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  • In che senso Geova è diverso da tutti gli altri dèi?
    La Torre di Guardia 1972 | 1° agosto
    • fatta nella visione? Attenderemo prossime considerazioni della profezia di Ezechiele, che tratta ulteriormente le summenzionate qualità di Geova per avere anche maggiori rivelazioni della sua superiorità rispetto a tutti gli altri dèi.

  • Impariamo dal grande Insegnante
    La Torre di Guardia 1972 | 1° agosto
    • Impariamo dal grande Insegnante

      1. Perché l’imparare dovrebbe essere dilettevole per persone di ogni età?

      SIA che siamo giovani o che siamo vecchi, l’imparare può essere — e dovrebbe essere — dilettevole. Perché? Perché l’imparare apre le finestre della mente, è il nemico della monotonia e del tedio. C’è tanto da imparare. La terra intorno a noi è piena di persone interessanti, di luoghi interessanti, di sorprendenti varietà di creature e piante. Sì, la terra, per non menzionare i cieli stellati di sopra, è un ricco deposito di conoscenza. Contiene soggetti per uno studio che potrebbe durare mille vite e più. — Prov. 9:9.

      2. Come risultato dell’imparare, quale capacità dovremmo cercar di acquistare, e perché?

      2 Ma noi possiamo fare più che semplicemente imparare intorno alle cose. Imparando, possiamo acquistare la capacità di fare le cose, per noi stessi e per altri, e la vita, dopo tutto, è fatta di azioni. Ecco di nuovo che le cose che gli uomini possono imparare a fare sono quasi infinite. Non può esserci dubbio in proposito, imparando possiamo arricchirci immensamente, moltiplicare mille volte gli interessi e le gioie della vita. — Eccl. 3:12.

      TROVIAMO “I TESORI DELLA SAPIENZA E DELLA CONOSCENZA”

      3. Quanto è importante che impariamo?

      3 Ma, una cosa della massima importanza per tutti noi è che l’imparare può significare la differenza fra la vita e la morte. In Proverbi 8:35, 36, l’ispirato scrittore personifica la sapienza come se dicesse: “Poiché chi mi trova [la sapienza] per certo troverà la vita, e otterrà buona volontà da Geova. Ma chi mi perde fa violenza alla sua anima; tutti quelli che mi odiano intensamente son quelli che in effetti amano la morte”. Volete trovare la vita? Quindi avete bisogno di trovare la sapienza. Come? Dove? Il Figlio di Dio ci mostrò la via quando disse: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. — Giov. 17:3.

      4. (a) Da chi viene ogni vera conoscenza, e perché? (b) Che cosa ci dice Colossesi 2:3 circa il Figlio di Dio?

      4 Geova Dio, che creò l’universo e tutto ciò che è in esso, è la vera Fonte di ogni sapere. Egli conosce tutto ciò che c’è da conoscere assai più di quanto possiamo mai imparare. Ma Dio ha provveduto il mezzo per farci imparare le cose più importanti. (Prov. 2:6) Nella sua Parola, la Bibbia, ci dà le cose da apprendere che saranno di maggiore importanza per la nostra felicità presente e futura. Ci ha costituito un grande Insegnante, il suo proprio Figlio, Cristo Gesù. Di lui, Colossesi 2:3 dice in modo significativo: “Attentamente occultati in lui son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. Che cosa significa questo?

      5, 6. (a) Quanto è estesa la conoscenza di Gesù? (b) In che modo Gesù impiegò quella conoscenza per recare beneficio al genere umano, come spiegano gli scritti dell’apostolo Giovanni?

      5 Siccome Gesù è il primogenito Figlio di Dio, conosce il Padre meglio di qualsiasi altro. Di tutti i figli di Dio, solo di questo Figlio può dirsi che “per mezzo di lui tutte le altre cose furono create nei cieli e sulla terra”. (Col. 1:15, 16) Per questa ragione Gesù ha una conoscenza della storia universale superata solo da quella del Padre suo. Egli conosce le vie del Padre suo meglio di qualsiasi altro. Uno degli scopi per cui venne sulla terra fu quello d’aiutare gli uomini a conoscere Dio meglio di quanto non l’avessero mai conosciuto. Come dice l’apostolo Giovanni: “E la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed egli era pieno d’immeritata benignità e di verità. Nessun uomo ha in nessun tempo veduto Dio; l’unigenito dio [cioè Gesù Cristo] che è nella posizione del seno presso il Padre è colui che l’ha spiegato”. — Giov. 1:14, 18.

      6 Gli insegnamenti di Gesù aprirono la mente degli uomini perché imparassero meravigliose verità che non erano mai state comprese. Quegli insegnamenti erano in effetti di Dio, poiché Gesù disse: “Le cose che io ho viste presso il Padre, le dico; . . . Le cose che vi dico non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane unito a me fa le sue opere”. (Giov. 8:38; 14:10) Oggi possiamo ringraziare Dio che fece narrare agli uomini la vita, le opere e le parole del suo Figlio per nostro beneficio così che oggi possiamo anche imparare da questo grande Insegnante che Dio provvide.

      7. Paragonate l’insegnamento impartito ora da Gesù a quello del re Salomone.

      7 L’opera d’insegnamento di Gesù non finì con la sua morte da uomo. Risuscitato e tornato in cielo, egli siede alla destra di Dio come l’unto Re di Geova. Matteo 12:42 riferisce che Gesù disse che la regina del meridione fece un viaggio dai confini della terra per udire la sapienza del re Salomone, ma Gesù aggiunse: “Ecco, qui c’è più di Salomone”. Il re Salomone, quando era fedele, insegnò al suo popolo saggi proverbi, detti e giudizi. Il più grande Salomone, Cristo Gesù pure insegna a tutti quelli che si volgono a lui con fede accettando la sua norma regale. — Giov. 14:25, 26.

