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  • “Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici”

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  • “Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 15/5 pp. 297-303

“Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici”

“Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici, e quelli che l’odiano intensamente fuggano a causa di lui”. — Sal. 68:1.

1, 2. Chi ha Dio come nemici, alcuni dei quali non lo sanno nemmeno?

DIO ha i suoi nemici! Milioni di persone sono oggi nemiche del medesimo pensiero che c’è un Dio, l’Altissimo e Onnipotente, l’Essere Divino che è senza principio e senza fine, il Creatore del cielo e della terra, il Fattore dell’uomo, Colui verso il quale sono responsabili tutte le creature umane intelligenti della terra, le quali dipendono pienamente da Lui.

2 Ci sono altre persone che asseriscono d’essere adoratrici di Dio, ma che in realtà sono sue nemiche, molto probabilmente le sue nemiche peggiori per la ragione che lo mal rappresentano e sono pertanto religiose ipocrite. Avviene come disse molto tempo fa uno che amava Dio: “Dichiarano pubblicamente di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le loro opere, perché sono detestabili e disubbidienti e non approvate per ogni sorta di opera buona”. (Tito 1:16) Centinaia di milioni d’altri sono nemici di Dio senza saperlo, non perché adorino altri dèi, ma perché sono amici di questo mondo: “Non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. (Giac. 4:4) Al di là di ogni contraddizione, Dio ha i suoi nemici, infelicemente per loro!

3. (a) Fino a che punto Geova si leverà ora contro i suoi nemici? (b) Qual è il suo scopo com’è dichiarato in Isaia 28:21, e questo che cosa dovrebbe far pensare ai nemici?

3 È venuto per Dio il tempo di levarsi contro i suoi nemici sulla terra in una finale azione per eliminarli interamente. Nelle pagine della storia sono riferiti casi nei quali Dio si levò contro certi nemici del momento per disfarsi della loro resistenza. Ma ora, secondo il suo dichiarato proposito, egli si leverà per liberare la terra dei suoi nemici odierni con un solo grande movimento, non permettendo a nessuno di sfuggire. Egli non ha dimenticato il suo dichiarato proposito, benché fosse messo per iscritto ventisette secoli fa: “Geova si leverà proprio come al monte Perazim, si agiterà proprio come nel bassopiano vicino a Gabaon, per fare la sua opera — la sua opera è strana — e per compiere il suo lavoro, il suo lavoro è insolito”. (Isa. 28:21) La storia mostra ciò che accadde in quell’occasione a Perazim, e dovrebbe bastare per far pensare agli odierni nemici di Geova come le sue distruttive forze proromperanno simili ad acque travolgenti per spazzar via loro e i loro idoli.

4, 5. (a) Chi assistette a ciò che Dio fece a Perazim e a Gabaon, e quale ruolo ebbe questi da adempiere verso i nemici di Dio in tutto il paese? (b) In Salmo 68:1-3, che cosa pregò egli riguardo ai nemici e ai giusti?

4 Un uomo che assistette sia a ciò che avvenne a Perazim sia a ciò che avvenne più tardi a Gabaon nell’undicesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare fu il re Davide di Gerusalemme. (2 Sam. 5:17-25; 1 Cron. 14:8-17) L’annientamento di quei nemici filistei a Perazim e a Gabaon non eliminò completamente tutti i nemici del regno di Dio che Geova aveva stabilito lì nel Medio Oriente col re Davide come suo visibile rappresentante sul trono di Gerusalemme. C’erano ancora molti altri nemici in quella striscia di terra che Geova Dio aveva promesso di dare all’antenato di Davide, al patriarca Abraamo, striscia che si estendeva dal grande fiume Eufrate al fiume d’Egitto. (Gen. 15:17-21; 12:1-9; 13:14-18) Altri potenti nemici, come i Siri, rimanevano in questa generale area del paese e dovevano essere distrutti o assoggettati e resi vassalli. Il re Davide era al comando di Dio per trattare con questi nemici in modo tale da adempiere la promessa divina di dare “tutto il paese” ai discendenti del suo fedele amico Abraamo. Davide dovette pensare a quei nemici quando scrisse le parole iniziali del Salmo 68:1-3 (versetti dal primo al terzo):

5 “Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici, e quelli che l’odiano intensamente fuggano a causa di lui. Come si dissipa il fumo, possa tu dissipar loro; come la cera si strugge a causa del fuoco, periscano i malvagi dinanzi a Dio. Ma in quanto ai giusti, si rallegrino, siano fieri dinanzi a Dio ed esultino con allegrezza”.

