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GadAusiliario per capire la Bibbia
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ricco di pascoli a E del Giordano. Mosè acconsentì attribuendo quel territorio a Gad, a Ruben e a metà della tribù di Manasse, che pure avevano molto bestiame, ma a condizione che queste tribù aiutassero le altre a conquistare il territorio a O del Giordano. Essi acconsentirono di buon grado e, dopo aver costruito recinti di pietra per il bestiame e città per i loro piccoli, fornirono il loro contingente di combattenti che attraversò il Giordano per conquistare il paese. (Num. 32:1-36; Gios. 4:12, 13) Il territorio di Gad era stato degli amorrei, che gli israeliti al comando di Mosè avevano sconfitti. — Num. 32:33; Deut. 2:31-36; 3:8-20.
Il paese occupato da Gad comprendeva i bassopiani lungo gran parte della riva E del Giordano, quasi fino al Mar Morto a S e al Mare di Cinneret a N. A E dei bassopiani, dall’estremità S fino a Maanaim, il territorio di Gad includeva altopiani più elevati e la valle del torrente Iabboc. Gran parte di Galaad faceva dunque parte dell’eredità di Gad. (Deut. 3:12, 13) Gad confinava a N con la tribù di Manasse e a S con quella di Ruben. — Gios. 13:24-28.
Dopo la conquista del paese, Giosuè diede agli uomini della tribù di Gad una parte del bottino e li rimandò a casa. Allora Gad si unì a Ruben e a Manasse nel costruire un grande altare presso il Giordano. Le altre tribù ne furono allarmate, ma si calmarono quando fu spiegato loro che l’altare doveva essere una testimonianza che loro, come le tribù a O del Giordano, si sarebbero impegnati esclusivamente nell’adorazione di Geova. L’altare assicurava che non esisteva alcuna divisione fra le tribù a E e quelle a O del Giordano. — Gios. 22:1-34.
Tutto ciò era in armonia con la benedizione impartita a Gad da Giacobbe:
“In quanto a Gad, l’assalirà una banda di predoni, ma egli assalirà l’estrema retroguardia”. — Gen. 49:19.
La tribù non ebbe paura di avere una parte dei confini (a E) esposta a bande di predoni. Non scelse di stabilirsi sulle alture orientali solo per evitare di combattere per il possesso della terra di Canaan. Le ultime parole che Giacobbe rivolse a Gad erano un comando di reagire intrepidamente agli attacchi dei predoni che violavano i suoi confini. Inoltre i gaditi assalirono a loro volta i loro assalitori, volgendoli in fuga e inseguendone l’estrema retroguardia. — Vedi anche Deuteronomio 33:20, 21.
AL FIANCO DI DAVIDE
Mentre Davide si trovava in difficoltà a motivo di Saul, diversi gaditi capi dell’esercito attraversarono il Giordano in piena per andare in suo aiuto a Ziclag in Giuda. (I Cron. 12:1, 8-15) Si legge che durante il combattimento con gli agareni e i loro alleati, gli uomini della tribù di Gad (e anche quelli di Ruben e di Manasse) “invocarono in guerra l’aiuto di Dio, ed egli si fece supplicare a loro favore perché confidarono in lui”. Il risultato fu che presero moltissimi prigionieri e molto bestiame come bottino. — I Cron. 5:18-22.
CON GEROBOAMO
Alla divisione del regno la tribù di Gad appoggiò la fazione settentrionale al comando di Geroboamo. Anni dopo, all’epoca di Ieu, quando “Geova cominciò a recidere Israele pezzo per pezzo”, Gad, la cui frontiera orientale era scoperta, diventò il campo di battaglia fra il regno settentrionale d’Israele e la Siria. (II Re 10:32, 33) Alla fine Tiglat-Pileser re d’Assiria invase il territorio di Gad e fece prigionieri gli abitanti. Questo permise agli ammoniti di impossessarsene. — II Re 15:29; I Cron. 5:26; Ger. 49:1.
