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Come si combatte la polmoniteSvegliatevi! 1975 | 22 dicembre
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Rockefeller, il principio ecologico vale anche per il corpo umano: il danno arrecato da batteri e virus dipende soprattutto dalla condizione del loro ambiente, il vostro corpo. Quindi, fin dove è possibile, edificate nel vostro corpo un ambiente resistente alle malattie prestando la debita attenzione alla salute anche quando non siete malati. Questo vuol dire mangiare (con moderazione) cibi sani e nutrienti, mantenere in buone condizioni muscoli, cuore e polmoni con il necessario esercizio (specialmente se avete un’occupazione sedentaria) e concedersi sufficiente sonno e riposo. Siate moderati anche nei piaceri e nelle eccitazioni che vi indeboliscono le forze.
Infine, prendete sul serio il consiglio biblico: ‘La santa devozione insieme a contentezza è un grande guadagno, poiché non abbiamo portato nulla in questo mondo e non ne possiamo portare fuori nulla’. Che questo sia sensato è ovvio, non vi pare? — 1 Tim. 6:6, 7.
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È colpa di Dio se c’è l’inquinamento?Svegliatevi! 1975 | 22 dicembre
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È colpa di Dio se c’è l’inquinamento?
UN BOSCO di sequoie maestose. Una cupa foresta equatoriale. Un vasto oceano azzurro che si scaglia con violenza contro il litorale roccioso. Un deserto rivestito di colore a primavera. Una catena di vette scintillanti che s’innalzano al di sopra di foreste verde cupo e luccicanti laghi blu. Scene che un tempo richiamavano alla mente dello spettatore ammirato il paradiso terrestre.
Ma ora una nuova generazione di uomini guarda l’aria sporca e offuscata, i fiumi intasati da rifiuti industriali, i laghi morti e il suolo avvelenato, i quartieri poveri delle grandi città somiglianti a luoghi di scarico delle immondizie e dice che Dio ne è responsabile.
L’inquinamento, dicono, esiste per colpa di Dio. Muovono la loro accusa partendo dalla dichiarazione della Bibbia contenuta in Genesi 1:28, che dice: “Dio li benedisse e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”.
Questa dichiarazione di Dio fu il principio dell’inquinamento, afferma lo storico inglese Arnold J. Toynbee, nell’articolo pubblicato in Horizon, Estate ’73, e ristampato in seguito quell’anno in Selezione (edizione inglese). Si intitolava “La genesi dell’inquinamento”. Ma Toynbee è solo uno degli ultimi di una lunga serie di simili accusatori.
Nella rivista Science del 10 marzo 1967, Lynn White junior disse, nell’articolo “Le basi storiche della crisi ecologica”: “Distruggendo l’animismo pagano, il cristianesimo permise di sfruttare la natura con uno spirito di indifferenza”. Egli sostenne che “il cristianesimo ha gran parte della colpa” nell’“aggravata crisi ecologica”.
L’articolo di White fu incluso in The Environmental Handbook, preparato nel 1970 dagli Amici della Terra. Quello stesso anno il Sierra Club pubblicò il suo manuale Ecotactics, e, alle pagine 82 e 83, disse: “Finora le aspirazioni dell’uomo sono state guidate dall’iddio di Genesi. Per la maggior parte, siamo stati fieri d’avere soggiogato il pianeta. Ora ci accorgiamo che le nostre aspirazioni ci hanno messo fuori strada e sono risultate distruttive”.
Ian McHarg dell’Università di Pennsylvania, nel suo libro Design with Nature, pubblicato nel 1971, disse: “In effetti, chi cerca l’autorizzazione per quelli che vorrebbero accrescere la radioattività, creare canali e porti con le bombe atomiche, impiegare veleni senza freno, o approvare la mentalità della ruspa, non potrebbe trovare migliore comando di questo (Genesi 1:28). Vi si trova il permesso e il comando di conquistare la natura, la minacciosa nemica di Geova”. Molti altri, inclusi alcuni ecclesiastici, si uniscono alla protesta e dicono che è colpa di Dio se c’è l’inquinamento.
La domanda importante è: Quando Dio disse alla prima coppia di soggiogare la terra e di dominarla, diede forse, come dice Toynbee, “l’autorizzazione ad Adamo ed Eva di farne quello che volevano”? Era questo il proposito di Geova? O era che l’uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, custodisse la terra, l’amministrasse per il benessere non solo dell’uomo ma anche delle piante e degli animali? Anziché muovere accuse azzardate per richiamare l’attenzione, chi ha giudizio vorrà prima conoscere i fatti. Come avverte la Bibbia: “Rispondere prima di avere ascoltato è stoltezza e vergogna”. — Prov. 18:13, versione di F. Nardoni.
Considerazione divina per piante e animali
Quando fu posto in Eden, l’uomo non ricevette l’autorizzazione di farne quello che voleva. Aveva dei limiti. Come dice la Bibbia, doveva ‘coltivarlo e averne cura’. Le piante non dovevano servire solo all’uomo. Furono date come cibo anche “a ogni bestia selvaggia della terra e a ogni creatura volatile dei cieli e a ogni cosa che si muove sopra la terra in cui è vita come un’anima”. — Gen. 2:15-17; 1:30.
La legge che in seguito Dio diede alla nazione d’Israele indicò come l’uomo doveva ‘soggiogare’ la terra. Non doveva sfruttarla fino all’esaurimento, ma, invece, ogni settimo anno doveva essere “un sabato di riposo completo per la terra”. Non si doveva raccogliere nulla di ciò che cresceva da sé. Si doveva lasciare ai poveri e “al tuo animale domestico e alla bestia selvaggia che è nella tua terra”. — Lev. 25:3-7.
Oggi si afferma che oltre ottocento specie e sottospecie di vita sono sull’orlo dell’estinzione. È questo che Dio si propose dicendo all’uomo di dominare? Altre leggi che Dio diede a Israele mostrano l’interesse del Creatore per la vita animale. Ad esempio, non si doveva mettere la museruola al toro che trebbiava il grano, poiché aveva diritto di mangiare un po’ di frumento. Non si dovevano aggiogare insieme all’aratro un toro e un asino: non era giusto nel riguardi dell’animale più piccolo e più debole. Si doveva aiutare la bestia da soma che si trovava in difficoltà anche se il suo padrone era un nemico, e anche se era giorno di sabato. — Deut. 25:4; 22:10; Eso. 23:4, 5; Luca 14:5.
E quando ci è detto che Dio riveste i gigli del campo di bellezza e gloria superiore perfino a quella del re Salomone, non sembra certo che fosse data ai distruttori l’autorizzazione divina, non vi pare? Le tattiche della guerra moderna di usare defolianti e di bruciare e distruggere tutto prima di cedere un territorio al nemico non hanno l’approvazione divina. — Matt. 6:28, 29.
I fatti mostrano dunque che l’accusa dei critici della Bibbia secondo cui l’inquinamento terrestre è da attribuire a Dio è un’accusa infondata. Che dire poi della soluzione offerta come rimedio da questi stessi critici? È ragionevole?
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