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  • Perché i giovani si volgono alla religione?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 febbraio
    • Perché i giovani si volgono alla religione?

      “UN FENOMENO davvero strano”, dicono molti, riferendosi al fatto che recentemente un crescente numero di giovani in ogni parte del mondo si è volto alla religione. Nel mondo occidentale, migliaia di giovani hanno partecipato a quella che è stata definita la “Jesus revolution”. Vari “guru” e culti hanno fatto convertiti di ogni ceto sociale. In Oriente è molto comune vedere giovani con la Bibbia che la domenica vanno in chiesa anziché in gita. A Hong Kong sono sorti molti piccoli gruppi indipendenti al solo scopo di riunirsi insieme, discutere la Bibbia e a volte distribuire volantini stampati da società bibliche.

      Cos’ha causato questa ondata di fervore religioso? Non possono essere state le scuole religiose, poiché, stando a quanto si dice, le lezioni di religione di solito sono noiose e prive di sostanza. Pare invece sia il fatto che in tutto il mondo i giovani vedono come materialismo, governi e progetti umani hanno prodotto solo avidità, egoismo, guerre, miseria e un generale senso di futilità. Molti hanno provato droga, rapporti sessuali e alcool, senza trovare nessuna soluzione. Quindi si volgono speranzosi alla religione, ma spesso non alla religione dei genitori.

      Questa improvvisa conversione alla religione e il cambiamento nel modo di vivere generano spesso grande preoccupazione nei genitori o in altri familiari. A volte non è ingiustificata, poiché certi gruppi religiosi inducono i giovani convertiti ad abbandonare la famiglia e gli amici, a consegnare al gruppo tutto il denaro che possiedono e quindi a isolarsi vivendo in una comunità separata dal resto del mondo. In Oriente i genitori preferiscono che i figli seguano una strada che offre certi vantaggi materiali, come maggiore istruzione o un impiego redditizio.

      Se sei giovane, come dovresti sentirti e reagire quando improvvisamente alcuni familiari si oppongono alle tue idee religiose? La differenza di religione o anche l’opposizione comporta necessariamente una grave rottura nei rapporti tra i familiari? No. Ma per rispondere bene a queste domande, devi avere la giusta religione e i fatti per dimostrarlo. Questo perché solo la religione giusta, la religione della Bibbia, rende migliori i figli e mostra come avere una relazione più stretta con i genitori e altri familiari. Colui che diede origine alle famiglie, il Creatore dell’uomo, fornisce nella Bibbia istruzioni particolareggiate su come avere famiglie veramente unite e felici.

  • Gli effetti della vera religione sui giovani
    La Torre di Guardia 1979 | 15 febbraio
    • Gli effetti della vera religione sui giovani

      SE TUTTI i componenti delle famiglie prestassero vivo ascolto alla Bibbia e si sforzassero, sia pure in modo imperfetto, di mettere in pratica i buoni consigli della Bibbia, tutte le famiglie sarebbero unite e felici. Inoltre, lotte e guerre tra famiglie, tribù e nazioni cesserebbero. Ma al presente non sempre questo accade. Talora solo un componente della famiglia segue questa buona condotta. Qual è la situazione se, diciamo, solo un figlio o una figlia si sforza con diligenza di applicare i principi biblici? Si ha come risultato un’atmosfera familiare felice? Non sempre. Ma è esercitata forte influenza perché ci sia maggiore unità. E certo Dio aiuta il figlio o la figlia a risolvere meglio il problema, a ottenere più pace mentale e a esercitare nella famiglia una sana influenza.

      Considerando questa dichiarazione sull’effetto unificatore del cristianesimo, alcuni rammenteranno che in Luca capitolo 12, versetti 52 e 53, Gesù disse d’essere venuto a causare divisione: “Cinque saranno divisi in una casa, tre contro due e due contro tre. Essi saran divisi, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre, la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera”. Così dicendo Gesù non incoraggiava a rompere le relazioni familiari. Gesù non si mise contro i propri fratelli carnali. D’altra parte, i suoi fratelli non lo incoraggiavano, ma erano inclini a parlare sprezzantemente delle sue asserzioni. Comunque Gesù si comportò in modo tale che i suoi fratelli accettarono infine la “buona notizia” che egli aveva insegnata e divennero cristiani. — Giov. 7:3-5; Atti 1:13, 14.

