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  • Un mondo confuso: Potete cambiarlo?
    Svegliatevi! 1977 | 8 gennaio
    • Un mondo confuso: Potete cambiarlo?

      Milioni di persone credono che la situazione mondiale sia estremamente critica. Chi può portare un cambiamento in meglio? Forse i giovani?

      NEL mondo ci sono molte cose che non vanno. Nessuno lo negherà. Secondo molti giovani la situazione è così critica che è necessario fare dei cambiamenti se si vuole che la famiglia umana sopravviva. Anzi, secondo certuni è già troppo tardi per evitare la catastrofe mondiale. Per loro il mondo è simile a un treno impazzito che corre verso un burrone spalancato da cui è stato spazzato via il ponte.

      Probabilmente, però, la maggior parte di coloro che sono più avanti con gli anni non sono d’accordo. Sono inclini a pensare che questo mondo confuso si riprenderà in qualche modo e che tutto andrà per il meglio. “Guardate i tetri giorni della grande depressione o quelli della seconda guerra mondiale”, diranno. “Spesso le condizioni sembravano disperate, ma migliorarono. Il mondo sopravvisse, e sopravvivrà ancora”.

      “Ma la situazione non è la stessa”, risponderanno subito molti giovani. “Adesso è completamente diversa”, e francamente non hanno torto. È stata creata una società molto diversa. Nel suo libro Future Shock Alvin Toffler scrive: “Stiamo subendo simultaneamente la rivoluzione dei giovani, la rivoluzione sessuale, la rivoluzione razziale, la rivoluzione coloniale, la rivoluzione economica e la rivoluzione tecnologica più rapida e radicale della storia”.

      Davanti a questo mondo inquieto, dobbiamo ammettere che quanto è accaduto alle generazioni precedenti non si applica necessariamente alle situazioni attuali. Dobbiamo cercare di capire l’effetto che ha avuto sui giovani la sconvolgente rivoluzione avvenuta nella società.

      Considerate, ad esempio, l’effetto della rivoluzione tecnologica, alimentata soprattutto da centinaia di milioni di litri di petrolio sottratti ogni giorno alla terra. Spesso i giovani sono costernati per l’errato impiego delle risorse. Al ritmo sfrenato con cui vengono consumate non solo si esauriranno presto, ma l’aria, l’acqua e il suolo saranno avvelenati!

      I giovani sono portati a esclamare: “Come osa la generazione dei nostri genitori depauperare le risorse della terra e inquinare l’ambiente, così che noi e i nostri futuri figli vivremo in un mondo in rovina?”

      Non condividiamo questo punto di vista? Infatti, come vi sentireste se entrando in un parco vedeste i fiori e gli arbusti calpestati, i maestosi alberi bruciati e il suolo cosparso di rifiuti? Molti giovani pensano che in effetti questo è ciò che la vecchia generazione ha fatto alla terra, e che il peggio debba ancora venire. E non hanno buone ragioni di preoccuparsi?

      Pensate. Mai una generazione di giovani era cresciuta con la consapevolezza che esistono armi nucleari sufficienti per annientare parecchie volte la civiltà. Facendo un contrasto con la generazione precedente, il commentatore britannico Jeff Nuttall spiega che i ragazzi che arrivavano alla pubertà prima del sorgere dell’èra atomica “erano incapaci di concepire la vita senza un futuro”. Ma quelli cresciuti da allora in poi, fa rilevare, “sono incapaci di concepire la vita con un futuro”. Nuttall sottolinea questo fatto: “Non hanno mai avuto il senso del futuro”. La minaccia che l’uomo stesso annienti la civiltà riducendola a un cumulo di rovine radioattive è per loro una possibilità reale, credibile.

      In realtà, quale impressione possiamo aspettarci che i giovani abbiano degli uomini al potere? Scrivendo al Times di New York del 22 novembre 1975, un diciassettenne disse in parole semplici quello che pensano molti: “La gente mette l’uomo politico sullo stesso piano di uno scassinatore, un aggressore e un truffatore; molti pensano che i nostri capi non si preoccupino d’altro che di sé”.

      Quando i ragazzi entrano nell’adolescenza, si rendono conto che sono stati uomini d’affari avidi di guadagno a esporli a un deleterio clima di delitti e violenza. Un’importante rivista americana, nel numero di settembre del 1975, scriveva: “Vostro figlio, se è un bambino normale, prima di compiere i 15 anni vedrà morire 13.000 persone in TV. Se vedesse ogni spettacolo televisivo trasmesso in un anno, assisterebbe a omicidi, percosse, stupri, aggressioni e rapine nella proporzione di otto all’ora, perché il soggetto di tre programmi su quattro è la violenza”.

      Inoltre, man mano che crescono, i ragazzi si rendono conto che sono gli avidi uomini d’affari a mettere in pericolo la vita sulla terra con gli inquinanti, e che sono i capi assetati di potere a mettere in pericolo la civiltà costruendo arsenali nucleari. Possiamo biasimare i giovani se odiano il sistema che tanto ha contribuito a rovinare le loro prospettive di un avvenire felice e sicuro? Lo scienziato Szent-Györgyi, vincitore di un premio Nobel, comprende i sentimenti dei giovani e spiega:

      “Trovano tutto falso. I grandi partiti politici vogliono il profitto e il potere, i militari vogliono il dominio, vogliono ingrassarsi coi corpi dei giovani. . . . Vedono che le religioni sono sempre dalla parte di chi è al potere. E vedono che mentre metà dei bambini del mondo vanno a letto affamati, senza il cibo di cui hanno bisogno per crescere sani di mente e di corpo, noi spendiamo centinaia di miliardi di dollari per ingrandire sempre più i nostri arsenali di armi nucleari e missili. Vedono che la maggior parte dei capi politici pensano in effetti solo alla propria rielezione, a stare al potere, a propinare al popolo argomenti che la logica più semplice dovrebbe far respingere”.

