi può distogliere dal correre la corsa con tutto il cuore e dall’essere assorti o intenti nel seguire il perfetto esempio di fede posto da Gesù. — Ebr. 12:1, 2.

      4. Che relazione vi è tra il servizio reso con tutto il cuore e la fede?

      4 L’apostolo Paolo richiama la nostra attenzione sulla parte che la fede ha nel render servizio con tutto il cuore. Il sentire con tutto il cuore non è un segreto, come non lo è la fede. La fede è mostrata da ciò che il servitore di Geova compie. Perseverando nella fede con le azioni il servitore rivela al suo Signore tutto il proprio cuore. Chi ha veramente fede in Geova e nelle sue preziose promesse dimostra la propria fede con le azioni che compie, col proprio atteggiamento verso i propositi e gli interessi di Geova, come anche Gesù Cristo perfezionò la sua fede. — Giac. 2:17.

      MOSTRATE FEDE CON TUTTO IL CUORE

      5. Perché Abele è un esempio per cristiani d’oggi?

      5 Il ‘gran nuvolo di testimoni che ci circondano’ menzionati da Paolo agli Ebrei comprende i numerosi testimoni di Geova dei tempi antichi. La loro fede non fu fiacca o instabile rispetto alle promesse del nuovo mondo di Geova. Indubbiamente essi manifestarono la loro completa fede con tutto il cuore, mediante le opere che compirono. Abele, per esempio, avendo ricevuto da Geova informazioni assai minori di quante ne abbiamo noi ora circa il nuovo mondo, manifestò la sua fede con tutto il cuore recando la migliore offerta disponibile, ‘le primizie del suo gregge’, in sacrificio a Geova. Caino porto una scadente offerta di ‘alcuni frutti della terra’. Quale offerta Geova ritenne accettevole? L’offerta di fede fatta da Abele con tutto il cuore, il meglio delle sue greggi. Quindi dalla prima generazione della famiglia umana la vera storia mostra il favore di Geova per il servizio reso con tutto il cuore, non per quello reso senza generosità. — Gen. 4:3-5; Ebr. 11:4.

      6. Come Enoc servì gli interessi del nuovo mondo?

      6 Benché il racconto biblico di Enoc sia breve, non v’è dubbio che fu un servitore di Geova che mostrò la sua fede con tutto il cuore mediante le azioni che compì, servendo quale profeta di Geova fra uomini empi. Egli predisse la distruzione dei malvagi che deve precedere l’istituzione del nuovo mondo, servendo in tal modo gli interessi del nuovo mondo. — Gen. 5:22; Ebr. 11:5; Giuda 14, 15.

      7. Con quali opere Noè e la sua famiglia mostrarono la loro fede?

      7 Si narra molto di più del servizio reso a Geova con tutto il cuore da Noè. Nella sua mente non sorse mai un dubbio su ciò che Geova aveva predetto, ed essa lo indusse ad esprimere la sua fede con le azioni, mostrando ‘devoto timore e costruendo un’arca per la salvezza della sua famiglia’. È vero che nessuno aveva mai visto un diluvio o udito parlare prima d’una tale arca, ma Noè e la sua famiglia non misero mai in dubbio per un solo minuto ciò che Geova aveva detto. Essi si dedicarono interamente alla costruzione dell’arca, secondo le istruzioni di Geova. Essi vi si dovettero mettere d’impegno, poiché fu un gigantesco programma di costruzione da attuare in un limitato periodo di tempo. L’arca fu lunga 137 metri, larga 23 metri e alta 14 metri, a tre piani e con molte suddivisioni interne. Fu anche compiuta una predicazione, e tutto questo fra una popolazione di uomini empi e di angeli materializzati. Un vecchio mondo stava per finire; un altro mondo stava per sorgere. La compiutezza della loro opera recò la sua ricompensa; la grande arca galleggiò per parecchi mesi dopo l’inizio del diluvio, ed essi sopravvissero. Un altro mondo venne quindi all’esistenza, ma il fissato tempo di Geova per la restaurazione della condizione paradisiaca della terra non era ancora giunto. Agli uomini sarebbero state date ulteriori opportunità di compiere le proprie azioni di fede con tutto il cuore. — Gen. 6:9–8:5; 2 Piet. 2:5; 3:6.

      8. (a) Come Abrahamo rese servizio con tutto il cuore per il nuovo mondo? (b) Perché Geova non si vergogna d’esser chiamato il Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe?

      8 Abrahamo dovette render servizio con tutto il cuore. Non fu una cosa da niente raccogliere tutta la proprietà e andare in un territorio straniero con la famiglia, gli schiavi, il bestiame e i possedimenti, dicendo addio ai parenti e lasciandosi dietro una buona eredità. La sua fede fu messa alla più dura prova quando Geova comandò ad Abrahamo di offrire Isacco, il figlio che amava tanto teneramente, in olocausto. Senza esitare Abrahamo s’avviò per offrire Isacco, sicuro in cuor suo che Geova l’avrebbe potuto ridestare dai morti. Con queste azioni la sua fede si perfezionò. Geova intervenne mediante il suo angelo, risparmiando Isacco e promettendo ad Abrahamo che per mezzo di Isacco i suoi discendenti sarebbero divenuti innumerevoli, come la rena che è sul lido del mare. Abrahamo visse per vedere i figli di Isacco, ed essi abitarono tutti in tende, aspettando “la città che ha vere fondamenta e il cui edificatore e creatore è Dio”. Sebbene non s’aspettassero di vedere l’istituzione del nuovo mondo ai loro giorni, essi compirono le loro azioni con tutto il cuore in armonia con la volontà di Geova, essendo guidati in ogni cosa dalla loro ferma fede nelle promesse di Geova. “Nella fede morirono tutti questi, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, ma le videro di lontano e le salutarono dichiarando pubblicamente d’essere stranieri e residenti temporanei nel paese. . . . Quindi Dio non si vergogna di loro, d’essere invocato come loro Dio, poiché egli ha preparato per loro una città”. Essi sarebbero potuti tornare al luogo dal quale eran partiti se fossero stati poco fiduciosi riguardo alle promesse di Geova, ma non fecero questo. Servirono con tutto il cuore dove Geova li inviò. — Gen. 22:1-19; Ebr. 11:8-20; Giac. 2:21-23.

