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Amalec, amalechitiAusiliario per capire la Bibbia
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di poi sarà senz’altro la sua distruzione”. (Num. 24:20) Questo però è un argomento debole, infatti Balaam non parlava di storia in generale né dell’origine di nazioni più antiche di sette secoli e mezzo. Parlava solo della storia degli israeliti, per maledire i quali era stato assoldato e che stavano per entrare nella Terra Promessa. Quindi dopo aver elencato Moab, Edom e Seir fra gli avversari di Israele, Balaam dichiara che gli amalechiti erano stati in effetti ‘i primi delle nazioni’ a opporsi agli israeliti in marcia dall’Egitto verso la Palestina, e per questa ragione la fine di Amalec ‘sarebbe stata senz’altro la sua distruzione’.
Quando dunque Mosè, nel riferire avvenimenti dell’epoca di Abraamo accaduti prima della nascita di Amalec, parla dell’“intero campo degli Amalechiti”, usa evidentemente il nome della regione al tempo di Mosè, anziché suggerire che gli amalechiti fossero anteriori ad Amalec. (Gen. 14:7) Il centro di questo territorio amalechita era a N di Cades-Barnea nel deserto del Negheb nella Palestina meridionale, con accampamenti dipendenti che si estendevano fino alla penisola sinaitica e all’Arabia settentrionale. (I Sam. 15:7) Un tempo la loro sfera di influenza giungeva fino alle colline di Efraim. — Giud. 12:15.
Dopo l’esodo, gli amalechiti furono ‘i primi delle nazioni’ ad attaccare gli israeliti a Refidim presso il monte Sinai senza essere stati provocati. Di conseguenza Geova decretò la completa estinzione degli amalechiti. (Num. 24:20; Eso. 17:8-16; Deut. 25:17-19) Un anno più tardi, quando gli israeliti tentarono di entrare nella Terra Promessa contrariamente alla parola di Geova, furono respinti dagli amalechiti. (Num. 14:41-45) Al tempo dei giudici questi avversari assalirono Israele due volte: ai giorni di Eglon re di Moab (Giud. 3:12, 13), e di nuovo, insieme ai madianiti e agli orientali, quando saccheggiarono il paese d’Israele sette anni prima che Gedeone e i suoi 300 infliggessero loro una schiacciante sconfitta. — Giud. 6:1-3, 33; 7:12; 10:12.
A causa di quest’odio persistente, durante il periodo dei re Geova ‘chiese conto’ agli amalechiti, comandando al re Saul di abbatterli. E Saul li abbatté “da Avila fino a Sur, che è di fronte all’Egitto”, tuttavia, disubbidendo al comando di Geova, risparmiò Agag loro re. Ma Geova non si lasciò prendere in giro, infatti “Samuele fece Agag a pezzi dinanzi a Geova a Ghilgal”. (I Sam. 15:2-33) Davide fece alcune incursioni nei villaggi amalechiti, e quando essi a loro volta attaccarono Ziclag e portarono via le mogli e i beni di Davide, egli con 400 uomini li raggiunse, ricuperando tutta la refurtiva. (I Sam. 27:8; 30:1-20) Durante il regno di Ezechia, alcuni della tribù di Simeone annientarono il rimanente degli amalechiti. — I Cron. 4:42, 43.
Dopo questo episodio gli amalechiti non sono più menzionati nella storia biblica o secolare. Tuttavia ‘Aman figlio dell’Agaghita’ era probabilmente loro discendente, infatti “Agag” era il titolo o nome di certi re amalechiti. (Est. 3:1; Num. 24:7; I Sam. 15:8, 9) Quindi gli amalechiti, insieme ad altri popoli menzionati per nome, furono sterminati affinché ‘conoscessero che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra’. — Sal. 83:6-18.
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AmanAusiliario per capire la Bibbia
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Aman
(Àman) [magnifico; celebre].
Figlio di Ammedata l’Agaghita. Il titolo “Agaghita” può indicare che Aman era un amalechita di stirpe reale. (Est. 3:1) In effetti, se Aman era amalechita, ciò di per sé avrebbe spiegato perché covava tanto odio verso gli ebrei, dal momento che Geova aveva decretato il completo sterminio degli amalechiti. (Eso. 17:14-16) Questo perché avevano manifestato di odiare Dio e il suo popolo, gli israeliti, prendendo l’iniziativa di attaccarli mentre erano in viaggio nel deserto. — Eso. 17:8.
Aman era al servizio di Assuero (Serse I) re di Persia che, secondo evidenze attendibili, regnò dal 486 al 474 a.E.V. Aman era molto stimato e divenne primo ministro dell’impero persiano. Adirato perché l’ebreo Mardocheo si era rifiutato di inchinarsi davanti a lui, Aman tramò di annientare lui e tutti gli ebrei dell’impero. Descrisse gli ebrei come persone non grate allo stato, violatori della legge, che avevano leggi “diverse da quelle di tutti gli altri popoli”. E accompagnò tutto questo con un lauto contributo in denaro. — Est. 3:1-11.
