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  • Ciò che significò per me accettare Gesù
    La Torre di Guardia 1970 | 15 ottobre
    • Gesù Cristo, e imitato l’esempio che egli ci diede! — 1 Piet. 2:21.

      (La sorella Helen Griffiths morì il venerdì, 4 novembre 1966, a quasi ottantacinque anni. Il servizio funebre fu tenuto la domenica, 6 novembre, e più di 165 persone furono presenti per udire il discorso pronunciato da un suo intimo amico, Russell Kurzen, membro della famiglia Betel di Brooklyn. La sorella Griffiths faceva parte degli unti seguaci del Signore Gesù Cristo, con la speranza della felicità celeste di cui si parla nella promessa di Rivelazione 14:13).

  • La santità è richiesta da Geova
    La Torre di Guardia 1970 | 15 ottobre
    • La santità è richiesta da Geova

      GEOVA richiede forse troppo aspettandosi la santità dai suoi servitori? È possibile a uomini comuni come noi conseguire la santità e poi mantenere tale qualità? In tal caso, ne vale la pena? Chi è realmente santo? Che cos’è la santità?

      Le parole italiane “santo” e “santità” provengono da parole tratte dalla radice di un verbo ebraico che significa, in senso fisico, “essere luminoso, essere nuovo o fresco, immacolato o puro”. Nella Bibbia, comunque, queste parole sono usate principalmente in senso spirituale o morale. Conformemente, la santità ha l’idea del sacro, della purezza morale e spirituale. Indica pure separazione o santificazione a Dio, la condizione d’essere appartato per il servizio di Dio.

      “LA SANTITÀ APPARTIENE A GEOVA”

      Geova è il “Santissimo”, superiore a tutti gli altri in santità. (Prov. 30:3) Gesù Cristo ammise che la qualità della santità appartiene a Geova, rivolgendosi a lui come “Padre santo”. (Giov. 17:11) Inoltre, coloro che sono nei cieli sono raffigurati mentre dichiarano: “Santo, santo, santo è Geova degli eserciti”, attribuendogli santità, purezza al grado superlativo. — Isa. 6:3; Riv. 4:8.

      Nei tempi antichi fu rammentato di sovente agli Israeliti che Geova è santo. (Lev. 11:44; 19:2) Per esempio, potevano osservare le parole “La santità appartiene a Geova” incise sulla risplendente lamina d’oro che era sul turbante del sommo sacerdote. Questa lamina era chiamata “il santo segno della dedicazione”, mostrando che il sommo sacerdote era appartato per un servizio di speciale santità. — Eso. 28:36; 29:6.

      Che il nome di Dio, Geova, sia sacro e che debba essere considerato santo e separato da ogni contaminazione, fu vigorosamente fatto capire agli Israeliti. In un’occasione fu udito il figlio della donna israelita Selomit invocare il male sul nome di Dio e così abusarne. Che pena sarebbe stata inflitta per tale trasgressione?

      Dio stesso diede istruzioni a Mosè al riguardo: “Nel caso che alcun uomo invochi il male sul suo Dio, deve rispondere del suo peccato. E chi abusa del nome di Geova dovrebbe esser messo a morte senza fallo. L’intera assemblea lo dovrebbe lapidare senza fallo. Sia il residente forestiero che il nativo dovrebbe esser messo a morte per aver abusato del Nome”. — Lev. 24:10-16.

      Sì, la mancanza di rispetto per il sacro nome di Dio meritava la punizione di morte. Siamo saggi, perciò, a ricordare le

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