      Sì, molti giovani vedono che questo mondo è corrotto e crudele! E non siamo forse d’accordo? Ma qualcuno vi dirà: ‘Si può costruire un mondo migliore. Bisogna togliere dai governi gli elementi corrotti e immorali. È possibile’. Ma possono i giovani cambiare questo mondo confuso e crearne uno nuovo e migliore? È una perdita di tempo provare?

  • Il mondo si “può” cambiare?
    Svegliatevi! 1977 | 8 gennaio
    • Il mondo si può cambiare?

      MOLTI hanno pensato che si potesse creare un mondo migliore. E in passato i giovani hanno tentato impazientemente di far questo. Durante gli anni sessanta, ad esempio, i giovani fecero spesso notizia con i loro tentativi di riformare il sistema. Migliaia d’essi protestarono contro quella che consideravano una società razzista, illegale e crudele. Ma, più recentemente, questi sforzi di cambiare il sistema sono praticamente cessati.

      Un paio d’anni fa, quando si fece luce sulle pratiche corrotte di alcuni degli uomini più potenti del mondo, dai giovani non si levò quasi nessun grido di indignazione. Era sorprendente dati gli sforzi compiuti dai giovani solo alcuni anni prima per riformare il sistema! Perché?

      Nel loro libro The Conspiracy of the Young, gli insegnanti Paul Lauter e Florence Howe commentano ciò che in tempi recenti ha fatto cambiare l’atteggiamento dei giovani: “[Anni fa] c’era la fondamentale convinzione, chiamatela forse ottimismo borghese, che le istituzioni si potessero rinnovare . . . Ma la guerra [del Vietnam] ha cambiato tutto”.

      Gli energici sforzi compiuti dai giovani negli anni sessanta per riformare il sistema li portarono a faccia a faccia con la cruda realtà. Si resero conto di qualcosa di cui non si erano resi conto prima, qualcosa che molti più avanti con gli anni preferiscono ignorare. E si tratta di questo: il mondo è basilarmente, fondamentalmente corrotto, e lo è sempre stato. Un giovane attivista degli anni sessanta additò questa consapevolezza, scrivendo recentemente in Times Magazine di New York: “Avevamo concluso, correttamente, che vivevamo in un sistema marcio, corrotto, moralmente fallito e brutalmente sfruttatore; solo non avevamo capito che il mondo era sempre andato così”.

      A quale conclusione sono dunque pervenuti molti giovani? A questa: che non possono fare nulla per eliminare la corruzione esistente; il mondo è completamente marcio, e questo include la politica, il commercio e le religioni. Non si può trasformare in un mondo migliore. Ecco cosa scrisse un altro giovane attivista degli anni sessanta riguardo agli sforzi compiuti per migliorare il mondo: “Queste esperienze mi fecero capire che il sistema non si poteva riformare. Smisi di tentar di cambiarlo. ‘Mangia, bevi e divertiti’: questa è la filosofia che adottai”. E, a giudicare da quello che si vede, altri milioni di giovani hanno assunto questo stesso atteggiamento.

      “Questo è il guaio di molti giovani d’oggi”, deploreranno certuni che sono più avanti con gli anni. “Sono così negativi e pessimisti”. Ma con tutta probabilità i giovani risponderanno: “Non siamo negativi; siamo realistici”. E, in effetti, un crescente numero di persone che hanno considerato i fatti sarebbero d’accordo. Per esempio, nel riassunto del Secondo Rapporto al Club di Roma, intitolato “L’umanità alla svolta decisiva”, a cui si è fatta vasta pubblicità, si giunse a questa conclusione: “Siamo avviati verso il disastro. . . . Le previsioni sembrano sfavorevoli all’uomo”.

      E i professori Dennis Pirages e Paul R. Ehrlich prevedono la catastrofe mondiale e nella conclusione del loro libro Ark II spiegano: “Ciò che accade e ciò che è accaduto negli Stati Uniti e in tutto il mondo sono i sintomi di un sovrastante esteso crollo del mondo industriale. Siamo tutti coinvolti in un’immane tragedia; ogni persona, ogni famiglia e ogni nazione lotta per stare a galla mentre l’intero sistema è sull’orlo della rovina”.

      La maggioranza di coloro che sono più vecchi, comunque, pur ammettendo che il mondo è in un pessimo stato, sosterrà che questo è il solo mondo che abbiamo. Perciò, dicono, invece di darci per vinti e contribuire alla sua rovina, dovremmo fare tutto il possibile per salvarlo, per riformarlo. Ma i giovani d’oggi considerano di solito tali sforzi di riforma una perdita di tempo, come tentare di vuotare il mare con un secchio.

      Tali vedute dei giovani sono corrette? La situazione è proprio disperata? Ha

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