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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • nell’accusato. Le incriminazioni non cessavano e, saputo che Gesù era della Galilea, Pilato lo mandò da Erode Antipa. Erode, contrariato che Gesù rifiutasse di compiere qualche segno, lo sottopose a maltrattamenti e scherni e lo rimandò da Pilato.

      I capi dei giudei e la popolazione furono nuovamente convocati e Pilato rinnovò i tentativi per evitare di condannare a morte un innocente, chiedendo alla folla se volevano la liberazione di Gesù secondo la consuetudine di rimettere in libertà un prigioniero in occasione della Pasqua. Ma la folla, aizzata dai capi religiosi, chiese a gran voce la liberazione di Barabba, ladro, assassino e sedizioso. I ripetuti tentativi di Pilato per assolvere l’accusato non fecero che aumentare le grida che Gesù fosse messo al palo. Temendo un tumulto e volendo placare la folla, Pilato cedette ai loro desideri, e si lavò le mani come per purificarle dalla colpa di spargimento di sangue. Poco prima di ciò la moglie di Pilato l’aveva avvertito di essere turbata da un sogno relativo a quel “giusto”. — Matt. 27:19.

      Pilato allora fece flagellare Gesù e i soldati gli misero sul capo una corona di spine e gli fecero indossare un manto regale. Ancora una volta Pilato si presentò alla folla, ripeté che non aveva trovato colpa alcuna in Gesù e lo presentò loro col manto e la corona di spine. Al grido di Pilato, “Ecco l’uomo!”, i capi del popolo ripeterono la richiesta che fosse messo al palo, muovendogli ora per la prima volta l’accusa di bestemmia. L’allusione al fatto che Gesù si dichiarava figlio di Dio accrebbe l’apprensione di Pilato, che lo fece rientrare per interrogarlo di nuovo. L’ultimo tentativo per rimetterlo in libertà provocò da parte degli oppositori ebrei la minaccia che Pilato avrebbe potuto essere accusato di opporsi a Cesare. Udito ciò Pilato, presentando Gesù, si sedette in tribunale. Il grido di Pilato, “Ecco, il vostro re”, non fece che accrescere il clamore perché venisse messo al palo e provocare la dichiarazione: “Non abbiamo nessun re eccetto Cesare”. Pilato allora consegnò loro Gesù perché fosse messo al palo. — Matt. 27:1-31; Mar. 15:1-15; Luca 23:1-25; Giov. 18:28-40; 19:1-6.

      Scrittori ebrei, come Filone, descrivono Pilato come un uomo inflessibile, arrogante e spietato. Tuttavia, può darsi che le misure energiche che il procuratore prese contro gli ebrei fossero in gran parte dovute alle loro stesse azioni. Ad ogni modo i Vangeli permettono di capire la sua mentalità. Il suo modo di affrontare le cose era tipico delle autorità romane, le sue parole brusche e concise. Pur manifestando esteriormente l’atteggiamento scettico del cinico, come nel dire “Che cosa è verità?”, mostrò tuttavia timore, probabilmente timore superstizioso, saputo che aveva a che fare con uno che affermava di essere figlio di Dio. Anche se ovviamente non era un tipo condiscendente, come uomo politico rivelò mancanza di integrità. Si preoccupava prima di tutto della sua posizione, di quello che i suoi superiori avrebbero detto se avessero avuto notizia di nuove agitazioni nella sua provincia, temendo di apparire troppo indulgente verso persone accusate di sedizione. Pilato riconobbe l’innocenza di Gesù e l’invidia che motivava gli accusatori. Ma cedette alla folla lasciando che venisse uccisa una vittima innocente piuttosto che rischiare di danneggiare la propria carriera politica.

