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  • La cristianità combatte contro Dio

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  • La cristianità combatte contro Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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  • ADORAZIONE DI UN RIBELLE CONTRO DIO
  • SI IMMISCHIA NELLA POLITICA
  • COLPEVOLE DI SANGUE
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 1/3 pp. 153-156

La cristianità combatte contro Dio

LA CRISTIANITÀ, cioè il dominio delle nazioni che si chiamano cristiane, combatte in effetti contro Dio? Sembra paradossale, le stesse organizzazioni che portano il nome di Cristo e che asseriscono d’essere in un patto con Dio ammaestrano e conducono i loro aderenti alla disubbidienza contro Dio!

Non è così strano, comunque, quando considerate che il cristiano apostolo Paolo parlò di alcuni uomini della congregazione cristiana del suo giorno, dicendo che erano “apostoli falsi, operai ingannevoli, che si trasformano in apostoli di Cristo. E non c’è da meravigliarsene”, continuò Paolo, “poiché Satana stesso continua a trasformarsi in angelo di luce”. — 2 Cor. 11:13, 14.

Per giunta, sia Paolo che l’apostolo Pietro avvertirono che una grande apostasia avrebbe avuto luogo dopo la morte degli apostoli. Come risultato, molti professanti cristiani, essi dissero, avrebbero seguito “insegnamenti di demoni” e avrebbero ipocritamente proferito menzogne. Essi avrebbero avuto “una forma di santa devozione” ma si sarebbero mostrati “falsi alla sua potenza”. Avrebbero detto “cose storte per trarsi dietro i discepoli”. Avrebbero sfruttato i discepoli cristiani “con parole finte”, rinnegando “anche il proprietario che li ha comprati”. — 1 Tim. 4:1, 2; 2 Tim. 3:5; Atti 20:30; 2 Piet. 2:1-3; 2 Tess. 2:3-12.

Inoltre, guardando ciò che accadde a Israele, a una nazione che fu in un patto con Dio, possiamo vedere un sorprendente parallelo, sì, un modello dell’odierna condizione della cristianità. Fra le cose che costituiscono un “avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose” fu ciò che Dio fece vedere al suo profeta Ezechiele. — 1 Cor. 10:11.

Ezechiele, pur essendo corporalmente a Babilonia, a 800 chilometri di distanza, fu trasportato in visione, a fare un giro d’ispezione del tempio di Geova in Gerusalemme. Prima, egli vide un idolatrico “simbolo di gelosia” in una porta interna. Poi furono smascherati settanta capi d’Israele, che in camere segrete offrivano incenso a sculture di ripugnanti bestie e creature striscianti. Questo era abbastanza detestabile, ma Geova parlò ancora a Ezechiele, dicendo: “Eppure vedrai di nuovo grandi cose detestabili che essi fanno”. — Ezec. 8:13.

ADORAZIONE DI UN RIBELLE CONTRO DIO

Quindi, in un cortile interno, riferisce Ezechiele: “Ecco, lì sedevano le donne, piangendo sul dio Tammuz”. — Ezec. 8:14.

Chi era questo Tammuz? Secondo i Babilonesi e i Siri, era il dio della vegetazione. Nell’Asia sudoccidentale, la vegetazione cresce durante la stagione piovosa con le sue benefiche alluvioni e muore durante la stagione asciutta. La morte della vegetazione era considerata come la raffigurazione della morte di Tammuz, ed era la sua morte che gli idolatrici adoratori di Tammuz piangevano ogni anno al tempo del massimo caldo. Al ritorno della stagione delle piogge si supponeva che Tammuz tornasse dagli inferi, simboleggiato dalla nuova crescita della vegetazione.

Come avrebbero mai potuto gli Israeliti essere indotti ad adorare un idolo? Perché avrebbero seguito le pratiche di un tale culto? Quando consideriamo la storia e i precedenti dell’adorazione di Tammuz, ciò diviene più evidente. Nel suo libro The Two Babylons, il dott. Alexander Hislop identifica Tammuz con Nimrod, che fondò la città di Babilonia, circa 180 anni dopo il diluvio del giorno di Noè.

Nimrod fu pronipote di Noè. Secondo Genesi 10:1, 6, 8-12, Nimrod divenne noto come “potente cacciatore in opposizione a Geova”.a Egli fu il capo nella costruzione della religiosa Torre di Babele per contrastare il comando di Dio che il popolo si spargesse e riempisse la terra. L’ubbidienza a questo comando avrebbe stabilito fortezze della vera adorazione in tutta la terra. (Gen. 9:1) Ma Nimrod apparve ai suoi seguaci come un eroe. Secondo lo storico giudeo Giuseppe Flavio: “[Nimrod] gradualmente cambiò il governo in una tirannia, non vedendo nessun altro modo di allontanare gli uomini dal timore di Dio, ma per portarli alla costante dipendenza dal suo potere. Egli disse inoltre che si sarebbe vendicato su Dio, se avesse avuto l’idea di annegare di nuovo il mondo; perciò avrebbe edificato una torre troppo alta perché le acque potessero giungervi! . . . Ora la moltitudine fu assai pronta a seguire la determinazione di Nimrod, e a stimare un atto di codardia quello di sottomettersi a Dio; ed essi costruirono una torre”. — Antichità giudaiche, Libro I, cap. IV, parr. 2, 3.