      9. Spiegate gli atteggiamenti di Giacobbe e di Esaù verso gli interessi del nuovo mondo, e le conseguenze.

      9 I più famosi gemelli della Bibbia mostrarono verso gli interessi del nuovo mondo contrastanti atteggiamenti. I figli gemelli di Isacco ebbero diverse disposizioni. Quando si trattò delle promesse di Geova, Giacobbe se ne interessò con tutto il cuore, ma Esaù s’interessò maggiormente di se stesso, della caccia e della vita all’aperto nei campi. La promessa fatta da Geova ad Abrahamo e alla sua progenie e la parte che vi avrebbe avuto un discendente erano di poco valore in paragone col pane e una minestra di lenticchie; quindi Esaù mostrò che il diritto di primogenitura era spregevole ai suoi occhi, vendendolo a Giacobbe per un po’ di cibo. E, a differenza di Giacobbe, prese le sue mogli fra i non credenti, facendo provare molta amarezza ai suoi genitori. Giacobbe s’interessò con tutto il cuore alla promessa di Geova e per mogli scelse attentamente credenti in Geova che avrebbero potuto cooperare, mantenendo l’istruzione teocratica nella cerchia familiare. La fede spinse Giacobbe a servire Geova ardentemente e Geova mutò il suo nome in Israele, giacché sarebbe divenuto il capo della nazione dalla quale sarebbe venuta la promessa progenie. Ma i discendenti di Esaù in Edom si opposero ai propositi e al popolo di Geova, si schierarono dalla parte dei nemici di Geova e quale popolo furono condannati alla distruzione. Durante il regno bellicoso dei Maccabei prima del tempo di Cristo, essi furono completamente assoggettati per non risorgere più come nazione. — Gen. 25:27-34; 26:34, 35; 32:28; Ger. 49:7-22.

      10. Quale saggia scelta fece Mosè in Egitto?

      10 Il materialismo ha scacciato la pura adorazione dalla vita di alcuni uomini, ma Mosè non è fra loro. Nato in un tempo di afflizione per la sua nazione, quando i bambini maschi erano condannati a morire alla nascita, Mosè fu preservato e Geova se ne servì per adempiere il suo proposito. Mosè trascorse i suoi primi anni con la propria madre, che fece da “nutrice” per conto della principessa egiziana. In quel tempo Mosè ricevette istruzione sui propositi e sulla volontà di Geova. In seguito fu “istruito in tutta la sapienza degli Egiziani . . . divenne potente in parole e in opere”. Quale istruzione ebbe maggior effetto su di lui? “Per fede Mosè, divenuto grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia di Faraone, scegliendo d’essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato, perché stimava la riprovazione del Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto, poiché aveva lo sguardo attentamente rivolto al pagamento della ricompensa”. Benché non si sentisse ben preparato per parlare dinanzi a Faraone, egli si dedicò completamente al compito inerente alle dieci piaghe che s’abbatterono sull’Egitto non lasciando nessun dubbio nella mente degli Egiziani, ma mostrando che si era schierato con tutto il cuore dalla parte di Geova. — Atti 7:22; Ebr. 11:24-26.

      11, 12. Quali servizi Mosè rese insieme ad Israele con tutto il cuore?

      11 Dopo la liberazione dall’Egitto, Mosè si distinse quale condottiero e profeta d’Israele. Egli ebbe zelo per la causa di Geova. Ogni volta che Israele mostrava uno spirito di disputa o ribellione, Mosè dimostrava con tutto il cuore d’essere per la giustizia. Come poteva non sentirsi adirato quando la nazione fece un vitello d’oro per adorarlo invece di adorare Geova o quando Core e i suoi uomini si ribellarono alle nomine teocratiche di servizio fatte da Geova? Quando Israele s’unì all’adorazione immorale del Baal di Peor Mosè ordinò giustamente di uccidere tutti gli uomini che vi avevano partecipato. Egli diresse l’esercito d’Israele in vittoriose campagne contro i re amorrei Sihon e Og.

      12 Mosè impiegò lietamente le sue energie facendo da giudice ai suoi conservi israeliti. Egli fu vigoroso e schietto nella sua lealtà verso Geova, mostrando la sua fede con le opere. Diede un tale esempio di servizio compiuto con tutto il cuore che tutta la nazione avrebbe dovuto trarne beneficio vedendolo servire Geova. Che prestasse servizio con tutto il cuore è anche provato dalle vigorose parole di consiglio che pronunciò alla nazione, come narra Deuteronomio. In Deuteronomio 31:1-8, le sue espressioni rivelano la forza della sua credenza in Geova dopo tanti anni di servizio. Rendendo la sua adorazione con tutto il cuore, Mosè divenne un qualificato profeta di Geova; a lui è attribuito anche un salmo (90) e forse scrisse pure il salmo novantunesimo. Che cosa avrebbe perduto se avesse scelto i “tesori d’Egitto”!

