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  • Perché i testimoni di Geova non sono pacifisti
    La Torre di Guardia 1951 | 1° aprile
    • loro spade fabbricheranno vomeri d’aratro, e delle loro lance, roncole; una nazione non leverà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra!” — Isa. 2:1.

  • Pacifismo e obiezione di coscienza — vi è una differenza?
    La Torre di Guardia 1951 | 1° aprile
    • Pacifismo e obiezione di coscienza — vi è una differenza?

      1. Come manifestiamo noi coraggio di coscienza? Perché lo manifestiamo e a somiglianza di chi?

      L’AVERE una buona coscienza verso Dio non rende la persona un debole o un codardo. I testimoni di Geova mostrano coraggio seguendo la loro coscienza in questi tempi bellicosi. È solo per ubbidire alla loro coscienza che hanno personalmente e legalmente fatto obiezione davanti ai consigli di leva alla partecipazione nei conflitti armati e nei programmi di difesa delle nazioni mondane. In tale contegno la loro coscienza non soffre perversione, anzi sono istruiti in ciò che è giusto, perché sono istruiti nelle Scritture, la Parola di Dio. Con l’apostolo Paolo essi dicono: “Io mi esercito continuamente per avere la consapevolezza di non commettere offesa alcuna contro Dio e contro gli uomini”. (Atti 24:16, NM) Così la loro coscienza è nitida, qualunque siano le critiche che le menti militariste di questo mondo facciano contro di loro.

      2. In quale sermone delle autorità pretendono di credere? Che cosa dice esso?

      2 Sta bene, ma allora, se non sono pacifisti, quali motivi scritturali hanno avanzato essi per rifiutare qualsiasi parte nelle guerre internazionali? Ripetutamente il presidente Truman degli Stati Uniti ha detto che crede nel “sermone sul monte” e ch’egli vuole che il mondo sappia che gli Americani credono nel sermone sul monte. I testimoni di Geova confidano che il presidente americano e i suoi colleghi intendano parlare dell’intero sermone. Perché? Perché non comprende soltanto la cosiddetta “Regola d’Oro” ma anche le parole di Gesù: “Voi avete udito che fu detto: ‘Occhio per occhio e dente per dente.’ Tuttavia, io vi dico: non resistete a colui che è malvagio; ma a chiunque ti schiaffeggia sulla guancia destra, porgigli anche l’altra. E se una persona vuole andare in tribunale con te e impossessarsi del tuo vestito, lascia che ti prenda anche il soprabito; e se qualcuno in autorità ti prende in servizio per un miglio, va’ con lui per due miglia. Da’ a chi ti chiede, e non voltar le spalle a chi desidera da te un prestito senza interesse. Voi avete udito che fu detto: ‘Devi amare il tuo prossimo e odiare il tuo nemico.’ Ma, io vi dico: continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; affinché dimostriate d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugl’ingiusti”. — Matt. 5:1, 2, 38-45, NM.

      3. Insegnava quivi Gesù il pacifismo? Come doveva essere eseguita la Legge del Taglione da lui menzionata?

      3 Insegnava qui Gesù il pacifismo? No; ma rivelava che i suoi seguaci non devono esser disposti a danneggiare alcuno, neanche se sono provocati, quando si tratta semplicemente di questioni personali. Non devono ricorrere alla Legge del Taglione trasmessa da Mosè in Esodo 21:23-25 e in Levitico 24:19, 20. Ma anche quando occhio doveva esser dato per occhio, dente per dente, vita per vita, questo prezzo corrispondente non doveva essere richiesto personalmente dal colpito. Il saldo del conto doveva esser presentato davanti alle autorità legali, piuttosto che lasciare al colpito di farsi giustizia da sé. Questa fu la legge data mediante Mosè. Gesù Cristo è il profeta più grande di Mosè che Geova promise di suscitare, e la legge di Gesù è perciò superiore e sovrasta la legge mosaica. (Deut. 18:15-19; Atti 3:20-23) Quindi dobbiamo dare ascolto a quello ch’egli dice nel sermone sul monte se siamo fedeli come suoi seguaci.

      4. Come non resistette Gesù agli empi in corte? E come neanche Paolo?

      4 Chi realmente osserva il sermone sul monte non farà resistenza a una persona malvagia, approfittando della legge del taglione e dando tanto per tanto, oltraggio per oltraggio, quando si tratta solo di cose personali e quando non vi è implicato direttamente l’adempimento della sua missione di servire Dio. Il Signor Gesù fu percosso sulla guancia nella Corte Suprema giudaica, ma non porse l’altra guancia, eccetto in un senso figurativo. Egli disse soltanto all’ufficiale che lo schiaffeggiò: “Se ho parlato male, da testimonianza del male; ma se ho parlato giustamente, perché mi colpisci?” (Giov. 18:19-23, NM) Più tardi davanti alla stessa corte Paolo fu percosso sulla bocca per aver detto: “Mi sono comportato dinanzi a Dio con una coscienza perfettamente nitida fino a questo giorno”. Per questo oltraggio legale Paolo disse al sommo sacerdote: “Iddio percuoterà te, parete imbiancata. Siedi tu per giudicarmi secondo la legge e al tempo stesso, trasgredendo la legge, comandi ch’io sia percosso?” Con abile argomento Paolo divise la corte contro se stessa, così che non risentì del loro giudizio ma fu condotto davanti a una corte romana. — Atti 23:1-11, NM.

      5. Come, dunque, eseguiamo noi ciò che fu citato dal sermone di Gesù?

      5 Perciò i Cristiani non devono farsi giustizia da soli, ricambiando un male ad altri. Piuttosto ignoriamo il torto personale, mostriamo la disposizione di Cristo e procediamo nel suo servizio. Ricordi il malvagio offensore la vostra compostezza anziché qualche male che potrebbe aver ricevuto in cambio da voi, male che dimostrerebbe che voi siete tanto violento quanto lui. Se il giudizio finale di una corte d’ultima istanza si volge

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