La tradizione religiosa narra che Nimrod fu giustiziato per la sua ribellione contro Geova, l’Iddio di Noè. I seguaci di Nimrod considerarono la sua morte violenta una tragedia e una calamità, e lo deificarono. Ogni anno commemoravano la sua morte il primo o il secondo giorno del mese lunare chiamato Tammuz, quando le donne idolatre piangevano sul suo idolo. Così si comprende la ragione di questo piangere dei cultisti babilonesi su di lui. Inoltre, il fatto che Nimrod sia riconosciuto dagli eruditi come identificato in Marduk, il principale dio dei Babilonesi, ci consente di vedere perché i Giudei, allora tributari di Babilonia, e in pericolo d’essere inghiottiti da quella Potenza Mondiale del giorno, potessero essere indotti a intraprendere l’adorazione di Tammuz.

Tammuz era rappresentato dalla prima lettera del suo nome, che è un’antica tau, una croce. Il “segno della croce” era il simbolo religioso di Tammuz. Ci fu dunque un tentativo d’introdurre l’adorazione dell’idolatrica croce pagana nel tempio di Geova in Gerusalemme.

Ma che cosa ha a che fare questo con la cristianità? Vi si compie l’adorazione di Tammuz, in opposizione a Dio? Ebbene, prima di tutto, che dire del “segno della croce” nella cristianità? La croce, su cui le religioni della cristianità asseriscono che fosse messo a morte Cristo (benché in effetti fosse un palo), è considerato il principale simbolo della cristianità. Alcuni religionisti perfino si inchinano davanti a essa e la baciano. Fra i Giudei dopo il loro ritorno da Babilonia, il palo su cui un uomo era stato messo a morte era considerato una cosa detestabile, qualche cosa da seppellirsi fuori della vista. L’autorità giudaica, Moses Maimonides, del dodicesimo secolo dice: “Un legno su cui sia stato appeso chiunque è bruciato; affinché il cattivo nome non rimanga con esso e il popolo non dica: ‘Questo è il legno sul quale fu appeso il tal dei tali’”. Ma la cristianità in effetti onora la medesima cosa che, secondo loro, fu lo strumento sul quale fu torturato a morte Gesù.

SI IMMISCHIA NELLA POLITICA

Ma come Geova disse che sarebbe accaduto a Ezechiele, noi pure vedremo cose ancor più detestabili di queste in relazione con l’adorazione di Tammuz e Nimrod nella cristianità. La Bibbia dice di Nimrod che “il principio del suo regno fu Babele [o Babilonia] ed Erec e Accad e Calne, nel paese di Sinar. Da quel paese andò in Assiria e si mise a edificare Ninive e Reobot-Ir e Cala e Resen fra Ninive e Cala: questa è la gran città”. (Gen. 10:10-12) Così Nimrod fu il fondatore di città e di sistemi di governo politico, contrari alla volontà di Geova Dio. Tutta la falsa religione sorse da Babilonia dopo il diluvio dei giorni di Noè. Genesi 10:8, 9 dice che “egli [Nimrod] si mostrò potente cacciatore in opposizione a Geova”.

Il termine “caccia”, secondo l’antica usanza babilonese e assira, si applicava non solo alla caccia di animali selvatici ma anche alle campagne militari contro creature umane come preda. Nimrod sparse dunque in guerra sangue umano.

Come si addicono bene questi particolari di Nimrod anche alla cristianità! Come Nimrod, essa pure ha stabilito i suoi propri sistemi religiosi. In genere si pensa che questi siano in armonia con la Sacra Bibbia ma, in effetti, sono in armonia con gli insegnamenti religiosi dell’antica Babilonia. L’imperatore Costantino fu il governante che fece del cristianesimo la Religione di Stato dell’Impero Romano. Secondo lo storico ecclesiastico vescovo Eusebio di Cesarea, Costantino disse che “a mezzogiorno quando il sole cominciava a declinare vide con i suoi propri occhi il trofeo di una croce di luce nei cieli, al di sopra del Sole, che portava l’iscrizione [in greco] CON QUESTO VINCI”. Ciò, naturalmente, avrebbe avuto la tendenza di dare la sanzione “sacra” alle sue mire politiche. Questo segno, la croce, fu allora usata sugli scudi dei suoi soldati, un esercito di adoratori del dio-sole, che avanzava per uccidere e vincere.