      Gesù fece notare non solo con la propria vita, ma anche con le parole, che in molti casi i suoi seguaci avrebbero ricevuto mortificazioni, scherni e anche persecuzione dalla famiglia. Tuttavia non doveva essere il credente a causare inimicizia con un comportamento sgarbato o poco rispettoso. Sarebbe davvero poco amorevole, e un cristiano, particolarmente un giovane, potrebbe facilmente cadere in questo laccio. Forse prima di venire a conoscenza della verità biblica era poco rispettoso. Ma la verità della Bibbia può produrre nel cristiano cambiamenti meravigliosi, poiché egli può dimostrarne il valore intrinseco, raccomandandosi così a ogni coscienza dinanzi a Dio. — 2 Cor. 4:2.

      Riguardo al comportamento da tenere verso quelli che possono effettivamente fare forte opposizione, perché non comprendono o non apprezzano la mutata condotta del cristiano, Gesù comandò: “Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; per mostrare d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli”. (Matt. 5:44, 45) Il cristiano spera sempre che costoro divengano infine credenti.

      Quando c’è opposizione, il cristiano sosterrà fermamente la verità, come fece il suo Maestro, Gesù Cristo. Ma essere fermi non significa essere duri. Sarà sempre gentile. Non si considererà superiore agli altri, non sarà insolente né impertinente (qualità tipiche di molti giovani d’oggi). Se è schernito o maltrattato, il cristiano fa bene a ricordare le parole di Pietro: “[Siate] sempre pronti a fare una difesa dinanzi a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto”. (1 Piet. 3:15) Questa mitezza e questo profondo rispetto dovrebbero essere mostrati particolarmente ai familiari. Per rispondere con mitezza ci vogliono studio e impegno sincero, premuroso e diligente. Tutti, anche i cristiani giovani, dovrebbero essere in grado di dare ragioni logiche, chiare e complete della loro fede. Altrimenti, dov’è la loro fede?

      RISPETTO PER L’AUTORITÀ DEI GENITORI

      Il giovane che è diventato cristiano impara, come disse Gesù, che ‘la verità rende liberi’. (Giov. 8:32) Riscontra che si diventa veramente liberi da molte cose che dominano, anzi, che rendono schiavi i giovani d’oggi: timore di altri giovani, pressione a ‘seguire la corrente’, culto degli eroi, gelosie, rivalità, desideri errati, frustrazioni e i disastrosi risultati dell’influenza di cattivi compagni. Ma i giovani devono riconoscere che non sono liberi in senso assoluto. Devono riconoscere l’autorità debitamente costituita, essendo l’autorità dei genitori di primaria importanza. Fu Dio stesso a dare ai genitori la responsabilità di educare i figli nella via giusta e determinare ciò che è meglio per ciascun figlio. — Deut. 6:1, 6, 7; 31:12, 13.

      L’autorità dei genitori include la “verga” della disciplina. Proverbi 23:13, 14 dichiara: “Non trattenere la disciplina dal semplice ragazzo. Nel caso che tu lo batta con la verga, non morrà. Con la verga tu stesso dovresti batterlo, per liberare la sua medesima anima dallo Sceol”. A volte i figli possono pensare che la disciplina non sia impartita nel modo giusto, ma devono ricordare che i genitori risponderanno a Dio di come esercitano l’autorità, e che se la disciplina non è impartita nel modo giusto, Dio può nondimeno farla operare per il bene del figlio ubbidiente. — Rom. 8:28.

      È molto più facile per un giovane sottomettersi all’autorità dei genitori se riflette sulle parole dell’apostolo Paolo: “Veramente, nessuna disciplina sembra al presente esser gioiosa, ma dolorosa; ma a quelli che ne sono stati addestrati produce poi un pacifico frutto, cioè giustizia”. (Ebr. 12:11) Il giovane che lo comprende può essere grato della disciplina impartitagli dai genitori e da persone adulte della congregazione, oltre che dagli insegnanti a scuola. Farà rapido progresso e avrà una buona coscienza e libertà di parola, poiché quando si sottomette all’autorità, anche se a volte non è molto piacevole, il giovane serve il Signore Geova e suo Figlio Gesù Cristo. L’apostolo prestò speciale attenzione ai giovani, per confortarli, quando scrisse: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, poiché questo è grato al Signore”. (Col. 3:20) La sola eccezione si ha quando al giovane è chiesto di fare qualcosa che non è grato al Signore.

