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  • “Tutto Israele sarà salvato”
    La Torre di Guardia 1985 | 1° aprile
    • benedire l’umanità intera. Ma nel 1932 fu mostrato che così si fraintendeva la profezia biblica, incluse le parole di Romani 11:26 relative alla salvezza di “tutto Israele”. — Vedi Studio VIII del libro Thy Kingdom Come, pubblicato nel 1891 dalla Watch Tower Bible & Tract Society.

      Chi forma “tutto Israele”?

      4. Quali odierne circostanze indicano che la Repubblica di Israele non è l’“Israele di Dio”?

      4 In Romani 11:26 lo scrittore, un ebreo, definì “tutto Israele” ciò che in Galati 6:16 chiamò “Israele di Dio”. Ma, se non sono gli ebrei naturali della Repubblica di Israele e di tutto il mondo, chi è che forma “tutto Israele”? Questa è una domanda importantissima in quanto gli odierni ebrei naturali non sanno a quale delle 12 tribù di Israele appartengono. Hanno rabbini, ma non hanno un sacerdozio, né un sommo sacerdote e, a Gerusalemme, nemmeno un tempio o un altare sul quale offrire sacrifici secondo la Legge che Dio diede loro tramite Mosè. Tutto questo manca da quando i romani distrussero Gerusalemme nel 70 E.V. Inoltre non c’è alcuna prova che il Dio il cui nome non intendono pronunciare sia ancora con loro come nazione. Eppure Geova Dio ha anche in questo XX secolo un Israele sulla terra. Chi ne fa parte?

      5, 6. Come mostrò Paolo che l’essere “Israele di Dio” non dipende da una situazione naturale o carnale?

      5 L’ebreo naturale Saulo di Tarso, che ebbe il privilegio di divenire l’apostolo cristiano Paolo, provvede una risposta esauriente. Verso il 56 E.V. inviò una lunga lettera a “tutti quelli che sono in Roma come diletti di Dio, chiamati ad esser santi”. (Romani 1:1, 7) In quella lettera Paolo identifica coloro che Dio considera veri israeliti, non secondo la carne ma secondo lo spirito. Paolo scrisse:

      6 “Non tutti quelli che sorgono da Israele sono realmente ‘Israele’. Né perché sono il seme di Abraamo son tutti figli, ma: ‘Ciò che sarà chiamato “il tuo seme” verrà da Isacco’. Cioè i figli nella carne non sono realmente i figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come seme. . . . Inoltre, Isaia grida riguardo a Israele: ‘Anche se il numero dei figli d’Israele fosse come la sabbia del mare, è il rimanente che sarà salvato. Poiché Geova farà una resa dei conti sulla terra, portandola a termine e abbreviandola’. E come Isaia aveva detto anteriormente: ‘Se Geova degli eserciti non ci avesse lasciato un seme, saremmo divenuti come Sodoma, e saremmo stati resi come Gomorra’”. — Romani 9:6-9, 27-29.

      7, 8. Perché gli israeliti naturali non occuparono tutti i posti quali rami dell’ulivo simbolico descritto in Romani capitolo 11?

      7 Poi, nel capitolo 11 di Romani, Paolo paragona la nazione di Israele a un ulivo che ha relazione con l’“amico di Geova”, il patriarca Abraamo. (Giacomo 2:23) Dopo che quell’“amico” si mostrò ubbidiente, Dio gli disse: “Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra di certo si benediranno per il fatto che tu hai ascoltato la mia voce”. (Genesi 22:18) Poiché in maggioranza gli ebrei naturali non mostrarono la fede del loro progenitore Abraamo e non ubbidirono a Dio, quegli israeliti increduli vennero potati dal simbolico ulivo che aveva le sue radici nel più grande Abraamo, Geova Dio. I loro posti furono occupati da gentili, o non ebrei, credenti, in modo che l’albero simbolico conservasse il numero completo dei suoi rami. Quelli che presero il posto degli israeliti naturali divennero “seme di Abraamo” quali proseliti, o israeliti per adozione di Dio, Colui che è più grande di Abraamo. (Galati 3:26-29) Divennero israeliti in senso spirituale, vale a dire israeliti spirituali. Per questo Paolo proseguì dicendo:

      8 “Fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi; che cioè, un induramento parziale s’è prodotto in Israele, finché sia entrata la pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto: Il liberatore verrà da Sion; Egli allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quand’io torrò via i loro peccati”. — Romani 11:25-27, Versione Riveduta (VR).

      9. Anche se “i fissati tempi delle nazioni” sono scaduti nel 1914, qual è la posizione della Repubblica di Israele nei confronti del Mediatore del nuovo patto?