6, 7. (a) Chi citò lì il salmista Davide, e che cosa ebbe il comando di fare per rappresentare la presenza di Dio? (b) Quando e perché questi disse le parole citate da Davide?

6 Poiché c’erano altri nemici non ancora assoggettati nella Terra Promessa, la marcia vittoriosa di Geova Dio contro i suoi nemici non era ancora stata fatta completamente. In modo appropriato, dunque, il re Davide fu ispirato a scrivere e a citare le parole dell’uomo che Geova Dio impiegò quando diede inizio a questa marcia vittoriosa, cioè il profeta Mosè, del sedicesimo secolo a.E.V. A quel tempo Mosè si trovava nel deserto del Sinai in Arabia, insieme alle dodici tribù dei figli d’Israele e anche a una “numerosa compagnia mista” di non Israeliti. (Eso. 12:38; Num. 11:4) L’intero accampamento era formato di milioni di persone. Nella primavera dell’anno prima Geova Dio aveva miracolosamente liberato tutti questi dall’Egitto, distruggendo perfino gli eserciti degli Egiziani al comando di Faraone quando avevano cercato di raggiungere gli Israeliti in fuga mentre attraversavano il prosciugato letto del mar Rosso. Nel terzo mese dopo ciò gli Israeliti e la “compagnia mista” giunsero al monte Sinai, e lì Geova Dio fece con loro un patto o contratto nazionale.

7 Secondo la legge di questo patto nazionale fu eretto un sacro tabernacolo per l’adorazione di Dio. Nella stanza interna di questo tabernacolo fu messa l’arca d’oro del patto per rappresentarvi la presenza di Dio. Ogni volta che gli Israeliti levavano le tende e si spostavano verso il luogo successivo, l’arca del patto veniva trasportata a spalla dai sacerdoti fino a quel successivo punto dove si fermavano. Così Dio e il suo popolo erano in marcia per prendere possesso della Terra Promessa. C’erano molti nemici nel cammino prima che ottenessero il completo possesso dell’intero paese. Riconoscendo ciò, Mosè come mediatore fra Dio e la nazione d’Israele implorò Dio di prendere la direttiva, come ci dice Numeri 10:35, 36 con queste parole: “Accadeva che quando l’Arca partiva, Mosè diceva: ‘Sorgi, o Geova, e siano dispersi i tuoi nemici; e quelli che intensamente ti odiano fuggano d’innanzi a te’. E quando si fermava, diceva: ‘Torna, o Geova, alle miriadi delle migliaia d’Israele’”.

8, 9. In Salmo 68:4-6, il re Davide che cosa invitò il suo popolo a fare rispetto a Dio?

8 Le vittorie di Geova e tutto il suo misericordioso trattamento verso il suo popolo meritavano d’esser celebrati con un cantico alla Sua lode. Il salmista re Davide, che era cantore e musicista, invitò il suo popolo, le dodici tribù d’Israele, a celebrarli in tal modo:

9 “Cantate a Dio, innalzate melodie al suo nome; elevate un canto a Colui che cavalca per le pianure del deserto come Iah, che è il suo nome; e giubilate dinanzi a lui; padre di ragazzi senza padre e giudice di vedove è Dio nella sua santa dimora. Dio fa dimorare i solitari in una casa; fa uscire i prigionieri nella piena prosperità. Comunque, in quanto agli ostinati, devono risiedere in un paese riarso”. — Sal. 68:4-6.

10. Come, nel caso d’Israele, Dio aveva mostrato d’essere (a) un padre per i ragazzi senza padre e (b) un giudice delle vedove?