Aman era gonfio d’orgoglio per aver ricevuto dal re l’autorità di emanare un decreto che autorizzava lo sterminio degli ebrei e il saccheggio dei loro beni, e anche per esser stato invitato a due banchetti offerti dalla regina Ester. (Est. 3:12, 13; 5:4-12) Ma quando pensava di star per realizzare la sua massima ambizione, la situazione si capovolse. Aman, che si aspettava egoisticamente di essere esaltato, subì una schiacciante umiliazione quando il re gli ordinò di tenere una cerimonia pubblica in onore dell’odiato Mardocheo, il quale in precedenza aveva scoperto un complotto contro la vita del re. (Est. 6:1-12; 2:21-23) I saggi di Aman e sua moglie lo presero come un presagio che l’ebreo Mardocheo avrebbe avuto la meglio su di lui. — Est. 6:13.
Il declino di Aman giunse a un clamoroso culmine durante il secondo banchetto speciale offerto dalla regina Ester, cugina di Mardocheo. (Est. 2:7) Con coraggio, alla presenza di Aman, essa fece appello al re. Rivelò all’attonito sovrano che i suoi stessi interessi erano minacciati, infatti la vita di sua moglie era in pericolo a motivo di un feroce complotto. Mentre l’ira del re cresceva, Ester dichiarò con franchezza che il vile cospiratore era “questo malvagio Aman”, il primo ministro ora in preda al terrore. (Est. 7:1-6) Quindi il re ordinò che Aman fosse impiccato al palo alto più di 20 m che egli stesso aveva preparato per impiccarvi Mardocheo. (Est. 7:7-10) La casa di Aman fu data a Ester (Est. 8:7), Mardocheo divenne primo ministro ed ebbe l’autorizzazione di concedere agli ebrei la possibilità di difendersi. (Est. 8:2, 10-15) Avendo due giorni per vendicarsi dei loro nemici, gli ebrei riportarono una schiacciante vittoria e ne uccisero oltre 75.000. I dieci figli di Aman furono uccisi; poi, l’indomani, furono appesi al palo ed esposti al pubblico biasimo. — Est. 9:1-17.
Aman aveva manifestato le caratteristiche degli amalechiti. Ovviamente adorava divinità pagane, e forse era ricorso agli astrologi per tirare a sorte il giorno propizio per lo sterminio degli ebrei. (Est. 3:7) Le sue erano “opere della carne” poiché praticava idolatria e spiritismo, nutriva odio omicida verso gli ebrei, aveva uno spirito orgoglioso, superbo, egoistico, accompagnato da estrema gelosia e invidia, specie verso i servitori di Dio. (Gal. 5:19-21) Era stato bugiardo e disonesto (Est. 3:8) e quando i suoi piani furono sventati e si vide condannato dimostrò di essere un abietto codardo. (Est. 7:6-8) Così rivelò di essere un servitore dell’avversario di Dio, il Diavolo, secondo il principio di Romani 6:16.
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AmasaAusiliario per capire la Bibbia
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Amasa
(Amàsa) [peso, portatore di peso].
Figlio di Abigail, sorella di Davide, e di Ieter (Itra), cugino di Absalom e di Gioab. (II Sam. 17:25; I Cron. 2:16, 17) Ieter è chiamato israelita in Samuele e ismaelita in Cronache, forse perché visse in territorio ismaelita. Alcuni sostengono che Amasa sia una forma abbreviata di Amasai, uno di quelli che si unirono all’esercito di Davide a Ziclag, ma tale identificazione è incerta. — I Cron. 12:18.
Anni dopo, quando Amasa si unì alla ribellione di Absalom contro Davide, ricevette il comando dell’esercito di Absalom al posto di Gioab. (II Sam. 17:25) La ribellione fu soffocata, Absalom figlio di Davide fu ucciso da Gioab, e il posto di Gioab, il comando dell’esercito di Davide, fu offerto ad Amasa perché, come disse Davide, era “mie ossa e mia carne”. — II Sam. 18:9-15; 19:13.
Di nuovo scoppiò la ribellione: questa volta Seba non voleva aver niente a che fare con Davide. (II Sam. 20:1, 2) Ad Amasa furono concessi solo tre giorni per radunare un esercito. Quando non si presentò al tempo fissato, Abisai fu incaricato di prendere i servitori di Davide e inseguire i ribelli. Gioab fratello di Abisai e i suoi uomini si unirono a loro nell’inseguire Seba. Alla fine, quando Amasa li raggiunse in ritardo, Gioab col pretesto di dargli un bacio affettuoso afferrò Amasa per la barba con una mano, ma brandendo la spada con l’altra, gli squarciò l’addome. (II Sam. 20:4-12) Per Amasa questa poté essere la meritata ricompensa per aver preso le parti di Absalom, ma non venne certo dalla persona giusta. Davide comandò perciò a Salomone di vendicare Amasa mettendo a morte Gioab. — I Re 2:5, 32.
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AmatAusiliario per capire la Bibbia
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Amat
(Àmat) [fortezza], AMATEO.