      9 Notiamo che Paolo non dice “finché i tempi de’ Gentili siano compiuti”, ma: “finché sia entrata la pienezza dei Gentili”, o “finché non sia venuto il completo numero delle persone delle nazioni”. I tempi dei Gentili, o “fissati tempi delle nazioni”, scaddero nel 1914, anno in cui scoppiò la prima guerra mondiale. (Luca 21:24, VR) Ciò nonostante oggi, 70 anni dopo, la Repubblica di Israele e gli ebrei naturali di tutto il mondo non pretendono di essere nel nuovo patto che Geova disse sarebbe stato concluso con la casa di Israele. (Geremia 31:31-34) Più di 19 secoli fa, il 14 nisan del 33 E.V., la sera della Pasqua ebraica il futuro Mediatore di quel patto offrì un calice di vino ai suoi apostoli fedeli, facendo questo commento: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore”. (Luca 22:20) Ma, dopo tutto questo tempo, la Repubblica di Israele non riconosce Gesù Cristo quale Mediatore del nuovo patto predetto dalla profezia di Geremia.

      10. In che misura gli ebrei naturali credenti formarono il “seme” di Abraamo per la benedizione di tutta l’umanità, e con quale conseguenza?

      10 Secondo gli israeliani “il liberatore” non è ancora uscito da Sion. (Isaia 59:20; Romani 11:26) Ma il giorno di Pentecoste del 33 E.V. un rimanente dell’antico Israele accettò Gesù quale Messia. Quel rimanente cominciò a ricevere allora lo spirito santo promesso e ad essere introdotto nel predetto nuovo patto. Tuttavia un rimanente non bastava a comporre per intero la “sposa” spirituale di Cristo, che ammonta a 144.000. (Rivelazione 7:1-8; 14:1-3; 21:9) Non ci furono così sufficienti israeliti naturali che entrassero a far parte del simbolico ulivo che ha le sue radici nel più grande Abraamo, il quale aveva promesso che il “seme” dell’antico patriarca avrebbe recato benedizioni a tutte le famiglie della terra, ebree e non ebree.

      11, 12. L’espressione “tutto Israele” a quale Israele si riferisce, e come lo si può dimostrare con le Scritture?

      11 In che modo allora “tutto Israele” doveva essere “salvato” tramite il “liberatore” promesso? Notate che Paolo scrisse la sua lettera ai romani verso il 56 E.V., dopo aver scritto quella ai galati (intorno al 50-52 E.V.). Egli compose pertanto Romani 11:25-27 dopo che in Galati 6:16 aveva già parlato dell’“Israele di Dio”. Questo Israele è quello con cui fu concluso il nuovo patto tramite non il profeta Mosè, ma Gesù Cristo. Gesù fece da Mediatore per un Israele cristiano, un Israele spirituale, sorto come nazione il giorno di Pentecoste del 33 E.V., allorché lo spirito santo fu versato sugli ebrei che accettavano Gesù Cristo quale Mediatore del nuovo patto.

      12 In quell’occasione era presente l’apostolo Pietro, un ebreo. In seguito egli scrisse “agli eletti secondo la prescienza di Dio”, dicendo: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso’ . . . voi una volta non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio”. (I Pietro 1:1, 2; 2:9, 10) Questo conferma il fatto che “tutto” l’Israele che deve essere “salvato” non è l’attuale repubblica degli israeliani né l’insieme degli israeliti naturali sparsi in tutto il mondo. “Tutto Israele” che doveva essere “salvato” era l’Israele spirituale che vide la luce alla Pentecoste del 33 E.V., quando fu generato dal riproduttivo spirito di Dio. Era a questo “Israele di Dio” che doveva giungere il promesso Liberatore.

      13. (a) Come e quando il promesso Liberatore uscì da Sion? (b) Col tempo, chi avrebbe incluso l’“Israele di Dio”?

      13 Geova, il grande Liberatore, giunse in effetti alla Pentecoste del 33 E.V. In che maniera? Impiegando Gesù per versare spirito santo sui circa 120 discepoli riuniti in una camera superiore a Gerusalemme, capitale della nazione. In questo modo quei discepoli formarono la parte iniziale dell’“Israele di Dio” generato per la vita spirituale e con la speranza di vivere in eterno nel celeste reame spirituale. Questo Israele spirituale finì per includere i non ebrei che credettero nel Liberatore promesso. Quando avvenne questo? Alla conversione dei samaritani — e in seguito di veri e propri gentili, il centurione romano Cornelio, la sua famiglia e gli amici, nel 36 E.V. — Geova, il più grande Abraamo, adottò tutti questi credenti non ebrei perché fossero uniti al suo unigenito Figlio, Gesù Cristo, tronco dell’ulivo simbolico. Così questi non ebrei poterono sostituire gli ebrei miscredenti recisi da quell’ulivo che aveva 144.000 “rami”. — Atti capitolo 10; 15:14-21.

      L’opera di innesto ora portata a termine

      14. Ormai ci sono convincenti prove indicanti che cosa circa “tutto Israele”?

      14 Sono passati 1949 anni da quello storico evento del 36 E.V. È logico, quindi, che ora l’Onnipotente Dio abbia già meravigliosamente portato a termine l’opera di salvare “tutto Israele”. Si è trattato di un periodo di tempo molto più lungo dell’èra in cui gli ebrei godettero dell’esclusivo favore divino, che andò dal 1513 a.E.V., al tempo di Mosè, fino al 36 E.V., quando si convertirono i primi non israeliti, o gentili, incirconcisi. Questo lungo periodo ha senza dubbio lasciato abbastanza tempo per salvare “tutto Israele”, in quanto a provvederne un numero sufficiente di componenti. Ci sono ora convincenti prove a questo riguardo.

