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  • Dove sta andando questo mondo?
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • Dove sta andando questo mondo?

      L’ORATORE era un alto funzionario di polizia di Los Angeles. “Una volta quando veniva commesso un omicidio c’era un movente”, disse, aggiungendo: “Oggi c’è una maggiore percentuale di omicidi commessi senza nessuna ragione, al solo scopo di provare un’emozione”.

      Dall’altra parte del paese, a New York, un commissario di polizia ha fatto un’osservazione simile. “Al giorno d’oggi un ragazzo armato di una pistola di grosso calibro porta via 42 cents [meno di cinquecento lire] a un altro ragazzo o a una vecchia signora e siccome l’aspetto di quel ragazzo o le lacrime della vecchia signora non gli piacciono, uccide la persona e poi al momento dell’arresto sorride . . . Nessuno riesce a capire una cosa del genere. È pauroso”.

      Omicidi insensati, guerre, ostaggi, violenza sono tutte cose che diventano sempre più comuni nel mondo odierno, tanto che i cittadini e le vittime terrorizzate si chiedono: ‘Dove sta andando questo mondo?’

      Il funzionario di polizia di Los Angeles aveva una sua teoria. “La storia mostra che una società deve mantenere un certo livello di moralità per esistere”, fece notare ai suoi ascoltatori, “e penso che stiamo per scendere al di sotto di quel livello”.

      Diventano insensibili

      Alcuni vorrebbero sostenere che quel funzionario di polizia abbia esagerato. In realtà, dicono, le cose non sono molto peggiori di sempre. Hanno ragione? O sono semplicemente diventati insensibili per il continuo ripetersi di notizie impressionanti?

      Prendete ad esempio ciò che sta succedendo agli insegnanti delle scuole di New York. “I reati contro gli insegnanti delle scuole pubbliche di New York sono diventati così comuni che molti non se ne sorprendono più”, diceva poco tempo fa il New York Times. Un insegnante che era stato preso a spintoni, minacciato, oltraggiato e derubato più volte avrebbe detto: “Bisogna diventare insensibili, mettersi i paraocchi”.

      Mentre le condizioni del mondo peggiorano, è proprio vero che i cittadini in generale ‘diventano insensibili’, non riuscendo più a vedere le cose nella giusta luce?

      Dopo tutto, la maggioranza di noi, sin da che eravamo piccoli, ha letto quotidianamente nel giornale di guerre, atrocità e peggioramento delle condizioni sociali. Non abbiamo mai conosciuto qualcosa di diverso. Ma alcuni dei più vecchi ricordano ancora un’altra epoca.

      “Tutto finì”

      In una recente conferenza, l’ex primo ministro inglese Harold Macmillan ha ricordato il mondo della sua gioventù. Nell’epoca vittoriana la gente attendeva con ansia il progresso, ha detto. “C’era un continuo miglioramento in tutto”. Poi, “all’improvviso, inaspettatamente, tutto finì una mattina del 1914”.

      I comuni cittadini fanno osservazioni simili. “Nessuno si aspettava la prima guerra mondiale”, precisa George Hannan, un americano nato nel 1899. “Fu un gran colpo. La gente diceva che il mondo era diventato troppo civile perché scoppiasse una guerra. Ma la guerra mondiale scoppiò non si sa come; fu come un fulmine a ciel sereno”.

      Fatto interessante, un libro in voga nel 1914, The Great Illusion (La grande illusione) di Norman Angell, cercò di dimostrare che la guerra era impensabile per il danno che avrebbe recato alla finanza internazionale.

      Ewart Chitty aveva sedici anni e si trovava nella nativa Inghilterra quando scoppiò la guerra. “Prima del 1914 il mondo era diverso”, egli rammenta. “C’era un generale senso di sicurezza che oggi manca. Si prendeva la sicurezza per scontata”. Ma oggi chi è che considera la sicurezza una cosa ovvia?