      8. (a) Perché si può dunque dire di Gesù che “attentamente occultati in lui son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”? (b) Perché questo non sminuisce la posizione del Padre suo?

      8 Vediamo dunque perché può dirsi che “attentamente occultati in lui son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”? Perché Gesù è il personaggio chiave nella rivelazione e nell’adempimento di tutti i propositi di Dio. Ecco perché l’apostolo Paolo poté anche parlare di Gesù come della “potenza di Dio e sapienza di Dio”. Sì; poiché il saggio proposito di Dio è potentemente manifestato per mezzo di questo Figlio ed è in lui riassunto, Gesù è davvero “divenuto per noi sapienza di Dio, e giustizia e santificazione e liberazione mediante riscatto”. (1 Cor. 1:24, 30) Diminuisce questo in alcun modo la posizione del Padre suo quale Dio Onnisapiente? Niente affatto. Poiché adempiendo il proposito di Dio e servendo quale grande Insegnante, Cristo Gesù fa di continuo rivolgere l’attenzione al vero Dio e onora il suo Nome. Egli ci conduce a Dio.

      9. Leggete e spiegate il significato di Proverbi 8:35, 36 in relazione al Figlio di Dio.

      9 Ricordate, ora, che nel libro di Proverbi, capitolo 8, è rappresentato che la sapienza dice: “Chi mi trova per certo troverà la vita”. Siccome la sapienza trova nel Figlio di Dio la sua personificazione, Gesù poté dire essenzialmente la stessa cosa, cioè: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 14:6) Vogliamo trovare la sapienza che conduce alla vita? Dobbiamo quindi imparare da questo grande Insegnante che Dio ha costituito per noi. Non c’è altra via. Non imparare da lui significa, come il proverbio continua ad affermare, ‘far violenza alla nostra anima’ e significherebbe ‘amare la morte’. — Prov. 8:35, 36.

      SIETE REALMENTE UN SUO DISCEPOLO?

      10. Quali sono alcune cose che abbiamo imparate dal grande Insegnante, e che effetto hanno avuto sulla nostra veduta del futuro?

      10 Avete imparato da questo grande Insegnante? Ne abbiamo avuto tutti l’opportunità. Quelli che hanno colto tale opportunità hanno imparato quali sono la volontà e le vie di Dio, quali sono le sue norme, come devono condursi verso di lui e verso altri, come vivere una vita pura e morale. A causa di ciò che hanno imparato da Gesù hanno una chiara speranza per il futuro, in realtà, una luminosa speranza di vita in un giusto nuovo ordine.

      11. Con chi ci ha insegnato Gesù a condividere questa speranza?

      11 Ma Gesù ci ha anche insegnato a condividere questa speranza con altri, con la nostra famiglia, con i nostri amici e con le persone in genere, in qualsiasi luogo. Infatti, oltre a questa primaria cura per la sua congregazione, che è per lui simile a una sposa, Gesù dirige personalmente la più grande campagna educativa di tutta la storia umana, facendo predicare la buona notizia del suo regno in tutta la terra abitata e sovrintendendo all’opera di fare discepoli che ha già influito sulla vita di milioni di persone. — Atti 1:8; Matt. 28:19, 20.

      12. Che cosa significa essere vero discepolo di Gesù?

      12 Se abbiamo imparato da questo grande Insegnante, egli ci ritiene quindi responsabili di mostrarci suoi veri discepoli. Sei tu un vero discepolo? Come mostri di esserlo? Essere suo vero discepolo significa vivere una vita simile alla sua, una vita in piena armonia con l’ispirata Parola di Dio, una vita che rifletta i frutti dello spirito santo di Dio e rechi onore al nostro Padre celeste. Significa amare i nostri fratelli con un amore simile a quello di Cristo, facendo tutto il possibile per aiutarli a ottenere la vita. Significa anche essere predicatori della buona notizia verso quelli del mondo del genere umano che non sono ancora nostri fratelli e partecipare all’opera di far discepoli di tutti quelli che sono disposti a farsi insegnare. Come conosciamo la via giusta per fare tutto questo? La conosciamo a causa dell’esempio personale che Gesù diede sulla terra quale grande Insegnante. — Giov. 15:8, 12.

      COME SEGUIRE IL SUO CONSIGLIO DI NON SPOSARSI

      13. (a) In vista di quale meta Gesù incoraggiò a non sposarsi? (b) Su quale vantaggio che hanno i non sposati richiamò l’attenzione Paolo?

      13 Da uomo, Gesù si dedicò con tutta la mente e con tutto il cuore all’opera che il Padre suo gli aveva dato da fare, quella di rivendicare il nome di Dio e di provvedere un riscatto per il genere umano. Egli non si sposò. Disse che ‘alcuni uomini si rendevano eunuchi a causa del regno dei cieli’. Perfino incoraggiò questa condotta di non sposarsi, dicendo: “Chi gli può far posto gli faccia posto”. (Matt. 19:10-12) Il suo apostolo, Paolo, similmente incoraggiò a non sposarsi in modo da poter rivolgere la propria attenzione, senza distrarsi, alle “cose del Signore”. Paolo mostrò che, per il cristiano, il non sposarsi può presentare un vantaggio rispetto al matrimonio, a causa della maggiore libertà che consente di avere. — 1 Cor. 7:32-35.

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