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Realizzato il mio desiderio di allevare una famiglia cristianaLa Torre di Guardia 1980 | 1° novembre
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nostro rifiuto di fare compromesso ci meritò il rispetto di alcuni soldati, guardie, detenuti e civili. Il funzionario della prigione più temuto per la durezza con cui trattava i prigionieri era quello che aveva più fiducia in noi. A volte ci mandava a lavorare all’esterno della prigione senza scorta.
In carcere imparammo a coordinare i compiti di lavoro in modo da avere tempo da dedicare alle cose spirituali. Di norma riuscivamo a tenere tutte le adunanze ogni settimana. Alcune volte fu possibile anche commemorare la morte di Cristo alla presenza di altri detenuti. Qualche volta le guardie ci trovavano una Bibbia o pubblicazioni bibliche e le sequestravano. Di solito questo capitava quando qualche detenuto ci denunciava. Ma avevamo sempre abbastanza letteratura da tenerci spiritualmente forti.
Per quanto riguarda il cibo, a volte potevamo condividere con altri ciò che avevamo. Ci era concesso ricevere del cibo dall’esterno. I nostri fratelli, sia carnali che spirituali, ci aiutavano di continuo.
GRATO DELL’AIUTO DI GEOVA
Sono grato a Geova di avermi concesso di andare in prigione come gli apostoli. A qualcuno potrebbe sembrare strano. Ma tutte queste esperienze ci hanno addestrati e temprati in quanto a pazienza e perseveranza. Ovviamente in certi momenti non era piacevole. Ma ora, a distanza di anni, posso vedere il benefico effetto di quelle esperienze.
Quando infine uscii di prigione, non fu facile trovare lavoro, visto che ero un ex detenuto. Trovai un lavoro che richiedeva l’uso di pala e piccone, a 2.000 lire al giorno. Ma la famiglia si accontentò di quello per un po’ di tempo, finché trovai un lavoro migliore, come contabile. Non abbiamo sofferto la fame.
La mia più grande gioia è quella di vedere tutti e cinque i miei figli forti nella fede e attivi nel servizio di Geova. Dio mi ha veramente benedetto e aiutato ad allevare una famiglia cristiana. Non cambierei con nulla i miei 32 anni di servizio a Geova. La preghiera che rivolgo al nostro Padre celeste è quella di aiutarci a servirlo per sempre.
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Un proverbio saggioLa Torre di Guardia 1980 | 1° novembre
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Un proverbio saggio
“Dove c’è chi copre l’odio vi sono labbra di falsità, e chi reca una cattiva notizia è stupido”. — Prov. 10:18.
Molti proverbi biblici contengono un contrasto che aiuta a capire ciò che è giusto o saggio fare. Ma Proverbi 10:18 si compone di due parti che trasmettono un concetto simile, il secondo a sostegno del primo. Insieme aiutano a comprendere il modo di pensare di Dio e ci guidano nella retta via.
Prima si legge che “dove c’è chi copre l’odio vi sono labbra di falsità”. Questa è una verità basilare. Se un uomo nel suo cuore prova odio per un altro, il fatto che lo nasconda con parole dolci o adulatorie in effetti costituisce un inganno, non è vero? Come una persona che fa la doppia faccia, le sue labbra esprimono falsità. — Prov. 26:24.
Anziché coprire l’odio, alcuni fanno ciò che è menzionato nella seconda parte del proverbio: ‘recano una cattiva notizia’. L’astio li spinge a fare del male servendosi di false accuse o di commenti denigratori per indurre gli ascoltatori a disprezzare la persona odiata. Chi fa questo è senz’altro “stupido”. La “cattiva notizia” calunniatrice non cambia ciò che l’altra persona effettivamente è. È invece il calunniatore a essere marchiato per quello che è; le persone di discernimento disprezzeranno “lui” per il suo comportamento. Perciò, invece di danneggiare l’altra persona, chi prova odio e diffonde calunnie danneggia se stesso.
È giusto e saggio evitare entrambi i modi di agire. Dio disse agli israeliti: “Non devi odiare nel tuo cuore il tuo fratello”. E Gesù ampliò il punto, consigliando: “Continuate ad amare [perfino] i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; per mostrare d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli”. (Lev. 19:17; Matt. 5:44, 45) Si sa che non è facile sradicare sentimenti d’odio ormai sviluppati, ma non è meglio farlo anziché lasciar sussistere ciò che può portare a ipocrite falsità o stupide calunnie? Oltre a questo, smettendo di nutrire rancore ci avviciniamo maggiormente all’immagine di Dio.
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