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I miracoli di GesùLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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“Una generazione malvagia e infedele come questa chiede un segno”. — Matt. 12:39, Na; Matt. 4:3-7; Luca 23:8.
I miracoli di Gesù diedero molto a pensare in tutto Israele. Molti dicevano: “Il Cristo, quando verrà, farà forse più miracoli di quanti ne ha fatti lui?” “Non si è mai visto una cosa simile in Israele!” (Giov. 7:31; Matt. 9:33, Na) Ma quelli di cuore maligno e ostile furono contrariati dai suoi miracoli. Alcuni dei Farisei mormoravano: “Non è da Dio quest’uomo, perché non osserva il sabato”. “Caccia i demoni per mezzo del principe dei demoni”, dicevano. (Giov. 9:16; Matt. 9:34, Na) Ma non tutti erano così creduli. Quando Gesù guarì un uomo che era nato cieco, la gente osservò: “Come può un uomo peccatore far tali prodigi?” Quando fu chiesto al cieco: “E tu che dici di colui che t’ha aperto gli occhi?” Egli rispose: “È un profeta”. (Giov. 9:16, 17, Na) Nei dintorni del villaggio dove Gesù abitava la gente chiedeva: “Donde gli vengono tali cose? e che sapienza è questa che gli è stata data? e come mai si compiono tali miracoli per le sue mani? Non è Egli il falegname, il figlio di Maria e fratello di Giacomo, di Giuseppe, di Giuda, di Simone? E le sue sorelle non sono qui fra noi?” “Sicché cominciarono a pensar male di Lui”. Erano molto divisi. Infatti, dopo che Gesù aveva guarita la mano secca di un uomo tanto che divenne sana come l’altra, “i farisei, ritiratisi, subito tennero consiglio con gli erodiani contro di Lui come farlo perire”. — Mar. 6:2, 3; 3:6, Na; Matt. 12:13, 14.
UN SEGNO PER CHI?
I miracoli di Gesù furono evidenza del fatto che il Messia era in mezzo agli uomini. Gesù stesso li considerava adempimenti delle profezie delle Scritture Ebraiche relative al Messia, ma, ricordate, furono evidenze solo per coloro che ebbero fede per vedere che il regno di Dio era effettivamente vicino nella persona di Gesù Cristo. Gesù spronò le folle ad aver fede in lui come Colui che Geova aveva mandato, ma molti si rifiutarono di credere. Nonostante i miracoli che compiva, continuarono a chiedergli: “Che miracolo fai tu, affinché lo vediamo e crediamo in te?” Chiedevano da lui qualche altra azione soprannaturale, come saltar giù dal parapetto del tempio, qualche atto che avrebbe indotto a credere il loro cuore indurito ed incredulo. Gesù, tuttavia, rifiutò di accontentarli. I miracoli dunque divennero segni solo per quelli che avevano l’intuito della fede e per i quali erano solo ulteriore prova di ciò che già conoscevano per fede, cioè, che Gesù è il Cristo. — Giov. 6:30, Na; Matt. 12:38.
L’apostolo Giovanni dice: “E sebbene [Gesù] avesse fatti così grandi miracoli davanti a loro, non credevano in lui; affinché si adempisse la parola detta dal profeta Isaia: ‘Signore, chi ha creduto al nostro ascolto? E a chi è stato rivelato il braccio del Signore?’ Per questo non potevano credere, poiché Isaia aveva pure detto: ‘Egli ha accecato i loro occhi e indurito il loro cuore, affinché cogli occhi non vedano e col cuore non intendano, e si convertano e li risani’”. — Giov. 12:37-40, Na.
LEZIONE DIETRO I MIRACOLI
I miracoli, dovutamente considerati, fortificavano la fede; erano un’ulteriore prova che Gesù era il Cristo, poiché Dio compiva opere potenti per mezzo di lui. Ma i miracoli sono anche opere di divina misericordia e compassione, e la loro essenza misericordiosa e compassionevole è un fattore importante. Lo scopo non era di costringere a credere in Gesù quale Messia, ma di affrettare la comprensione di lui come il Cristo. I suoi miracoli erano strumenti di benignità, riaperte fonti di gioia a lungo chiuse. Davano risalto all’ammaestramento impartito da Gesù.
