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NatanAusiliario per capire la Bibbia
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Geova su Davide e la sua casa. — II Sam. 12:1-18; vedi anche la soprascritta del Salmo 51.
Poi a Davide e Betsabea nacque un secondo figlio, chiamato Salomone. Geova amava quel bambino; perciò mandò il profeta Natan che, “per amore di Geova”, chiamò il bambino Iedidia, che significa “Diletto di Iah (Geova)”. (II Sam. 12:24, 25) Negli ultimi giorni della vita di Davide, quando Adonia tentò di usurpare il trono, Natan prese le misure necessarie per portare la cosa all’attenzione di Davide, quindi provvide all’unzione e all’insediamento di Salomone quale re. — I Re 1:5-40.
Sembra che Natan, insieme a Gad, abbia consigliato a Davide il dovuto collocamento degli strumenti musicali in relazione al santuario. (II Cron. 29:25) Natan e Gad furono evidentemente coloro che misero per iscritto le informazioni contenute negli ultimi capitoli di I Samuele e in tutto II Samuele. (I Cron. 29:29) “Fra le parole di Natan il profeta” è inclusa anche la storia “dei fatti di Salomone”. — II Cron. 9:29.
Questo Natan era probabilmente il padre di Azaria e Zabud, che ebbero posizioni importanti durante il regno di Salomone. Azaria era un principe preposto ai delegati, mentre Zabud prestava servizio come sacerdote e intimo amico e consigliere del re. — I Re 4:1, 5.
2. Figlio di Davide e Betsabea, nato a Gerusalemme. (II Sam. 5:13, 14; I Cron. 3:5) Da Natan e dai suoi discendenti passa la discendenza naturale del Messia, da Davide fino a Gesù, evidentemente per mezzo di sua madre Maria. (Luca 3:23, 31) A proposito del tempo in cui “guarderanno a Colui che hanno trafitto”, la profezia di Zaccaria dice che ci sarebbe stato un amaro lamento e cordoglio in tutto il paese, famiglia per famiglia, e specialmente per le famiglie di Davide, di Levi, dei simeiti e della “famiglia della casa di Natan”. (Zacc. 12:10-14) Se la qui menzionata famiglia della casa di Natan discendeva dal figlio di Davide, sarebbe stata una delle famiglie di Davide. Perciò il lamento avrebbe interessato nuclei familiari entro una stessa casata.
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NatanaeleAusiliario per capire la Bibbia
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Natanaele
(Natanaèle) [dato da Dio].
Nome, si presume, di Bartolomeo, quindi uno dei dodici apostoli di Gesù. Bartolomeo, che significa “figlio di Tolmai”, era un patronimico (cioè un nome derivato da quello del padre) evidentemente aggiunto al suo nome per distinguerlo. L’apostolo Giovanni usa il nome proprio Natanaele, mentre Matteo, Marco e Luca lo chiamano Bartolomeo. Essi menzionano Filippo e Bartolomeo insieme, proprio come fa Giovanni parlando di Filippo e Natanaele. (Matt. 10:3; Mar. 3:18; Luca 6:14; Giov. 1:45, 46) Non era insolito essere conosciuti con più nomi. Per esempio “Simone, il figlio di Giovanni”, era chiamato anche Cefa e Pietro. (Giov. 1:42) Non era dunque strano che Natanaele fosse chiamato Bartolomeo, o “figlio di Tolmai”, come un altro era chiamato semplicemente Bartimeo, che significa “figlio di Timeo”. (Mar. 10:46) I due nomi, Natanaele e Bartolomeo, sono stati usati scambievolmente da scrittori cristiani dei secoli successivi.
