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  • Longanimità
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • (Giac. 4:4) Alcuni hanno frainteso la longanimità di Dio verso di loro e ne hanno abusato, non afferrandone lo scopo perché la consideravano lentezza anziché amorevole pazienza. — Rom. 2:4; II Piet. 3:9.

      Mai la longanimità di Dio fu più evidente che nei suoi rapporti con l’antica nazione di Israele. (Rom. 10:21) Più volte li riaccolse dopo che si erano allontanati, erano stati puniti e si erano pentiti. Essi uccisero i suoi profeti e infine anche il suo stesso Figlio. Si opposero alla predicazione della buona notizia da parte di Gesù e degli apostoli. Ma la longanimità di Dio non è stata vana. Un rimanente si dimostrò fedele. (Isa. 6:8-13; Rom. 9:27-29; 11:5) Dio si servì di alcuni di quei fedeli ispirandoli a scrivere la sua Parola. (Rom. 3:1, 2) La Legge che diede dimostrava che tutti gli esseri umani sono peccatori, hanno bisogno di un redentore, e additava Colui che avrebbe dato la sua vita come prezzo di riscatto e sarebbe stato elevato all’alto incarico di Re. (Gal. 3:19, 24) Sono stati provveduti modelli dell’amministrazione del Regno e del sacerdozio di Cristo (Col. 2:16, 17; Ebr. 10:1), e ci sono stati dati esempi da seguire o da evitare. (I Cor. 10:11; Ebr. 6:12; Giac. 5:10) Tutte queste cose sono essenziali perché il genere umano possa avere vita eterna. — Rom. 15:4; II Tim. 3:16, 17.

      Geova non è longanime per sempre

      Comunque Dio è longanime solo finché ciò è in armonia con diritto, giustizia e sapienza. Il fatto che venga mostrata longanimità quando si verifica una situazione sbagliata o provocatoria dimostra che questa vuol dare a chi si trova in una situazione sbagliata l’opportunità di cambiare, di correggersi. Quando le cose arrivano a un punto in cui evidentemente non c’è speranza che tale cambiamento avvenga, mostrare ancora longanimità costituirebbe una violazione del diritto e della giustizia. Allora Dio interviene con sapienza per eliminare la situazione sbagliata. La sua pazienza ha un limite.

      Un esempio di simile tolleranza da parte di Dio e di come ha fine si trova nel suo modo di agire verso gli uomini per mezzo del suo spirito. Prima del Diluvio esisteva una situazione deplorevole, e Dio disse: “Il mio spirito non dovrà agire verso l’uomo indefinitamente, in quanto egli è anche carne. Pertanto i suoi giorni dovranno ammontare a centoventi anni”. (Gen. 6:3) In seguito, poiché Israele aveva abusato della longanimità di Geova, Isaia disse: “Ma essi stessi si ribellarono e contristarono il suo spirito santo. Egli si cambiò ora in loro nemico; egli stesso fece guerra contro di loro”. — Isa. 63:10; confronta Atti 7:51.

      Per queste ragioni i cristiani sono esortati a non “accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo”. (II Cor. 6:1) Viene dato loro il consiglio: “Non contristate lo spirito santo di Dio”. (Efes. 4:30) E anche: “Non spegnete il fuoco dello spirito”. (I Tess. 5:19) Altrimenti potrebbero arrivare al punto di peccare e bestemmiare contro lo spirito di Dio, offendendo tale spirito, nel qual caso non c’è pentimento né perdono, ma li attende la distruzione. — Matt. 12:31, 32; Ebr. 6:4-6; 10:26-31.

      GESÙ CRISTO

      Gesù Cristo fu un esempio di longanimità per gli uomini. (Isa. 53:7) Sopportò le debolezze degli apostoli, gli insulti e le villanie di nemici accaniti e malvagi. Ma non si vendicò, né a parole né con le azioni. (Rom. 15:3) Quando l’apostolo Pietro agì sconsideratamente tagliando l’orecchio di Malco, Gesù lo riprese con queste parole: “Riponi la tua spada al suo posto, ... credi tu che non mi possa appellare al Padre mio perché mi provveda in questo momento più di dodici legioni di angeli? In tal caso, come si adempirebbero le Scritture secondo le quali deve accadere così?” — Matt. 26:51-54; Giov. 18:10, 11.

