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La benedetta famiglia di DioLa Torre di Guardia 1951 | 1° dicembre
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ha luogo da ogni parte! A migliaia gli amanti della giustizia vengono sotto la paterna cura di Geova Dio e della sua organizzazione teocratica, com’è mostrato da reali cifre. Nessuna scarsità d’alloggio colpisce questa famiglia. Nessuna scarsità di cibo affligge la casa del Signore. E che benedetta e felice atmosfera vi regna!
Nessuna angustia famigliare. Nessuna trascuratezza dei genitori per i figli. Non delinquenza giovanile. Ma invece, pace e unità, prosperità e contentezza, gioia e letizia, dimorano qui continuamente, tutto alla lode e all’onore e alla gloria dell’eterno Dio e Padre il cui nome solo è Geova.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1951 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
◆ Sostiene la Bibbia il concetto che quello che la madre vede o prova durante la gravidanza può in qualche modo segnare il suo bambino? Alcuni ritengono di sì, citando come prova Genesi 30:37-43. — T. C., Pennsylvania.
Quando Giacobbe voleva lasciare il servizio del suo suocero Labano, Labano volle che rimanesse e accettasse un salario, chiedendo: “Che ti darò io?” “Non mi dar nulla,” disse Giacobbe; “se acconsenti a quel che sto per dirti, io pascerò di nuovo i tuoi greggi e n’avrò cura. Passerò quest’oggi fra mezzo a tutti i tuoi greggi, mettendo da parte, di fra le pecore, ogni agnello macchiato e vaiolato, e ogni agnello nero; e di fra le capre, le vaiolate e le macchiate. E quello sarà il mio salario”. Labano accettò, e la narrazione continua: ‘E quello stesso giorno mise da parte i becchi striati e vaiolati e tutte le capre macchiate e vaiolate, tutto quello che avea del bianco e tutto quel ch’era nero fra gli agnelli, e li affidò ai suoi figliuoli. E Labano frappose la distanza di tre giornate di cammino fra sé e Giacobbe; e Giacobbe pascolava il rimanente de’ greggi di Labano. E Giacobbe prese delle verghe verdi di pioppo, di mandorlo e di platano; vi fece delle scortecciature bianche, mettendo allo scoperto il bianco delle verghe. Poi collocò le verghe che avea scortecciate, in vista delle pecore, ne’ rigagnoli, negli abbeveratoi dove le pecore venivano a bere; ed entravano in caldo quando venivano a bere. Le pecore dunque entravano in caldo avendo davanti quelle verghe, e figliavano agnelli striati, macchiati e vaiolati. Poi Giacobbe metteva da parte questi agnelli, e faceva volgere gli occhi delle pecore verso tutto quello ch’era striato e tutto quel ch’era nero nel gregge di Labano. Egli si formò così dei greggi a parte, che non unì ai greggi di Labano. Or avveniva che, tutte le volte che le pecore vigorose del gregge entravano in caldo, Giacobbe metteva le verghe ne’ rigagnoli, in vista delle pecore, perché le pecore entrassero in caldo vicino alle verghe; ma quando le pecore erano deboli, non ve le metteva; così gli agnelli deboli erano di Labano, e i vigorosi di Giacobbe”. — Gen. 30:25-42.
Questo sembrerebbe sostenere la teoria dell’influenza sul feto prima della nascita o impressioni materne, ma l’esperienza scientifica è stata incapace di ripetere o confermare l’esperimento di Giacobbe. Il fatto che non esiste alcun nervo di collegamento tra la madre e il nascituro rende difficile ammettere che le impressioni materne possano segnare o alterare fisicamente la prole che deve nascere. È ovvio che nel corso della gravidanza la salute della madre è “il fattore più importante che determina se il feto sarà portato a termine e dato alla luce in una condizione sana e vitale”, ma “il mito di segnare un feto a causa di una disgrazia o disturbi e motivi dovrebbe essere eliminato”, secondo il Libro di testo di pediatria (inglese), edizione del 1950, di Nina A. Anderson.
Il dottor Palmer Findley, nel suo libro inglese La storia della nascita, è d’accordo, e in una sezione sulle impressioni materne indica che il concetto dall’influenza sul feto prima della nascita fu anticamente creduto. “Sotto la legge di Licurgo fu prescritto che le donne spartane dovessero guardare le statue di Castore e Polluce affinché ai loro figli potesse esser comunicata forza e bellezza”. “Ippocrate insegnava che le forti emozioni subite dalla donna incinta avrebbero prodotto deformità nel bambino”. Aristotele che credeva a quest’antica idea, disse che molte donne diedero alla luce bambini dal labbro di lepre dopo aver veduto una lepre, e attribuì altre deformità di bambini alla “immaginazione della madre, che aveva posto l’occhio e la mente sopra qualche creatura deforme”. Menfi, sacro toro d’Egitto, che aveva una o due figure d’aquila sul suo dorso e una mezzaluna sulla fronte, dovette essere ucciso quando aveva venticinque anni; ma prima di far questo i sacerdoti dovettero provvedere un successore analogamente segnato. Nel tentativo di ottenere un torello dovutamente segnato, durante il concepimento le mucche egiziane venivano circondate da oggetti opportunamente formati e colorati.
È chiaro quindi che la credenza nell’influenza sul feto prima della nascita è antica, e noi possiamo capire come anche Giacobbe avrebbe accettato quella generale credenza del suo tempo. Ma riuscì essa per Giacobbe? È vero che Giacobbe prosperò quando adottò il suo metodo basato sull’influenza prima della nascita, ma la Bibbia non dice specificamente che quella fu la causa del suo successo. Infatti, la Bibbia attribuisce una diversa ragione per cui le capre uniformemente colorate davano alla luce una progenie macchiata e vaiolata e striata. Nel capitolo seguente Giacobbe narra alle sue mogli, le figlie di Labano Lea e Rachele, perché egli prosperò. Si noti ch’egli non diede credito al suo metodo basato sulla teoria dell’influenza sul feto prima della nascita: “Così Iddio ha tolto il bestiame a vostro padre, e me l’ha dato. E una volta avvenne, al tempo che le pecore entravano in caldo, ch’io alzai gli occhi, e vidi, in sogno, che i maschi che montavano le femmine, erano striati, macchiati o chiazzati. E l’Angelo di Dio mi disse nel sogno: Giacobbe! E io risposi: Eccomi! Ed egli: Alza
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