10 Nessuna nazione o popolo della terra potrebbe avere oggi un governante migliore di quello che l’antica nazione d’Israele ebbe nel suo Dio, il suo invisibile Re. Tutta la loro nazione era stata tenuta involontariamente e immeritatamente prigioniera nel pagano Egitto; ma Geova Dio rese desolato il paese d’Egitto con dieci miracolose piaghe e li trasse fuori alla prosperità, che raggiunse la sua pienezza al tempo del re Davide. In Egitto la nazione d’Israele era stata come un ragazzo senza padre, ma Geova provò d’essere per essa un padre, chiamando l’intera nazione il “mio primogenito”. (Eso. 4:22) Quando egli fece uscire Israele suo primogenito dall’oppressione sotto il Faraone che sfidava Dio, tutti i maschi primogeniti d’Egitto furono uccisi. Laggiù il popolo di Dio era come una vedova indifesa senza nessuno che perorasse la sua causa in tribunale, ed egli intervenne come giusto Giudice della Corte Suprema e fece in modo che la nazione afflitta ottenesse giustizia, la liberazione. Divenne come un marito per il suo popolo. — Isa. 54:5; Ger. 3:14; 31:31, 32.

11. Come Dio trattò i “solitari” in contrasto con gli “ostinati” e con quale nome cavalcò?

11 Trattati in Egitto come schiavi pericolosi, gli Israeliti erano come persone solitarie in un deserto ostile, senza casa dove andare. Ma Geova li trasse fuori e li stabilì come in una casa, nella Terra Promessa. Quelli che si mostrarono suoi nemici e gli resistettero ostinatamente, li fece risiedere senza le ristoratrici benedizioni del favore divino come in un paese riarso dal sole. Il suo nome è Iah, che è un’abbreviazione del nome Geova. Egli fece conoscere il suo nome Geova al suo popolo in Egitto come esso e i suoi fedeli antenati non l’avevano mai conosciuto prima. (Eso. 15:1, 2; 17:16) Con questo nome, sul quale aveva accumulato fama, egli cavalcò attraverso la pianura del deserto mentre conduceva il suo popolo al paese della promessa. ElevateGli un cantico!

MARCIA DAL SINAI A SION

12, 13. Come ci rammenta il salmista Davide, quali cose Dio può muovere per mostrare la sua potenza quale Creatore, e come egli lo dimostrò al Sinai?

12 Per questo Onnipotente Dio Geova non è niente muovere il cielo e la terra allo scopo di mostrare ch’egli è l’Iddio della creazione e di tutte le sue leggi. Manifestò il potere di far questo al monte Sinai in Arabia, dove condusse il suo popolo nel terzo mese dopo averlo liberato dalla schiavitù d’Egitto. Prima di dichiarare i Dieci Comandamenti dalla vetta del monte Sinai, egli causò spaventevoli dimostrazioni sulla terra e in cielo, per far capire al popolo d’Israele il fatto che il loro Legislatore non era una semplice piccola creatura umana, ma era l’Iddio del cielo e della terra. Se le inanimate cose della creazione si muovono alla sua invisibile presenza, perché non dovrebbero muoversi anche le sue intelligenti creature umane che contemplano le sue meravigliose opere creative? Egli può muovere il cielo e la terra per adempiere la sua volontà. Il salmista re Davide rammentò e menzionò la divina qualità della potenza di far questo, alla lode di Geova, allorché disse:

13 “O Dio, quando uscisti dinanzi al tuo popolo, quando marciasti per il deserto . . . la terra stessa sobbalzò, e il cielo stesso anche stillò a causa di Dio; questo Sinai sobbalzò a causa di Dio, il Dio d’Israele. Facevi cadere un rovescio di pioggia, o Dio; la tua eredità, pure quando era stanca, tu stesso la rinvigoristi. La comunità della tua tenda, ha dimorato in essa; con la tua bontà la preparavi per l’afflitto, o Dio”. — Sal. 68:7-10.

14. (a) Come Dio ristorò la sua eredità quando era stanca? (b) Per quanto tempo il suo popolo fu una tendopoli, e quale resistenza incontrarono essi alla fine?