      ESERCITATE LA SAPIENZA CHE VIENE DALL’ALTO

      Se adorate il Creatore, forse i vostri familiari o compagni non vi sono d’aiuto. Per mantenere l’equilibrio in simili circostanze, potete pregare Dio e chiedergli sapienza. Il discepolo Giacomo, fratellastro di Gesù Cristo, scrisse a coloro che erano in difficoltà: “Consideratela tutta gioia, fratelli miei, quando incontrate varie prove”. “Se alcuno di voi è privo di sapienza, continui a chiederla a Dio, poiché egli dà generosamente a tutti e senza biasimare; ed essa gli sarà data”. — Giac. 1:2, 5.

      Descrivendo inoltre la “sapienza dall’alto”, Giacomo dice che è “prima di tutto casta, quindi pacifica, ragionevole, pronta a ubbidire, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parziali distinzioni, senza ipocrisia”. (Giac. 3:17) Considerate con attenzione ciascuna di queste qualità e vedete onestamente se le manifestate e dove potete migliorare. Queste qualità vi aiuteranno a capire la situazione e i sentimenti vostri e altrui.

      Fate bene a ricordare che quasi sempre i familiari hanno a cuore i vostri migliori interessi, pur avendo solo una conoscenza limitata del vero cristianesimo. Forse avete cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. I parenti e gli amici possono non sapere realmente che tipo di persone sono i testimoni di Geova. Può darsi pensino che ‘questa religione vi porta via troppo tempo’. Data l’ipocrisia che c’è nella maggioranza delle religioni d’oggi, è comprensibile che le persone più in là con gli anni siano apprensive e caute. Vedendo il vostro giovanile zelo per la religione, si preoccupano che possiate essere spinti solo dal sentimento, invece che dal buon senso. Se si oppongono, forse potete dimostrare di aver preso una decisione sensata e ben fondata rispondendo in modo rispettoso e con uno spirito pacifico e ragionevole.

      Chiedetevi dunque: Sono davvero pacifico e ragionevole? Dimostro questo spirito verso i miei familiari anche se essi si oppongono in certa misura alle mie convinzioni? Cosa posso fare per migliorare l’unità della famiglia e servire così il Creatore con tutta l’anima? A questo proposito, mostro equilibrio e ragionevolezza nel programmare le mie attività, per cui adempio debitamente gli obblighi familiari e partecipo alla proclamazione della “buona notizia”?

      Mettendo in pratica la sapienza che viene dall’alto, il cristiano migliorerà continuamente la sua condotta e il dialogo con i familiari. Forse i vostri familiari e amici non sono contrari, ma se lo sono, le parole dell’apostolo Pietro vi indicano come comportarvi. Egli confortò i cristiani con le seguenti parole: “Mantenete una buona coscienza, onde nel particolare in cui si parla contro di voi siano svergognati quelli che parlano sprezzantemente della vostra buona condotta riguardo a Cristo. Poiché è meglio soffrire perché fate il bene, se la volontà di Dio lo desidera, anziché perché fate il male”. — 1 Piet. 3:16, 17.

      Spesso la condotta del cristiano produce più effetto delle semplici parole.

      A Hong Kong una ragazza poco più che ventenne cominciò a frequentare regolarmente le adunanze di studio biblico dei testimoni di Geova, ma la famiglia, specie i fratelli maggiori, non vedevano la cosa di buon occhio. Comunque uno di loro notò che, mentre prima la ragazza discuteva e litigava con la madre, continuando lo studio della Bibbia era cambiata e dimostrava progressivamente uno spirito più quieto e mite. Tuttavia egli aveva dei dubbi e non era certo che questo miglioramento fosse dovuto all’influenza della sua nuova religione. Pensò che effettivamente sua sorella fosse “infatuata” e che il cambiamento fosse solo superficiale.

      Per accertarsi, una volta il fratello l’accompagnò alla locale Sala del Regno dei Testimoni di Geova per assistere all’adunanza. Con sua sorpresa, non trovò un circolo sociale né una riunione in cui passassero il piatto della colletta, ma un gruppo di persone cordiali e amichevoli che si interessavano di studiare la Bibbia e di metterla in pratica nella loro vita. Ben presto anch’egli studiava la Bibbia. Ora, come Testimoni battezzati, fratello e sorella assistono insieme alle adunanze e hanno cominciato a condurvi altri familiari. È stato suscitato interesse riguardo a Dio e alla sua Parola e l’opposizione ha ceduto il posto all’unità e alla felicità familiare: tutto perché una figlia ha messo in pratica i consigli della Bibbia, coltivando un temperamento mite e il desiderio di aiutare altri.