      13. In che modo la benedizione veniva sui non Israeliti che servivano Geova con tutto il cuore?

      13 Per i non Israeliti le esigenze di Geova erano le stesse. Accettevole fede era mostrata da azioni compiute con tutto il cuore. La considerazione delle parole di Raab riportate in Giosuè 2:9-13 mostrerà a chiunque la sua incrollabile fede nella potenza di Geova e nella certezza della distruzione di Gerico. Ella protesse gli esploratori, li aiutò a fuggire e diede loro accurate informazioni sui sentimenti del popolo circa la venuta della nazione d’Israele, messaggio che, riferito a Giosuè, non avrebbe potuto far altro che incoraggiare l’esercito d’Israele. Ella osservò attentamente le condizioni per la liberazione stabilite dai rappresentanti di Geova e perciò non perì alla caduta di Gerico. Non fu solo la sua fede a salvarla, ma le sue azioni: “La meretrice Raab non fu giustificata forse per le opere, quando accolse gli inviati e li fe’ partire per altra strada?” Raab ottenne più della vita. Ella abbandonò la prostituzione, divenne la moglie di Salmon ed ebbe il privilegio d’essere un’antenata di Cristo. — Giac. 2:25, Ti; Matt. 1:5; Ebr. 11:31.

      14. (a) Quali avvenimenti della vita di Gedeone mostrano l’atteggiamento di Geova verso gli indecisi? (b) Come Gedeone si mostrò teocratico?

      14 Chi serve Geova con tutto il cuore è teocratico. Gedeone si assicurò che Geova era con lui e intrepidamente fece i preparativi per dare battaglia a Madian. Geova mostrò chiaramente che egli era il Liberatore, eliminando i poco volenterosi e i paurosi. Erano stati radunati trentaduemila uomini. Prima se ne ritirarono 22.000; poi ne furono squalificati 9.700. Rimasero solo 300 uomini del tutto desti. Gedeone non vacillò. Seguendo coscienziosamente la direttiva di Geova, Gedeone e i 300 uomini con grandi anfore vuote, torce e trombe circondarono da tre lati il grande accampamento nemico di oltre 120.000 guerrieri. Non era posto per gli uomini indecisi o senza fede. Geova li aveva eliminati. La tattica di Geova di far suonare le trombe alla piccola schiera e di far gridare loro: “La spada di Geova e di Gedeone!” colpì di paura il cuore dei nemici, che fuggirono disordinatamente nella notte. Gedeone e i suoi 300 si lanciarono all’inseguimento e, benché fossero stanchi, non smisero di inseguirli finché i re di Madian non vennero catturati e la vittoria non fu completa. Chi lotta con tutto il cuore non si ritira prima che la battaglia sia terminata. Il fatto che Geova aveva dato a Gedeone questa straordinaria vittoria non fece mutare la devozione di Gedeone verso Geova né gli fece perdere l’equilibrio. Egli si mantenne teocratico. Era stato impiegato da Geova per fare l’opera di Geova. In seguito gli uomini d’Israele chiesero a Gedeone di divenire loro governante, ma egli rifiutò dicendo: “Geova è colui che regnerà sopra di voi”. — Giud. 8:23; Ebr. 11:32.

      ALTRI ESEMPI

      15. (a) Come Barak servì Geova con tutto il cuore? (b) Quali esempi di donne fedeli vi erano ai giorni di Barak?

      15 Vent’anni di oppressione non allontanarono Barak e Debora dall’amore di Geova. Essi perseverarono quali credenti nella supremazia di Geova, attendendo il tempo della liberazione dal re Labin di Canaan e dal generale Sisera. Barak con diecimila Israeliti, benché in numero molto inferiore e contro nemici con armi più potenti, seguì di tutto cuore le parole di Geova pronunciate per bocca della profetessa Debora: “Lèvati, poiché questo è il giorno in cui l’Eterno ha dato Sisera nelle tue mani. L’Eterno non va egli dinanzi a te?” Con la sua suprema potenza, Geova avrebbe certamente potuto sconfiggere l’esercito di Canaan senza alcuna azione da parte di Barak, ma Geova desiderava che il suo popolo non trattenesse nulla quando sorgeva una contesa che implicava il suo nome, che fosse ‘un popolo che esponeva la sua vita alla morte’. Quindi Geova combatté per i suoi servitori allagando il terreno dove passavano i carri da guerra e mettendoli fuori combattimento. Questa battaglia diede anche a un’altra donna, Jael, l’opportunità di mostrare come servisse Geova con tutto il cuore dando intrepidamente da sola la morte a Sisera. — Giud. 4:14, 21; 5:18, VR; Ebr. 11:32.

      16. Menzionate gli avvenimenti della vita di Sansone che ne provano l’esclusiva devozione.

      16 Un altro combattente per la causa di Geova fu Sansone. I Filistei erano gli oppressivi nemici del popolo di Geova, perciò Geova suscitò Sansone per “liberare Israele dalle mani de’ Filistei”. Lo spirito di Geova lo condusse a prender moglie tra i Filistei affinché avesse l’opportunità di distruggere molti uomini empi, il che egli fece. In seguito, confidando pienamente in Geova, si fece legare e consegnare ai Filistei. Con l’aiuto dello spirito di Geova, ruppe i suoi legami e uccise con una sola mano mille nemici. Il libro di Giudici narra le sue numerose imprese compiute contro gli empi Filistei, culminanti con la distruzione di migliaia di persone sulle quali fece crollare la casa della falsa adorazione di Dagon, non lasciando che i Filistei attribuissero la cattura di Sansone al loro dio demonico. Il grave ostacolo fisico della cecità non lo scoraggiò. Geova impiegò il suo fedele servitore fino alla fine. — Giud. 13:5; 16:30; Ebr. 11:32, VR.

      17. Perché Jefte fece il suo voto?

      17 Jefte è notevole quale combattente per il nuovo mondo. Il fatto che era figlio d’una prostituta, disprezzato dagli altri, non lo scoraggiò nel servizio di Geova. Questo non aveva importanza. La sua prima preoccupazione era quella di abbattere il dominio di Ammon sopra gli adoratori di Geova. Guidato dallo spirito di Geova, Jefte andò in battaglia, ma prima d’impegnare il nemico fece il suo famoso voto, il voto di un uomo interamente interessato alla vittoria in onore del nome di Geova: “Se dai senza fallo i figli di Ammon nelle mie mani, avverrà che chi verrà fuori, chi uscirà dalle porte di casa mia per venirmi incontro quando tornerò in pace dai figli di Ammon, diverrà di Geova e io lo offrirò come un olocausto”. — Giud. 11:30, 31.