3. Profeta e visionario. Quando Davide, per sfuggire a Saul, dimorava nell’inaccessibile caverna di Adullam, Gad gli consigliò di fare ritorno in Giuda. (I Sam. 22:1-5) Quando Davide, nell’ultima parte del suo regno, fece presuntuosamente il censimento, Gad gli sottopose tre possibili punizioni da parte di Geova; poi suggerì a Davide di costruire un altare a Geova sull’aia di Arauna (Ornan). (II Sam. 24:10-19; I Cron. 21:9-19) Gad era in parte responsabile dell’organizzazione dei musicisti per il santuario. (II Cron. 29:25) A Natan e Gad è generalmente attribuita la conclusione di I Samuele e la stesura di tutto II Samuele. — I Cron. 29:29.
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GadareniAusiliario per capire la Bibbia
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Gadareni
(gadarèni).
Nome degli abitanti di una regione in cui Cristo Gesù espulse demoni da due uomini. Secondo i migliori manoscritti disponibili, Matteo usò originalmente l’espressione “paese dei Gadareni”, mentre Marco e Luca, nel riferire l’avvenimento, lo collocano nel “paese dei Geraseni”. — Matt. 8:28; Mar. 5:1; Luca 8:26.
Entrambi i paesi si trovavano ‘sull’altra riva’, cioè sulla riva E, del Mar di Galilea. La designazione “paese dei Gadareni” si riferiva forse ai dintorni della città di Gàdara (la moderna Umm Qeis), circa 8 km a SE del Mar di Galilea. Sulle monete di Gadara spesso compare un’imbarcazione, indicando che il suo territorio forse si estendeva fino al Mar di Galilea e poteva perciò includere almeno parte del “paese dei Geraseni” a E di quello specchio d’acqua. Alcuni studiosi propendono per identificare il “paese dei Geraseni” con la regione di Khersa, villaggio quasi 20 km a N di Gadara. Mentre altri ritengono che il “paese dei Geraseni” corrisponda alla vasta zona intorno alla città di Gèrasa (Gèrash) circa 55 km a SE del Mar di Galilea, che forse si estendeva fino alla riva E del lago e includeva il “paese dei Gadareni”. In ogni caso la descrizione di Matteo non sarebbe affatto in contrasto con quella di Marco e di Luca.
Matteo menziona due uomini, mentre Marco e Luca concentrano l’attenzione su uno solo, senza dubbio perché il suo caso era quello più notevole. Quell’uomo voleva seguire Gesù, che però non glielo permise, ordinando invece di rendere noto quello che Dio aveva fatto per lui. Gesù di solito non voleva che si facesse pubblicità ai suoi miracoli né che la gente traesse delle conclusioni in base a notizie sensazionali, ma voleva piuttosto che si convincesse per valide ragioni che era effettivamente il Cristo. Questo inoltre adempiva le parole profetiche pronunciate da Isaia: “Non disputerà, né griderà, né alcuno udrà la sua voce nelle ampie vie”. (Matt. 12:15-21; Isa. 42:1-4) Ma l’eccezione nel caso dell’ex indemoniato era appropriata. Egli poteva dare testimonianza a persone con cui il Figlio di Dio poteva avere solo contatti limitati, specie dal momento che era stato invitato ad andarsene. La presenza stessa dell’uomo sarebbe stata una testimonianza del potere di Gesù di fare il bene, confutando qualsiasi voce contraria che potesse circolare a motivo della perdita del branco di porci. — Matt. 8:28-34; Mar. 5:1-20; Luca 8:26-39; vedi PORCO.
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GaioAusiliario per capire la Bibbia
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Gaio
[lieto, festoso].
1. Macedone che accompagnò l’apostolo Paolo nel terzo viaggio missionario e che, insieme ad Aristarco, fu condotto a viva forza nel teatro di Efeso durante il tumulto fomentato dall’argentiere Demetrio. — Atti 19:29.
2. Cristiano di Derbe, città dell’Asia Minore, menzionato insieme ad altri sei che accompagnavano l’apostolo Paolo nell’ultimo viaggio missionario. Gaio e gli altri si separarono evidentemente da Paolo e proseguirono per Troas, sulla costa O dell’Asia Minore, dove lo aspettarono. (Atti 20:4, 5) Questo potrebbe essere lo stesso Gaio del n. 1, poiché negli stessi versetti è menzionato anche Aristarco. In tal caso poteva essere macedone per nascita (o discendenza) ma abitare a Derbe.
