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  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 15/3 pp. 190-191

Domande dai lettori

◆ Alcuni ritengono che sia peccato cacciare e pescare, mentre altri non vedono nulla di male in tali pratiche. Alcuni considerano che la caccia possa essere permessa, ma sostengono che la cacciagione dovrebbe essere completamente dissanguata per non violare la proibizione di mangiare il sangue. Questo dissanguamento di solito non viene fatto. Qual è il punto di vista scritturale riguardo a queste cose? — A. A., Stati Uniti.

Noi non dobbiamo né condannare quello che Geova approva, né approvare quello che Geova condanna. La Bibbia parla di “irragionevoli animali nati secondo natura per esser presi e distrutti”. Alcuni sostengono che ciò si applichi soltanto dopo il diluvio del tempo di Noè. Ma si verificò in Eden, quando “Geova fece lunghe vesti di pelle ad Adamo e alla sua moglie e li vestì”. Inoltre, molto tempo prima del Diluvio, Abele fu approvato per aver offerto un sacrificio animale, mentre il disapprovato Caino non s’impegnò nell’uccisione di animali per olocausto ma offrì i prodotti dei campi che non hanno sangue. — 2 Piet. 2:12; Gen. 3:21; 4:3-5, NW.

Dopo il Diluvio fu concesso all’uomo di uccidere animali per varie ragioni. La legge mosaica richiedeva l’uccisione di diverse specie per sacrificio, e le pelli degli animali o il cuoio venivano usati appropriatamente non solo come indumenti ma anche per altre cose come scarpe, cinture, recipienti, materiale per scrivere e per le parti del tabernacolo ed accessori. (Lev. 1:5, 10, 14; 13:59; Ezech. 16:10; Mar. 6:9; 2 Re 1:8; Matt. 3:4; 9:17, NW; 2 Tim. 4:13; Eso. 26:14; Num. 4:6-14) Se un animale uccideva una persona doveva morire: “Se un bue cozza con le corna un uomo o una donna e lo fa effettivamente morire, il bue sarà lapidato senza fallo”. Se animali distruggevano la proprietà o il raccolto dell’uomo potevano essere catturati e distrutti: “Pigliateci le volpi, le volpicine che guastano le vigne, poiché le nostre vigne sono in fiore”. — Eso. 21:28, NW; Can. dei Can. 2:15.

Gli animali potrebbero essere pure usati come nutrimento, fatta eccezione per il sangue: “Ogni animale che striscia e ha vita vi servirà di cibo. Come la verde vegetazione, io vi do tutto questo. Soltanto non dovete mangiare la carne con la sua anima, col suo sangue”. Durante il loro soggiorno nel deserto gl’Israeliti che desideravano mangiare animali adatti al sacrificio dovevano ucciderli nel tabernacolo affinché il sacerdote potesse spargerne il sangue sull’altare di Geova. Quando si furono stabiliti nella Terra Promessa e siccome sarebbe stato troppo arduo condurre animali adatti al sacrificio nel tempio di Gerusalemme, essi potevano uccidere gli animali a casa, versarne il sangue per terra e coprirlo di polvere. In questo stesso modo si doveva fare col sangue della cacciagione selvatica, come la gazzella e il cervo. (Gen. 9:3, 4; Lev. 17:3-6; Deut. 12:15, 16, 20-24) Andare a caccia per procurarsi cibo fu permesso, ma il cacciatore fu ammonito di dissanguare la sua cacciagione: “E se alcuno dei figli d’Israele o qualche residente temporaneo che risiede per qualche tempo fra voi prende alla caccia una bestia selvatica o un uccello che si può mangiare, ne verserà il sangue e lo coprirà di polvere. Poiché l’anima di ogni carne è il suo sangue, a causa dell’anima che è in esso. Perciò ho detto ai figli d’Israele: ‘Non mangerete il sangue di alcuna carne, perché l’anima di ogni carne è il suo sangue. Chiunque ne mangerà sarà annientato’”. — Lev. 17:13, 14, NW.

Se il cacciatore non dissanguava dovutamente la sua cacciagione veniva messo a morte, ossia “annientato”. Mangiare cacciagione non dissanguata non soltanto era vietato agl’Israeliti sotto la Legge, ma è vietato anche ai cristiani: “Che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, da cose uccise senza scolarne il sangue e dalla fornicazione”. (Atti 15:29; 21:25, NW) Subito dopo l’istruzione ai cacciatori di dissanguare la loro cacciagione e che mangiare il sangue significherà la loro morte, leggiamo: “E qualunque anima che mangia un corpo morto o qualche cosa lacerata da una bestia selvaggia, tanto il nativo quanto il residente temporaneo, si laverà le vesti e il corpo nell’acqua e sarà impuro fino alla sera. Quindi sarà puro. Ma se non si laverà le vesti e il corpo, porterà la pena della sua iniquità”. (Lev. 17:15, 16, NW) Da un corpo che muore da se stesso o per ferite inflittegli da un altro animale non si sarebbe potuto dovutamente scolare il sangue, e quindi non si doveva mangiare. La penalità per la deliberata violazione del comandamento di non mangiare sangue è la morte, ma nel caso summenzionato la colpa poteva essere annullata mediante una cerimonia di purificazione, indicante che si trattava di un caso in cui il comandamento era stato violato innocentemente, inconsapevolmente, come poteva accadere quando si comprava o barattava carne, o quando si mangiava presso altri come ospite. Ora, come al tempo d’Israele, chi viola il comandamento del sangue per errore, senza saperlo, non facendolo deliberatamente, può ottenere il perdono mediante il pentimento ed evitando una ripetizione della violazione.

Basando la nostra posizione sulla Bibbia, avremo un punto di vista equilibrato, né opponendoci fanaticamente ad ogni uccisione di animali, né dando loro sfrenatamente la caccia per divertimento. Gesù mangiò carne, sia pesce che agnello. Egli organizzò con successo un’impresa di pesca usando la rete, e diede ordine di prendere pesci con l’amo. (Luca 24:42, 43; Eso. 12:3, 8; Matt. 26:17-21; Luca 5:4-6; Matt. 17:27) Evidentemente non richiedeva alcuna speciale attenzione per dissanguare il pesce, dato che non c’è alcuna regola al riguardo; ma le esigenze concernenti la cacciagione di uccelli e animali sono specifiche e devono essere osservate dai cacciatori teocratici che cercano di variare con selvaggina il loro pasto di carne. Le ferite inflitte dai fucili di oggi, come le ferite causate dalle frecce o dagli artigli degli animali da preda al tempo in cui la legge mosaica era in vigore, raramente ottengono un adeguato dissanguamento. Perciò il cacciatore deve completarlo usando il suo coltello, anche se così viene rovinato un trofeo.

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