      18. Come sono Jefte e sua figlia degli esempi per le famiglie teocratiche di oggi?

      18 Ottenuta la vittoria, al suo trionfante ritorno, chi gli sarebbe dovuto andare incontro se non sua figlia, la sua unica fanciulla. Evidentemente Jefte aveva allevato la sua figlia in modo che serviva Geova di tutto cuore come lui, poiché ella pure mostrò innanzi tutto d’interessarsi della vittoria di Geova ed espresse il suo fermo desiderio di osservare il voto. Ella era stata dedicata a Geova e perciò doveva esser consegnata ai sacerdoti del tabernacolo di Sciloh, dove non le fu permesso di avere marito o famiglia ma servì insieme ai Gabaoniti nell’adorazione di Geova. Questo spirito di sacrificio da parte di Jefte e della sua unica figliuola è posto in risalto nella Bibbia quale esempio di servizio compiuto con tutto il cuore per tutti i genitori e i figli teocratici sin da quel tempo. — Giud. 11:34-39.

      19. In quali avvenimenti della sua vita Davide mostrò d’essere interamente per Geova?

      19 Da pastorello Davide divenne re. Mutarono forse la preminenza e l’autorità la sua disposizione verso Geova Dio? Da giovane combatté Golia, nel nome di Geova degli eserciti, portando nel suo cuore la fede invece d’impugnare lo scudo e la lancia. In seguito sopportò i pericoli degli attentati omicidi del re Saul e le insidie del territorio filisteo. Guidò il combattimento in molte difficili battaglie, sconfiggendo i Gebusei e stabilendosi personalmente a Gerusalemme, acquistando quindi dominio sugli antichi nemici, i Filistei, ed estendendo i confini della nazione mediante vittorie militari. Nella scena domestica una spada entrò nella sua casa quando Assalonne si ribellò; ebbe anche problemi con la moglie Mical, figlia di Saul. La fede e l’amore che Davide provò con tutto il cuore per l’adorazione e la rivendicazione di Geova, il suo grande interesse per l’arca di Geova e per la preparazione dei materiali da costruzione del tempio di Gerusalemme, che Geova assegnò a Salomone, lo rivelano quale fervente e vero adoratore per tutta la sua vita. I salmi che egli compose riflettono la sua devozione. Le ultime parole che disse a Salomone, suo successore al trono, d’osservare i comandamenti di Geova mostrano la condizione del suo cuore interamente dedito a Geova. In tutte le sue esperienze Davide si mostrò esclusivamente devoto a Geova e suo costante lodatore. — 1 Re 2:3; Sal. 108:1, 3; Ebr. 11:32, Ti, VR.

      20. Chi è un notevole esempio d’una vita trascorsa tutta al servizio di Geova, e quali prove egli superò?

      20 I profeti furono molti prima dei giorni di Cristo. Fra i più notevoli è Samuele. Ecco un esempio di testimone di Geova che servì esclusivamente da quando fu divezzato fino alla sua morte. Da giovane servì col sommo sacerdote Eli nel tabernacolo di Sciloh, ma non seguì l’empio esempio dei figli di Eli, che coabitarono con le donne che servivano all’ingresso della tenda di convegno. Egli rimase moralmente puro. Samuele denunciò le pratiche idolatre che si compivano fra il popolo del patto di Geova, offrì i dovuti sacrifici e continuò a giudicare Israele per tutti i giorni della sua vita, viaggiando regolarmente nella nazione quale servitore di circoscrizione. Egli s’addolorò nel suo cuore quando il popolo chiese un re, rigettando Geova quale loro governante. Senza timore di ciò che avrebbe fatto il disubbidiente re Saul, Samuele gli resistette con le parole: “L’Eterno ha egli a grado gli olocausti e i sacrifizi come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco, l’ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato della divinazione . . . Giacché tu hai rigettata la parola dell’Eterno, anch’egli ti rigetta come re”. In seguito, pur essendo possibile che Saul lo uccidesse, Samuele fece la volontà di Geova, ungendo Davide come re. Questo integro profeta fu approvato da Geova. — 1 Sam. 2:22; 7:16; 15:22, 23; Ebr. 11:32, VR.

      21. Quale inuguagliata testimonianza è preservata perché noi la consideriamo, e che effetto dovrebbe fare su di noi quando l’apprendiamo?

      21 La fede e la devozione rese a Geova con tutto il cuore dovettero esser mostrate dagli uomini dell’antichità che furono accettevoli a Geova. Mediante lo spirito di Geova essi scrissero nei secoli una testimonianza, che non è stata uguagliata da nessun altro gruppo di uomini, né dai potenti uomini d’Egitto, né dai sacerdoti di Babilonia, né dai principi di Persia e di Grecia. Solo dei fedeli testimoni di Geova poté dirsi che “per fede sconfissero regni in conflitto, fecero giustizia, ottennero promesse, chiusero le bocche di leoni, resistettero alla violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, da una debole condizione furon resi potenti, divennero valorosi in guerra, misero in rotta gli eserciti di stranieri. Delle donne ricevettero i loro morti mediante risurrezione; ma altri furono torturati perché non vollero accettare la liberazione mediante qualche riscatto, affinché ottenessero una risurrezione migliore. Sì, altri subirono la loro prova con scherni e sferzate, veramente più di questo, con legami e prigione. Essi furono lapidati, furono provati, furono segati a pezzi, morirono uccisi con la spada, vagarono coperti di pelli di pecore, di pelli di capre, mentre erano nel bisogno, nella tribolazione, maltrattati; e il mondo non era degno di loro. Errarono in deserti e monti e spelonche e caverne della terra”. Sì, come Paolo scrisse, mancherebbe il tempo se si volessero narrare i particolari di tutte le imprese e gli atti di fede narrati per noi nelle Scritture Ebraiche. Ma ve n’è il racconto, e per un buon proposito: perché noi siamo spinti da questi esempi di uomini che secoli or sono servirono Geova con tutto il cuore ad agire in piena fede nell’istituzione del giusto nuovo mondo ormai vicino, e perché apprendiamo che gli uomini e le donne dalla fede indivisa, i quali amano Geova con tutto il loro cuore, hanno l’approvazione del grande Redentore e Datore di vita. — Ebr. 11:32-38; 1 Cor. 10:11.