      A volte può sembrare che la buona condotta passi inosservata agli oppositori, ma il cristiano non dovrebbe scoraggiarsi per questo.

      Una ragazza che in precedenza combinava guai e si era mostrata indipendente si impegnò a fondo per cambiare e rivestire una personalità cristiana. Dapprima i genitori non fecero nessun commento al riguardo e pareva che non l’avessero notato. Poi un giorno la ragazza udì la madre che diceva alla vicina: “Quando mia figlia si è unita a questa religione [testimoni di Geova] ero contraria, ma ho notato un cambiamento tale nella sua condotta che non mi oppongo più, perché dev’essere una buona religione”.

      Come fu felice questa ragazza di avere perseverato nell’eccellente condotta!

      IL PIÙ VECCHIO ANTENATO, L’“ANTICO DEI GIORNI”

      Cos’è che spinge i giovani testimoni di Geova a seguire la Bibbia con tale tenacia anche quando la famiglia disapprova? È forse insegnato loro a mancare di rispetto ai parenti? No di certo! Essi seguono una strada vecchia come la razza umana, cioè quella di rispettare e ubbidire al più vecchio antenato. Nelle varie società del mondo, fino a tempi molto recenti, l’uomo più vecchio della famiglia era consultato per avere consigli, sapienza e guida. La sua parola era legge e aveva la precedenza su quella degli altri, su quella del figlio, del nipote o del pronipote. In Oriente molti adorano addirittura gli antenati morti e si rivolgono a loro per avere una guida. Ma i veri cristiani ascoltano sul serio l’antenato o avo più vecchio, che non è morto, ma che è “l’Iddio vivente”, cioè il Creatore dell’uomo, Geova Dio. — Ger. 10:10-12.

      Il libro biblico di Daniele (7:9) chiama Dio “l’Antico dei Giorni”. Egli è dall’eternità all’eternità ed è la fonte della vita di tutti gli uomini. (Sal. 36:7, 9; Atti 17:24, 25, 28) Perciò, tutti dovrebbero ubbidirgli, come i ragazzi bene educati dovrebbero essere pronti ad ascoltare genitori e nonni. Se seguiamo la sapienza dell’“Antico dei Giorni” potremo essere chiamati suoi figli. (1 Piet. 1:14; 1 Giov. 3:1; 2 Cor. 6:18) Comprensibilmente, dunque, i giovani servitori del Creatore ritengono di dovere coscienziosamente ascoltare questo supremo genitore come autorità finale quando c’è conflitto tra i suoi comandi e quelli dei genitori, pur avendo sempre rispetto e mostrando amore per i genitori.

      Dato che Geova è colui che diede origine alla famiglia e alla vita familiare, ne consegue che i giovani che lo servono contribuiranno di più alla felicità della famiglia. Figli e figlie non disonoreranno i genitori terreni seguendo i capricci, l’immoralità e la cattiva condotta di questo mondo. Saranno pronti a dare una mano in casa e a far onore ai genitori in altri modi tenendo sempre una condotta casta e retta. (Tito 2:6-8) Prestando attenzione a queste cose, le quali sono molto più piacevoli e soddisfacenti che lottare e resistere all’autorità, i giovani veramente cristiani recano lode al Creatore. Il loro Padre celeste ne è anche glorificato e li benedice per il loro amore e la loro fede.

      In ogni angolo della terra, in qualsiasi circostanza, migliaia di giovani seguono la condotta che ha l’approvazione di Dio. Forse alcune delle più grandi attrazioni del mondo per i giovani, e le maggiori pressioni, si trovano nelle cosiddette nazioni modernizzate, dove predomina uno spirito materialistico. Può il vero cristianesimo dare ai giovani ciò di cui hanno bisogno per essere contenti e felici e aiutarli a non farsi trascinare dal materialismo? Ne abbiamo un buon esempio nella Repubblica Federale di Germania del dopoguerra.

