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  • Una città che confidò nelle fortificazioni

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  • Una città che confidò nelle fortificazioni
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
w61 1/4 pp. 215-216

Una città che confidò nelle fortificazioni

LACHIS fu una città che si considerava inespugnabile e al sicuro. Sì, i suoi abitanti confidavano nelle fortificazioni della città; essi abbandonarono Geova. Lachis era situata circa quarantotto chilometri a sud-ovest di Gerusalemme. Prima di avanzare verso Gerusalemme, il re Sennacherib d’Assiria determinò di neutralizzare la fortezza di Lachis. “Or avvenne”, dice la Bibbia, “che Sennacherib, re d’Assiria, venne contro tutte le fortificate città di Giuda e le prese. E il re d’Assiria inviò infine Rabshake da Lachis a Gerusalemme”. — Isa. 36:1, 2.

Le scoperte archeologiche ci danno un’idea della ferocia dell’assedio di Lachis. Massicci bassorilievi dell’assedio furono prodotti per ordine del re Sennacherib. Questi bassorilievi, ora nel Museo Britannico, furono scoperti da Sir Austen Layard fra le rovine di Ninive. Descrivendo le figure scolpite su tredici tavole di pietre, John Elder scrive in Prophets, Idols and Diggers:

“Su di esse sono scritte le parole: ‘Sennacherib, re del mondo, re d’Assiria, si assise sopra il trono e passò in rassegna il bottino [preso] da Lachis [Lakisu]’. Le mura della città di Lachis sono raffigurate sulla sommità di un erto colle. Vi sono torri e sporgenze con piccole finestre barrate; ringhiere di legno e ciò che sembra come scudi sporgenti dal parapetto delle torri. . . .

“Le mura delle torri sono animate da difensori che lanciano pietre e frecce sugli attaccanti. Si possono contare non meno di dieci terrapieni che gli attaccanti hanno costruito contro i ripidi spalti a protezione delle mura. Questi son fatti di mattoni, pietre, terra e tronchi d’alberi. Vi sono sette arieti, rivolti contro le mura in questi passaggi. Ciascuna macchina d’assedio è montata su quattro ruote ed è coperta di cuoio con un riparo davanti. Ciascuna protegge tre uomini, uno che fa funzionare l’ariete o usa una sbarra di ferro ricurva all’estremità per togliere le pietre dalle mura; un altro che lancia frecce stando sotto un riparo; e un terzo che versa acqua con un mestolo dal lungo manico sulle braci gettate dai difensori sul primitivo carro armato. Su questo bassorilievo tutto avviene nello stesso tempo; l’assedio, l’assalto e la resa.

“Gli arcieri sono in ginocchio nelle prime file, nelle seconde son curvi in avanti e nelle terze sono in piedi, tutti raffigurati nell’atto di lanciare frecce contro i difensori della città. I portatori di scudi con scudi di vimini coperti di pelle proteggono gli arcieri, che si riparano anche dietro le file. Vi sono frombolieri e lancieri. Le scale innalzate per la scalata cadono dalle mura nel disperato sforzo di fermare l’avanzata, gli assediati gettano i loro carri sulla testa degli attaccanti”.

Quando Sennacherib minacciava di occupare Gerusalemme, il re Ezechia affidò la difesa della città alle mani di Geova, e in una sola notte l’angelo di Geova colpì 185.000 guerrieri nel campo assiro. “Perciò Sennacherib, re d’Assiria, si ritirò”. — 2 Re 19:35, 36.

Lachis fu infine costruita di nuovo come città fortificata. Quando Geova condusse il re Nabucodonosor di Babilonia contro l’infedele Gerusalemme nel 607 a.C., Lachis non sfuggì neanche essa alla distruzione. I suoi abitanti avevano abbandonato Geova e la città meritava la distruzione, come aveva predetto Michea. (Mich. 1:13) Le rovine di Lachis furono esplorate dal 1930 al 1940 dalla Spedizione per le Ricerche Archeologiche di Wellcome–Marston, diretta dapprima da J. L. Starkey. La spedizione scoprì spaventose evidenze dell’assedio di Nabucodonosor. Werner Keller dice nel libro The Bible as History:

“L’investigazione dello strato che contrassegnava l’opera di distruzione dei Babilonesi, con sorpresa di Starkey, rivelò ceneri. Ceneri in incredibile quantità. .  . . Gli ingegneri di Nabucodonosor erano specialisti dell’arte incendiaria, antichi maestri nel dare inizio alle conflagrazioni. Su qualsiasi legno potessero mettere le mani, lo portavano sul luogo, . . . ammucchiavano la legna fino a giungere all’altezza d’una casa fuori delle mura e vi appiccavano il fuoco. . . . Giorno e notte le faville giungevano fino al cielo: un anello di fuoco lambiva le mura dall’alto in basso. La forza degli assedianti rendeva il mucchio sempre più grande finché le pietre si arroventavano, sbiancandosi e rompendosi, e le mura cedevano”.

Per aver confidato nelle fortificazioni e nell’equipaggiamento militare e per aver abbandonato Geova, Lachis subì una giusta fine. Le rovine di questa antica fortezza rimangono come un monito per tutti quelli che confidano negli uomini e nelle armi più che nell’Altissimo Geova.

Ecco, benedite l’Eterno, voi tutti servitori dell’Eterno, che state durante la notte nella casa dell’Eterno! Levate le vostre mani verso il santuario, e benedite l’Eterno! L’Eterno ti benedica da Sion, egli che ha fatto il cielo e la terra. — Salmo 134, VR.

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