  • Operate con tutto l’animo
    La Torre di Guardia 1960 | 15 settembre
    • Operate con tutto l’animo

      “Qualunque cosa facciate, dedicatevici con tutto l’animo come per Geova”. — Col 3:23.

      1. In che cosa Geova e Cristo sono esempi per l’uomo?

      GEOVA Dio e Cristo Gesù operano. “Il Padre mio ha continuato a operare fino ad ora, e io continuo ad operare”, disse Gesù. Le stupende opere creative di Geova alle quali Gesù partecipò prima di venire sulla terra si vedono ogni giorno. Ma che specie di opere fece Gesù quando fu sulla terra come uomo? Egli glorificò il nome del Padre suo, Geova, dinanzi agli uomini che lo udivano. La sua opera fu della migliore qualità. L’opera del Padre che lo mandò suscitava il suo indiviso interesse ed egli vi si dedicava completamente mentre ve n’era l’opportunità. Gesù provò gioia durante la sua attiva vita terrena, perché faceva la sua opera con tutto l’animo. I suoi interessi erano essenzialmente legati a quelli di Geova. Alla fine egli poté dire: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da fare. Ed ora tu, Padre, glorificami presso te stesso della gloria che avevo presso di te avanti che il mondo fosse”. — Giov. 5:17; 9:4; 17:4, 5, 26.

      2. Quale immeritato privilegio hanno ora i devoti a Geova, e come li dovrebbe far sentire l’apprezzamento di tale privilegio?

      2 Dalla morte e risurrezione di Gesù, Geova ha avuto sulla terra servitori che han fatto la sua opera. È un’opera che glorifica Geova. Quando ci soffermiamo per considerare come questa terra è piccola nell’universo e come sopra di essa le creature sono minuscole, deve farci impressione la generosità e l’amorevole benignità di Geova che concede agli insignificanti uomini il privilegio di operare con lui. “Siamo cooperatori di Dio”. Lavoriamo “insieme con lui”. Perché Dio ha fatto questo? Non perché abbia bisogno di noi per fare la sua opera, ma perché si è compiaciuto di permettere ai suoi servitori di prendervi parte: “Poiché Dio è colui che, per amore del suo beneplacito, agisce in voi affinché vogliate e operiate”. Apprezzando questa stretta relazione che ha con Geova, come può qualsiasi vero cristiano non compiere oggi con tutto l’animo l’opera di Dio? — 1 Cor. 3:9; 2 Cor. 6:1; Filip. 2:13.

      3. Può una persona operare con tutto l’animo senza credere completamente in Geova?

      3 Il cristiano deve credere pienamente in Geova, altrimenti è sregolato o instabile nella sua opera e infine non riceve nulla da lui. “Perché chi dubita è come un’onda del mare portata dal vento e spinta qua e là. Infatti, non supponga quell’uomo che riceverà alcuna cosa da Geova; egli è un uomo indeciso [d’animo doppio, nota in calce], incostante in tutte le sue vie”. La quantità di fede che il servitore ha è mostrata dalle sue opere o azioni, siano esse compiute con tutto l’animo o con “animo doppio”. Quelli che sono stabili operano con tutto l’animo e son sinceri nella loro fede. — Giac. 1:6, 7.

      4. Che relazione vi è fra la fede e le opere?

      4 Quindi il discepolo Giacomo ragiona: “Che giova, fratelli miei, se uno dice di aver fede, ma non ha le opere? Potrà forse salvarlo la fede? . . . Ma qualcuno dirà: ‘Tu hai la fede ed io le opere’. Mostrami la tua fede senza le opere, e io ti farò vedere con le opere la mia fede. Tu credi che Dio è uno; fai bene; anche i demonii credono e tremano. Ma vuoi tu conoscere, o uomo vano, come la fede senza le opere è inefficace? . . . Vedete voi come l’uomo è giustificato per le opere e non per la fede soltanto? . . . Poiché come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta”. A questo proposito Giacomo menziona Abrahamo e Raab come esempi di coloro che dimostrarono la loro fede con le azioni e furono approvati da Geova. — Giac. 2:14-26, Ri.

      5. Che valore hanno le sincere opere di fede?

      5 Il valore delle opere di fede dinanzi a Dio deve comprendersi dalle parole della Bibbia: “Egli darà a ciascuno secondo le sue opere” e “forse Dio, che pesa i cuori, non saprà leggere nel tuo? Egli che vigila sulla tua vita è informato e renderà a ciascuno secondo l’opere sue”. “Noi, infatti, dobbiamo tutti quanti comparire davanti al tribunale di Cristo, perché ognuno riceva la ricompensa di quel che avrà fatto”. Cristo, quale Giudice nominato da Dio, scruta il cuore degli uomini. Egli non può essere ingannato da nessuna ipocrita manifestazione esteriore delle opere di alcuno che non abbia fede in Geova e non osservi la sua legge, poiché, parlando dei frutti che gli uomini producono, egli dichiarò: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore! Signore! non abbiamo noi profetato in tuo nome? non abbiamo nel tuo nome fatto molti prodigi? Ma allora dirò ad essi apertamente: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi che avete commesso l’iniquità”. Il buon frutto del servizio del Regno prodotto da ciascuno è il fattore che determina se il cuore è giusto dinanzi a Geova. — Rom. 2:6; Prov. 24:12; 2 Cor. 5:10; Matt. 7:17-23, Na.