      Poiché faceva parte delle “autorità superiori”, Pilato esercitava il suo potere per divina tolleranza. (Rom. 13:1) Era responsabile per la decisione presa, responsabilità che l’acqua non poteva lavare via. Il sogno della moglie era evidentemente di origine divina, come lo furono il terremoto, l’insolita oscurità e la lacerazione della cortina che avvennero quel giorno. (Matt. 27:45, 51-54; Luca 23:44, 45) Il sogno della moglie avrebbe dovuto avvertire Pilato che non si trattava di un processo comune, di un accusato comune. Tuttavia, come disse Gesù, chi l’aveva consegnato a Pilato ‘aveva commesso un peccato maggiore’. (Giov. 19:10, 11) Giuda, che aveva tradito inizialmente Gesù, era stato definito “figlio di distruzione”. (Giov. 17:12) I farisei che erano colpevoli di complicità nel complotto per mettere a morte Gesù erano stati dichiarati meritevoli del “giudizio della Geenna”. (Matt. 23:13, 33; confronta Giovanni 8:37-44). E in modo particolare il sommo sacerdote, quale capo del Sinedrio, era responsabile di fronte a Dio di aver consegnato il Figlio di Dio a questo governante gentile perché fosse messo a morte. (Matt. 26:63-66) La colpa di Pilato non fu uguale alla loro; eppure la sua azione fu estremamente riprovevole.

      L’avversione di Pilato per i promotori del crimine fu evidente dall’insegna che pose al di sopra di Gesù al palo, identificandolo quale “Re dei Giudei”, e anche dal suo secco rifiuto di modificarla, dicendo: “Quello che ho scritto, ho scritto”. (Giov. 19:19-22) Quando Giuseppe di Arimatea chiese la salma, Pilato, dopo aver manifestato la precisione di un funzionario romano assicurandosi che Gesù fosse morto, acconsentì alla richiesta. (Mar. 15:43-45) La preoccupazione dei capi sacerdoti e dei farisei per un’eventuale sottrazione del cadavere provocò la recisa risposta: “Avete la guardia. Andate, rendetelo sicuro come sapete”. — Matt. 27:62-65.

      DESTITUZIONE E MORTE

      Giuseppe Flavio riferisce che Pilato fu poi destituito in seguito alle accuse presentate dai samaritani al suo superiore immediato, Lucio Vitellio, legato di Siria. La protesta verteva intorno all’uccisione da parte di Pilato di diversi samaritani, che un impostore aveva indotti a radunarsi presso il monte Gherizim nella speranza di scoprire presunti tesori sacri nascostivi da Mosè. Vitellio mandò Pilato a Roma per presentarsi a Tiberio e mise al suo posto Marcello. Tiberio morì nel 37 E.V. mentre Pilato era in viaggio per Roma. La storia non fornisce informazioni attendibili sul risultato definitivo del suo processo. Uno storico cristiano, il vescovo Eusebio, della fine del III e inizio del IV secolo, sostiene che Pilato sia stato costretto a suicidarsi sotto Caligola, successore di Tiberio.

  • Pim
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Pim

      Prezzo che i filistei facevano pagare agli israeliti per affilare vari arnesi di metallo. (I Sam. 13:20, 21) Il pim evidentemente era una misura di peso, ma non si può stabilire con precisione quale sia il suo equivalente moderno. Su diversi pesi di pietra rinvenuti in scavi compiuti in Palestina, il cui peso varia da gr 7,18 a 8,13, sono visibili le consonanti del termine “pim” in antichi caratteri ebraici. Quindi il pim corrisponderebbe più o meno a due terzi di un siclo.

  • Pioggia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Pioggia

      La pioggia è parte integrante del ciclo mediante il quale dalla terra e dalle acque in superficie l’acqua sale nell’atmosfera sotto forma di vapore, poi si condensa e ricade sulla terra provvedendo così l’umidità necessaria alla vita di animali e piante. La Bibbia menziona la pioggia in relazione a questo ciclo sapientemente organizzato e sicuro. — Giob. 36:27, 28; Eccl. 1:7; Isa. 55:10.

      In un primo stadio della preparazione della terra “Dio non aveva ancora fatto piovere sulla terra”, ma “un

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