      15. Nella sua profezia relativa al “segno” del “termine del sistema di cose”, come disse Gesù che sarebbero stati radunati gli “eletti”?

      15 Gesù Cristo si riferì a questo periodo di tempo nel pronunciare la profezia relativa alla sua invisibile “presenza” e al “termine del sistema di cose”: “Il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”. (Matteo 24:3, 30, 31) Quando iniziò la “presenza” di Gesù Cristo?

      16, 17. Quando ebbe inizio la “presenza” di Gesù, e quali rimarchevoli avvenimenti relativi agli “eletti” radunati fecero seguito?

      16 La “presenza” di Gesù ebbe inizio allo scadere dei “sette tempi” dei Gentili nell’autunno del 1914. (Daniele 4:23-36) Allora il glorificato Gesù Cristo si accinse a esercitare il suo potere nei confronti della terra straziata dalla guerra. I fatti storici mostrano che nell’anno postbellico 1919 il Re insediato Gesù Cristo inviò i suoi angeli celesti per radunare gli “eletti” da ogni parte della terra. Furono portati in un’unità mondiale sotto la direttiva della Società (Watch Tower) perché unissero da allora in poi i loro sforzi per adempiere il comando profetico di Gesù riportato in Matteo 24:14: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”.

      17 Nel 1931, durante il loro congresso generale, i servitori di Dio adottarono all’unanimità un nuovo nome, perché fossero conosciuti come Testimoni di Geova. La Società pubblicò poi il libro Jehovah, nel quale si dava risalto a quel nome divino che portavano con tanta gioia. I testimoni di Geova furono grati di ricevere quel nuovo libro nel 1934, quando il Führer nazista, Adolf Hitler, progettava di sterminare i Testimoni dell’Europa centrale.

      18. A suo tempo cosa indicò che il numero completo degli “eletti” era stato radunato?

      18 Quanto seguì indicò che il radunamento dei dedicati e battezzati “eletti” al Regno celeste era stato portato a termine. Perché? Perché nel 1935 l’attenzione e gli sforzi di quegli “eletti” furono rivolti alla “grande moltitudine” predetta in Rivelazione 7:9-17. (Versione “del re Giacomo”) Da chi doveva essere formata questa “grande moltitudine” o “grande folla”? Da persone che avrebbero dato gloria e onore a Geova Dio e a Gesù Cristo e che sarebbero state ricompensate con la vita eterna su una terra paradisiaca nella quale sarebbero entrate senza morire, scampando alla più grande “tribolazione” di tutta la storia. Queste persone privilegiate vennero identificate con le “altre pecore” del Pastore eccellente, Gesù Cristo. Con gioia furono rese “un solo gregge” con il rimanente di “tutto Israele” ancora in vita sulla terra. Nel prossimo numero saranno presi in esame altri aspetti di questo argomento, nell’articolo intitolato “Salvato ‘tutto Israele’ per benedire tutta l’umanità”. — Giovanni 10:16.

  • “Non far riposare la tua mano”
    La Torre di Guardia 1985 | 1° aprile
    • “Non far riposare la tua mano”

      Per ubbidire al comando di Gesù Cristo di predicare “questa buona notizia del regno”, i testimoni di Geova visitano i loro vicini regolarmente. (Matteo 24:14) Alcuni ascoltano e accolgono il messaggio del Regno. Altri no. Ciò nonostante Ecclesiaste 11:6 consiglia: “La mattina semina il tuo seme e fino alla sera non far riposare la tua mano; poiché non sai dove questo avrà successo, o qui o là, o se tutt’e due saranno buoni”.

      Si possono avere buoni risultati seminando regolarmente il seme del Regno nel ministero di casa in casa. Per esempio, una donna si trasferì dalla città di Hamilton, in Canada, a quella di Minneapolis, nel Minnesota (USA). Là venne in contatto con i testimoni di Geova che svolgevano la loro pubblica opera di predicazione. Questa donna scrive:

      Ai fratelli e alle sorelle di Hamilton:

      Questa è una lettera aperta a tutti coloro che fanno l’opera di testimonianza ad Hamilton. Per anni ho visto molti di voi attivi nel vostro ministero. Avete piantato molti semi nella mia vita, e di questo vi sono grata. Un anno fa, quando mi trasferii a Minneapolis, altri due Testimoni vennero alla mia porta. Questa volta ero pronta. Ho capito che nel vostro servizio potete sentirvi scoraggiati, e per questo motivo volevo farvi sapere che avete toccato il cuore di almeno una pecora. Avete contribuito a porre un fondamento sul quale altri hanno potuto costruire. Faccio lo studio biblico due volte la settimana, ma devo migliorare ancora molto.

      Vi posso dire che la mia vita ha ora uno scopo, cosa che non aveva prima.

      Vi ringrazio tutti.

      Laurie M.

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