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  • Gerusalemme, “causa d’esultanza”
    La Torre di Guardia 1983 | 1° settembre
    • Restaurato il Regno

      12. Quale periodo in cui Gerusalemme sarebbe stata “calpestata” era predetto in Luca 21:24?

      12 Ma non si riferiva Gesù a una restaurazione della Gerusalemme terrena quando disse: “Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”? (Luca 21:24) È vero, Gerusalemme era stata calpestata dai babilonesi nel 607 a.E.V., e nonostante la gloria di una restaurazione, nessun re di discendenza davidica aveva mai più regnato in quella città. E nel primo secolo Gerusalemme era calpestata dai romani, detestati dagli ebrei che s’interessavano di politica. Finora nessun regno teocratico è stato ripristinato nella Gerusalemme terrena. Né lo sarà mai.

      13. (a) Cosa profetizza Luca 21:7-11, 24-26 circa la fine dei “tempi delle nazioni”? (b) Cosa confermano gli avvenimenti verificatisi dal 1914 in poi?

      13 Ma “i fissati tempi delle nazioni” sono terminati! E il contesto stesso della profezia di Gesù in Luca 21 indica come questo doveva avvenire. Non vediamo infatti tutt’attorno a noi proprio le cose predette da Gesù? “Nazione contro nazione” in guerre calde e fredde, ‘terremoti, pestilenze, carestie, paurose visioni, angoscia delle nazioni che non sanno come uscirne, e uomini che vengono meno per il timore e per l’aspettazione delle cose che stanno per venire sulla terra abitata’. Sì, la fine dei “tempi delle nazioni” si ricollega a questi terribili avvenimenti che hanno scosso la terra dal 1914! (Luca 21:7-11, 24-26) Non per semplice coincidenza il popolo di Geova aveva additato il 1914 nei precedenti 35 anni. Essi avevano capito che i “sette tempi” della profezia di Daniele, capitolo 4, sarebbero terminati nel 1914, contrassegnando la fine della dominazione delle nazioni gentili sulla terra senza alcun intervento da parte di Dio.

      14. Perché Luca 21:24 non potrebbe riferirsi alla Gerusalemme terrena?

      14 Perciò nel 1914 le nazioni dovevano smettere di ‘calpestare Gerusalemme’. Di che “Gerusalemme” si tratta? Non della Gerusalemme terrena che fu conquistata dal generale britannico Allenby nel 1917 e che rimase sotto il mandato britannico fino al 1948, quando nacque la repubblica — non il regno — di Israele. A quale “Gerusalemme” si riferiva dunque Gesù?

      15. Perché ci saremmo aspettati che il ‘seme di Davide’ fosse intronizzato a “Gerusalemme” nel 1914 E.V.?

      15 Ricordiamo che Geova aveva stabilito un regno teocratico a Gerusalemme con Davide come re. Là Geova aveva promesso a Davide: “Una volta ho giurato nella mia santità, a Davide di sicuro non dirò menzogne. Il suo stesso seme sarà fino a tempo indefinito, e il suo trono come il sole di fronte a me. Come la luna sarà fermamente stabilito a tempo indefinito, e come testimone fedele nei cieli”. (Salmo 89:35-37) Alla fine dei “fissati tempi delle nazioni [gentili]” nel 1914 E.V., il ‘seme di Davide’ che ne aveva il diritto legale doveva assumere nuovamente il potere a “Gerusalemme” o Sion. Ma non nella Gerusalemme terrena!

      16. (a) Dove regna dunque il Messia dal 1914? (b) Qual è la prova che Cristo ha cominciato a regnare?

      16 Egli regna invece nella Gerusalemme, o Sion, di cui Geova nel Salmo 2:6 dice: “Io, sì, io ho insediato il mio re sopra Sion, mio santo monte”. Questa è la città a cui si riferisce Davide nel Salmo 110:1, 2, parlando profeticamente del Signore Gesù Cristo: “Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’”. Il re messianico, Gesù Cristo, è ora intronizzato sul celeste monte Sion, o Gerusalemme, e regna in mezzo ai suoi nemici. Ha già scagliato l’arcinemico, Satana il Diavolo, nelle vicinanze di questa terra. Sapendo di avere breve tempo, Satana ha provocato fra le nazioni un “tumulto”, come dice molto appropriatamente lo scrittore dei Salmi. — Salmo 2:1; Rivelazione 12:7-12.

      17. Perché dovremmo aspettarci che il “tumulto” delle nazioni finisca presto?

      17 Il Sovrano Signore Geova, comunque, permetterà a quelle nazioni di levarsi in “tumulto” a tempo indefinito, in flagrante opposizione al suo Regno retto da suo Figlio? Ricordate, i cristiani del primo secolo furono accusati d’avere ‘empito Gerusalemme del loro insegnamento’; e dopo che con quella vigorosa campagna di predicazione pubblica di casa in casa era stato dato l’avvertimento, la Gerusalemme terrena subì l’esecuzione del giudizio di Geova. (Atti 5:28, 41, 42; 4:16) Anche oggi i testimoni di Geova hanno proclamato il Suo giorno di vendetta in tutto il reame della cristianità.

      18. Perché attendiamo con fiducia il trionfo dell’“eterno proposito” di Geova?

      18 Mancherà Geova di coronare la più grande predicazione mondiale di tutta la storia infliggendo il colpo di grazia ad Har-Maghedon? Mancherà Geova di ridurre “in rovina quelli che rovinano la terra”? Giammai! Coloro che hanno riposto fermamente le loro speranze nelle promesse di Dio attendono con fiducia il trionfo del suo “eterno proposito”. (Rivelazione 11:18; Efesini 3:10-12) Mediante il Regno retto dal Messia, che ora regna nella “Gerusalemme” celeste, il nostro “gran Re”, Geova, farà in modo che il suo Nome Sovrano sia rivendicato. Quindi, riportando l’umanità alla vita eterna nella perfezione in una terra paradisiaca, Geova dimostrerà d’essere “nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre”, e di ‘non avere creato la terra semplicemente per nulla’. — Salmo 48:14; Isaia 45:18, 22-24; 46:9-11; 55:11; Geremia 25:31.

  • “Gioite per sempre”
    La Torre di Guardia 1983 | 1° settembre
    • “Gioite per sempre”

      1. (a) Cos’è la “città” di Ebrei 11:10? (b) Fino a quando deve attendere la “grande folla” per vedere “l’adempimento della promessa”?

      POSSIAMO davvero essere molto gioiosi per il fatto che il re messianico, Cristo Gesù, regni ora in una “Gerusalemme” celeste. Questa è la città “che appartiene al cielo” menzionata in Ebrei capitolo 11, che Abraamo, Isacco e Giacobbe ‘aspettavano’. Essi “dichiararono pubblicamente d’essere estranei e residenti temporanei nel paese” di Canaan, poiché attendevano ansiosamente “la città che ha reali fondamenta, il cui

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