14 Il popolo d’Israele era stato tratto dalle nazioni pagane per essere l’esclusivo possesso di Dio, ed egli lo chiamò sua eredità. (Deut. 32:8, 9) Era stato afflitto in Egitto; e quando giunse ai piedi del monte Sinai nel deserto, era senza dubbio stanco, come un paese assetato. Ma lì, dando loro i Dieci Comandamenti e tutte le altre leggi del suo patto e stabilendo fra loro la sua pura adorazione organizzata, Geova Dio causava un rovescio di benedizioni spirituali. Questo rinvigorì spiritualmente il popolo della sua eredità e lo rafforzò come se fosse stato del cibo. Essi riscontrarono che dovevano vivere non solo di cibo fisico, ma di ogni parola che procedeva dalla bocca di Dio. Trascorsero un lungo tempo — quarant’anni — come tendopoli nel deserto e fuori dei confini della Terra Promessa. Ma nell’ultimo anno Geova li condusse ai confini del “paese dove scorre latte e miele”. Quindi i re locali cominciarono a opporre resistenza. Che cosa si doveva fare ora? Ascoltate:

15, 16. Come si nota in Salmo 68:11, quale parte ebbero le donne d’Israele in relazione con le vittorie di Dio riportate per mezzo dei loro uomini?

15 “Geova stesso dà la parola; le donne che annunciano la buona notizia sono un grande esercito. Perfino i re degli eserciti fuggono, fuggono. In quanto a colei che dimora a casa, prende parte alle spoglie. Sebbene voi continuaste a giacere fra i mucchi di cenere del campo, ci saranno le ali di una colomba coperta d’argento e le sue penne d’oro verde giallastro. Quando l’Onnipotente disperse i re in essa, nevicava in Zalmon”. — Sal. 68:11-14.

16 Nei tempi antichi le donne non prendevano parte all’azione bellica, ma quando i soldati vittoriosi tornavano esse uscivano a frotte dalle loro case per celebrare e dichiarare la buona notizia con danze, canti e musica. Miriam, sorella di Mosè, guidò nella danza e nel canto le donne israelite dopo che il loro Dio Geova ebbe rovesciato gli eserciti egiziani nel mar Rosso. (Eso. 15:20, 21) La figlia di Iefte gli uscì incontro con danza e musica quando egli tornava dalla sua vittoria sui nemici ammoniti. (Giud. 11:34) Quando il re Saul in compagnia del suo generale Davide tornò dalla vittoria sui Filistei, le donne uscirono da tutte le città per salutarli con musica, canti e danze. (1 Sam. 18:6, 7) Le donne non dovevano rimanere in silenzio in tali occasioni. I loro uomini erano stati impiegati nel vittorioso combattimento al comando di Dio, ed esse avevano diritto di partecipare alla celebrazione della vittoria e di dare gloria e credito per la vittoria a Dio, di cui i loro uomini avevano fatto la volontà.

17. (a) Perché le donne d’oggi sono obbligate ad annunciare la “buona notizia”? (b) Quale fu la “parola” che Dio diede all’antico Israele, e quale risultato doveva dare l’ubbidienza alla “parola”?

17 Le donne di quella specie non sono nemiche di Dio. Per quanto fosse meravigliosa la buona notizia che allora le donne dovevano dichiarare nel tempo del quale scrisse il salmista Davide, le donne di questo giorno moderno hanno una notizia da dichiarare ancor più meravigliosa e provano così d’essere non nemiche, ma amiche di Dio. Esse ricevono la buona notizia da Dio, e hanno il diritto e l’obbligo d’annunciarla. Nei lontani giorni della giovane nazione d’Israele, ‘Geova stesso diede la parola’. Quale fu la parola? Mentre gli Israeliti si appressavano alla Terra Promessa per strapparla dalle mani dei nemici di Dio, la Sua “parola” per loro era di avanzare coraggiosamente e prenderne possesso, giustiziando con le armi da guerra i nemici di Dio che occupavano la Terra Promessa senza averne avuto da Dio il diritto. L’ubbidienza a questo comando o “parola” da parte degli uomini combattenti d’Israele quale risultato doveva avere? L’Iddio a cui si innalzava la preghiera: “Sorgi, o Geova, e siano dispersi i tuoi nemici”, garantiva che il risultato sarebbe stato la vittoria! Ne sarebbe derivata la “buona notizia” che le donne sarebbero state spinte a celebrare con musica e danze e ad annunciare con canti.

18. (a) In quale senso poteva dirsi che Dio dava la “parola” alle donne? (b) In che modo cominciò a ‘nevicare’ in Zalmon quando Dio disperse i re nemici?