      PRODUCETE ORA BUONI FRUTTI

      6, 7. (a) Spiegate l’illustrazione di Gesù riportata in Giovanni 15:1-4. (b) Come si sentono i servitori di Dio che l’adorano con tutto l’animo, quando odono la verità? (c) Che bisogna fare con la Parola di Dio, e quali benefici ricevono quelli che la usano?

      6 Come i tralci della vite producono frutto, i cristiani devono produrre frutto alla gloria di Dio. Gesù disse: “Io sono la vera vite, e mio Padre è il coltivatore. Ogni tralcio che in me non porta frutto egli lo toglie, e ognuno che porta frutto lo purifica, perché porti più frutto. Voi siete già puri a motivo della parola che vi ho dichiarata. Restate in unione con me, ed io in unione con voi. Come un tralcio non può da se stesso portar frutto, a meno che resti nella vite, nello stesso modo neppure voi potete, a meno che restiate in unione con me”. Non si può trovare nessun altro modo di produrre ciò che è accettevole per il Coltivatore, Geova, eccetto in unione con Cristo Gesù, che è a capo della disposizione dell’organizzazione di Geova. La parola di verità è udita dai suoi unti servitori e dovrebbe conseguentemente produrre frutto; altrimenti i tralci infruttuosi sono tagliati. Accettando la verità i discepoli di Cristo non devono quindi limitarsi ad acquistare solo un’esperienza intellettuale. La verità deve giungere al cuore e produrvi il suo effetto. Col cuore si esercita fede per la giustizia. Quando udite la considerazione della Bibbia o delle pubblicazioni teocratiche, o quando le leggete, dovreste provare gli stessi sentimenti che provarono i discepoli coi quali il risorto Cristo conversò per via: “Cominciando da Mosè e da tutti i Profeti egli interpretò loro le cose che lo concernevano in tutte le Scritture. Ed essi si dissero l’un l’altro: ‘Non ardevano i nostri cuori mentre ci parlava per via, allorché ci rivelava pienamente le Scritture?’” Essi si sentirono spinti ad andare in giro a dire quello che avevano appreso ad altri, compresi gli undici apostoli. — Giov. 15:1-4; Luca 24:27, 32.

      7 Arde il vostro cuore d’apprezzamento e di piena gioia a causa delle meravigliose verità che udite? Vi spinge il vostro cuore a compiere con tutto l’animo opere fruttuose, come fecero i fedeli seguaci di Cristo alla gloria di Geova, mentre imparate le buone cose della sua Parola? Quando avete l’opportunità di ricevere la verità, come quando ricevete gli articoli de La Torre di Guardia, vi rallegrate e li esaminate immediatamente? Siete felici di udire la Parola perché desiderate agire in sua armonia con tutto il cuore? Giacomo consiglia: “Mettete dunque in pratica la parola e non vi limitate ad ascoltarla, ingannando voi stessi. Perché se uno ascolta la parola e non la mette in pratica, è simile a un uomo che mira in uno specchio il suo aspetto naturale e, dopo averlo riguardato, dimentica subito quello che era. Ma colui che avrà fisso lo sguardo nella legge perfetta, cioè nella legge di libertà e in quella persevera, non sarà un ascoltatore dimentico, ma uomo che la mette in pratica: egli sarà felice nel suo operare”. Il modo di ricordare la verità è quello di usarla; il modo di dimenticarla è quello di non usarla. Riempite il vostro cuore di verità e lasciate quindi che essa sgorghi fuori. Sarete sempre felici se andrete nelle case a parlare di Geova alle persone di ogni luogo, producendo molti frutti. — Giac. 1:22-25; Giov. 15:8; Prov. 18:4, Na.

      8. Perché le adunanze della congregazione sono importantissime, e quale pericolo corrono quelli che frequentano irregolarmente le adunanze?

      8 Geova ha oggi un’organizzazione per aiutarvi a stabilire la parola di verità profondamente nel vostro cuore. Geova dà nutrimento spirituale a tutti i tralci che producono frutto, mediante lo studio della Bibbia e delle pubblicazioni bibliche provvedute dalla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati alle regolari adunanze settimanali. Se crediamo di poter trarre tutto il necessario beneficio dallo studio personale che facciamo a casa, senza andare alle adunanze e agli studi comuni con altri, ci inganniamo. La congregazione è la linfa vitale per tutti i cristiani. Gesù disse: “Poiché dovunque due o tre persone sono riunite nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Quale privilegio esser presenti e condividere l’istruzione impartita da Cristo Gesù! Questa è la disposizione presa da Geova mediante Cristo Gesù. Ma se uno comincia ad avere nel suo cuore errati pensieri verso l’organizzazione di Geova, comincerà a mostrarli. Uno dei primi passi sbagliati è quello di non riunirsi regolarmente con gli altri servitori di Geova per lo studio. A poco a poco questa diventa un’abitudine e dopo un certo periodo di tempo sorge un sentimento di indifferenza e indipendenza. Si comincia a dimenticare di fare le visite alle case di altri nel regolare servizio di campo per dichiarare la buona notizia e glorificare Geova. L’opera che si compie non è fatta più con tutto l’animo. — Matt. 18:20.

      9. (a) Che ne sarà di quelli che non ricevono il cibo spirituale con tutto l’animo insieme a Cristo? (b) Quali sforzi dovrebbero fare ora “quelli che si salvano”? (c) In relazione con la congregazione, che cosa faranno di continuo quelli che operano con tutto l’animo?