  • Giovani che lodano Geova nella Germania del dopoguerra
    La Torre di Guardia 1979 | 15 febbraio
    • Giovani che lodano Geova nella Germania del dopoguerra

      GERMANIA, 1979. Le uniformi pianure settentrionali spazzate dal vento e rivestite da un manto di deliziosa erica; il grande centro industriale della Ruhr, più attivo che mai, seminascosto sotto uno strato di smog; le maestose Alpi Bavaresi coperte da spessi strati di neve fresca; turisti in cerca di pantaloni di cuoio, costumi variopinti, boccali per la birra e orologi a cucù: questa è la Germania che tutti conoscono. Poco sembra mutato.

      Tuttavia il mondo, inclusa la Germania, è cambiato, forse mai così rapidamente come dalla fine della seconda guerra mondiale. Esso ha conosciuto nuovi pericoli, nuovi modi di pensare e nuove norme di comportamento. Emersa dall’olocausto della guerra, che tipo di retaggio poteva lasciare la precedente generazione alla generazione del dopoguerra?

      Nulla potrebbe aiutare la nuova generazione a risolvere felicemente i suoi problemi meglio di un’accurata conoscenza del vero Dio Geova e dei suoi propositi. Durante il regime di Hitler ci furono cristiani che avevano questa conoscenza e la cui fedeltà nella persecuzione è ben nota. Ricordando le parole di Davide, che “generazione dopo generazione loderà le tue opere, e annuncerà i tuoi potenti atti”, essi han voluto tramandare questa eccellente eredità alla generazione del dopoguerra. (Sal. 145:4) Ci sono riusciti? Vediamo.

      ALLEVATI DA GENITORI CREDENTI

      Molti testimoni di Geova della generazione attuale (dal 1945) hanno avuto il vantaggio d’essere stati allevati da genitori e anche da nonni che erano testimoni di Geova. Per esempio, Elke e sua sorella Heidi, che servono Dio a tempo pieno, sono felici di appartenere alla quinta generazione di Testimoni della loro famiglia. Com’è meraviglioso vedere intere famiglie unite che servono Geova!

      Considerate anche una famiglia della Vestfalia con 15 figli. Gerhard, che ora presta servizio a tempo pieno nella sede filiale della Watch Tower Society a Wiesbaden, ricorda l’ottima educazione impartita ai figli dai suoi genitori quando erano ancora tutti in casa. Erano necessari tre studi familiari per soddisfare i bisogni di ognuno: uno per i più grandi, uno per quelli più piccoli e uno per quelli “di mezza età”. Il padre impiegava un’ora e mezzo, prima e dopo le adunanze, facendo la spola fra casa e Sala del Regno, per condurvi tutta la famiglia. Non si edificano forti famiglie cristiane senza fatica!

      IL PROBLEMA DELLE CASE DIVISE

      Altri non hanno avuto la fortuna di crescere in una famiglia unita, venendo da case religiosamente divise.

      Friedhelm ricorda che il padre gli bruciò più volte la Bibbia, i libri e le riviste. Nonostante i progetti ambiziosi che il padre aveva fatto per lui, figlio unico, egli decise invece di servire a tempo pieno come proclamatore della buona notizia del regno di Dio.

      Anche Wilfried narra come lui e sua madre rimanevano spesso chiusi fuori di casa quando tornavano dalle adunanze cristiane. Una volta dovettero passare l’intera notte nella macchina. Un’altra volta suo padre lo tirò giù dal letto e si mise a picchiarlo con una lampada. Tuttavia, rimanendo fedele si conquistò non solo il rispetto del padre ma soprattutto l’approvazione di Geova. “I fratelli mi facevano sempre sentire a mio agio nella congregazione, anche se a quell’epoca avevo solo 11 o 12 anni, e questo amore mi aiutava a tirare avanti”, spiega.

      Uwe, divenuto Testimone da adolescente, era contrastato sia al lavoro che a casa.

      Rammenta che una volta, durante un intervallo, colse l’occasione di parlare ad altri della verità, e invece di trovare orecchi disposti ad ascoltare, ricevette un secchio d’acqua in testa. Tuttavia, sia lui che il fratello, ora missionario in Spagna, continuarono a progredire verso la maturità cristiana.

      Rolf-Dieter aveva solo cinque o sei anni quando la madre accettò la verità della Bibbia. Il padre, contrario, vietava a lui e al fratello minore di assistere alle adunanze cristiane, sebbene la madre parlasse loro a casa e li conducesse con sé tutte le volte che poteva.