      I CRISTIANI

      Da quanto si è detto è evidente che la longanimità ha origine da Geova Dio. É un frutto del suo spirito. (Gal. 5:22) L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, possiede in certa misura questa qualità e la può sviluppare seguendo la Parola di Dio e la direttiva del suo spirito santo. (Gen. 1:26, 27) Ai cristiani è perciò comandato di coltivare e manifestare questa qualità. (Col. 3:12) É un segno che identifica il ministro di Dio. (II Cor. 6:4-6) L’apostolo Paolo dice: “Siate longanimi verso tutti”. (I Tess. 5:14) E spiega che è indispensabile manifestare questa qualità per essere graditi a Dio. Ma la longanimità non è sincera se è accompagnata da brontolii e lagnanze. Ciò che è lodevole, dice Paolo, è l’essere “longanimi con gioia”. — Col. 1:9-12.

      Grande è la ricompensa per tutti coloro che coltivano e manifestano longanimità in armonia con il proposito di Dio. (Ebr. 6:11-15) Hanno la soddisfazione di imitare una qualità di Dio, di fare la volontà di Dio e di avere la sua approvazione. Inoltre la loro longanimità avrà il risultato di aiutare altri a conoscere Dio e avere vita eterna. — I Tim. 4:16.

  • Lo–Ruama
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    • Lo-Ruama

      (Lo-Ruàma) [non le è stata mostrata misericordia].

      Figlia di Gomer moglie di Osea. Geova disse al profeta di dare questo nome alla bambina perché Egli ‘non avrebbe più mostrato misericordia alla casa d’Israele’. Così Dio indicava che avrebbe rigettato Israele nel suo insieme. (Osea 1:6-8) Precedentemente, quando era nato Izreel, fu detto che Gomer “gli partorì un figlio”, cioè a Osea, ma di Lo-Ruama viene semplicemente detto che Gomer “rimaneva incinta un’altra volta e partoriva una figlia”, senza alcun diretto riferimento personale a Osea. Anche se la Bibbia non lo dice in tutte lettere, si pensa che questa bambina fosse frutto dell’adulterio di Gomer e non fosse figlia del profeta. (Osea 1:2, 3) In Osea 2:1, 23 si fa allusione al suo nome simbolico.

  • Lot
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    • Lot

      [copertura].

      Nipote di Tera e figlio di Haran, fratello di Abraamo (Abramo); Abraamo era perciò suo zio. — Gen. 11:27.

      Haran padre di Lot era morto a Ur dei Caldei, e quindi Lot accompagnò Tera, Abramo e Sarai da Ur a Haran, dove suo nonno Tera morì. (Gen. 11:28, 31, 32) Lot giunse poi in Canaan insieme ad Abramo e Sarai, e in seguito andò e tornò con loro dall’Egitto. (Gen. 12:4, 5; 13:1) Poiché i possedimenti di Lot e Abramo si erano moltiplicati, quando tornarono in Canaan il paese non era più in grado di sostenerli tutti. Inoltre erano sorte liti fra i loro mandriani. (Gen. 13:5-7) Abramo, non volendo perpetuare tale stato di cose, suggerì che si separassero lasciando la scelta del paese al nipote. Lot scelse una zona ricca di acqua, l’intero distretto del Giordano inferiore. Si trasferì a E e infine si accampò vicino a Sodoma. (Gen. 13:8-12) Lot non diventò tuttavia come i sodomiti. Dimostrò di essere un uomo “giusto” che “per ciò che vedeva e udiva mentre dimorava fra loro, si tormentava di giorno in giorno l’anima giusta a causa delle loro opere illegali”. — II Piet. 2:8.

      Quando quattro re invasori alleati sconfissero cinque re locali, incluso il re di Sodoma, i vincitori saccheggiarono la città e presero prigioniero Lot.

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