      9 Benché una persona abbia preso per un certo tempo del cibo spirituale insieme a Cristo Gesù, se diventa di cuore doppio si troverà prima o poi fuori dell’organizzazione di Geova, spiritualmente debole e, alla fine, come un tralcio che è tagliato perché non produce frutto. Sarà come quelli menzionati da Gesù in Luca 13:25-27 (VR): “Da che il padron di casa si sarà alzato ed avrà serrata la porta, e voi, stando di fuori, comincerete a picchiare alla porta, dicendo: Signore, aprici, egli, rispondendo, vi dirà: Io non so donde voi siate. Allora comincerete a dire: Noi abbiam mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze! Ed egli dirà: Io vi dico che non so donde voi siate; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità”. Dov’erano stati? Essi si sarebbero dovuti trovare dentro insieme al “padron di casa”. In realtà, comparativamente “pochi” di quelli che una volta o l’altra assistettero alle adunanze ai giorni degli apostoli continuarono col passar degli anni a frequentarle regolarmente. Oggi alcune persone fanno lo stesso. L’attitudine del cuore si mostra col passar del tempo. Spesso quelli che hanno maggiori ostacoli, come impedimenti fisici, lunghe distanze da percorrere quando vi è cattivo tempo o opposizione familiare, son quelli che partecipano a tutte le adunanze, mentre altri che forse abitano vicino al luogo dell’adunanza o hanno un mezzo per viaggiare non si sforzano affatto e vengono solo saltuariamente. Quali di essi riusciranno ad ottenere la vita eterna? “E un tale gli disse: Signore, son pochi i salvati? Ed egli disse loro: Sforzatevi d’entrare per la porta stretta perché io vi dico che molti cercheranno d’entrare e non potranno”. Quelli che si sforzano con tutto l’animo, studiano e condividono regolarmente il cibo spirituale nelle adunanze ed in tal modo si mantengono forti. Essi non abbandonano la comune adunanza, per incitare regolarmente altri all’amore e alle opere giuste. Tutto ciò che ha relazione con la congregazione è importante e tutti dovrebbero partecipare unitamente ad ogni attività, tenendo la Sala del Regno e gli altri luoghi di adunanza nella migliore condizione, affinché servano come centri di felice e pura adorazione. Contribuite a sostenerli. Date agli estranei un caldo benvenuto. — Luca 13:23, 24; Ebr. 10:24, 25, VR.

      OPERA DEI SORVEGLIANTI

      10. Quale obbligo ha il sorvegliante della congregazione nel servire il cibo spirituale?

      10 Le adunanze di studio sono pascoli per le pecore del Signore. Quelli che hanno l’incarico di sorvegliare le adunanze hanno lavoro in più che merita l’attenzione di tutto il loro animo. Il sorvegliante prepara ciascuna parte dell’opera con cura. Egli sa che ci vuole tempo per fare bene le cose e dedica loro deliberatamente il tempo richiesto. L’importanza di pascere bene le pecore fu messa in risalto da Gesù a Simon Pietro, operaio che s’impegnava con tutto l’animo, ed è narrata per la guida dei sorveglianti delle congregazioni dei testimoni di Geova d’oggi. Ogni indifferenza nel disporre di pascere dovutamente le pecore mediante le adunanze rivelerà non soltanto mancanza d’amore per le pecore, ma mancanza d’amore per il Signore, poiché, quando parlò a Pietro, Gesù gli chiese per tre volte se lo amava. L’amore per il Signore, Cristo Gesù, spinge i servitori a compiere la loro opera con le pecore. — Giov. 21:15-17.

      11. Quali qualità si riscontrano nei sorveglianti che servono con tutto l’animo?

      11 Questo servizio reso con tutto il cuore ha diretta relazione con l’altruismo e la buona volontà. L’amore è altruista e ardente. Quale vero assistente pastore, il sorvegliante aiuta amorevolmente le pecore sostenendole nelle loro debolezze, non solo compiacendo se stesso e seguendo la condotta più facile. Come Paolo, voi direte: “Benché io sia libero da tutti, mi sono reso schiavo di tutti”. E voi servite “non per forza, ma volontariamente, . . . con premura”, “tenendo d’occhio con interesse personale non solo le cose vostre, ma anche quelle degli altri”. In qualità di servitori, voi non ponete le occupazioni personali o i rapporti sociali al disopra dei doveri di ministero, ma badate agli interessi dei vostri fratelli e mostrate la stessa attitudine mentale dell’umile Cristo Gesù. — 1 Cor. 9:19; 1 Piet. 5:2, 3; Filip. 2:3-8; Rom. 15:1.

      12. Avendo dinanzi l’esempio del Grande Pastore, fino a qual punto i fedeli assistenti pastori devono mostrare interesse per le pecore?

      12 Voi assistenti pastori, ricordatevi di Cristo, che l’apostolo Paolo identifica quale “il grande pastore delle pecore col sangue di un patto eterno, nostro Signore Gesù”. Il suo stesso sangue fu versato per le sue pecore. Gesù diede così l’esempio mostrando fino al limite il suo amore per le pecore. Il mercenario fugge quando vi è pericolo per le pecore, ma i veri assistenti pastori imitano Cristo Gesù e dedicano tutto se è necessario per gli interessi delle pecore, qualunque cosa avvenga. Specialmente nei paesi comunisti, ora vi è grande pericolo per chi è sorvegliante, ma i dedicati assistenti pastori non si sono tirati indietro. Essi vedono le loro responsabilità, come le vedono tutti i veri assistenti pastori che vigilano sulle anime e rendono conto al Grande Pastore, Cristo Gesù. — Ebr. 13:17, 20; Giov. 10:11-14.