      “Ero a Vienna quando cominciò la guerra”, dice Maxwell Friend, ora novantenne. “E a causa d’essa la gente cambiò. Divennero molto patriottici e nazionalisti. Tanti divennero insensibili. Ricordo i profughi che affluivano a Vienna dall’est, in fuga davanti all’esercito russo avanzante. Avevano perso tutto e non sapevano più piangere. Avevano pianto tutte le loro lacrime”.

      Guerra e religione

      Immaginate i segni indelebili rimasti nei superstiti della prima guerra mondiale, una guerra diversa da qualsiasi altra della storia umana. The World Book Encyclopedia si esprime così: “Nella prima guerra mondiale, per la prima volta nella storia, l’umanità conobbe la guerra totale. Intere popolazioni delle nazioni belligeranti parteciparono allo sforzo bellico. Furono uccisi milioni di uomini, donne e bambini”.

      “L’Inghilterra si dissanguò completamente”, dice Ewart Chitty, che a quell’epoca si trovava a Londra. “L’intero paese fu bagnato di sangue e lacrime”, dice Maxwell Friend, parlando dell’Austria. Che effetto ebbe sui superstiti?

      “Penso che durante la prima guerra mondiale molti soldati videro l’ipocrisia del clero. E questo li trasformò. Molti di loro persero il rispetto per la religione. Alcuni se la presero con Dio”, rammenta Ewart Chitty, che aggiunge: “Quando ero ragazzo, la gente in generale si interessava della Parola di Dio, la Bibbia. Rispettava la Bibbia. Si poteva parlarne con chiunque. Dopo la guerra le cose cambiarono. Oggi sembra che la gente si sia completamente dimenticata della Bibbia”.

      John Booth, 78 anni, ricorda che negli Stati Uniti avvenne qualcosa di simile. “Le chiese ebbero una parte notevole nello sforzo bellico”, dice. “Tutti i predicatori parlavano delle atrocità commesse dai tedeschi e predicavano che la guerra era necessaria per ‘assicurare al mondo la democrazia’.

      “Tutto quel fervore patriottico dava fastidio a mio padre, che era sagrestano della nostra chiesetta di campagna. Ricordo che papà si rattristò perché in una chiesa vicina un predicatore era stato allontanato dal pulpito per essersi rifiutato di fare un sermone sulla guerra”.

      Persone rette d’ogni parte del mondo hanno fatto commenti simili. I risultati di questa guerra totale? “La guerra del 1914-1918 frantumò la diminuita fiducia dell’Europa nei meriti della propria civiltà. Essendo combattuta fra nazioni cristiane, indebolì il cristianesimo mondiale”. — Encyclopædia Britannica.

      Cristianesimo o cristianità?

      Effettivamente lo scoppio della prima guerra mondiale non sorprese tutti. Per anni un gruppetto di zelanti cristiani aveva predetto i drammatici avvenimenti che si sarebbero verificati nel mondo nel 1914. Era il gruppo degli Studenti Biblici Internazionali, oggi chiamati testimoni di Geova.

      “Gli Studenti Biblici erano conosciuti molto bene per le loro idee sul 1914”, rammenta George Hannan, “e subirono molti scherni nella prima metà di quell’anno, quando tutto sembrava così tranquillo. La gente diceva che gli studenti biblici avrebbero dovuto spostare da un’altra parte ‘il paletto con la data’”.

      L’improvviso scoppio della guerra fece rammentare a molti le predizioni degli Studenti Biblici Internazionali. Il supplemento del World di New York, in data 30 agosto 1914, dedicò un articolo agli studenti biblici. L’articolo diceva che “il terrificante scoppio della guerra in Europa ha adempiuto una straordinaria profezia”.

      Perché questo gruppetto di cristiani si aspettava difficoltà quando le principali denominazioni della cristianità furono colte di sorpresa? Perché questi testimoni di Geova erano appassionati studiosi della profezia biblica. La profezia biblica ha molto da dire riguardo alle condizioni del XX secolo.