Natanaele era originario di Cana di Galilea. (Giov. 21:2) Cominciò a seguire Gesù all’inizio del suo ministero. Filippo, dopo aver accettato l’invito di Gesù, “Sii mio seguace”, cercò immediatamente il suo amico Natanaele e gli disse: “Vieni e vedi” il Messia. Natanaele chiese: “Può qualche cosa di buono venire da Nazaret?” Tuttavia accolse l’invito. Gesù, vedendolo venire, osservò: “Ecco di certo un Israelita, in cui non è nessun inganno”. Natanaele doveva essere un uomo eccezionale perché Gesù facesse una dichiarazione del genere. Poiché Gesù disse questo e affermò di aver visto Natanaele sotto il fico prima che Filippo lo chiamasse, Natanaele confessò che Gesù era senz’altro “il Figlio di Dio, . . . il Re d’Israele”. Gesù gli assicurò che avrebbe visto “cose più grandi di queste”. — Giov. 1:43-51.
Essendo uno dei Dodici, Natanaele era sempre insieme a Gesù durante tutto il suo ministero, e fu addestrato per il servizio futuro. (Matt. 11:1; 19:25-28; 20:17-19, 24-28; Mar. 4:10; 11:11; Giov. 6:48-67) Dopo la morte e risurrezione di Gesù, Natanaele e altri apostoli tornarono a dedicarsi alla pesca, e una mattina, mentre si avvicinavano con la barca alla riva, Gesù li chiamò. Natanaele, a differenza di Pietro, rimase nella barca finché giunse a riva, e poi fece colazione con gli altri e assisté all’importante conversazione fra Gesù e Pietro. (Giov. 21:1-23) Era presente insieme agli altri apostoli anche quando si radunarono per pregare e il giorno di Pentecoste. — Atti 1:13, 14; 2:42.
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NaturaAusiliario per capire la Bibbia
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Natura
[gr. phỳsis, natura, origine, nascita; oppure, ordine o legge di natura; da phỳo, produrre, generare, crescere].
I traduttori in genere rendono phỳsis e (l’aggettivo) physikòs rispettivamente “natura” e “naturale”.
UOMINI E ANIMALI
Che la natura dell’uomo sia diversa da quella degli animali, e che anche le bestie non siano tutte della stessa natura è dimostrato dalle parole di Giacomo 3:7: “Poiché ogni specie [gr. phỳsis] di bestia selvaggia e d’uccello e di creatura strisciante e di creatura marina dev’esser domata ed è stata domata dal genere umano [phỳsei tèi anthropìnei]”. Questa differenza in quanto alla “natura, origine, nascita” rivela la varietà della creazione di Dio e rimane tale grazie alla legge divina che ciascuno si riproduce secondo la propria specie. — Gen. 1:20-28; confronta I Corinti 15:39.
NATURA DIVINA
Di natura diversa sono pure le creature spirituali di Dio in cielo. L’apostolo Pietro, rivolto ai conservi cristiani, fratelli spirituali di Gesù Cristo, parla delle “preziose e grandissime promesse, affinché a mezzo d’esse diveniate partecipi della natura [phỳseos] divina”. (II Piet. 1:4) Nella sua prima lettera Pietro spiega che questa “natura divina” è la vita celeste: “Iddio . . . ci ha rigenerati [anagennèsas hemàs] ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti . . . Essa è riservata nei cieli per voi”. (I Piet. 1:3, 4) La “natura divina” richiede dunque una rigenerazione, una nuova nascita, un mutamento di natura per mezzo della morte e risurrezione, come spiega l’apostolo Paolo in I Corinti capitolo 15 dicendo che il cristiano deve morire (v. 36), e deve essere risuscitato con un corpo diverso, spirituale (vv. 38, 44, 49), il che richiede un mutamento (v. 51).
Poiché il termine “natura” indica fondamentalmente ciò che ha un’origine, è nato o prodotto, e cresce, non potrebbe giustamente applicarsi a Dio, che non ha principio o nascita, ma si applica piuttosto a coloro che egli crea nei cieli o sulla terra, o che nascono sulla terra nel modo stabilito da Dio.
SECONDO NATURA
Paolo parla degli ebrei suoi connazionali, chiamandoli “Giudei per natura”, cioè nati da genitori ebrei, discendenti di Israele o Giacobbe. — Gal. 2:15.
Nell’illustrazione dell’olivo gli ebrei carnali sono definiti rami naturali (katà phỳsin, “secondo natura”) di un olivo coltivato. Invece ai cristiani gentili Paolo dice: “Poiché se
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