      COOPERATE CON TUTTO L’ANIMO

      13. Quale dovrebbe essere l’atteggiamento di tutta la congregazione verso il nominato sorvegliante?

      13 E quale dovrebbe essere l’atteggiamento di tutti i componenti della congregazione verso il nominato sorvegliante? Vi dev’essere piena cooperazione per adempiere tutto ciò che Geova ha stabilito. I servitori non possono fare tutto il servizio di campo, ma essi prendono l’iniziativa. Nell’unità vi è la necessaria forza per produrre frutto alla gloria del nome di Geova. Oggi il mondo non ha unità e pare che tutti cerchino di lavorare il meno possibile passandola liscia. In contrasto l’opera e la cooperazione dei testimoni di Geova nel compiere il loro lavoro sotto la direttiva dei nominati sorveglianti sono osservate con sorpresa dal mondo. L’Assemblea Internazionale della Volontà Divina del 1958 ne fu un notevole esempio, ma tale è anche ogni altra adunanza o attività. I testimoni di Geova seguono l’istruzione: “Siate ubbidienti a coloro che vi governano e siate sottomessi”. Nell’opera che compiono per proteggere le pecore, i sorveglianti visitano i più deboli e danno loro consigli spirituali, sperando in tal modo di salvarli. Nessuno che riceva tali visite dovrebbe sentirsi offeso, ma dovrebbe piuttosto apprezzare gli sforzi che sono compiuti come atti di grande amore e li dovrebbe seguire. Se il “grande pastore”, Cristo Gesù, venisse egli stesso, voi accettereste i suoi consigli, perché non accettare dunque quelli dei suoi rappresentativi assistenti pastori? Cooperate ardentemente coi sorveglianti nell’opera che svolgono fra il gregge, “affinché possano farlo con allegrezza e non sospirando, perché questo sarebbe dannoso per voi”. — Ebr. 13:17.

      14. (a) Se l’attività di qualcuno mostra che egli è tiepido, che cosa dovrebbe fare secondo le parole di Gesù riportate in Apocalisse 3:15-19? (b) Che ne sarà dei tiepidi, di quelli che hanno il cuore diviso?

      14 Prevedendo che alcuni sarebbero caduti in uno stato di indifferenza o tiepidezza e avrebbero distolto gli occhi dal guardare attentamente il “perfezionatore della nostra fede” per rivolgerli alle ricchezze e al materialismo, Cristo fece scrivere da Giovanni alla congregazione di Laodicea: “Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Poiché tu dici: Io son ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo, io ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu ti arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti”. Tutti i cristiani dovrebbero stare in guardia contro questa condizione, ma ne hanno particolarmente l’incarico i sorveglianti. Questo è il tempo di cercare prima di tutto il Regno, d’essere veramente dedicati. La tiepidezza è condannata da Cristo. Se qualcuno è caduto nella tiepidezza, cambi subito la condizione del suo cuore. Accetti l’aiuto del sorvegliante. Metta il collirio spirituale della verità nei suoi occhi e acquisti una chiara visione degli interessi del nuovo mondo. Voi avete trovato il grande tesoro del Regno; ora non lo perdete. Pentitevi e divenite zelanti. Non siate come l’antico Israele, con un cuore diviso, che Geova trovò colpevole e rigettò. “La fine di ogni cosa è vicina; siate dunque temperati e vigilanti alle orazioni”. “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi”. — Apoc. 3:15-19; 1 Piet. 4:7; 2 Cor. 13:5; Osea 9:17; 10:2, VR.

      15. (a) Quali domande qui espresse possono aiutarvi a ‘esaminarvi per vedere se siete nella fede’? (b) Come mostrate amore a Geova con tutto il vostro cuore?

      15 Lo spazio non ci permette di dire tutti i modi nei quali il servitore di Geova mostra di rivolgere tutto il suo cuore agli interessi del nuovo mondo. Voi potete ‘esaminare voi stessi per vedere se siete nella fede’, considerando quello che fate. Nell’organizzazione teocratica oggi vi sono vari doveri e privilegi di servizio. Siete associati ad una congregazione? Operate con essa con tutto l’animo. Avete l’incarico di sorvegliante o di servitore di ministero? Operate con amore. Conducete un centro di servizio? Metteteci il vostro cuore. Dovete preparare adunanze? Vi sono assegnati dei doveri ad un’assemblea? Studiate? Predicate di casa in casa? Tornate sempre a rivisitare le persone che s’interessano ogni volta che le trovate? Tornate a visitare quelli che non erano a casa la prima volta che vi andaste? Avete figli da addestrare per la vita nel nuovo mondo? Avete registrazioni di servizio da compilare? Avete opportunità di predicare casualmente? Difendete l’onore di Geova ad ogni occasione? Nel vostro “sacrificio di lode” a Geova, fate il vostro meglio? Ricordate il sacrificio di Abele. Quando in un tempo limitato bisogna fare un’opera speciale, vi ci impegnate con tutto il cuore? Ricordate come Noè costruì l’arca. Quando viene rivolto l’invito di andare dove il bisogno è grande, pensate ad Abrahamo? Quando vi si presentano i lacci del materialismo, scegliete con saggezza come fece Mosè. È la vostra vita messa in pericolo dal nemico oppositore? Siate intrepidi come Gedeone. Avete un impedimento fisico che ostacola il vostro servizio? Fatelo con tutto il cuore come il cieco Sansone. Siete un giovane servitore di Geova che deve scegliere l’opera di tutta la sua vita? Ricordate gli esempi di Samuele e della figlia di Jefte. Siete stati per molti anni nel servizio? Continuate a compierlo con zelo come Davide. Finché vi sono case da visitare nell’opera d’insegnamento, che cosa farete? Predicate come fece Cristo Gesù. Ogni opera che Geova vi offre mediante la sua organizzazione merita tutta la vostra attenzione. Ogni assegnazione è un privilegio. Ogni compito è importante. Se lo amate con tutto il vostro cuore, qualunque cosa facciate, “dedicatevici con tutto l’animo come per Geova”. — Ebr. 13:12-15; Col. 3:23.

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