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  • Greci, Grecia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • L’apostolo Paolo si recò in Macedonia e in Grecia nel secondo e nel terzo viaggio missionario. (Atti 16:11-18:11; 20:1-6) Svolse il suo ministero nelle importanti città macedoni di Filippi, Tessalonica e Berea e nelle principali città achee, Atene e Corinto. (Atti 16:11, 12; 17:1-4, 10-12, 15; 18:1, 8) Durante il secondo viaggio dedicò un anno e mezzo al ministero a Corinto (Atti 18:11), e in quel tempo scrisse le due lettere ai tessalonicesi e forse anche quella ai galati. Durante il terzo viaggio, da Corinto, scrisse la lettera ai romani. Dopo esser stato una prima volta detenuto a Roma, Paolo evidentemente si recò di nuovo in Macedonia fra il 61 e il 64 E.V., da dove scrisse probabilmente la prima lettera a Timoteo e forse la lettera a Tito.

  • Greco
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Greco

      Lingua che appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee, parlate, si pensa, dagli abitanti di quella parte della terra che dall’Europa orientale andava fino all’India. (L’ebraico appartiene invece alla famiglia delle lingue semitiche). In greco furono scritte in origine le Scritture Cristiane (a parte il Vangelo di Matteo, che forse fu scritto prima in ebraico) e fu fatta la prima traduzione completa delle Scritture Ebraiche, la Settanta. È una lingua flessiva, che raggiunge una grande varietà d’espressione mediante radici, prefissi e desinenze. L’epoca della lingua greca koinè, mescolanza di diversi dialetti greci dei quali l’attico era il più influente, va dal 330 a.E.V. al 330 E.V. La sintesi della koinè è dovuta alle campagne militari di Alessandro Magno, nel cui esercito erano rappresentate tutte le genti greche, e le cui conquiste fecero della koinè una lingua internazionale.

      Koinè

      La koinè aveva un netto vantaggio sulle altre lingue del tempo, in quanto era quasi universalmente conosciuta. Koinè significa lingua o dialetto comune a tutti. Quanto fosse esteso l’uso della koinè greca si comprende dal fatto che i decreti dei procuratori imperiali e del senato romano venivano tradotti in lingua koinè per essere inviati in tutto l’impero romano. Perciò l’accusa affissa sopra la testa di Gesù Cristo al palo era scritta non solo nel latino ufficiale e in ebraico, ma anche nella lingua greca (koinè). — Matt. 27:37; Giov. 19:19, 20.

      A proposito dell’uso del greco nel paese di Israele, uno studioso osserva: “Benché la maggioranza della popolazione ebraica fosse contraria all’ellenismo e alle sue usanze, non rifuggiva dai contatti con i popoli greci e dall’uso della lingua greca. . . . Gli insegnanti palestinesi guardavano con favore la traduzione greca delle Scritture, considerandola un mezzo per portare la verità ai Gentili”. (Norman Bentwich, Hellenism, 1919, pp. 115-117) Naturalmente la Settanta era una traduzione destinata prima di tutto agli ebrei, specie a quelli della Diaspora, i quali non parlavano più l’ebraico puro, ma conoscevano il greco. Gli antichi termini ebraici relativi all’adorazione furono sostituiti da termini di origine greca. La parola synagogè, che significa “riunione”, è un esempio di termini greci adottati dagli ebrei.

      La koinè degli scrittori cristiani ispirati

      Gli scrittori delle ispirate Scritture Greche Cristiane si preoccupavano di trasmettere il loro messaggio in modo comprensibile a tutti, perciò non ricorsero alla lingua greca classica, ma alla koinè. Quegli scrittori erano tutti ebrei. Pur essendo semiti, non intendevano divulgare il semitismo, ma la verità del puro cristianesimo, e per mezzo della lingua greca potevano raggiungere più persone. Potevano meglio assolvere l’incarico di ‘fare discepoli delle persone di tutte le nazioni’. (Matt. 28:19, 20) Inoltre la koinè era un ottimo strumento con cui potevano esprimere bene i difficili concetti che volevano spiegare.

      Col loro eccelso messaggio gli scrittori cristiani ispirati conferirono alla lingua greca koinè forza, dignità e calore. Nel contesto delle Scritture ispirate i termini greci assunsero un significato più ricco, più pieno e più spirituale.

      ALFABETO

      Tutti gli alfabeti europei moderni derivano direttamente o indirettamente dall’alfabeto greco. Tuttavia i greci non inventarono il loro alfabeto, ma lo presero a prestito dai semiti. Questo è reso evidente dal fatto che le lettere dell’alfabeto greco (circa del VII secolo a.E.V.) erano simili ai caratteri ebraici (circa dell’VIII secolo a.E.V.). Seguivano, con poche eccezioni, lo stesso ordine generale. Inoltre la pronuncia dei nomi di alcune delle lettere è molto simile; per esempio: àlpha (greco) e ’àleph (ebraico), bèta (greco) e behth (ebraico), dèlta (greco) e dàleth (ebraico) e molte altre. La koinè aveva ventiquattro lettere. Nell’adattare l’alfabeto semitico alla lingua greca, certe consonanti semitiche assunsero suono vocalico.

      VOCABOLARIO

      Il vocabolario greco è assai ricco e preciso. Lo scrittore greco ha a disposizione parole sufficienti che gli permettono di fare una netta distinzione e di esprimere con precisione la sfumatura voluta. Per esempio, il greco fa una distinzione fra conoscenza normale, gnòsis (I Tim. 6:20), e accresciuta conoscenza, epìgnosis (I Tim. 2:4), e fra àllos (Giov. 14:16), che significa “un altro” dello stesso genere, e hèteros, che significa “un altro” di genere diverso. (Gal. 1:6) Molti vocaboli italiani derivano da termini e radici greche, cosa che contribuisce a rendere la lingua italiana più precisa e specifica.

      NOMI

      I nomi in greco si declinano secondo il caso, il genere e il numero. Pronomi e aggettivi si declinano in modo da concordare col sostantivo a cui si riferiscono.

      Caso

      In genere si ritiene che la koinè greca avesse cinque casi. (Alcuni linguisti ne distinguono otto). In italiano i nomi cambiano desinenza solo secondo il genere e il numero. (I pronomi però subiscono più alterazioni). Invece nella koinè ciascun caso richiede di solito una forma o desinenza diversa, e ciò rende la lingua molto più complessa dell’italiano sotto questo aspetto.

      ARTICOLO

      In italiano ci sono articoli determinativi (“il, lo, la, i, gli, le”) e articoli indeterminativi (“un, uno, una”). Nella lingua greca koinè c’è un unico articolo ὁ (ho), che equivale all’articolo determinativo italiano “il”. Ma a questo proposito si dice che nulla sia più originale o proprio della lingua greca dell’uso dell’articolo, e che per trattare questo soggetto in modo esauriente si dovrebbe scrivere un libro; è stato pure osservato che “lo sviluppo dell’articolo greco è una delle cose più interessanti del linguaggio umano”. (A. T. Robertson, A Grammar of the Greek New Testament in the Light of Historical Research, p. 754) Sotto questo aspetto il greco si distingue nettamente da due lingue affini, il

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