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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1960 | 15 maggio
    • preservare il giusto ordine teocratico di istruire e dirigere secondo il sistema d’autorità insegnato dalla Bibbia e di preservare l’unità e l’armonia del radunato popolo di Geova.

  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1960 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● In Romani 10:18 l’apostolo Paolo cita Salmo 19:4 applicandolo apparentemente alle persone, ma il contesto del Salmo 19:4 si riferisce alla creazione celeste. Come dobbiamo intendere il senso dato da Paolo al versetto? — M. M., U.S.A.

      La scrittura di Romani 10:18 (VR) dice: “Non hanno essi udito? Anzi, ‘la loro voce è andata per tutta la terra, e le loro parole fino agli estremi confini del mondo’”. Secondo il contesto di questa scrittura, l’apostolo Paolo stava descrivendo la nazione ebraica. Gli Ebrei avevano gli oracoli di Dio, e il loro sommo sacerdote era a conoscenza della pronuncia del nome di Geova. Essi sapevano che Geova era Dio, il Creatore del cielo e della terra. Al versetto 16 di Romani 10 Paolo dice: “Ma tutti non hanno ubbidito alla Buona Novella; perché Isaia dice: ‘Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?’” Quindi cita il Salmo 19:4. Il significato di questo è che anche se gli Ebrei naturali avevano respinto la predicazione degli apostoli di Cristo, vi era ugualmente una testimonianza contro di loro, quella della creazione, dei corpi celesti. Senza fare dichiarazioni orali o scritte, pure in se stessi sono una testimonianza della creazione di Dio. Poiché gli Ebrei non accettarono la predicazione degli apostoli, la creazione stessa testimonia contro di loro. E come è dimostrato in Romani 1:20, le invisibili qualità di Dio sono rese manifeste dalle cose visibili create. Perciò se gli Ebrei non volevano credere alle parole, vi erano i cieli che silenziosamente parlavano loro di Dio e attestavano la sua sovranità universale.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1960 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● Benché non sia scritturale che un cristiano accetti una trasfusione di sangue di altra persona, sarebbe ammesso per un cristiano dedicato che, durante un’operazione, parte del suo sangue fosse prelevata e poi rimessa nel suo corpo? — W. D., U.S.A.

      Secondo la prescrizione biblica riguardo al sangue, il sangue prelevato da un corpo doveva esser versato per terra come acqua e coperto di polvere. (Lev. 17:13, 14; Deut. 12:16, 23, 24; 15:23; 1 Cron. 11:18, 19) Questo perché la vita è nel sangue e il sangue sparso è ritenuto sacro dinanzi a Geova Dio. Il patto relativo alla santità del sangue stabilito dopo il Diluvio è ancora in vigore oggi, e comprende sia il sangue animale che il sangue umano, sia il proprio che l’altrui. Quindi prelevando il sangue di una persona, conservandolo e poi iniettandolo di nuovo alla stessa persona, si violerebbero i princìpi scritturali che regolano l’uso del sangue. — Gen. 9:4-6.

      Se però dovesse avvenire un’emorragia durante un’operazione e il sangue fosse immediatamente immesso di nuovo nel corpo in qualche modo, questo sarebbe ammesso. Sarebbe quindi biblicamente ammissibile l’uso di qualche accorgimento per cui la circolazione del sangue sia deviata temporaneamente da una certa parte o organo durante l’intervento chirurgico, perché il sangue scorrerebbe dal corpo nell’apparato e quindi subito di nuovo nel corpo. Ma, se il sangue fosse conservato, anche per breve tempo, questa sarebbe una violazione delle Scritture.

      L’uso del sangue di un’altra persona per “avviare” qualunque mezzo impiegato in chirurgia è da escludere. In questo caso il sangue sarebbe immesso nella circolazione sanguigna del paziente, e si mescolerebbe al suo. Di nuovo, se si prelevasse il sangue ad intervalli e lo si conservasse fino ad averne abbastanza per mettere in moto un apparecchio, ciò incorrerebbe pure nella proibizione scritturale. La persona implicata è quella più in grado di accertare come sarebbe usato il sangue e deve assumersi la responsabilità dinanzi a Geova di assicurarsi che non sia usato in modo antiscritturale.

  • Domande dai lettori (4)
    La Torre di Guardia 1960 | 15 maggio
    • Domande dai lettori

      ● È ammissibile che i cristiani ricorrano alla sterilizzazione per evitare di avere bambini?

      A questo riguardo possiamo regolarci secondo il principio esposto nella legge data da Dio per mezzo di Mosè. Sappiamo che qualunque uomo della famiglia sacerdotale di Aronne che avesse i testicoli infranti non poteva servire come sacerdote; inoltre nessuno che avesse gli organi genitali mutilati poteva entrare nella congregazione di Geova. E Dio diede tanta importanza agli organi genitali dell’uomo che se una donna avesse preso parte ad una lite fra il proprio marito e un altro uomo ed essa stendendo la mano avesse afferrato l’organo sessuale di quell’uomo per abbatterlo, si doveva tagliarle la mano. (Lev. 21:17-20; Deut. 23:1; 25:11, 12) Se dunque Dio si preoccupava tanto delle facoltà di procreazione del popolo tipico d’Israele, lo stesso sarà per gli Israeliti spirituali, perché egli li autorizza ad aver figli e ad allevarli nel timor di Dio.

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