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  • Lo scopo della mia vita
    La Torre di Guardia 1961 | 15 marzo
    • crescente manifestazione di buona volontà. La maggior parte degli abitanti delle isole minori sono poveri, ma molti mostrano la loro benignità invitando a mangiare qualche cosa o a bere una bibita. Altri offrono un uovo o due o qualunque prodotto di stagione.

      Una missionaria di Trinidad venne a Carriacou, e mentre andavamo di casa in casa disse: “Questo non è fare i pionieri; questo vuol dire far visite”. In ogni casa alla quale andavamo eravamo invitati a entrare; e se non eravamo invitati, veniva portata una sedia all’ombra della casa.

      Molte colonie delle piccole isole non hanno la luce elettrica, né molti divertimenti. Quindi per tenere un’adunanza pubblica appendevamo la nostra lampada a gas in un luogo conveniente, di solito a un albero o a qualche casa lungo la via. Presto le persone cominciavano a venire. Dopo la conferenza biblica si teneva una buona conversazione, a volte per un’ora o più.

      A me piace la mia assegnazione estera, e quasi non è così faticosa come negli Stati Uniti. La gente qui è sempre pronta a parlare agli estranei ed è amichevole. Molti vi invitano a tornare per tenere uno studio al giorno mentre siete in porto. È come stare nel proprio paese dove si conoscono tutti.

      Più di un anno fa la goletta missionaria Light fu venduta dalla Società, quindi ora, invece d’essere un capitano di marina, sono un abitante dell’isola St. Maarten. Fu meraviglioso vedere la crescita dell’opera nelle isole dei Caraibi e come, in un’isola dopo l’altra, si formassero congregazioni e l’opera fosse solidamente stabilita. La maggioranza delle isole ricevono ora una buona testimonianza dai proclamatori di congregazioni, dai pionieri speciali e dalle visite dei servitori di circoscrizione. St. Maarten è una piccola isola amichevole ed è un vero piacere portare il messaggio della vita ai suoi abitanti. Nella parte olandese dell’isola, dove io abito, alla Commemorazione dell’aprile 1958 avemmo diciassette presenti, il che ci rese tutti felicissimi. La benedizione di Geova si può vedere da questo aumento. Fu un meraviglioso privilegio essere all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” nella città di New York e quindi tornare di nuovo qui per l’opera missionaria.

      Sono molto grato a Geova del privilegio dei diciannove anni trascorsi finora nel servizio continuo, e mi pento solo del tempo in cui avrei potuto fare un servizio migliore.

      Io so che soltanto per immeritata benignità di Geova si può essere membro della sua società del Nuovo Mondo.

  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia 1961 | 15 marzo
    • Domande dai lettori

      ● Mi potete dire perché Gesù non battezzava? Vi sono scritture che mostrano perché non battezzava? — F. P., Canada.

      In Giovanni 4:1-3 (Na) leggiamo: “Quando il Signore venne a sapere come ai farisei era noto che egli attirava più seguaci e battezzava più di Giovanni, — quantunque Gesù di persona non battezzasse, ma i suoi discepoli, — lasciò la Giudea e andò di nuovo nella Galilea”.

      Poiché vi erano tante persone che venivano da Gesù a battezzarsi, è ragionevole concludere che Gesù li facesse battezzare dai discepoli per essere libero di compiere la più importante opera di guarigione spirituale e fisica. E Gesù si trattenne senza dubbio dal battezzare affinché nessuno si sentisse in seguito superiore perché era stato battezzato dal Figlio di Dio o meno favorito perché non era stato così privilegiato. Come lo stesso Paolo scrisse anni dopo riguardo a se stesso: “Ringrazio Dio di non

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