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  • “Vecchi e bambini” lodano Geova
    La Torre di Guardia 1955 | 15 gennaio
    • di ottantaquattro anni cominciò a predicare la buona notizia del Regno. Con un bastone in ciascuna mano per sostenere il suo corpo debole e curvo, e un pacchetto di letteratura biblica sul dorso, egli visita la gente lungo i dirupati sentieri fra i monti. Cominciando prima delle sei del mattino, egli fa ritorno prima di mezzogiorno per evitare l’arsura del sole. Talvolta viene meno e cade mentre si arrampica su per i pericolosi sentieri. La sua opera è stata così efficace che la Chiesa Cattolica mandò due giovani monaci missionari per annullarne il risultato. Questi lo seguirono su per i sentieri montani tentando di spaventare la gente per impedirle di ascoltare il suo messaggio, e istigando quelli che avevano acquistato letteratura a portarla in città perché fosse bruciata. Malgrado questa opposizione, in sei mesi fu formata una congregazione. Un anno dopo trenta persone furono battezzate; tutto questo come risultato della fatica di questo vecchio testimone ottantaquattrenne che riuscì a sormontare ostacoli formidabili.

      Nel Nicaragua una ragazzina cinquenne accompagna sua madre nel ministero di campo e va di porta in porta da se stessa dando testimonianza e distribuendo riviste presso le persone nelle case. Una volta, visitando la sua superstiziosa vecchia nonna, le spiegò chi è Geova e perché le immagini ch’ella aveva, che non potevano vedere, udire e parlare, non avevano alcun valore.

      In Finlandia una fanciulla di nove anni divenne attiva nel ministero di campo e non solo frequentava regolarmente le adunanze della congregazione ma preparava le sue lezioni in anticipo e rispondeva molto bene alle domande proposte. Quando espresse il desiderio di simbolizzare la sua dedicazione a Geova mediante l’immersione in acqua, sua madre avvertì che non erano ancora completamente preparate a fare tale passo. La piccola rispose: “Naturalmente, tu non puoi venire, mamma, perché tu non comprendi; ma, lascia andare me; io conosco la verità”. Quindi andò e fu immersa.

  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1955 | 15 gennaio
    • Domande dai lettori

      ◆ Che cosa significa Genesi 6:6 dove si legge: “L’Eterno si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra”? — Y. J., Nigeria.

      Il termine “si pentì” è tradotto dalla radice della parola ebraica nahhàm, che ha diversi significati. Com’è riferito da parecchi dizionari, alcuni di tali significati sono: respirare con affanno, sospirare, sentir rincrescimento, pentirsi, addolorarsi o sentir pietà o compassione, consolare o confortare, liberarsi o sbarazzarsi (di nemici). La parola è adoperata in diversi passi con questi vari significati, e il modo nel quale viene usata indica il significato che si deve applicare. Il caso qui considerato è quello in cui Geova, avendo notato la malvagità dell’uomo, aveva determinato di distruggere i malfattori mediante un diluvio globale. Un’accurata traduzione moderna rende il testo, nel relativo racconto, come segue: “E Geova vide che la malvagità dell’uomo era divenuta grande sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo male in ogni tempo. E Geova si pentì di aver fatto gli uomini sulla terra e se ne addolorò nel suo cuore. Quindi Geova disse: ‘Io annienterò dalla superficie della terra gli uomini che ho creati, dall’uomo all’animale domestico, all’animale che striscia e alla creatura che vola nei cieli, perché mi pento di averli fatti’. Ma Noè trovò favore agli occhi di Geova”. — Gen. 6:5-8, NW.

      Geova non ha mai motivo di pentirsi come si pentono gli uomini, per palesare dolore per gli errori commessi e per indicare che vogliono mutare la loro cattiva condotta. Le vie di Geova sono giuste e la sua perfezione elimina

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