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Date con affetto e comprensione?La Torre di Guardia 1962 | 1° febbraio
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opportuno per fare un complimento incoraggiante e per dire una parola di rimprovero. — Eccl. 3:1-8.
Ed è chiaro soprattutto che, se la comprensione caratterizza il nostro dare, non solo diamo con liberalità, secondo l’occasione ed i mezzi, ma diamo anche lietamente. — Rom. 12:8; 2 Cor. 9:7.
Imitiamo dunque il grande Datore, dando mossi dalla comprensione. — Giac. 1:17.
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Nati per credere in DioLa Torre di Guardia 1962 | 1° febbraio
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Nati per credere in Dio
Perché alcuni credono ed altri no? Credono gli scienziati che Dio esiste? Perché voi credete in Dio?
GLI uomini nascono per interessarsi di Dio. Furono creati per adorare e servire esclusivamente il loro Creatore. Questo è chiaramente espresso nella Bibbia. (Eso. 20:2-5) Quindi, per quanto alcuni tentino in ogni modo di escludere Dio dalla loro mente, Dio ha modo di restare preminente nei loro pensieri.
Per esempio, materialisti induriti, come Nikita Kruscev in Russia ed altri, regolarmente toccano l’argomento di Dio benché dicano che non vi credono. Quando i razzi sovietici e i satelliti terrestri penetrarono nello spazio, Y. T. Fadeyev, capo della sezione scientifico-ateistica della rivista Science and Life, disse in un discorso: “Il fatto che satelliti e razzi non abbiano rintracciato l’Altissimo, angeli o simili, testimonia contro le convinzioni religiose e rafforza la miscredenza in Dio”.
Si è quasi costretti a ridere della puerilità di tali argomenti, poiché quale uomo ragionevole può aspettarsi che razzi o satelliti possano scoprire creature angeliche soprannaturali o rivelare evidenze dell’Onnipotente Spirito? Come disse Gesù Cristo: “Dio è uno Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Eppure da quanto si è detto è evidente che questi materialisti pensano a Dio, sia che ci credano o no. — Giov. 4:24.
Secondo una statistica di George Gallup, “non meno del 96 per cento dei cittadini degli Stati Uniti interrogati credono in Dio”. In Inghilterra la percentuale sembra considerevolmente inferiore. Su un certo numero di Inglesi che si consideravano fermamente cristiani, il 78 per cento dissero di credere in Dio pur non essendo attivi nella religione in alcun modo apparente. L’ateismo tuttavia non è in aumento in Inghilterra; solo il 6 per cento della popolazione si identifica come tale.
Il credere in Dio, come generalmente è considerato nel mondo, non richiede necessariamente la capacità di spiegare la Sua esistenza e il Suo proposito. Rappresenta solo la convinzione che un Creatore esiste. Troppo spesso, specie nella cristianità, vi è una forte concezione di Dio creato a immagine dell’uomo invece di come indica la Bibbia, ‘dell’uomo creato a immagine di Dio’. Forse parimenti deludente è il fatto che i “credenti” in Dio spesso non hanno la minima idea di chi egli è. Il ministro presbiteriano Frank Lawson affermò: Il nonno credeva senza riserve. “Suo figlio crede pure, ma non è troppo sicuro in che cosa crede o perché vi crede. Alla domanda se crede in Dio, risponderà ‘Sì’; alla domanda perché vi crede, non saprà rispondere”.
Perché mai, dopo quasi 2.000 anni di cristianesimo e circa 1.500 di giudaismo, Dio non è reale per Americani e Inglesi, che nel mondo sono fra i più assidui sostenitori delle chiese? Lawson diede la colpa direttamente alle chiese. Egli disse che le chiese hanno minimizzato Dio e hanno
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