      “Ricordo che una volta mio padre mi fece andare alle funzioni in una chiesa della cristianità”, racconta. “Ma la mamma mi aveva spiegato tutto in anticipo. Vi andai e ascoltai, ma per coscienza non potei partecipare ai riti, che sapevo essere non scritturali, malgrado il fatto che gli altri seduti vicino continuassero a darmi gomitate e sussurrare cosa dovevo fare”. Tuttavia Rolf non molestò coloro che assistevano alle funzioni, riconoscendo che le Scritture comandano di rispettare gli altri.

      SORMONTATI I PROBLEMI, GRANDI E PICCOLI

      La vita dei giovani cristiani non è facile. La propria integrità può veramente esser messa alla prova a scuola dagli scherni e dalle beffe. Dopo il diploma i ragazzi hanno il problema della neutralità. Ed essi, come le ragazze che sono Testimoni, devono lottare con tutti i problemi comuni ai giovani d’oggi: droga, alcool, immoralità e tanti, tanti altri.

      Anche quello di trovare un coniuge può essere un problema. Lo fu per Ute. Essa spiega:

      “Dove potevo trovare un buon marito? Tutti i giovani della nostra congregazione erano già sposati. Forse non avrei fatto nulla di male a ‘guardarmi attorno nel mondo’, solo un po’. Ma no, non potevo, conoscendo bene il consiglio scritturale di sposarsi ‘solo nel Signore’. Anche in questo riposi fiducia in Geova. Poi durante i lavori di costruzione della nostra nuova sala dei congressi a Trappenkamp conobbi il mio fidanzato. Ci sposeremo a giugno”.

      E che si può dire dei piccoli e dei loro “piccoli” problemi? Ascoltiamo Eric:

      “Ho 10 anni e faccio la quarta. I miei genitori sono Testimoni da molto tempo, quindi fino al tempo della scuola avevo frequentato solo persone della mia stessa fede. Tutto andò bene fino al giorno che la nostra classe partì per trascorrere una settimana in campagna, in un ostello della scuola. Non ero mai stato fuori di casa prima d’allora. Il nostro insegnante s’ammalò all’improvviso e fummo accompagnati da un supplente che non conoscevo. La domenica mattina egli disse: ‘Questa mattina andiamo tutti in chiesa’. Sapevo di dovergli spiegare che non ero d’accordo con gli insegnamenti presentati lì, per cui preferivo non andare. Durante la colazione pensai a quello che avrei potuto dirgli. Dopo colazione gli parlai, ma egli disse: ‘Tu ci vieni, quindi non facciamo discussioni!’ Andai nella mia stanza e, restato solo, rammentai quello che mi aveva detto la mamma la mattina della partenza: ‘Se ti trovi in difficoltà, Geova conosce il tuo cuore. Puoi parlargli dei tuoi problemi’. Pregando, piangevo. Non volevo avere niente a che fare con la falsa religione! Un po’ più tardi, tornato fuori, incontrai un’altra insegnante che mi chiese cos’era successo, vedendo che avevo pianto. Glielo dissi. Essa mi rispose: ‘Ci penso io’. Poco dopo tornò e mi disse: ‘Non devi andare. Ho parlato al tuo insegnante’. Come fui felice! Ringraziai Geova d’avere ascoltato la mia preghiera. La sua mano non era stata troppo corta”.

      Un problema “piccolo”? Alcuni pensano di sì, ma la nostra generazione del dopoguerra ha scoperto che nessun problema è troppo piccolo o insignificante perché Geova non se ne occupi. Né ci abbandona per occuparsi dei problemi più grossi. Prendete il caso di Marion:

      Era un ottimo esempio di ragazza cristiana, regolarmente attiva nella predicazione del Regno. Marion aveva solo 17 anni ed era piena di vita. Ma poi un tumore al midollo spinale cominciò a paralizzarle lentamente un braccio. Si rese assolutamente necessario un intervento, ma data la natura pericolosa nessun medico era disposto a eseguirlo senza sangue. Marion e i genitori rimasero fermi nelle proprie convinzioni. Era fuori discussione disubbidire a Geova! Pur soffrendo, il suo coraggio non venne mai meno. Infine si trovò un chirurgo disposto a rispettare le sue convinzioni religiose. L’intervento fu eseguito felicemente senza sangue! Tuttavia, il sollievo fu di breve durata; fu necessaria una seconda e poi una terza operazione. Estendendosi la paralisi, il dolore aumentava. Le si paralizzò la lingua, ma con il suo comportamento all’ospedale continuò a rendere testimonianza della propria fede. Amorevolmente e con grande fatica fece una maglia ai ferri per la sua infermiera. Quando infine la morte divenne inevitabile, i genitori la portarono a casa. Sebbene la sua voce quasi non si udisse e riuscisse appena a sollevare la testa, tutte le volte che era possibile la conducevano alle adunanze cristiane su una barella. Come Giobbe nella sua afflizione, mantenne la ferma convinzione che un giorno sarebbe stata anch’essa benedetta da Dio, e sarebbe stata piena di vita come non mai. Morì il 28 dicembre 1977, a 18 anni. Non avendo voluto venir meno alla fede in Geova, fu da Lui fortificata e si unì a una lunga schiera di cristiani fedeli sino alla morte, inclusi altri della nostra generazione del dopoguerra, la cui preghiera per la vita sarà esaudita con la risurrezione. — Atti 24:15.

      ALCUNI CHE NON SONO STATI EDUCATI DA GENITORI CREDENTI

      Naturalmente, molti dei nostri giovani Testimoni non sono stati educati da genitori credenti. Anch’essi hanno dovuto sormontare problemi, a volte molto seri, prima di poter diventare servitori di Geova.

      Per esempio, c’è Christa, 22enne, che mostrò interesse quando i testimoni di Geova iniziarono uno studio biblico con suo fratello. Era una giovane cattolica militante, ma frequentava settimanalmente anche le adunanze dei battisti. Essa spiega perché poi cominciò a studiare coi Testimoni:

      “Non mi sognavo neppure di diventarlo. Il mio scopo era quello di riportare mio fratello al cattolicesimo. Quindi desideravo imparare il più possibile sulla Bibbia e poi servirmene per combattere questi ‘nemici’”. Ma più studiava, più si convinceva che i Testimoni avevano la verità, “con mio orrore”, essa dice. E continua: “Ero divisa tra gli amici cattolici, i nuovi amici battisti e i testimoni di Geova, di cui in effetti sapevo pochissimo tranne che erano in grado di rispondere a tutte le mie domande bibliche”.

      Il successivo problema di Christa fu la musica. Sin da quando aveva 15 anni cantava in pubblico e sognava di diventare famosa. Aveva ricevuto buone critiche agli spettacoli delle voci nuove e aveva cantato sia in Inghilterra che in Germania. Cosa doveva fare? Il suo racconto prosegue:

      “Presi la decisione dopo essere stata in Inghilterra, a trovare Janet, una ragazza con cui ero in corrispondenza. Mi disse che era stata costretta ad andarsene di casa a causa della verità. Questo mi fece riflettere, perché Janet conosceva la verità solo da quattro mesi, da quando mio fratello e io le avevamo dato testimonianza durante la sua visita in Germania. Tutto accadde in fretta. Prima di partire dall’Inghilterra smisi di fumare. Appena giunta a casa troncai con tutti gli amici del mondo e strappai dalle pareti tutte le foto dei ‘divi’. Ero libera di assistere a tutte le adunanze. Ben presto avevo molti nuovi amici, veri amici. Nel 1974 fui battezzata. Sette mesi più tardi andai in Inghilterra con l’aereo per assistere al battesimo della mia amica Janet. Siamo molto grate a Geova di averci liberato dalla falsa religione e di averci rafforzato per sormontare i nostri numerosi problemi”.

      SERVIZIO CONTINUO

      Essendo giovani e generalmente senza obblighi familiari, nella Repubblica Federale di Germania molti di questa generazione del dopoguerra sono stati in grado di dedicare le loro energie all’opera di predicare e insegnare la Parola di Dio a tempo pieno. La maggioranza di quelli che hanno provato una volta le gioie del servizio continuo o di “pioniere” hanno continuato il più a lungo possibile questo servizio. Infatti, Karl-Heinz era così deciso che cercò una compagna che la pensasse come lui riguardo a questo servizio. Dice:

      “Da allora abbiamo compiuto insieme otto anni di servizio di pioniere, ricevendo molte benedizioni. Il nostro matrimonio è felice e abbiamo aiutato parecchie persone ad accettare la verità, inclusa un’intera famiglia, il capo della quale è ora un anziano della congregazione”.