  • Il significato degli avvenimenti dal 1914
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • Il significato degli avvenimenti dal 1914

      “QUANDO cominciò la prima guerra mondiale, fui colto del tutto alla sprovvista”, dice George Gangas, che allora aveva diciotto anni e viveva in Turchia. “Ne fui spaventato. Non sapevo cosa sarebbe successo poi. Andai in Grecia dove pensai che sarei stato al sicuro. Ma gli Alleati misero il blocco e ne risultò una spaventosa penuria di viveri. Non avevamo quasi niente da mangiare eccetto carrube o una specie di pane fatto con esse. Ricordo ancora che quando vedevamo un pezzo di pane per strada correvamo a prenderlo prima che ci arrivasse qualcun altro.

      “In seguito fui portato a Parigi per costruire fortificazioni per i francesi. Mi trovavo lì quando scoppiò la spagnola e la gente moriva come mosche. Nessuno sapeva cos’era. Non c’era rimedio. Erano tutti terrorizzati.

      “A quel tempo non capivo cosa significavano la guerra, la carestia e la pestilenza di cui ero testimone. In seguito qualcuno mi mostrò con la Bibbia cosa significava tutto questo”.

      Se aprite la Bibbia in Matteo capitolo 24 vedrete anche voi ciò che è stato fatto capire a George Gangas e a molti altri. Il capitolo 24 di Matteo contiene una lunga profezia pronunciata dallo stesso Gesù Cristo, profezia che ci dà la possibilità di mettere a fuoco gli avvenimenti verificatisi nel mondo dal 1914.

      Come indica il versetto tre, Gesù parla di avvenimenti che avrebbero contrassegnato il tempo della sua presenza (o “venuta”, versione di Garofalo) e della fine di questo sistema di cose (“mondo”, Ga). Un’interpretazione forzata? Perché mai, dal momento che giornali e riviste parlano continuamente della possibilità che l’uomo distrugga ogni forma di vita sulla terra in una terza guerra mondiale?

      Notate il primo chiaro segno che questo sistema di cose è prossimo alla fine. “Voi udrete di guerre e di notizie di guerre; non ne siate atterriti. Poiché queste cose devono avvenire, ma non è ancora la fine. Poiché sorgerà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno penuria di viveri e terremoti in un luogo dopo l’altro. Tutte queste cose sono il principio dei dolori d’afflizione”. — Matt. 24:6-8.

      Guerra totale

      ‘Ma ci sono state molte guerre dai giorni di Gesù’, obietterà qualcuno. È vero, e Gesù lo fece notare al versetto 6. Ma poi, al versetto 7, Gesù avvertì i discepoli di attendersi una guerra particolare, una guerra in cui avrebbero combattuto intere popolazioni, non solo gli eserciti. La parola greca ethnos che si trova in Matteo 24:7 non significa “nazione” come stato politico; significa “nazione” come gruppo di persone, come gruppo etnico, per così dire.

      In linea di massima gli storici sono d’accordo che la prima guerra mondiale fu la prima guerra del genere. Confrontando la prima guerra mondiale con le precedenti grandi guerre, lo storico Jacques Barzun osserva che nelle guerre precedenti “l’assenza della grande industria aveva impedito la partecipazione simultanea, fisica e mentale di ogni cittadino adulto d’Europa”. Nella prima guerra mondiale le cose andarono diversamente. “Nel 1914 Beethoven, Hegel e Goethe sarebbero stati nelle trincee”.

      Sì, nel 1914 il mondo cambiò veramente! L’umanità fu finalmente in grado di combattere la guerra del tipo che Gesù aveva predetto diciannove secoli prima, con risultati spaventosi. Il mondo non è mai più stato lo stesso dal 1914.

      Penurie di viveri, terremoti

      Quando nel 1918 finì la prima guerra mondiale, gran parte del terreno agrario d’Europa era stato devastato e ne risultarono gravi penurie di viveri. Nel frattempo, nel 1916, la Cina era stata colpita da una carestia. Si calcola che nella carestia che colpì la Russia nel 1921 morirono tre milioni di persone. Nel XX secolo la penuria di viveri ha continuato a essere una tragica realtà, e recentemente milioni di persone sono morte in paesi come Biafra, Cambogia e Bangladesh. Il Consiglio Mondiale per l’Alimentazione calcola che solo nel 1979 siano morte di fame 50 milioni di persone.