18 Combattendo per il suo popolo e dandogli la vittoria, Geova avrebbe dato alle donne qualche cosa da annunciare. Egli avrebbe provveduto loro il tema dei loro canti di celebrazione; avrebbe dato loro la buona notizia. In questo senso si poteva dire che dava la parola. Alla celebrazione della vittoria le donne avrebbero annunciato come i re pagani degli eserciti nemici eran fuggiti d’innanzi a Geova Dio, quando egli s’era levato contro di loro in battaglia. Le donne avrebbero annunciato che, quando Dio Onnipotente aveva disperso i re nemici nel cammino d’Israele, i corpi morti degli eserciti nemici coprivano il campo come neve, allo stesso modo in cui accadde a Zalmon; o, forse, che, per concedere la vittoria al suo popolo, aveva fatto nevicare miracolosamente in Zalmon. I vittoriosi combattenti di Dio sarebbero tornati a casa dopo aver spogliato i nemici uccisi, e avrebbero diviso le spoglie con le loro donne che erano state lasciate nelle loro case per averne cura.

19. Come, sebbene gli uomini giacessero fra i mucchi di cenere del campo, ci doveva essere una colomba coperta di metalli preziosi?

19 Può darsi che, sebbene gli eserciti giustizieri di Dio dovessero giacere fra i mucchi di cenere durante la campagna, ci fosse una colomba fatta di metalli preziosi, con le piume coperte d’argento e le penne d’oro verde giallastro, da portare a casa come trofeo della vittoria di Geova. Ma la nazione d’Israele fu anche chiamata “tortora” di Geova. (Sal. 74:19) Da questo punto di vista, benché gli uomini di questa nazione di Dio simile a tortora avessero dovuto giacere fra i mucchi di cenere dell’accampamento, durante una campagna di combattimenti contro i nemici di Dio, ne sarebbero usciti come una tortora, d’ali robuste e d’aspetto puro, scintillante come se fosse coperta d’argento e d’oro verde giallastro. Così Dio non avrebbe dato questa nazione simile a tortora nelle mani dei Suoi nemici.

20. Che cosa continuano a fare i nemici dal 1914, così che Geova deve levarsi contro di loro ad Armaghedon?

20 Il significato di questo racconto poetico delle gesta di Dio non dovrebbe perdersi sugli odierni nemici di Dio. Questi nemici cercano d’impedire che Dio adempia il suo proposito riguardo al suo popolo, che li conduca con successo nel giusto nuovo ordine che ha promesso. Il “tempo della fine” come fu predetto nella sua Parola è giunto sulle nazioni di questo mondo, essendo cominciato nel 1914 alla fine dei Tempi dei Gentili, “i fissati tempi delle nazioni”. Essi rifiutano di abbandonare il potere durante questo “tempo della fine” e di cedere pacificamente il posto all’esercizio della sovranità di Dio sulla terra di sua creazione. È dunque necessario che l’Onnipotente Dio li espella. Egli deve levarsi contro di loro in battaglia. Questo farà nel campo di battaglia di Armaghedon. Nel frattempo le nazioni nemiche continuano a ostacolare il progresso del popolo di Dio mentre opera per promuovere gli interessi terrestri del regno di Dio.

21. Come nel caso di Davide, in che modo i nemici cercarono d’impedire a Gesù Cristo di regnare, e con quale successo?

21 Il regno non è quello dell’antico Davide nella Gerusalemme terrestre, ma quello del promesso Figlio di Davide, Gesù Cristo, che nacque nella linea della famiglia di Davide per mezzo della vergine Giudea Maria per un miracolo di Dio. I nemici cercarono d’impedire che Davide regnasse sul monte Sion in Gerusalemme, ma furono vergognosamente sconfitti quando Dio si levò contro di loro. Similmente i nemici cercarono d’impedire al Figlio di Dio, Gesù Cristo, di regnare, ma essi pure si chinarono nella sconfitta. Uccisero Gesù Cristo fuori di Gerusalemme il giorno che si uccideva il giudaico agnello pasquale, ma il terzo giorno Dio Onnipotente lo destò dai morti come glorioso Figlio spirituale immortale. Il Figlio di Davide ascese quindi al suo Padre celeste. Ivi Geova Dio lo pose come regale Pietra nella Sion celeste, perché cominciasse a regnarvi nel tempo stabilito da Dio, cioè nel 1914. Quindi Dio avrebbe cominciato a fare di tutte le nazioni dei Gentili uno sgabello per i piedi del Figlio di Davide. — Luca 21:24; Isa. 28:16-21; Sal. 110:1, 2; Atti 2:34-36; Ebr. 10:13.

