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‘Getta su Geova il tuo peso’La Torre di Guardia 1971 | 1° marzo
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Geova. Naturalmente, è sottinteso che facciate tutto quello che voi stesso potete, e, avendolo fatto, potete lasciare che Geova pensi ai risultati e al futuro.
Non permettete dunque che ingiustizie o persecuzione vi amareggi o vi scoraggi; non vi accendete perché i malfattori prosperano; non vi irritate a causa di debolezze o di altro genere o a causa di condizioni indipendenti dalla vostra volontà. Fate del vostro meglio e lasciate tutte queste cose che vi turbano nelle mani di Geova per mezzo della fede e della preghiera. Così facendo sarete aiutati a ottenere la felicità del popolo il cui Dio è Geova. — Sal. 144:15.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1971 | 1° marzo
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Domande dai lettori
● Come dobbiamo intendere Matteo 1:17, che parla di tre gruppi di generazioni (quattordici per ciascun gruppo) da Abraamo a Gesù Cristo, benché i precedenti versetti elenchino solo quarantuno generazioni? — Belgio.
C’è una semplice spiegazione di questa apparente difficoltà. È evidente che Matteo contò Davide due volte, non prendendo in considerazione il totale ma solo l’uniformità dei tre gruppi di quattordici nomi o generazioni per aiutare a ricordare. Come dice Matteo stesso: “Quindi tutte le generazioni da Abraamo a Davide furono quattordici generazioni, e da Davide alla deportazione in Babilonia quattordici generazioni, e dalla deportazione in Babilonia al Cristo quattordici generazioni”.
Quando si prendono in considerazione liste genealogiche come quelle che si trovano in I Cronache capitoli da 1 a 3, si capisce che da Abraamo a Gesù Cristo ci furono almeno quarantasei generazioni. Matteo abbreviò l’elenco omettendo tre re di Giuda che erano progenie del re Ieoram e dell’omicida regina Atalia. Ella era figlia della malvagia regina Izebel e usurpò il trono di Giuda per sette anni. Dopo aver elencato Ieoram omette le successive tre generazioni o frutti di questa malvagia alleanza, cioè Acazia (che regnò solo un anno), Ioas (che cominciò a regnare a sette anni) e Amazia (che regnò ventun anni). Invece, elenca successivamente Uzzia, che ebbe un lungo e prospero regno finché ebbe la presunzione di prendere il posto di sacerdote e offrì incenso nel tempio e fu colpito dalla lebbra. Matteo omise pure il nome di Ioiachim figlio di Giosia nonché quello di Anania figlio di Zorobabele che a sua volta divenne padre di Abiud.
Tali omissioni da parte di Matteo non devono meravigliare, comunque, poiché talvolta le liste genealogiche erano abbreviate. Per esempio, nella sua genealogia dei sacerdoti di I Cronache 6:3-14 Esdra elenca ventitré nomi ma ne elenca solo sedici per lo stesso periodo quando fa la propria genealogia in Esdra 7:1-5.
Considerando le liste genealogiche della Bibbia si devono tener presenti parecchie cose. Anzitutto, è bene notare che le variazioni non furono dovute a negligenza. Gli Israeliti erano molto interessati alla storia e stavano molto attenti nel tenere le registrazioni. Pertanto ci è detto riguardo alla Tavola delle Nazioni di Genesi (Gen. 10:1-32) che essa è “senza uguale nell’antica letteratura. Questo interesse per le nazioni rispecchia accuratamente l’enfasi biblica data alla storia. . . . Tale preoccupazione per la storia non si può trovare in nessun’altra letteratura sacra del mondo”. — The Interpret’s Dictionary of the Bible, Vol. 3, pag. 515.
Si noti inoltre che tutti gli scrittori biblici furono uomini onesti, guidati dall’elevata norma morale esposta nella Bibbia. E, per di più, scrissero sotto l’influenza dello spirito santo di Geova. — 2 Tim. 3:16; 2 Piet. 1:21.
È pure bene ricordare che il modo in cui gli uomini scrivevano le cose nei tempi antichi era diverso dal modo in cui si fa oggi. Per esempio, certi termini avevano un significato più ampio di quanto non abbiano oggi. Pertanto Abraamo parlò a Lot dicendo: “Noi uomini siamo fratelli”. (Gen. 13:8) Tuttavia, Abraamo era in effetti lo zio di Lot. Similmente, la regina babilonese si riferì a Nabucodonosor come padre di Baldassarre, quando Nabonedo era evidentemente suo padre e Nabucodonosor suo nonno. (Dan. 5:11) Infatti, spesso “padre” si usa in riferimento a un antenato più remoto.
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