      Dal 1914 la terra è stata scossa da almeno 46 terremoti catastrofici, e nella maggioranza di essi migliaia di persone hanno perso la vita. Fatto degno di nota, 21 di questi terremoti si sono verificati dal 1970, e solo l’anno scorso forti movimenti sismici hanno colpito Algeria e Italia.

      Fu per semplice coincidenza che Gesù predisse che dopo una guerra mondiale ci sarebbero state penurie di viveri e terremoti? Anche se Gesù avesse potuto indovinare che la guerra sarebbe stata seguita dalla carestia, come avrebbe potuto indovinare che la frequenza dei terremoti sarebbe aumentata? Come avrebbe potuto prevedere le guerre totali che la tecnologia avrebbe reso possibili solo nel nostro secolo?

      Aumento dell’illegalità

      “Quando venni a New York nel 1928, si poteva tranquillamente salire su un ascensore insieme a uno sconosciuto”, dice George Gangas. “Ora è diverso. La gente ha il terrore della violenza. Sulle porte degli appartamenti si vedono cartelli tipo: ‘Non vi disturbate a forzare la porta; hanno già preso tutto’”.

      L’aumento della criminalità non è un problema solo nella città di New York. La Repubblica Popolare Cinese, che un tempo affermava di avere in gran parte eliminato la delinquenza, ha ammesso di recente che la criminalità ha assunto gravi proporzioni in tutto il paese. Un giornale londinese scrive che “in Inghilterra e nel Galles gli anni settanta sono stati contrassegnati da un continuo aumento dei reati violenti”.

      Anche questo fu predetto per il periodo successivo alla prima guerra mondiale. Gesù disse: “a causa dell’aumento dell’illegalità l’amore della maggioranza si raffredderà”. — Matt. 24:12.

      “La gente ha perso quasi del tutto l’amore per il prossimo”, osserva Ewart Chitty, “ma quello che è ancor peggio, in anni recenti sembra abbia perso completamente l’amore verso Dio”. Lo avevate notato anche voi?

      Perché sperare

      Naturalmente, il semplice fatto di sapere che i guai del nostro secolo furono predetti non ci rende più facile sopportarli. Ma Gesù non voleva scoraggiare i suoi ascoltatori con cattive notizie sul futuro. No, aveva un messaggio positivo. Quale?

      “Quando vedrete tutte queste cose”, disse Gesù, facendo riferimento a guerre mondiali, penuria di viveri, terremoti e illegalità, “sappiate ch’egli è vicino alle porte”. (Matt. 24:33) Chi è vicino? Gesù parlava di sé, il “Figlio dell’uomo”. (Vers. 30) Quanto è vicino? “Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. — Versetto 34.

      La generazione che vide lo scoppio della prima guerra mondiale si fa più vecchia mentre le condizioni del mondo peggiorano rapidamente. Ma come predisse Gesù, quella generazione ‘non è affatto passata’. Solo negli Stati Uniti ci sono ancora più di 10 milioni di persone che erano abbastanza grandi da andare a scuola quando cominciò la prima guerra mondiale. Alcuni di loro saranno ancora qui quando arriverà la fine di questo sistema. — Matt. 24:3.

      Perché il sovrastante “termine del sistema di cose” ci dà motivo di sperare? Perché il nostro secolo devastato dalla guerra, colpito dalla carestia e dilaniato dalla violenza ha dimostrato una volta per sempre che questo sistema di cose non funziona. Nonostante possa avvalersi di una tecnologia che nel 1914 non si sarebbe neppure sognata, l’uomo si è mostrato del tutto incapace di governare la terra. E un crescente numero di persone è d’accordo che se l’attuale nazionalistico sistema mondiale non finirà in qualche modo, l’uomo distruggerà la terra in una guerra nucleare.