3. Cristiano di Corinto battezzato personalmente da Paolo. Quando Paolo scrisse la sua lettera ai romani questo Gaio ospitava sia lui che la congregazione. Ciò indicherebbe che le adunanze della congregazione di Corinto si tenevano in casa di Gaio. — I Cor. 1:14; Rom. 16:23.
4. Cristiano a cui l’apostolo Giovanni scrisse la sua terza lettera ispirata, lodandolo perché camminava nella verità e, in riferimento alla sua ospitalità, per la sua opera fedele e per il suo amore. — III Giov. 1, 3-6.
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GalaadAusiliario per capire la Bibbia
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Galaad
(Gàlaad) [probabilmente, mucchio di testimonianza].
È opinione comune che in ebraico il nome “Galaad” derivi, cambiando due suoni vocalici, da Galeed. — Gen. 31:47, 48; vedi GALEED
Designazione geografica che nella Bibbia assume diversi significati. A rigor di termini Galaad era il nome della regione montuosa a E del Giordano, sia a N che a S della valle del torrente Iabboc (Gios. 12:2), che confinava a N con Basan, a S con l’altopiano a N della valle del torrente Arnon, e a E col paese di Ammon. (Deut. 2:36, 37; 3:8-10) Ma a volte i termini “Galaad” e “paese di Galaad” si riferivano all’intero territorio di Israele a E del Giordano, incluso l’altopiano a N dell’Arnon e il paese di Basan. — Gios. 22:9; Giud. 20:1, 2; II Sam. 2:9; II Re 10:32, 33.
Evidentemente “Galaad” si divideva in due parti. Chiamato semplicemente “Galaad” in Numeri 32:40, il territorio di metà della tribù di Manasse viene chiamato per precisione “il resto di Galaad” (Deut. 3:13) o “metà di Galaad”. (Gios. 13:31) E per chiarezza il territorio di Gad e di Ruben a S di quello di metà della tribù di Manasse veniva chiamato “metà della regione montagnosa di Galaad”. (Deut.) Eppure quella stessa regione a volte veniva chiamata semplicemente “Galaad”, come la parte attribuita a Gad (dove si trovava Ramot, una delle città di rifugio). — Num. 32:29; Gios. 13:24, 25; 21:38.
Da circa 215 m al di sotto del livello del mare nella valle del Giordano, Galaad raggiunge un’altitudine di oltre 1000 m. Grazie alle abbondanti piogge d’inverno e alla rugiada in estate, e anche alle numerose sorgenti, questa fertile regione nell’antichità era coperta da grandi foreste ed era famosa per il suo balsamo medicamentoso. (Ger. 8:22; 46:11) Gli altopiani ondulati erano ideali per l’allevamento del bestiame e la coltivazione di cereali. Vi cresceva molto bene anche la vite. — Num. 21:22; 32:1.
AVVENIMENTI STORICI
Quando gli israeliti giunsero nella Terra Promessa, Sihon re degli amorrei dominava sulla parte di Galaad a S della valle del torrente Iabboc, mentre Og re di Basan governava nella parte settentrionale. (Gios. 12:1-4) Gli israeliti al comando di Mosè sconfissero entrambi quei re, e le tribù di Gad e di Ruben, che avevano molto bestiame, chiesero che la regione fosse data loro come eredità. (Num. 21:21-24, 33-35; 32:1-5) La loro richiesta fu accolta a patto che i combattenti di entrambe le tribù passassero il Giordano per partecipare alla conquista della Terra Promessa. (Num. 32:20-24, 28-30) Essi acconsentirono e ricostruirono immediatamente delle città per le loro famiglie, che dovevano lasciarsi dietro. (Num. 32:25-27, 31-38) Anche metà della tribù di Manasse ricevette un’eredità a E del Giordano. — Num. 32:33, 39, 40.