Gesù compì il suo primo miracolo a Cana di Galilea. Trasformò quattro o cinque ettolitri d’acqua in eccellente vino. Qui Gesù diede agli uomini una lezione d’ospitalità e dimostrò la generosità di Dio. Il buon vino migliora col tempo. Quindi se la quantità era molto maggiore del bisogno, non sarebbe andato sprecato. Questo miracolo ci mostra inoltre che Gesù approvava le bevande fermentate, altrimenti non avrebbe fatto il vino. — Giov. 2:1-11.
Fu pure a Cana che un funzionario del re si rivolse a Gesù perché guarisse suo figlio che era in punto di morte a Cafarnao. Gesù non solo restituì il bambino al padre, ma rimandò al bambino un padre molto migliore. Invece di andare a Cafarnao con lui, Gesù gli disse: “‘Va, il tuo figlio vive’. Quell’uomo prestò fede alle parole dettegli da Gesù, e partì”. Il padre apprese in seguito che suo figlio era guarito nell’istante in cui Gesù aveva pronunciato quelle parole, benché Gesù si trovasse a quaranta chilometri da Cafarnao. Così Gesù dimostrò che il potere di Dio di guarire per mezzo suo non era limitato dalla distanza. Il risultato fu che quell’uomo credette “con tutta la sua famiglia”. — Giov. 4:46-53, Na.
A Gerusalemme presso una vasca detta Betesdà Gesù guarì un uomo che era infermo da trentott’anni. Gli Ebrei si lamentarono che Gesù facesse queste cose di sabato. Gesù rispose alle loro accuse alludendo all’incessante attività di Dio uguale in tutti i giorni. “Il Padre mio non ha mai lasciato di operare fino al presente, ed io pure opero”, egli disse. (Giov. 5:17, Na) Perché non si sarebbe dovuto fare del bene il sabato? Il sole smette forse di risplendere? I fiumi si fermano? L’erba smette di crescere? Non maturano i frutti e cantano gli uccelli? Dio non è forse attivo? In tutto il reame di Dio il sabato è un giorno di misericordia in azione. Perché dunque il Signore del sabato non dovrebbe compiere opere di misericordia di sabato?
Gesù comanda i pesci del mare ed essi vengono. Cammina sulle acque e placa violente tempeste. Egli dimostra che ha autorità, che ha dominio “sopra i pesci del mare e su tutti gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra la terra”. È in verità il Figlio dell’uomo. — Gen. 1:28, Na; Luca 5:4-7; Mar. 6:48; Matt. 8:23-27; 28:18; 8:20.
I miracoli di Gesù sono splendide espressioni di tenera simpatia per la sofferenza umana, raggi di luce d’amore e di compassione. Sono parte del suo insegnamento, garanzia di benedizioni avvenire nel nuovo mondo in cui non vi sarà più dolore né morte. Sono mezzi per imprimere negli uomini la verità che Gesù è il Cristo. — Apoc. 21:4.
L’apostolo Paolo scrive: “Avendo noi dunque un gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figliuol di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia; affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno”. — Ebr. 4:14-16, VR.
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“Non è amante del denaro”La Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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“Non è amante del denaro”
Un testimone di Geova narra che fu indotto a interessarsi della verità dall’atteggiamento dei Testimoni che facevano visite nel luogo dove lavorava: “Nella bottega da barbiere dove lavoro, i testimoni di Geova venivano sempre a offrirmi le riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Rifiutavo sempre; ero un fervente cattolico e uno spiritualista. Tuttavia, un giorno un cliente prese le riviste, offrì una certa somma e rifiutò il resto. Il Testimone rispose che non poteva tenere il resto, e questo destò la mia curiosità”.
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