A somiglianza di Nimrod, la cristianità non si limitò puramente alla religione; essa si è immischiata nella politica mondana, costituendo, ovunque fosse possibile, un’unione di Chiesa e Stato, con la Chiesa che cerca di dire allo Stato cosa fare. Essa ha preteso che i suoi imperatori e re politici abbiano dominato “per grazia di Dio”. Lo storico H. G. Wells scrive dell’incoronazione di Carlo Magno come imperatore del “Sacro Romano Impero” da parte di papa Leone: “Leone III (795-816), che invitò Carlo Magno a esser Cesare e lo incoronò suo malgrado”. (Pocket History of the World, edizione del marzo 1944, pag. 233)

Non solo la cristianità ha intronizzato e detronizzato governanti, ma anche i suoi vescovi, arcivescovi e papi sono stati onorati con “troni” materiali e si dice ancora che “regnino” sulle loro sedi episcopali e papali. Paragonate questa condotta con le parole dell’apostolo cristiano in 1 Corinti 4:8.

Ai politicanti di questo mondo sono dati nei sistemi ecclesiastici posti e considerazioni preminenti. Quale contrasto forma questo con l’esempio di Gesù Cristo, che si rifiutò d’esser fatto re sulla terra dagli uomini! Al governatore romano Ponzio Pilato, egli disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. (Giov. 18:36) Contrariamente a ciò, la cristianità insiste che sia dovere dei membri della sua chiesa impegnarsi nella politica. A volte, e in alcuni luoghi, ella cerca d’imporre loro i candidati politici a cui dare il voto nelle loro elezioni. Membri del suo clero hanno perfino agito da governanti politici, da presidente, da primo ministro, e così via.

COLPEVOLE DI SANGUE

E che dire dello spargimento di sangue compiuto da “Nimrod potente cacciatore in opposizione a Geova”? Ciò che Nimrod fece fu semplicemente un prototipo in piccole proporzioni della cristianità! In proporzioni assai più vaste, essa pure si è impegnata in una “caccia” di campagne militari con armi carnali. Le più sanguinose guerre di tutta la storia umana sono state combattute dai membri della cristianità, fra loro e con i cosiddetti infedeli pagani. Tutto questo non è cristiano. È babilonico e sa di Nimrod.

La perdita di vite umane in queste guerre ha causato indicibile pianto delle donne nella cristianità. I giorni della Commemorazione dei morti si tengono ogni anno quando gli orbati dalla guerra vanno ai cimiteri ad adornare i luoghi di sepoltura dei loro guerrieri uccisi. I decessi dei potenti generali della guerra e di altri signori altolocati della guerra sono pianti dai membri patriottici e nazionalistici della cristianità, e nelle chiese durante le funzioni funebri si pronunciano eulogie in loro onore. Tutto ciò in armonia con il noto fatto che le chiese sono state usate in tempo di guerra come centri di reclutamento e di propaganda. La relazione in cui si pongono tutti questi fatti politici e militari con la “casa di Dio” (la chiesa) nella cristianità ben ci rammenta quelle donne israelite che sedevano e piangevano su Tammuz dentro il cortile interno del tempio del Sovrano Signore Dio nel giorno di Ezechiele.

L’azione della cristianità ha forse esaltato il nome di Geova, l’Iddio della Bibbia? No, anzi ha recato biasimo, e ha causato odio e inimicizia verso la cristianità da parte del popolo dei paesi non cristiani. Le errate rappresentazioni che la cristianità ha fatto dell’Iddio della Bibbia, insieme alle azioni non cristiane che ha compiute, ha preparato un fertile terreno per il comunismo.

Per giunta, è proprio nel mezzo della cristianità che l’evoluzione ha avuto alcuni dei suoi più forti sostenitori. Perché? Perché essa ha fatto pensare che la Bibbia sia contraddittoria, ridicola e inaccurata a causa delle sue proprie ridicole, false e irragionevoli dottrine come la Trinità, l’inferno di fuoco, la predestinazione e i suoi insegnamenti riguardo alla guerra, il suo immischiarsi nella politica e, non ultimo, il suo ricorrere alla critica contro la Bibbia. Molti suoi preminenti ecclesiastici sono arrivati fino al punto di sostenere la teoria dell’evoluzione.

Le organizzazioni religiose della cristianità, in tutte le sue nazioni, hanno fatto opposizione alla proclamazione della buona notizia del messianico regno di Dio. Il clero religioso ha cospirato per far bandire dai governanti politici l’opera e hanno incitato a compiere arresti e azioni di turbe contro i testimoni di Geova, che invitano tutti a studiare la Bibbia per scoprire ciò che questa realmente insegna. La cristianità, impegnandosi nell’adorazione di Nimrod, in realtà fa parte di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, e a tutti quelli che hanno relazione con lei è rivolto il comando di Dio: “Uscite da essa, . . . se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — Riv. 18:4.

La lunga storia di combattimenti della cristianità contro Dio si avvicina alla fine. Essa ha schernito Dio prendendo su di sé il suo nome e il nome del suo Figlio e poi ha recato su di essi la più grande diffamazione. Ma “Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. (Gal. 6:7) La cristianità pagherà con la perdita della sua esistenza per aver combattuto contro Dio.

Siete membro di una chiesa della cristianità? Investigate dunque le Scritture per vostro conto con l’aiuto dei veri cristiani. Rivolgetevi al vero Dio e al suo regno messianico per ottenere la vita.

[Nota in calce]

a Si veda la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (inglese), edizione del 1953, alla nota in calce su Genesi 10:9.

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