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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 luglio
    • trattasse parzialmente Israele, impiegandolo e favorendolo come suo popolo nei tempi antichi. Comunque, un onesto esame di come trattò Israele rivelerà che tale accusa è errata. Geova scelse Israele e trattò con esso non a causa della sua grandezza e del suo numero, ma a causa del proprio amore e del proprio apprezzamento per la fede e la lealtà del suo amico Abraamo, loro antenato. Inoltre, fu longanime verso di loro perché aveva posto su loro il suo nome. — Deut. 7:7-11; 29:13; Ezec. 36:22; Sal. 105:8-10.

      Mentre fu ubbidiente, Israele fu benedetto sulle nazioni che non avevano la Legge da Geova data per mezzo di Mosè. Quando Israele fu disubbidiente, Dio fu paziente e misericordioso, ciò nondimeno punendoli. E benché la loro fosse una posizione di favore, avevano dinanzi a Dio una più grave responsabilità perché portavano il nome di Dio e perché erano sotto la Legge.

      La Legge recava maledizioni contro chi la violava. È scritto: “Maledetto è chi non porrà in vigore le parole di questa legge mettendole in pratica’’. (Deut. 27:26) I Giudei, violando la Legge, vennero sotto questa maledizione, che si aggiunse alla loro condanna come progenie del peccatore Adamo. (Rom. 5:12) Perciò, per redimere i Giudei da questa speciale incapacità, Cristo dovette non solo morire, ma morire sul palo di tortura come l’apostolo Paolo sostiene in Galati 3:10-13.

      Quanto precede dimostra il fatto che Dio non esercitò nessuna parzialità verso Israele. Dio impiegava Israele in vista della benedizione di tutte le nazioni. (Gal. 3:14) In questa nazione fece nascere il suo Figlio, per mezzo del quale la salvezza è possibile per tutti quelli che esercitano fede. Dio operava in effetti per il beneficio delle persone di tutte le nazioni a suo tempo. In armonia con ciò l’apostolo osserva: “È egli l’Iddio dei soli Giudei? Non lo è anche delle persone delle nazioni? Sì, anche delle persone delle nazioni, se Dio è veramente uno che dichiarerà giuste le persone circoncise quale risultato della fede e le persone incirconcise per mezzo della loro fede”. — Rom. 3:29, 30.

      Per di più, nell’antico stato giudaico, gli uomini di altre nazioni potevano venire sotto il favore e la benedizione di Dio adorando Geova l’Iddio d’Israele e osservandone la legge, come fecero i Gabaoniti, i Netinei (“dati”) e molti residenti forestieri. — Gios. 9:3, 27; Esd. 8:20; 1 Re 8:41-43; Num. 9:14.

      Sebbene paziente e misericordioso, ricevendo di nuovo Israele quando si pentì, la pazienza di Geova alla fine si esaurì ed egli li scacciò dall’essere il popolo del suo nome. (Luca 13:35; Rom. 11:20-22) Ha qui vigore la dichiarazione dell’apostolo: “Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: . . . tribolazione e distretta, sull’anima di ogni uomo che opera ciò che è dannoso, del Giudeo prima e anche del Greco; ma gloria e onore e pace a ognuno che opera ciò che è bene, per il Giudeo prima e anche per il Greco. Poiché presso Dio non vi è nessuna parzialità”. — Rom. 2:6-11.

      Mentre una superficiale veduta a breve raggio del modo di trattare di Dio può apparire dunque che riveli parzialità, una più profonda veduta a largo raggio mostra le meravigliose imparzialità e giustizia oltre qualsiasi cosa l’uomo abbia concepito. Quanto eccellentemente egli operò perché tutto il genere umano avesse l’opportunità di ricevere il suo favore e la vita! — Isa. 55:8-11; Rom. 11:33.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1971 | 15 luglio
    • Domande dai lettori

      ● Se la Bibbia insegna che per andare in cielo bisogna essere ‘innalzati’ (Atti 1:9), non mostra essa che non si tiene conto della rotazione della terra e della struttura dell’universo? — C. P., U.S.A.

      Il racconto biblico dell’ascensione di Gesù dichiara che mentre i suoi discepoli “guardavano, fu innalzato e una nube lo nascose alla loro vista”. Essi continuarono a guardare il cielo finché furono altrimenti consigliati dagli angeli, che li informarono: “Gesù che di fra voi è stato ricevuto in cielo verrà nella stessa maniera in cui l’avete visto andare in cielo”. (Atti 1:9-11) Alcuni hanno trovato da ridire sul racconto dell’ascensione, dicendo che esprima il primitivo concetto secondo cui il cielo è in alto rispetto alla terra. Comunque, per soddisfare tali critici si dovrebbero effettivamente togliere le parole “innalzare”, “alto” e così via, dal linguaggio umano. Anche in quest’era spaziale, leggiamo ancora degli astronauti posti in orbita intorno alla terra che sono “ascesi a 739 miglia nautiche” al di sopra della terra (Times di New York, 16 settembre 1966), mentre sappiamo che tecnicamente “uscirono o si allontanarono” tale distanza dalla superficie della terra.

      In modo interessante, il racconto della delegazione angelica che annunciò in coro la nascita di Gesù riferisce che, quando la loro missione fu compiuta, “gli angeli [partirono] da loro nel cielo”. (Luca 2:15; si paragoni Atti 12:10). Quindi l’ascensione di Gesù, mentre cominciò

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