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  • Esistevate prima di nascere?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1964
w64 15/4 pp. 243-244

Esistevate prima di nascere?

L’IDEA che l’uomo abbia avuto un’esistenza precedente ha esercitato un particolare fascino su molti scrittori occidentali. Il romanziere inglese Sir Henry Rider Haggard metteva spesso nei suoi romanzi personaggi che filosofeggiavano sulla reincarnazione. Solo pochi anni fa il libro di un altro scrittore che trattava questo soggetto comparve in testa alla lista dei libri più venduti negli Stati Uniti. Era intitolato: “La ricerca di Bridey Murphy”. L’autore narra che una massaia ipnotizzata descrive la vita che ella pretendeva di aver vissuto come Bridey Murphy dal 1798 al 1864. Gli investigatori i quali controllarono le informazioni che ella aveva date trovarono tante contraddizioni che conclusero che ella si basava sull’immaginazione.

In Occidente alcuni hanno fatto di quest’idea un articolo di fede religiosa. I mormoni, per esempio, affermano di essere esistiti prima di nascere. A questo riguardo, uno dei loro capi, Heber J. Grant, dichiarò: “Siamo stati messi su questa terra a motivo della nostra fedeltà nel primo stadio. Le fatiche che facemmo nella sfera d’azione ove eravamo prima di venire qui hanno avuto un certo effetto sulla nostra vita attuale, e fino a un certo punto regolano e controllano la nostra vita sulla terra, come le fatiche che facciamo attualmente regoleranno e controlleranno la nostra vita quando abbandoneremo questo stadio dell’esistenza”.

Nell’Estremo Oriente, la credenza nella preesistenza è basata sul karman. Secondo questa veduta la sorte dell’anima nella vita presente è determinata da ciò che essa fece nella sua precedente esistenza. Si crede che tutto ciò che la persona fa in questa vita influisca inesorabilmente sulla sua posizione nella vita successiva e così via per innumerevoli rinascite. Le Leggi indù di Manu dichiarano: “In conseguenza ai molti atti peccaminosi commessi col corpo, l’uomo diviene nella nascita successiva qualcosa di inanimato, in conseguenza ai peccati commessi con le parole, un uccello, in conseguenza ai peccati mentali rinasce in una casta inferiore. . . . Il bramino che ruba l’oro di un bramino passerà mille volte attraverso i corpi di ragni, serpenti, lucertole, animali acquatici e del distruttivo Pukhasas. . . . L’uomo che ruba grano diviene topo; . . . chi ruba frutta e rape, scimmia”.

La Legge del Karman non prevede misericordia né perdono. Presenta il disperato futuro di forse un milione di rinascite per l’anima che trasmigra. La prospettiva è così scoraggiante che il Maitri Upanishad dell’induismo dice: “In questo ciclo di esistenza qual è il bene del godimento dei desideri, quando dopo che l’uomo se n’è nutrito lo si vede tornare ripetutamente sulla terra? Vogliate liberarmi. In questo ciclo di esistenza sono come una rana in un pozzo senz’acqua”.

La dottrina della trasmigrazione delle anime, chiamata in India samsara, presenta una prospettiva così scoraggiante per il futuro, che coloro che credono nel karman desiderano vivamente uscire da questo ciclo di rinascite apparentemente infinito che gli indù chiamano “La ruota” ed essere liberati dal potere del karman. Essi desiderano uno stato in cui non esista più l’infelicità.

Quelli che credono di essere sotto il potere del karman cercano ciò che l’uomo può ottenere nel modo indicato dalla Sacra Bibbia senza rinascite. Essa rivela che l’uomo è il prodotto di un Creatore longanime e misericordioso. Anziché mettere l’uomo sotto il potere di un’inesorabile legge impersonale che richiede che i peccati siano espiati mediante rinascite, egli ha provveduto amorevolmente un mezzo tramite il quale l’uomo può essere perdonato dei suoi peccati e liberato dall’infelicità. Egli ha promesso di dare la vita senza fine nella gioia, nella pace e nella sicurezza come dono gratuito a tutti quelli che gli ubbidiscono e lo adorano nel modo in cui vuole essere adorato.

Mediante il sacrificio di espiazione di un uomo perfetto, Geova ha provveduto il mezzo col quale possono essere perdonati i peccati delle creature umane. Riguardo a questi la Bibbia dice: “A lui tutti i profeti rendono testimonianza, che chiunque ripone fede in lui, ottiene per mezzo del suo nome il perdono dei peccati”. (Atti 10:43) Indipendentemente dal loro passato, questo sacrificio rende possibile il perdono se sono pentiti. Geova non esige che soffrano attraverso una moltitudine di rinascite per essere purificati dai loro peccati. “Quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana”. — Isa. 1:18, VR.

L’idea che l’anima trasmigri o che l’uomo abbia avuto una precedente esistenza avanti che nascesse dipende dalla credenza che l’anima umana sia immortale e sopravviva alla morte del corpo. Di solito l’anima è considerata qualche cosa che continua l’esistenza consapevole della persona, separata dal corpo. Benché questa credenza sia largamente accettata dalle religioni del mondo, comprese molte che professano di essere cristiane, il Creatore dell’uomo non la conferma.

La Bibbia dice molto chiaramente che quando l’uomo muore la sua consapevolezza delle cose cessa. “Il suo spirito se ne va ed egli ritorna alla sua terra: in quel giorno periscono i suoi disegni”. (Sal. 146:4, Na) Il suo spirito o forza vitale non può essere considerata la cosa intangibile che rende la persona quella che è, più di quanto la forza elettrica che fa funzionare molti tipi di macchine abbia qualche relazione con le caratteristiche che distinguono tali macchine. Il fatto che i suoi pensieri periscono indica la cessazione dell’esistenza cosciente. Anziché far pensare che l’anima sia qualcosa di immortale insita nell’uomo, la Bibbia dice che l’anima muore. “L’anima che pecca sarà quella che morrà”. — Ezech. 18:4, VR.

Dato che nulla nell’uomo può preservare la sua esistenza consapevole separatamente dal corpo, la vita che egli ha ora è l’unica esistenza che ha avuto. La sua speranza per il futuro è nel provvedimento che l’amorevole Creatore dell’uomo ha preso per risvegliare i morti mediante la risurrezione. Ciò che egli fa mentre vive è un fattore determinante per stabilire se sarà ricordato e risuscitato o dimenticato e lasciato nell’inconsapevole stato di morte. Tutti quelli che ricevono l’approvazione di Geova otterranno il dono della vita eterna. “Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giov. 3:16.

“Come eletti di Dio, santi ed amati, rivestitevi dei teneri affetti di compassione, benignità, modestia di mente, mitezza e longanimità. Ma, oltre a tutte queste cose, rivestitevi d’amore, poiché è un perfetto vincolo d’unione”. — Col. 3:12, 14.

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