Agli inizi della storia d’Israele Amat era la capitale di un piccolo regno cananeo di Siria. Anche la ricca regione agricola circostante assunse lo stesso nome. In epoca greca e romana il nome classico della città era Epifania, in onore di Antioco IV Epifane. Attualmente si chiama Hama, forma abbreviata del nome originale Hamath.
La città di Amat sorgeva sull’Oronte, lungo importanti vie carovaniere, a 80 km dalla costa del Mediterraneo, 193 km a N di Damasco e 120 km circa a S di Aleppo.
Anche se qualche volta le è stata attribuita un’origine ittita, molto probabilmente Amat fu fondata dagli amatei, una delle settanta famiglie postdiluviane parenti degli ittiti. Het e Amat, capostipiti delle due famiglie, erano rispettivamente il secondo e l’undicesimo figlio di Canaan, figlio di Cam. (Gen. 10:6, 15-18; I Cron. 1:8, 13-16) Il gran numero di iscrizioni ittite può indicare che pur essendo in origine un insediamento amateo subì una forte influenza ittita.
“ALL’ENTRATA DI AMAT”
La più antica menzione di Amat dice che nel XVI secolo a.E.V. i dodici esploratori israeliti provenienti da S salirono fino “all’entrata di Amat”. Questa espressione più volte ripetuta pare si riferisse non alle porte della città stessa, ma piuttosto al confine meridionale del territorio su cui dominava. (Num. 13:21) Da qui Giosuè spinse le sue conquiste verso N. (Gios. 13:2, 5; Giud. 3:1-3) Comunque secondo alcuni studiosi l’espressione “fino all’entrata di Amat” (Gios. 13:5) si potrebbe anche leggere “fino a Lebi-Amat (Leone di Amat)”, quindi si tratterebbe di una località precisa. — Vedi Vetus Testamentum, Vol. II, n. 2, aprile 1952, p. 114.
L’esatta posizione di tale confine (o località) non è sicura. Era considerato il confine più settentrionale del territorio d’Israele (Num. 34:8; I Re 8:65; II Re 14:25; II Cron. 7:8), nelle vicinanze di Damasco. (Ger. 49:23; Ezec. 47:15-17; 48:1; Zacc. 9:1, 2) Secondo alcuni era l’estremità meridionale della Celesiria (detta anche al-Biqa‘), valle che si trova fra le catene montuose del Libano e dell’Antilibano. Secondo altri si trovava più a N lungo la valle, a metà strada fra Baalbek e Ribla, presso le sorgenti del Leonte e dell’Oronte. Altri ancora suggeriscono che fosse più a N dove si apre il passo fra Homs e il mare. — Ezec. 47:20.
RAPPORTI CON ISRAELE
Essendo un regno indipendente, il suo re, Toi (Tou), mandò il figlio Ioram (Hadoram) a congratularsi col re Davide per aver sconfitto Adadezer, loro comune nemico. (II Sam. 8:3, 9, 10; I Cron. 18:3, 9, 10) Ma all’epoca di Salomone pare che il regno di Amat si trovasse sotto la dominazione d’Israele, infatti in quella regione Salomone costruì delle città per gli approvvigionamenti. (II Cron. 8:3, 4) Dopo la morte di Salomone Amat riacquistò l’indipendenza, tranne un breve periodo nel IX secolo a.E.V. quando Geroboamo II la riportò temporaneamente sotto la dominazione israelita. (II Re 14:28) In quell’epoca è stata descritta come la “popolosa Amat”. — Amos 6:2.
Nell’VIII secolo a.E.V. Amat e le nazioni vicine, fra cui il regno delle dieci tribù d’Israele, furono travolte dall’avanzata assira verso il dominio mondiale. Era politica dell’Assiria scambiare e trasferire i prigionieri, e perciò la popolazione di Amat andò a sostituire gli abitanti della Samaria che, a loro volta, erano stati trasferiti ad Amat e in altre località. (II Re 17:24; 19:12, 13; Isa. 10:9-11; 37:12, 13) Gli amatei eressero allora statue del loro dio Asima negli alti luoghi di Samaria, benché quel dio privo di valore non fosse stato in grado di aiutarli contro gli assiri — II Re 17:29, 30; 18:33, 34; Isa. 36:18, 19.
Secondo un’iscrizione cuneiforme conservata nel British Museum (n. del catalogo 21946), dopo la battaglia di Carchemis nel 625 a.E.V. (Ger. 46:2) gli eserciti di Nabucodonosor attaccarono e annientarono gli egiziani in fuga nel distretto di Amat. (D. J. Wiseman, Chronicles of Chaldean Kings, 1961, p. 69) Nella stessa zona, alcuni anni prima, il faraone Neco aveva fatto prigioniero il re Ioacaz. (II Re 23:31-33) Poi nel 607 a.E.V., alla caduta di Gerusalemme, Sedechia e altri prigionieri furono condotti a Ribla nella regione di Amat, e lì i figli di Sedechia furono messi a morte sotto i suoi occhi insieme ad altri nobili. (II Re 25:18-21; Ger. 39:5, 6; 52:9, 10, 24-27) Comunque Dio promise che a suo tempo avrebbe ristabilito un rimanente del suo popolo prigioniero,
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