      Altri hanno fatto cambiamenti nel lavoro secolare per dedicare più tempo alla proclamazione della “buona notizia”. “Non pensai fosse indecoroso fare il manovale, pur di fare il ‘pioniere’”, sono le parole di Wolfgang, arredatore di professione. La diciottenne Carola fa la collaboratrice domestica a ore e dice che è “un lavoro meraviglioso!” Helmut, che ha fatto il tirocinio nello studio di un architetto, ha lavorato a mezza giornata come intonacatore, preferendo poi il lavoro di consegnare i giornali la mattina presto, per fare il “pioniere”.

      Prima di conoscere la verità, Ulrich era uno chef, e lavorava nei migliori alberghi, frequentati da importanti uomini politici e da famosi personaggi del cinema. Vi rinunciò per avere più tempo da dedicare ad attività scritturali. Egli dice:

      “Amici e colleghi mi sconsigliarono, dicendo che sarei ‘sceso’ sempre più in in basso. La mia carriera era finita e così pure il sogno di guadagnare tanti soldi. Ma non cambierei mai tutto questo con quello che ho oggi. Come ‘pioniere’ sono più felice che mai, certo più felice che prima di ‘scendere’ così in basso”.

      LODANO GEOVA IN MOLTE LINGUE

      La generazione del dopoguerra ha fatto un eccellente lavoro anche tra i gruppi di lingua straniera della Germania. Molti hanno imparato una lingua straniera per prestare servizio in una delle 167 congregazioni di lingua greca, inglese, italiana, iugoslava, portoghese, spagnola e turca della Germania. Sono quindi “missionari” in campo straniero pur essendo nel proprio paese. Altri si sono trasferiti in Spagna, Lussemburgo, Francia, Italia e in altre nazioni e prestano servizio lì.

      Naturalmente, la generazione tedesca del dopoguerra ha dei missionari che sono stati addestrati alla Scuola missionaria dei Testimoni e che ora servono in paesi stranieri. La maggioranza dei 124 giovani, uomini e donne, inviati dalla Germania a questa scuola (negli Stati Uniti) negli scorsi 10 anni sono della generazione del dopoguerra. E alcuni che hanno dovuto tornare in patria per ragioni di salute o di altro genere sono ugualmente nel servizio continuo.

      L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

      Ma naturalmente ogni medaglia ha due facce e sarebbe errato supporre che fra i testimoni di Geova in Germania tutti i giovani siano come quelli descritti sopra. L’indifferenza del pubblico, l’influenza del mondo, il materialismo sono tutte cose che hanno fatto le loro vittime e continuano a farle. Alcuni giovani si sono indeboliti spiritualmente perché non hanno studiato con diligenza la Bibbia e non hanno pregato Dio di dar loro “sapienza dall’alto”. Un sorvegliante viaggiante ha scritto recentemente d’essere rimasto dolorosamente sorpreso vedendo quanto poco si impegnano alcuni giovani nell’opera di predicazione:

      “Nelle ultime tre congregazioni che ho visitate, [i giovani] formano il 23 per cento dei Testimoni, ma, per il tempo dedicato alla predicazione, sono i più deboli. Fa male vedere che alcuni di loro non hanno quasi nessuna relazione con Geova e con la congregazione. Sono ‘seguaci’ di una religione, nulla di più. È triste per i genitori scoprire che le cose stanno così, ma spesso non sono senza colpa. In alcuni casi è perché i genitori hanno trascurato il benessere spirituale dei figli”.

      Mentre questo sistema malvagio si affretta verso la distruzione, è tempo che tutti questi giovani comprendano la serietà della situazione e agiscano di conseguenza. Se lo faranno, Geova li benedirà. — Rom. 13:11; Luca 21:34-36.

      Quelli della nostra generazione postbellica che servono Geova fedelmente e annunciano i suoi potenti atti CONTINUINO L’ECCELLENTE OPERA! (Sal. 145:4, 12) Il loro esempio sia d’incoraggiamento per altri giovani della loro età, affinché impegnino una strenua lotta per non essere presi nel laccio del malvagio sistema di Satana. Avendo ricevuto una così buona eredità, sia loro consentito di riconoscere l’obbligo di tramandarla alla generazione avvenire. Ma c’è un altro motivo per prestare ora fedele servizio, e cioè che potranno avere il privilegio, grazie al futuro miracolo della risurrezione, di tramandare questa eccellente eredità alle generazioni che li hanno preceduti! Che entusiasmante prospettiva! Chi non vorrebbe essere fra coloro che avranno questo privilegio?

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