Mentre si accingevano a far ritorno alla loro eredità in Galaad, gli uomini di Ruben, di Gad e di metà della tribù di Manasse costruirono un altare a ricordo della fedeltà a Geova. (Gios. 22:9, 10, 26-29) In seguito presero parte con le altre tribù all’azione congiunta contro i beniaminiti che avevano protetto i colpevoli di Ghibea perché non fossero consegnati alla giustizia. (Giud. 20:1-48) Ma in netto contrasto con quest’azione, “Galaad” ricevette un rimprovero per non aver appoggiato Barac nella guerra contro Sisera. (Giud. 5:17) E un’altra volta gli uomini di Succot e Penuel, due città di Galaad, rifiutarono di fornire i viveri necessari a Gedeone e ai suoi uomini che inseguivano i madianiti. — Giud. 8:4-9.
Diciotto anni di grave oppressione da parte degli ammoniti seguirono la morte del giudice galaadita Iair quando Israele si volse all’idolatria. Di fronte a tale minaccia gli uomini di Galaad abbandonarono la falsa adorazione e invitarono il galaadita Iefte a essere il loro comandante nella guerra contro Ammon, in seguito alla quale gli ammoniti furono soggiogati. — Giud. 10:3, 5-10; 11:4-11, 32, 33.
Anni dopo Galaad continuava però ad avere difficoltà con gli ammoniti. (Amos 1:13) Poco dopo l’unzione di Saul quale primo re di Israele, Naas l’Ammonita cinse d’assedio Iabes-Galaad e chiese la resa della città a condizione che gli uomini si lasciassero cavare l’occhio destro. Informato di ciò, Saul radunò rapidamente un esercito di 330.000 uomini e sconfisse gli ammoniti. (I Sam. 11:1-11) Galaad ebbe poi un periodo di relativa tranquillità che continuò anche dopo la morte di Saul, come risulta dal fatto che Abner scelse la città galaadita di Maanaim per incoronare re Is-Boset figlio di Saul. (II Sam. 2:8, 9) Ma durante il regno di Davide scoppiarono di nuovo le ostilità con gli ammoniti. Galaad e dintorni furono teatro di combattimenti che portarono alla completa sottomissione di Ammon. — II Sam. 10:6-19; 11:1; 12:26-31.
In seguito durante la ribellione di Absalom: il re Davide fuggi in Galaad e fu accolto con benignità e ospitalità a Maanaim, specie dall’anziano Barzillai. (II Sam. 17:27-29; 19:32) In Galaad evidentemente gli uomini di Davide e di Absalom si diedero battaglia. La clamorosa sconfitta di Absalom permise a Davide di lasciare il paese di Galaad e fare ritorno al trono. — II Sam. 17:24; 18:6-8.
Non molto tempo dopo l’istituzione del regno delle dieci tribù (997 a.E.V.), i siri si annetterono parte del paese di Galaad. All’epoca del re Acab e del profeta galaadita Elia, i siri si erano impadroniti di Ramot-Galaad, la città di rifugio gadita situata nella parte orientale di Galaad. (I Re 17:1; 22:3) Poi durante il regno di Ieu e di suo figlio Ioacaz, il territorio di Galaad si ridusse ancor di più e fu sottoposto a una dura trebbiatura per mano dei re di Siria Azael e Ben-Adad suo figlio. (II Re 10:32-34; 13:1, 3, 7; Amos 1:3, 4) Ma Ioas figlio di Ioacaz sconfisse ben tre volte i siri e riconquistò le città d’Israele che avevano occupate durante il regno di suo padre. — II Re 13:25.
Infine, ai giorni di Peca re d’Israele (ca. 778–758 a.E.C, Tiglat-Pileser III re d’Assiria portò in esilio gli abitanti di Galaad. (II Re 15:29) Evidentemente gli ammoniti furono pronti ad approfittare della situazione e rioccuparono il territorio di Galaad. (Sal. 83:4-8; Ger. 49:1-5) Ma per mezzo dei suoi profeti Geova rassicurò gli israeliti che a suo tempo sarebbero tornati in quella regione. — Ger. 50:19; Mic. 7:14, Zacc. 10:10.
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