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Coloro che spargono sangue non possono sfuggire al giudizio di DioLa Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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La situazione dell’unto rimanente corrisponderà allora a quella di Ezechiele, a cui fu detto:
“In quanto a te, o figlio d’uomo, non sarà nel giorno che da loro toglierò la loro fortezza, il bell’oggetto della loro esultanza, la cosa desiderabile ai loro occhi e la brama della loro anima, i loro figli e le loro figlie, che in quel giorno a te verrà lo scampato per far udire agli orecchi? In quel giorno la tua bocca s’aprirà allo scampato, e parlerai e non sarai più muto; e per certo diverrai per loro un portento, e dovranno conoscere che io sono Geova”. — Ezec. 24:25-27.
Quando cominciò l’assedio di Gerusalemme, Ezechiele aveva già detto abbastanza al suo popolo. Non era necessario che aggiungesse ancora molto affinché la profezia divina sembrasse più convincente. Fino al giorno che non fosse venuta la notizia della vera conferma, Ezechiele doveva essere muto, cioè senza parola in quanto a profetizzare ancora circa il disastro che si sarebbe abbattuto su Gerusalemme e sul Regno di Giuda. Finché non arrivasse infine uno scampato con la notizia della distruzione di Gerusalemme, i Giudei esiliati a Babilonia potevano pensare a ciò che Ezechiele aveva loro profetizzato. Se lo preferivano, potevano continuare a non credere. Ma la loro incredulità sarebbe a suo tempo risultata priva di fondamento all’arrivo di un autentico testimone oculare della caduta di Gerusalemme.
Ezechiele sarebbe stato quindi in grado di parlare in base alla migliore conoscenza degli avvenimenti accaduti. Avrebbe avuto un nuovo, recente messaggio. La sua autorità come vero, ispirato profeta di Geova sarebbe stata stabilita. Come “segno” o “portento” di ciò che li sovrastava, non era risultato falso.
Come venne la distruzione su Gerusalemme che aveva sparso sangue, così senza fallo verrà la distruzione sulla cristianità colpevole di sangue. Le notizie provenienti da ogni parte della terra dove ora prevale la cristianità confermeranno che la moderna classe di Ezechiele, l’unto rimanente dei cristiani testimoni di Geova, fu un opportuno “portento” del Sovrano Signore dell’universo. Allora le persone dovranno conoscere Geova come il Dio che non lascia impuniti gli atti di violenza e di spargimento di sangue. Ora, perciò, non sarebbe saggio dare ascolto a ciò che i cristiani testimoni di Geova proclamano per evitare di attirare su di sé la calamità quando la cristianità perverrà a una violenta fine?
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Edifichiamo la fedeLa Torre di Guardia 1973 | 1° agosto
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Edifichiamo la fede
● Per milioni e milioni di “cristiani” la loro religione consiste nel conoscere alcuni racconti biblici appresi nell’infanzia e andare di tanto in tanto nella chiesa di loro scelta.
Tuttavia in God’s and Men, Henry B. Parkes, professore di storia, scrisse riguardo al cristianesimo del primo secolo: “Divenire cristiano significava subire una trasformazione emotiva accentrata nella fiducia in Gesù Cristo e nella risoluzione di imitarlo. Il cristianesimo si basava non sulla teoria, ma sulla fede . . . e questa fede aveva come risultato la riorganizzazione dell’intera personalità del credente e l’adozione di nuove vie di comportamento e di nuove reazioni etiche”. — Pagina 373.
In questo stesso modo, centinaia di migliaia di persone oggi in tutta la terra acquistano tale fede studiando la Bibbia con i testimoni di Geova. Tale fede che influisce profondamente su tutto il proprio modo di pensare e di agire è assolutamente necessaria, poiché l’apostolo Paolo scrisse: “Senza fede è impossibile essere accetto a [Dio]”. — Ebr. 11:6.
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