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  • Usiamo la vita per servire Geova
    La Torre di Guardia 1964 | 15 novembre
    • essere una delle felici persone che saranno ricordate da Geova per avere la vita nel suo giusto nuovo sistema di cose, usate dunque la vostra vita per servirlo ora proclamando la buona notizia dell’istituito regno di Geova. — Mal. 3:15, 16, VR.

  • Giusto motivo per servire Dio
    La Torre di Guardia 1964 | 15 novembre
    • Giusto motivo per servire Dio

      1. Qual è il motivo cristiano per cui si serve in paragone con le ragioni mondane?

      COLUI che sceglie il ministero come lavoro della propria vita può star certo che gli amici gli chiederanno: Perché fai il ministro? È forse perché pensa realmente che questo è ciò che Dio vuole, o per quale ragione fa questa scelta? Colui che si dedica alla professione di avvocato o di medico può pensare di avere una speciale attitudine per questo lavoro o che esso gli dia un buon guadagno o una buona posizione nella comunità. Un altro può fare l’insegnante perché ciò gli dà l’opportunità di modellare la vita degli studenti. Ma l’individuo che intraprende una carriera a vita con motivi veramente altruisti è raro. Eppure questo avvenne ai primi discepoli di Gesù, come avviene oggi ai veri cristiani.

      2. Quale atteggiamento ebbero i discepoli verso il ministero?

      2 Perché Gesù rinunciò al mestiere di falegname anziché dedicare ad esso il suo talento e divenire famoso come artigiano? Perché il medico Luca abbandonò la sua rimunerativa professione per dedicare la sua vita al ministero? Perché gli apostoli rinunciarono alle loro attività commerciali di pesca? Certamente questi uomini non cercavano interessi egoistici né una posizione elevata nella comunità quando si associarono ad un uomo descritto come “disprezzato e abbandonato dagli uomini”. (Isa. 53:3, VR) Essi lavorarono con Gesù nel ministero perché sapevano che aveva la verità. Quando alcuni discepoli inciamparono a causa di un insegnamento difficile, Gesù disse ai dodici: “Non ve ne volete andare anche voi, non è vero?” E Pietro rispose: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Essi sapevano che imparare la verità e quindi servire Dio avrebbe recato loro la vita eterna; così cambiarono volenterosamente tutto il loro modo di vivere per partecipare al ministero. — Giov. 6:67, 68.

      3. Perché un ecclesiastico rinunciò al suo posto?

      3 Come vi era grande contrasto tra il superbo ed egoistico clero dei giorni di Gesù e gli apostoli che si associarono a lui per amore della verità, così oggi v’è grande differenza tra il clero pagato della cristianità e quelli che insegnano e predicano volontariamente come testimoni di Geova. (Matt. 23:5-8; Mich. 3:11) Questo è illustrato dal commento di un ex ministro riportato nel Saturday Evening Post del 17 novembre 1962: “Non eravamo preoccupati solo per questo incidente, o solo per la nostra chiesa, ma per il significato assunto in generale dal ministero. Pensavamo ai miei compagni ministri della nostra zona. Si consideravano tutti cristiani. Eppure sembravamo concorrenti: per il più grande aumento nel numero dei membri, per l’edificio più imponente, per i futuri membri più eminenti . . . Alcuni si davano da fare sfacciatamente per guadagnarsi l’amicizia di altri che potevano aiutarli a ottenere una promozione e chiese più importanti. Certamente non consideravamo mai questioni teologiche né il modo di soddisfare meglio le necessità spirituali

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