      Con che cosa sarà sostituito questo sistema di cose? Notate cosa Gesù promise che avrebbe detto ai suoi fedeli seguaci “quando il Figlio dell’uomo [sarebbe] venuto nella sua gloria”. “Venite”, dirà loro, “voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”. — Matt. 25:31-34.

      Sì, Dio ha preparato un regno, che ha affidato a suo Figlio, per governare appropriatamente questa terra per la prima volta da che Adamo ed Eva si ribellarono a Dio nel giardino d’Eden. Appropriatamente, quel regno riporterà la terra alle condizioni paradisiache che furono perdute con quella prima ribellione. — Gen. 2:15-17; 3:1-24.

      Profeticamente il salmista ci dice:

      “Germoglierà ai suoi giorni il giusto, e l’abbondanza di pace finché non ci sia più la luna. Poiché libererà il povero che invoca soccorso, anche l’afflitto e chiunque non ha soccorritore. Ci sarà gran quantità di grano sulla terra; in cima ai monti ci sarà sovrabbondanza”. — Sal. 72:7, 12, 16.

      La risposta all’angosciosa domanda: ‘Dove sta andando questo mondo?’ è dunque incoraggiante. Questo mondo è alla soglia di un nuovo ordine che sarà governato dal regno di Dio! Si avvicina a grandi passi il tempo in cui guerre, carestie, terremoti, delinquenza e mancanza d’amore, sia verso Dio che verso il prossimo, saranno un pallido ricordo.

      Se volete sapere di più in merito alle meravigliose promesse di Dio circa il prossimo futuro, perché non parlate con i testimoni di Geova? Ci sono molte altre buone notizie che saranno felici di farvi conoscere!

      [Riquadro a pagina 8]

      GUERRE

      Nel 1978 fu calcolato che dalla fine della seconda guerra mondiale erano state combattute 150 guerre in cui hanno perso la vita 25 milioni di persone. Ecco alcune delle guerre più note. Come indica questo elenco parziale, la pace è stata veramente ‘tolta dalla terra’ nel XX secolo, com’era predetto in Rivelazione 6:4.

      1945-54 Guerra del Vietnam (partecipazione dei francesi)

      1955-75 Guerra del Vietnam (partecipazione degli americani)

      1948-57 Guerriglia in Malesia

      1950-51 Corea

      1954-62 Algeria

      1956 Ungheria

      1956 Suez

      1957 Tibet

      1959 Laos

      1959 Confine fra Cina e India

      1960 Congo

      1962-75 Iraq

      1962 Yemen

      1965 Confine fra India e Pakistan

      1967 “Guerra dei sei giorni” arabo-israeliana

      1967-69 Biafra (Nigeria)

      1968 Cecoslovacchia

      1969 (fino al presente) Irlanda

      1969 Confine tra Russia e Cina

      1969-75 Angola

      1971 Bangladesh

      1973 Sinai

      1975 Libano

      1976-79 Rhodesia (Zimbabwe)

      1977 Etiopia

      1978 Zaire

      1979 Cambogia, Vietnam

      1979 Ciad

      1979 Iran

      1979 Yemen

      1979 Uganda

      1979 Nicaragua

      1980 Afghanistan

      1980 Iran, Iraq

      [Prospetto a pagina 9]

      TERREMOTI

      Ecco alcuni fra i maggiori terremoti verificatisi dal 1914. Sono elencati solo quelli in cui ci sono state dalle 3.000 vittime in su. Naturalmente, in certi casi la stima delle vittime varia.