22. A che cosa le nazioni gentili han resistito dal 1914?

22 Dal 1914 le nazioni gentili hanno rifiutato di riconoscere la fine dei “fissati tempi delle nazioni” e han resistito all’essere resi sgabello del regnante Figlio di Davide. Ma la loro ostinata resistenza risulterà vana ad Armaghedon.

AVVISATE LE NAZIONI

23, 24. (a) Quale fu la “parola” che Geova diede nel 1914? (b) Che cosa preannunciò Gesù che sarebbe accaduto dopo il 1914, e fa parte questo della “parola” di comando?

23 Come disse molto tempo fa Salmo 68:11: “Geova stesso dà la parola”. Alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 Geova Dio diede la parola perché le nazioni nemiche fossero soppiantate sulla terra. Esse sono nel loro “tempo della fine”. (Dan. 11:40; 12:4) Riguardo a ciò che doveva accadere in questo “tempo della fine”, il Figlio di Davide, Gesù Cristo, predisse non solo guerra mondiale, carestie, pestilenze, terremoti e afflizione delle nazioni, ma anche la proclamazione della buona notizia di un nuovo governo, il legittimo governo della terra, cioè il regno di Dio. Dopo aver predetto le persecuzioni contro i suoi fedeli seguaci, Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. — Matt. 24:7-14.

24 Così Dio avvisa le nazioni nemiche. Egli ha dato la “parola” che tali nemici siano sottoposti, resi come uno sgabello sotto i piedi del Figlio di Davide. Questa “parola” di comando comprende pure che siano avvisati prima che Egli si levi contro di loro ad Armaghedon. È stato dato questo avviso?

25. (a) Che cosa ha significato dare l’avviso per i testimoni del Regno e che cosa ha significato per Dio? (b) Similmente che cosa ha significato la nascita del Regno, e che specie di notizia ne è risultata?

25 Sì, particolarmente dall’anno 1919. Questo ha significato per i testimoni del Regno di Geova una lotta sin da quell’anno. Ma questi testimoni del Regno hanno pregato: “Si levi Dio, siano dispersi i suoi nemici”. Rispondendo, Dio ha preparato loro la via per avvisare le nazioni nemiche con la predicazione della buona notizia che il regno di Dio fu stabilito nelle mani del Figlio di Davide nel 1914. Questo ha significato per Geova una serie di vittorie che hanno reso oggi possibile dare alle nazioni l’avviso in 199 paesi e in 164 lingue. La medesima nascita del regno di Dio nei cieli significò una Sua vittoria su Satana il Diavolo e sui suoi demoni. (Riv. 12:5-12) L’espansione dell’opera di dare avviso intorno al Regno a un sempre più gran numero di nazioni ha significato per Geova Dio ulteriori vittorie. Tali vittorie divine servono da buona notizia che si dovrebbe annunciare ai popoli.

26. (a) Come può dirsi oggi che “le donne che annunciano la buona notizia” sono in gran numero? (b) Perché la parola “esercito” è appropriata per questa schiera di donne?

26 Quelle spirituali vittorie di Dio finora conseguite sono state celebrate in tutto il mondo. La “parola” di Dio non è stata vana. Avendo egli agito per eseguirla vittoriosamente, “le donne che annunciano la buona notizia sono un grande esercito”. (Sal. 68:11) I fatti riferiti lo provano. Nell’aprile dell’anno 1967 ci sono stati in tutto il globo 1.154.079 persone che hanno dato avviso del regno di Dio e hanno annunciato le opere della sua vittoriosa marcia verso Armaghedon. Questa è una grande compagnia di celebranti. E se esaminiamo le persone di questa grande folla di celebranti, riscontriamo che per lo più sono state donne. Per cui da quel 1.154.079 celebranti il numero delle donne costituirebbe un “grande esercito”. Ed “esercito” è una parola appropriata per questa schiera di donne che “annunciano la buona notizia”. Perché? Perché combattono al comando di Dio, il cui nome è Iah, o Geova. Molte di loro possono dover badare alla casa come madri, mogli o figlie, ma esse partecipano alle spoglie delle vittorie di Dio per mezzo dei suoi testimoni del Regno sulla terra. Andando a predicare di casa in casa, queste donne nell’insieme fanno più di tutti gli uomini.

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