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Svegliatevi! 1982
g82 8/7 p. 19

La parola più difficile

“MI È DISPIACIUTO per mia moglie”, disse il marito comprensivo. “Aveva faticato tanto per preparare il pranzo per alcune sue giovani amiche. Ma al momento del loro arrivo, non si è visto nessuno. Dapprima era leggermente irritata. Poi indignata. Quindi, man mano che il tempo passava, si è arrabbiata sul serio fino a mettersi a piangere. Il suo squisito pranzo ha cominciato a scuocersi. Non hanno neppure telefonato per spiegare il perché del ritardo”. L’uomo proseguì: “In situazioni del genere si comincia a temere il peggio. (Cosa gli è successo? Hanno avuto un incidente?) Be’, alla fine due si sono presentate. Le altre non si sono fatte vedere”.

Questo episodio avrebbe potuto porre fine a dei rapporti di amicizia, ma per fortuna prevalse la condotta cristiana. Il marito disse: “Il giorno dopo mia moglie, quando vide le tre amiche smemorate, si aspettava che si scusassero piangendo. Invece le sorrisero nervosamente e la salutarono in fretta. Passarono diversi giorni. Ero fiero che mia moglie avesse deciso di prendere l’iniziativa di parlare alle amiche. Qualche lacrima, qualche abbraccio e la cosa fu chiarita. Eppure nella mia mente rimaneva la domanda: ‘Non avrebbero potuto dire semplicemente: “Scusateci”?’”

C’è del vero nel ritornello di una popolare canzone inglese che dice: “Scusa è forse la parola più difficile”. Perché? Probabilmente perché “scusa” è un’ammissione di colpa. È vero, sembra non ci siano problemi ad ammettere i propri errori in generale. Se diciamo a un uomo: “Sei imperfetto!” probabilmente risponderà: “Non lo siamo tutti?” Ma diciamogli che è egocentrico, orgoglioso, superbo, insensibile, puerile o irritante e lo toccheremo sul vivo. Non è strano che la Bibbia ci consigli di passar sopra, di sopportare e di perdonare le mancanze altrui. — Proverbi 17:9; Efesini 4:32; Colossesi 3:13.

Anche se far tardi a un pranzo può sembrare una cosa insignificante, spesso sono proprio queste piccole cose che erigono barriere apparentemente insormontabili tra le persone. Eppure basta un semplice “Scusami” per abbattere il muro della contesa.

Sì, ma chi sarà il primo a dirlo? “Non io!” dite. Avete analizzato la situazione e vi siete giudicati “innocenti”. “Qualcuno deve avere ragione”, insistete. Ma chi ragiona in questo modo dimentica che probabilmente l’“avversario” vede le cose da un punto di vista diverso. (Proverbi 18:17) Si è così a un punto morto. Considerando le scuse come una sconfitta, entrambe le parti scavano le trincee e si preparano a una lunga battaglia.

La Bibbia mostra però che anche ostilità di lunga data possono avere fine se le parti sono disposte a sacrificare l’orgoglio. Prendete ad esempio il patriarca Giacobbe. Fu disposto a sacrificare più che l’orgoglio per appianare una disputa. La rivalità con il suo gemello Esaù si può far risalire alla loro nascita. Sfociò in intenso odio quando Giacobbe manovrò le cose in modo da ottenere il suo diritto di primogenitura, che Esaù gli aveva venduto per un piatto di stufato. (Genesi 25:22-34; 27:1-41) Per salvarsi Giacobbe fuggì! Passarono molti anni, ma l’odio di Esaù per Giacobbe non diminuì.

Alla fine giunse il giorno dello scontro. Giacobbe invia umilmente dei messaggeri, chiedendo di incontrarsi con Esaù. Leggendo il racconto di Genesi capitoli 32 e 33 si può sentire aumentare la tensione mentre questi fratelli in lotta si preparano a incontrarsi; Giacobbe con i suoi greggi e i suoi figli, Esaù con i suoi 400 uomini! Nella mente di Esaù c’è senz’altro il pensiero di uccidere. Ma Giacobbe è deciso a fare la pace. Umilmente compie un gesto di amicizia, e che gesto! Centinaia di pecore e capre pregiate e molti cammelli e tori e mucche, consegnati dai servitori di Giacobbe, costituiscono l’offerta di pace. Immaginate la sorpresa di Esaù vedendo questa manifestazione di generosità!

Tuttavia la pace sarebbe costata anche di più. A faccia a faccia con Esaù, cosa avrebbe fatto ora Giacobbe? “Ed egli passò davanti a loro e si inchinava a terra sette volte finché s’accostò a suo fratello”, come se riconoscesse la sua superiorità. Quale fu l’effetto? “Ed Esaù gli corse incontro, e lo abbracciava e gli si gettava al collo e lo baciava, e scoppiarono in lagrime”. — Genesi 32:13-15; 33:1-4.

La lezione? In una disputa personale c’è qualcosa di più importante di chi ha “ragione” o “torto”. La cosa importante è ristabilire la pace. Quindi, allorché ci sono dei dissapori con qualcuno, chiedetevi: “Vedo le cose dal suo punto di vista? Ho affrontato la faccenda in modo cristiano? Sono disposto a essere umile? Posso essere il primo a dire: ‘Scusami’ per aver causato imbarazzo a qualcuno?”

C’è un detto: “Scusa è solo una parola”. Ma è una parola potente. Cercate d’essere i primi a dirla. — Matteo 5:9, 23, 24.

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