      Data Luogo Numero approssimativo

      dei morti

      1915 Italia 29.900

      1920 Cina 180.000

      1923 Giappone 143.000

      1927 Cina 200.000

      1932 Cina 70.000

      1934 India 10.700

      1935 India 60.000

      1939 Cile 30.000

      1939 Turchia 23.000

      1948 Giappone 5.100

      1949 Ecuador 6.000

      1960 Cile 5.700

      1960 Marocco 12.000

      1962 Iran 10.000

      1968 Iran 11.500

      1970 Perú 66.700

      1972 Iran 5.000

      1972 Nicaragua 6.000

      1974 Pakistan 5.200

      1976 Guatemala 23.000

      1976 Cina 655.000

      1976 Filippine 3.300

      1976 Turchia 3.700

      1978 Iran 25.000

      1980 Algeria 20.000

      1980 Italia 3.000

  • “Un beneficio per tutti”
    Svegliatevi! 1981 | 8 settembre
    • “Un beneficio per tutti”

      Il periodico sanitario Tempo Medico del dicembre 1980 ha scritto: “La questione [concernente l’obiezione dei testimoni di Geova alla terapia emotrasfusionale] non avrebbe concrete vie di uscita se non si ponesse la domanda: la trasfusione di sangue è sempre davvero indispensabile? La risposta è ovvia: dipende dalle situazioni, che sono di volta in volta diverse. Tuttavia si può senz’altro affermare che i casi in cui la trasfusione appare imprescindibile e tale che la sua mancata esecuzione mette in pericolo la vita dei pazienti diminuiscono sempre di più”.

      “L’esperienza di molti decenni ha tuttavia messo in evidenza che la trasfusione comporta diversi rischi, in particolare quello dell’epatite susseguente alla trasfusione, la cui incidenza appare decisamente rilevante. E poiché le epatiti da trasfusione sono determinate dal virus B, il più temibile, e si concludono spesso drammaticamente, è legittimo domandarsi se non sia opportuno, per l’indirizzo terapeutico generale, al di là delle richieste dei Testimoni di Geova, rivedere i criteri assistenziali, forse un po’ troppo adagiati nella consuetudine, e limitare le trasfusioni.

      “È su questa base, e non solo per venire incontro alle esigenze dei Testimoni, che Denton Cooley opera da oltre sette anni a cuore aperto limitando al massimo le trasfusioni, che vengono sostituite con la pratica dell’emodiluizione, consistente nel diluire il sangue del paziente”.

      “Se il metodo dava eccellenti risultati già allora, e in interventi limite come quelli che prevedono la circolazione extracorporea, fa un po’ meraviglia che esso non si sia esteso alla chirurgia più corrente. Lo ha fatto un chirurgo che opera in un ospedale di zona, il dottor Cesare Buresta, che a Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno, ha iniziato nel 1974 a operare su Testimoni di Geova rispettando la loro volontà.

      “Gli interventi sono un centinaio: di questi, oltre la metà non presentano interesse, ma ben 48 meritano considerazione perché riguardano casi in cui la trasfusione di sangue si rende spesso necessaria.

      “Secondo il dottor Buresta, i risultati ottenuti indicano che è possibile eseguire interventi chirurgici evitando la trasfusione di sangue, almeno nella grande maggioranza dei casi, senza far correre al paziente rischi superiori al consueto. Naturalmente è necessario mettere in opera ogni tecnica chirurgica atta a ridurre al minimo le perdite di sangue”.

      “È evidente che l’applicazione di queste tecniche rende gli interventi chirurgici più delicati e complessi. La possibilità, che sembrerebbe reale, di risparmiare trasfusioni, insomma, si paga in termini di impegno, di lavoro preparatorio e di attrezzature”.

      “Tuttavia”, conclude il periodico, “la medicina deve onestamente porsi la domanda se non valga la pena di compiere uno sforzo in questo senso e di moltiplicare i reparti e le équipe chirurgiche in grado di applicare le tecniche citate. Non si tratta più di andare incontro ai desideri dei Testimoni di Geova, ma di vedere se le loro richieste non possono risolversi in un beneficio per tutti, o se non altro in utile stimolo per nuove ricerche. Il loro atteggiamento ha costituito l’occasione per smuovere le acque, sempre un po’ stagnanti, della consuetudine terapeutica. Hanno creato un problema là dove sembrava non esistesse. Invece di considerare tutto questo una provocazione, sembra più saggio prendere seriamente in considerazione una richiesta che, per pura combinazione, si è rivelata meno cervellotica di quanto lì per lì si potesse pensare”.

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